Covid e Usura: Imprenditori nella morsa degli usurai

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DI CLARA STATELLO

A causa delle difficoltà economiche causate dal lockdown, commercianti, artigiani e persino famiglie sono costretti a rivolgersi agli usurai. Le associazioni lanciano l’allarme:”imprenditori costretti a cedere l’attività agli strozzini e lavorare per ripagare il debito, una nuova schiavitù”.

La mancanza di liquidità, l’esclusione dall’accesso ai tradizionali canali di credito costituiscono una difficoltà per imprese e famiglie, uscite a pezzi dall’emergenza sanitaria. Ne approfittano gli usurai che spesso si presentano alle loro vittime con un volto amichevole per prestare aiuto, anche con piccole somme. Ha inizio così un debito inestinguibile senza fine che incatena il debitore allo strozzino.

Dalla stampa italiana, nei giorni scorsi, sono stati citati dei casi estremi, ma per nulla episodici, di famiglie costrette a cedere agli strozzini i propri figli, a lavorare per estinguere i debiti. Sputnik Italia ha raggiunto Nicola Grassi, presidente di ASAEC “Libero Grassi”, l’associazione anti-estorsione in prima linea nella lotta alla mafia che nel 1995 partecipò alla stesura per della legge antiraket della regione Sicilia e nel 1997 fu co-fondatrice della Federazione Anti-racket italiana (FAI), per comprendere le dimensioni e i meccanismi del fenomeno.

— In seguito alla crisi economica da Covid è stato più volte denunciato l’espansione della piaga dell’usura. Qual è la dimensione del fenomeno?

— Il fenomeno dell’usura in questo momento è in una situazione di “silenzio”, il che non significa che non si stiano verificando fatti di usura. Mentre noi parliamo, molto probabilmente, si verificano casi di prestiti che poi avranno la loro esplosione fra qualche mese. Viviamo in un momento di crisi, quindi è proprio adesso che le fasce più deboli, ma anche commercianti e artigiani che stanno vivendo un momento di difficoltà, non hanno quell’accesso al credito agevolato da parte di istituti bancari, è quasi automatico si rivolgano a quella che noi definiamo l'”usura della porta accanto”, per alleviare queste difficoltà economiche.

— E perché questa definizione?

— Perché dai casi che seguiamo, il più delle volte l’usura si manifesta con prestiti elargiti dall’amico o dal familiare insospettabile che percepisce il tuo essere in difficoltà e quindi “ti viene incontro”, salvo poi chiedere indietro quello che ha prestato, con gli interessi.

Però questa cosa del “chiedere indietro” si verificherà in un secondo momento, quindi il fenomeno usurario esploderà fra qualche mese, quando gli imprenditori, piccoli commercianti, artigiani, saranno costretti a restituire le somme di denaro che sono state date in prestito dall’amico della porta accanto, con interessi – scopriranno – a tassi usurari.

— Come funzionano i meccanismi del sistema dell’usura?

— Un meccanismo tipico è quello del piccolo artigiano che manifesta ai suoi clienti di essere in difficoltà, di non arrivare a fine mese, di non riuscire a pagare le bollette, e viene quindi avvicinato anche dalla persona più insospettabile che gli offre un aiuto, il prestito di denaro.

— Quali sono normalmente le somme date in prestito?

— Le somme sono bassissime e quindi c’è una maggiore facilità ad accettare questo prestito. Parliamo di  200 -300 euro, che mi creda, in questo momento sono un toccasana. Queste somme poi dovranno essere restituite dopo qualche settimana, un mese, e lì si scopre che oltre alla cifra prestata, si dovranno restituire interessi pari, a volte, anche al 90%. Però è un meccanismo che una volta partito non si blocca più.

— Perché non si blocca più? Cosa succede?

— Perché a fronte di questi piccoli debiti, si innesca un meccanismo lega il debitore allo strozzino. Faccio un esempio con un caso concreto che ci è capitato. Un prestito da 300 euro, da restituire a fine mese, però per ogni settimana che passa devono essere corrisposte 100 euro, ma non per coprire il debito, ma come sorta di garanzia. Se alla fine del mese non si sono versate queste 300 euro, si dovranno continuare a pagare questi 100 euro a settimana, finché alla scadenza saranno restituiti i 300 euro più tutti quelli già versati. Questo è il funzionamento.

— Cosa succede alla vittima dell’usura se non paga?

— Se non paga si chiede un altro prestito. Questi debiti in qualche modo devono essere estinti e possono essere estinti in mille modi. L’usuraio può chiedere l’acquisto di di un’auto o un motorino, costringendo la vittima a indebitarsi ulteriormente con la concessionaria.

Oppure chiede la cessione della titolarità commerciale, per cui l’imprenditore smette di essere il titolare della sua azienda e inizia a lavorare per il suo strozzino, per estinguere il debito e diventi praticamente uno schiavo. E’ una nuova forma di schiavitù dalla quale si pensa di non poter uscire più.

— Chi sono normalmente le vittime dell’usura?

— Piccoli commercianti e artigiani sono le vittime tipiche dell’usura più spicciola, come quella che si sta muovendo in questo momento con i piccoli imprenditori in difficoltà dopo il lockdown che vengono avvicinati dall'”amico della porta accanto” o il familiare insospettabile o l’affiliato al clan mafioso di zona che sa che queste categorie sono in difficoltà.

— Anche le famiglie rimaste senza reddito durante il lockdown sono state bersagli o usurai?

— A fronte degli strumenti messi in campo dal governo nazionale e le amministrazione locali attraverso i buoni spesa, che sono stati richiesti ed elargiti, certamente la condizione di indigenza si è allargata tantissimo e questo ha dato possibilità e spazio alla criminalità organizzata che notoriamente dispone di grandi liquidità, di potersi insinuare nelle maglie del disagio sociale. Con la conseguenza, molto pericolosa, di creare consenso sociale, che non sappiamo dove arriverà ma certamente potrebbe ripercuotersi alle prossime elezioni, perché in qualche modo questi debiti dovranno essere soddisfatti e potranno esserlo anche attraverso l’indirizzamento del consenso verso un candidato piuttosto che un altro.

— Cosa deve fare un imprenditore o una famiglia che finisce nel cappio dell’usura?

— Denunciare immediatamente. Nel momento in cui hanno il sentore della restituzione della somma include interessi usurari, devono denunciare alle forze dell’ordine. Senza perdere un secondo. Perché non se ne esce più. E devono sapere che esistono degli strumenti che permettono loro di aver liquidato quanto già pagato attraverso l’acceso al fondo che viene previsto attraverso la legge 106 del ’96 che prevede un fondo di prevenzione e un fondo di risarcimento per le vittime di usura.

 

Clara Statello

14.07.2020

Link: https://it.sputniknews.com/intervista/202007149307733-imprenditori-nella-morsa-degli-usurai-verso-una-nuova-schiavitu/

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