Di Eliseo Bertolasi
Da oltre vent’anni, dal 2001, in Italia opera “Aiutateci a Salvare i Bambini”, un’Associazione di volontariato nata per aiutare i bambini che soffrono.
Il fondatore e presidente dell’Associazione – Ennio Bordato, ne ha fatto la missione della sua vita.
Il rapporto di Bordato con l’URSS prima, e la Russia poi, è datato. Tutto ebbe inizio oltre quarant’anni fa in occasione di un suo fortuito viaggio turistico nell’allora URSS. Lo pervase una sensazione di profondo legame, di profonda appartenenza, razionalmente impossibile da spiegare a parole.
Fra i gruppi sociali più colpiti dopo il crollo dell’URSS – la più grande tragedia del XX secolo – vi erano i bambini, “figli” degli esperimenti di “democrazia occidentale” e del “mercato”: centinaia di migliaia di orfani, il sistema sanitario distrutto con la pediatria in testa. “Aiutateci a Salvare i Bambini” nacque per questo” – racconta Bordato.
Bordato con la sua Associazione ha portato aiuto concreto non solo alle vittime di queste tragedie, ma anche alla pediatria russa, alle sue strutture sanitarie ed alle famiglie dove la malattia grave di un figlio metteva a rischio tutta la loro esistenza.
In tutti questi anni Bordato ha sempre operato in “prima linea”: dai primi aiuti nel 2001 alla clinica RDKB di Mosca (l’Ammiraglia della pediatria russa), a Beslan subito dopo l’attacco terroristico del 2004, fino all’Ossezia del Sud, da Archangel’sk a Volgograd, fino ai territori insanguinati del Donbass, dove dal 2014 imperversa la guerra.
Tuttavia questi bambini, tutte queste giovani vittime, per l’Europa e l’Occidente, in generale, letteralmente non esistono, non valgono una riga delle “fonti autorevoli” dell’informazione “ufficiale”. Nessuno parla della loro sofferenza! Nonostante in Occidente si parli tanto d’“integrazione” d’“inclusività” di “diritti”.. in realtà, pare che tutte queste belle parole non valgano per quei bambini che Bordato, al contrario, con tanta buona volontà cerca di aiutare. Il fatto che recentemente ha interessato “Aiutateci a Salvare i Bambini” né è la conferma:
Ennio Bordato con sgomento ci racconta quanto accaduto.
“La nostra Associazione era stata invitata dal Comune di Sciacca ad un dibattito pubblico sui bambini e gli orfani di Lugansk (Donbass), previsto per il 22 ottobre scorso, dal quale ne sarebbe scaturito un progetto di sostegno ad un orfanotrofio per bambini ammalati di TBC, progetto volto a fornire alla struttura di accoglienza i farmaci necessari.
Questo dibattito è stato cancellato a causa dell’ennesimo arrogante, sopraffattore intervento (che ricorda i momenti più bui della storia italiana) della parlamentare PD di turno (la vice presidente del Parlamento europeo Pina Picierno, ndr.).
Cari tutti, vi ringrazio per la segnalazione, si tratta di un fatto molto grave. Siamo ovviamente già al lavoro con il collega @GiuseppeLupoPD, Michele Catanzaro (capogruppo Pd all’Assemblea regionale siciliana) e i dirigenti locali del Pd affinché quel convegno venga…
— Pina Picierno (@pinapic) October 14, 2024
In Italia, grazie a loro, è vietato da anni, parlare, raccontare ed aiutare i bambini “sbagliati”, siano essi del Donbass, della Siria, dello Yemen, dell’Ucraina o di Gaza.
La nostra Associazione, dal 2001, aiuta i bambini dei paesi ove vivono popolazioni russofone indipendentemente dal loro passaporto, lingua o schieramento politico e militare.
Abbiamo aiutato e tuttora aiutiamo bambini russi, ucraini, osseti, abchasi e bielorussi senza dover chiedere il permesso né ai partiti politici né ai ripetitivi parlamentari che passano il loro – tanto – tempo nella caccia al convegno, al cinema, al dibattito invece che occuparsi della miseria economica, sociale e morale in cui, grazie a loro, l’Italia ogni giorno sprofonda sempre più”.
– Ora che farete?
“Noi continueremo ad aiutare, continueremo a raccontare la “non vita” dei bambini del Donbass, della Russia e dell’Ucraina che dal 2014 hanno avuto rubata, violentata la loro infanzia dai politici europei e dai governi e partiti italiani che perseverano nella loro anticostituzionale politica d’invio di armi, di rifiuto della diplomazia, di negazione della politica, di oltraggio all’umanità.
I bambini del Donbass per “lor Signori” non contano, sono niente, non hanno diritto a vivere.
Possono morire sotto le bombe, farsi ferire e mutilare dall’artiglieria “democratica” occidentale, anche italiana, non avere sufficiente cibo, non poter frequentare la scuola, vivere nel terrore e sottoterra, non poter giocare all’aperto. Insomma non avere il diritto di esistere. Esattamente come i bambini dell’Ucraina senza luce, riscaldamento, farmaci, ammazzati come gli adulti – “fino all’ultimo ucraino” – per gli interessi di pochi occidentali.
Il progetto di sostegno dell’orfanotrofio di Lugansk partirà comunque. Con ancor più vigore e sarà sostenuto, come tutti i nostri altri progetti, dagli italiani democratici che chiedono da anni una politica di pace e di relazioni fraterne con tutti i popoli del mondo. Ancora una volta i diktat antidemocratici del Partito Democratico non ci sfiorano”.
– Signor Bordato, è da poco tornato da Beslan dove ai primi di settembre è stato ricordato il 20° anniversario della strage dei bambini alla scuola n. 1. Quali sono state le sue emozioni? In che modo avete aiutato i bambini di Belsan?
“Beslan è il Paese delle lacrime di tutte le madri del mondo.
Beslan non deve essere dimenticata. Beslan deve continuare, per i Giusti del mondo, a rappresentare il dolore più profondo dell’umanità ferita, dolente, incapace a vivere in pace e a insegnare a non usare l’assassinio di un popolo e dei suoi bambini per finalità politiche.
La nostra Associazione ha presenziato alle manifestazioni per il 20mo anniversario della strage di Beslan del 1 – 3 settembre 2004. Associazione italiana, unica in Italia, che è intervenuta nei giorni della tragedia ospitando in Italia per 7 settimane 63 ostaggi della scuola n. 1 di Beslan (33 bambini e 30 adulti) sostenedoli con aiuto medico, psicologico, momenti di svago e portandoli in visita ad alcune città italiane, fra cui Venezia e Roma.
Dal 2005 al 2009, con un gruppo di psicologhe dell’università di Padova ha sviluppato a Beslan un intervento di aiuto psicologico alla popolazione colpita dal terrorismo terminato con la distribuzione di un migliaio di DVD interattivi per la gestione del DPTS (Sindrome post traumatica da stress). Dal 2010 l’Associazione ha continuato ad aiutare le vittime della tragedia con aiuti finanziari che hanno aiutato i bambini che necessitavano di ulteriori cure in Russia ed all’estero.
Partecipando quest’anno alle giornate del ricordo nell’area monumentale della scuola n. 1 di Beslan abbiamo deposto una corona nella palestra e un nostro stendardo con le parole “Il nostro cuore è a Beslan ogni giorno dell’anno. Vi saremo vicini per sempre” a suggello del rapporto con la città e le vittime della strage del terrorismo internazionale di vent’anni fa.
Abbiamo ritrovato molti dei “nostri bambini” ospitati in Italia vent’anni fa ed aiutati, assieme a tutti gli altri, con il nostro progetto di sostegno psicologico: Elina oggi vive a Mosca e si è laureata in giurisprudenza; Georgij, senza volerlo, rimarrà nella storia grazie al monumento “Grido di Beslan” posto a San Marino, una copia del quale inaugurata durante le giornate di ricordo di fronte alla tristemente famosa palestra; poi Kambolat, che come Georgij, è diventato medico rianimatore in una importante istituzione medica di Mosca; Elena e Zalina, sorelle, entrambe ostaggio, che oggi vivono con le loro famiglie e hanno avuto entrambe due figli.
Nel dramma, nella tragedia è importante aver avuto un ruolo, seppur minimo, di vero aiuto umano. Beslan va ricordata così, con i suoi “bambini” che, grazie alla solidarietà umana, hanno potuto riprendere il corso della vita positivamente. Va ricordata anche con i suoi bambini che non ci sono più, per rendere giustizia sia a loro sia a chi, allora ed oggi, innanzitutto i membri delle le forze speciali russe che persero la vita, si adoperò a tutti i livelli per salvarli.”
– Continua l’aiuto?
“Se l’Italia ufficiale segue codina i diktat di oltreoceano, la gente comune, nella stragrande maggioranza, rimane ancor oggi sempre amica della Russia e ricorda Beslan con sentimenti profondi. Sentimenti di vera condivisione, di vera umana solidarietà. Noi cerchiamo di rappresentarla al meglio.
Vogliamo rappresentare la “Bella Italia” che non invia armi, ma aiuti umanitari, solidarietà, amicizia. Che costruisce rapporti degni, rispettosi ed egualitari.
Perché per noi, ancora una volta, va gridato al mondo che i bambini piangono tutti nella stessa lingua, che i popoli soffrono tutti nello stesso modo, che la vita porta gioia e dolore a tutti in ugual misura.
Beslan è una lezione. Una lezione vivente. Una lezione di fratellanza, di condivisione, di solidarietà concreta, attiva, praticata nei fatti.
Da questa missione, con altri partecipanti, è nata la Candidatura della città di Beslan a Premio Nobel per la Pace 2025.
È stato aperto il sito multilingue https://beslannobelperlapace.org/ dove si può sostenere la candidatura. Per noi è molto importante questo gesto non solo di ricordo e solidarietà, ma anche per mettere al centro dell’attenzione la Pace “per tutti”, non solo per i “tifosi” fedeli alla “Potenza alleata”, al “Grande alleato” guerrafondaio”.
Di Eliseo Bertolasi
23.10.2024
Eliseo Bertolasi, PhD in antropologia, russista, interprete e traduttore di lingua russa, analista geopolitico.