Di Christophe Lemardelé, France-Soir.fr
Il film western di Vigo Mortensen Jusqu’au bout du monde, attualmente nei cinema transalpini, si intitola The Dead Don’t Hurt, in altre parole, non si soffre una volta morti… ma prima. Quindi il titolo francese non corrisponde in alcun modo a quello americano. Si basa sulle ultime immagini del film e sulle parole di un bambino che guarda l’oceano. Il titolo originale, invece, è quello che l’eroe dice al bambino che ha appena perso la madre.
Non è un eroe, anzi, è più un antieroe. Ma molti critici vedono questo film come un western femminista – basta un’eroina volitiva e indipendente (che ne dite della madre guerriera in Avatar II?), ed è tutto ciò che vedono… – Il personaggio di Olsen si presenta come un uomo distrutto…
Al contrario, è una persona strutturata, perché ha intenzione di fare di questo bambino il suo bambino, anche se è il frutto di uno stupro, lo stupro della sua stessa moglie mentre lui era via perché era andato ‘vigliaccamente’ in guerra.
Questo film, che è troppo lento e non decolla mai veramente, ha tuttavia qualcosa di molto bello quando alla fine ci rendiamo conto che tutto è stato fatto nell’interesse del bambino, per usare il titolo del romanzo di grande successo di Ian McEwan su una giudice donna del tribunale della famiglia.
Ma nelle nostre democrazie occidentali, i bambini sono dimenticati. Migliaia di loro possono essere massacrati a Gaza nell’indifferenza dei media. Questo è un’epoca di indipendenza femminile. Quindi cosa importa se un uomo che non è il padre biologico di un bambino diventa il vero padre del bambino, dopo essersi vendicato dello stupratore senza ucciderlo? Se Mortensen non avesse grande spazio e considerazione nei media francesi – è considerato un democratico, non un trumpista – forse la sua storia sarebbe stata apprezzata in modo diverso: l’aborto, ora sancito dalla Costituzione, si applica automaticamente a una gravidanza causata da stupro… Dopotutto, non è forse una visione a favore della vita quella che il film trasmette?
L’intera faccenda è ovviamente ridicola. Si arriva alla fine del gioco negando la natura stessa dell’umanità, che risiede nella protezione dei bambini – la GPA è molto più denunciata oggi per la schiavitù delle donne che per il problema dell’identità dei bambini non nati – ed è proprio quello che fa quest’uomo ferito ma forte, che si batte per suo figlio. Gli dice che non soffriamo quando siamo morti, ma che i morti fanno soffrire terribilmente i vivi. Coloro che non soffrono, che sono insensibili all’orrore di Gaza, forse non sono più tanto vivi.
Il crollo dei tassi di natalità in Occidente dimostra che il riarmo demografico voluto da un Presidente fuori dal mondo e vagamente bellicoso è impossibile quando l’amore ha abbandonato le nostre menti. E tale è il paradosso che le migliaia di donne il cui ciclo mestruale è stato interrotto dalla vaccinazione di massa non hanno attirato l’attenzione di nessuno… Anche il femminismo ha una geometria variabile. Ma ci stupisce il desiderio di una coppia non binaria di avere un figlio. Tra carne da cannone e carne da normalizzare, potremmo chiederci: qual è il posto del bambino nella nostra post-modernità?
Ogni bambino ha bisogno di almeno un genitore che non scenda a compromessi sulla protezione che gli deve, in qualsiasi circostanza. Questo è il messaggio del film. Perché la vita deve essere trasmessa, perpetuata. E questo richiede equilibrio. Il genitore deve fornire protezione, ma il bambino non è una proprietà dell’adulto: “L’autorità genitoriale è un insieme di diritti e doveri che hanno a cuore l’interesse del bambino (…). I genitori coinvolgono il bambino nelle decisioni che lo riguardano, in base alla sua età e al suo grado di maturità” (Codice Civile francese, articolo 371-1).
Nonostante ciò, la tendenza nei casi di divorzio è che l’affidamento alternato diventi la norma, con poca attenzione a ciò che vogliono i figli – è tutta una questione di uguaglianza tra uomini e donne (scusate: donne e uomini). Disagio di identità (PMA, GPA), disagio di residenza.
Una cosa non è cambiata: fare del bene ai bambini senza chiedere loro nulla. Rendere felici i bambini nonostante loro stessi è sicuramente renderli infelici.
Di Christophe Lemardelé, France-Soir.fr
18.05.2024
Christophe Lemardelé è un insegnante e ricercatore in scienze sociali.
Fonte: https://francesoir.fr/opinions-tribunes/jusqu-au-bout-de-l-immonde-l-oubli-des-enfants-en-occident
Traduzione a cura della Redazione di ComeDonChisciotte.org