DI MARINELLA CORREGGIA
emigrazione-notizie.org
Intorno al Covid-19 si susseguono da mesi colpi di scena, rivelazioni e successive rettifiche. Grande è la confusione sotto il cielo. Ma non siamo ai tempi di Mao e quindi la situazione non è affatto eccellente. Cerchiamo di collegare alcuni puntini.
1. Oms: «Il contagio da parte di asintomatici è molto raro»…anzi «non sappiamo». Maria Van Kerkhove, direttrice del team tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per la risposta al coronavirus (1), lunedì 8 giugno osa affermare: «Ci sono casi di persone infettate che sono asintomatiche, ma i paesi che stanno monitorando in modo dettagliato i contatti non stanno trovando da questi casi una trasmissione secondaria». Gli «esperti di salute pubblica» insorgono, capitanati dall’Harvard Global Health Institute. E così l’Oms aggiusta il tiro il giorno dopo: «La maggioranza dei casi di trasmissione che conosciamo si verifica, con le droplets, da parte di chi ha sintomi. Ma ci sono persone che non sviluppano sintomi, e non abbiamo ancora risposta sulla questione di quanti infettati non abbiano sintomi». Alcune ricerche stimano la probabilità di infezioni da asintomatici (e più spesso pre-sintomatici) con modelli probabilistici, senza documentare direttamente la trasmissione. Comunque la frase rivelatrice dell’esperta dell’Oms è: «Per ogni risposta che troviamo alle domande, ne sorgono altre dieci». La risposta è sempre: dipende (dalle circostanze): un luogo chiuso affollato e in una zona ad alta carica virale è un caso specifico, non generalizzabile (vedi ai punti 10 e 12).
E a proposito dei modelli probabilistici..
2. «Falliti i modelli epidemiologici, meglio non usarli più nelle decisioni politiche». Il virologo Guido Silvestri, ribadendo – sulla sua rubrica social Pillole di ottimismo – quanto aveva già affermato circa il fallimento dei modelli matematici nel prevedere l’andamento reale dell’epidemia, spiega (2): «Oggi è il fatidico 8 giugno. Quello che, se non stavamo attenti, avremmo avuto 151mila malati in terapia intensiva. Invece sono 286. E dopo 34 e 20 giorni dalle “aperture” di maggio, non c’è alcun segno di quel disastroso ritorno della pandemia dato per scontato dagli autori dei modelli matematici sugli effetti della fase 2». Dunque, «credo sia giusto verso i cittadini italiani (…) ammettere questo fatto e promettere che tali modelli non saranno più usati per prendere decisioni politiche, ad esempio per le scuole.» Cita poi il caso della Florida, «Stato dal lockdown minimo, la mortalità per 100mila abitanti è 12,6» (in Italia è cinque volte tanto). Ecco quindi che «i dati della Georgia e della Florida dimostrano ancora una volta come i modelli epidemiologici, che al contempo postulano un massiccio effetto positivo dei lockdown e non tengono conto del fattore climatico-stagionale, non spiegano l’andamento della pandemia in modo universalmente valido, e come tali non dovrebbero essere usati per guidare le scelte della politica». Insomma l’impalcatura scientifico-epidemiologica dell’argomento politico a favore dei lockdown e delle chiusure delle scuole solleva perplessità.
Eppure continuano…
3. I «se» dell’Imperial College. Una volta si diceva che la storia non si fa con i «se». Ma pare che per le previsioni epidemiologiche si faccia eccezione. Tanto, come verificare? Sui modelli teorici si basa anche lo studio condotto dall’Imperial College di Londra pubblicato da Nature (3) circa l’impatto, rispetto al Covid-19 in Europa, degli «interventi non farmaceutici», ovvero i blocchi delle attività, il confinamento o lockdown (impropriamente detti «quarantena» soprattutto in America latina) e la chiusura delle scuole. Riferendosi all’impatto delle restrizioni in undici paesi dell’Europa occidentale, gli autori ritengono che queste misure senza precedenti abbiano salvato oltre tre milioni di vite (630.000 in Italia). Va però detto che diversi paesi extra Ue che non hanno adottato un lockdown hanno avuto molto più successo degli europei. Il dibattito sulla migliore strategia anti pandemia non finirà mai…
L’Imperial sostiene che «solo una piccola proporzione della popolazione britannica ha contratto l’infezione e quindi siamo solo all’inizio della pandemia» (e in media negli undici paesi avrebbe il virus solo il 3-4% della popolazione), dunque l’allentamento delle misure è rischioso. Senza lockdown invece, proseguono gli autori, l’epidemia sarebbe quasi conclusa perché i contagiati (per usare l’evocativo termine in voga in Italia) sarebbero moltissimi, il 70% della popolazione.
Va detto però che i modelli previsionali matematici dell’Imperial College riguardo al Covid-19 spesso non hanno azzeccato (e del resto già in occasione di epidemie precedenti, avevano sbagliato di tanto) (4). Numerose sono state le critiche sul modello retto da Neil Ferguson (il capo dell’equipe dell’Imperial ha dovuto dimettersi da consigliere del governo perché per incontrarsi con la sua amica aveva violato il lockdown tanto caldeggiato). Lo scorso marzo il team di Ferguson prevedeva per l’Italia oltre mezzo milione di morti se non fosse preso alcun provvedimento e 283 mila decessi applicando, come di fatto è stato fatto, il blocco e il confinamento. E’ andata molto diversamente. Stessi errori, anzi di più, per il Regno unito. In un paper dagli effetti esplosivi sulle politiche di Oltremanica, l’Imperial aveva previsto il 16 marzo (5) che in caso di inazione politica ci sarebbero stati 2,2 milioni di morti negli Stati uniti e fino a 510.000 nel Regno Unito (e in caso di misure di sola «mitigazione» i morti sarebbero stati rispettivamente un milione e 260.000). Pochi giorni dopo aver convinto a misure drastiche i governi britannico, statunitense e francese, il team di Ferguson è passato a esagerare per difetto (6) affermando sempre in marzo: «Il numero di morti nel Regno unito per Covid o per il suo impatto su altre patologie pregresse non dovrebbe superare i 20.000» e anzi potrebbe «essere di gran lunga inferiore». E invece, al 9 giugno, i morti fra i sudditi di Sua maestà sono molti di più, secondo le statistiche ufficiali fornite dal governo all’Oms: 40.597 (7). Si sono rivelate sbagliate anche le previsioni d’aprile dell’Ihme (Institute for Health Metrics and Evaluation) di Seattle: il prossimo agosto, l’Italia avrebbe raggiunto i 20.300 morti, la Spagna 19.000, la Francia 15.000, gli Stati uniti 81.000. Tutti questi paesi sono già ben oltre (8)
Comunque, clinicamente parlando
4. «Clinicamente il Sars-CoV-2 non esiste più. Niente seconda ondata». Il mese di giugno inizia con la tempesta scatenata da questa affermazione di Alberto Zangrillo, primario di anestesia e rianimazione del San Raffaele di Milano. A Mezz’ora in più su Rai 3 ha dichiarato: «Il Coronavirus è sparito, qualcuno vuole terrorizzare il paese». E in una successiva intervista: «Chi dice che ci sarà una seconda ondata in autunno, dice cose che non hanno senso dal punto di vista scientifico. L’evidenza ci dice che la cosa sta prendendo piega positiva. Prepariamoci a rivivere e riprendere in mano il nostro futuro» (9). Una constatazione sostenuta da Matteo Bassetti direttore del San Martino di Genova: «Concordo da medico e francamente sono colpito che ci siano così tante persone che la pensano diversamente, forse sono persone che i malati non li vedono. La realtà dei fatti mostra che ogni giorno il numero delle persone in terapia intensiva decresce…non arrivano più i malati, o arrivano solo dai focolai: Rsa o personale sanitario che ha assistito malati nelle Rsa. Poi se mi si dice che occorre l’evidenza scientifica per dimostrare che virus è mutato, va bene. Ma non si neghi l’evidenza clinica. I numeri, della Protezione civile, sono questi». D’accordo anche Fabrizio Pregliasco, epidemiologo dell’Istituto Galeazzi di Milano, si è espresso nello stesso senso «Ci siamo confrontati con Zangrillo ed è un’evidenza, ha ragione, ma dobbiamo restare vigili e prudenti perché di questo virus si scoprono sempre cose nuove. Ora siamo in grado di gestirlo meglio rispetto al passato» (10).
Davvero non ha più la stessa faccia il famoso virus con le spine…
5. Quasi settemila mutazioni del Sars-CoV-2. Secondo quanto riportato in un recente studio, sarebbero più di 6.800 le mutazioni comparse nel genoma del coronavirus durante la sua corsa intorno al mondo (11): tra quelle più comuni, non ne è stata trovata alcuna che ne abbia aumentato la contagiosità, mentre la maggior parte potrebbe addirittura aver penalizzato il virus. Il più delle volte questi cambiamenti non sarebbero nati come risultato dell’adattamento del virus all’uomo, ma sarebbero stati indotti proprio dai meccanismi di difesa immunitaria delle persone infettate.
Lo si era già constatato agli inizi di maggio…
6. …Ma allora che senso ha rincorrere il vaccino? Già oltre un mese fa, Massimo Clementi, direttore del laboratorio di virologia del San Raffaele di Milano, intervistato dal Corriere della Sera affermava: «L’infezione non sfocia più nella fase gravissima, la cosiddetta “tempesta di citochine (…) sono in forte calo i pazienti che hanno bisogno di ospedalizzazione, l’epidemia c’è ancora ma dal punto di vista clinico si sta svuotando. La malattia si è modificata o si sta modificando». E anche: «Il coronavirus ha perso la sua potenza.(…) Ci aspettiamo che questo nuovo coronavirus possa pian piano diventare innocuo, come i suoi ‘cugini’ responsabili del raffreddore». Del resto, «conosciamo altri 6 coronavirus umani, 4 ci infettano da sempre”. Quello con cui abbiamo a che fare da qualche mese potrebbe, se continua così, modificare il suo profilo clinico di rischio e adattarsi all’ospite, cambiando geneticamente». E le dichiarazioni in questo senso erano già tante agli inizi di maggio (12). Attenzione! Questo potrebbe minare l’idea del vaccino! E allora…ecco l’intervento dell’ex virologa (definizione sua) Ilaria Capua (13): «E’ un patogeno che si manifesta in maniera diversa a seconda di diversi fattori, e le manifestazioni cliniche sono molto più gravi quando non c’è una cura». La differenza fondamentale starebbe nell’organizzazione, sanitaria e sociale, messa in piedi negli ultimi mesi: «Credo che in realtà sia migliorato tutto il sistema. Ma da ex virologa vi dico che quando si dice che il virus è indebolito, questo non è proprio corretto. Il genoma del virus non è cambiato, quindi non possiamo dire questa cosa. Così come non posso dire che è diventato più aggressivo».
Intanto Oltralpe uno studio politico rivela che…
7. Francia: primo – deludente – bilancio sulla macroniana «ricetta di guerra». Secondo uno studio francese (14), «I dati empirici disponibili suggeriscono che la politica francese non abbia avuto effetto sulla dinamica dell’epidemia né sulla mortalità finale, molto pesante (…) A livello mondiale, i paesi che hanno ottenuto i migliori risultati di fronte all’epidemia hanno riposto fiducia nei medici e nei cittadini» e puntato su: prevenzione (protezione specifica delle persone a rischio), individuazione dei casi (soprattutto fra il personale sanitario), separazione degli ammalati e cure precoci, spesso con trattamenti simili a quelli vietati in Francia». Qui è chiaro il riferimento all’idrossiclorochina.
E a proposito di cure boicottate…
8. La figuraccia di Lancet e dell’Oms contro l’idrossiclorochina. Prescritta in Cina, Stati uniti, Brasile, India, nella maggior parte dei paesi africani, in Medioriente e in certi paesi europei (15) (16), l’idrossiclorochina viene demonizzata in Francia. A fine maggio poi la (ex) prestigiosa rivista medica The Lancet pubblica uno studio che dimostrerebbe l’inefficacia e gli effetti indesiderati (a livello cardiocircolatorio) del medicinale. E l’Oms interrompe subito la sperimentazione (Solidarity) di trattamento del Covid-9 a base di idrossiclorochina iniziata il 28 marzo con l’ausilio di 400 ospedali di 35 diversi paesi su 3500 infettati. A questo punto, duecento scienziati di tutto il mondo sottoscrivono una lettera aperta che indica molti errori in una ricerca affidatasi ai dati, non verificabili, di una compagnia (Surgisphere) (17). Così di corsa la rivista ritratta il contenuto dell’articolo (18) e l’Oms… ritratta l’interruzione.
Sempre a proposito di cure boicottate vs vaccini
9. Plasma o Big Pharma? Scrive Leopoldo Salmaso, specialista in malattie infettive, che ha lavorato molto in quelle che egli chiama le vere epidemie, in Africa: «Su una cosa paiono tutti d’accordo: che sul virus SARS-CoV-2 e sulla associata sindrome CoViD-19 si sa poco». E «anche i medici più competenti e dediti al malato, come Giuseppe De Donno con la plasmaterapia, contano ben poco nel confronto coi “baroni” accademici e con gli intrallazzatori politici. Contano ancor meno nel confronto con Big Pharma che non intende assolutamente mollare il boccone multi triliardario di un vaccino che, per definizione, sarà ancor meno efficace di quelli anti influenzali» (19). In realtà il 12 giugno il capo delle emergenze dell’Oms, Mike Ryan dichiara: «Dobbiamo imparare a convivere col virus. Speriamo di trovare un vaccino efficace, ma non è garantito che questo accada. I governi di tutto il mondo devono trovare un equilibrio tra il controllo del virus e le conseguenze sociali ed economiche delle misure».
Tutto mentre l’epidemia, in Italia…
10. Perché l’epidemia si è spenta in Italia? Il virologo Giulio Tarro, autore – con Francesco Santoianni – del libro appena pubblicato Covid, il virus della paura, ripete quel che diceva già a marzo: «Gli italiani contagiati da Sars-Cov-2 erano già milioni e non le poche migliaia che annunciava il Governo. Se lo si ammettesse, sconfessando quello che i vari esperti supinamente accettavano, forse, potrebbero dare un’altra spiegazione dello spegnersi dell’epidemia; e cioè che il virus non trova più persone da infettare, risultando queste immunizzate» (20). Per questo, secondo il virologo, mascherine e distanziamento sociale allo stato attuale dei fatti non servono più, perché il virus Sars-CoV-2…«secondo uno studio fatto a Singapore chi ha avuto la prima Sars ne 2003 ha sviluppato un’immunità cellulare tale da renderlo immune al virus attuale (…) Questo sta a dimostrare che il Sars-CoV-2 è in gran parte identico al beta-coronavirus della prima Sars e quindi avrà il suo stesso decorso» (21). Scomparirà.
In attesa, finalmente una parola «dall’alto» sui guanti «antivirus»
11. Oms: «No ai guanti, nemmeno al supermercato». Piccola soddisfazione per chi aveva sempre predicato (e praticato) il rifiuto dei guanti di lattice monouso. Un danno doppio, per la salute e per l’ambiente. Gli italiani li hanno usati dovunque nei mesi scorsi: chi spontaneamente, chi credendoli obbligatori (perfino, ad esempio, per via di messaggi mal formulati sui treni pendolari delle Fs!). Ebbene l’Oms si sente finalmente in dovere di intervenire (22): «No ai guanti, nemmeno al supermercato, usarli può aumentare il rischio di infezione, dal momento che può portare all’auto–contaminazione o alla trasmissione ad altri quando si toccano le superfici contaminate e quindi il viso». Oltretutto, uno studio condotto ormai due mesi fa in Germania nel circondario di Heinsberg, fra i principali focolai di infezione del paese, e guidato dall’Istituto di virologia dell’università di Bonn, ha trovato che l’epidemia si diffonde quando le persone sono a distanza ravvicinata per un periodo di tempo abbastanza lungo (come le feste dopo sci verificatesi nelle località alpine, uno dei centri di irradiazione in Germania). Dunque, il contatto con gli oggetti è molto improbabile: (23) «per prendersi il virus in questo bisogna che qualcuno tossisca nella sua mano, tocchi immediatamente il pomello di una porta e subito dopo qualcun altro dovrebbe afferrare lo stesso pomello e toccarsi la faccia» (…) «il principale veicolo di trasmissione è la saliva che un individuo può trasmettere agli altri tossendo, starnutendo o parlando a distanza ravvicinata» (…) Il Sars-CoV-2 viaggia attraverso l droplet, le goccioline emesse dalla bocca delle persone già infette, ma il virologo Christian Drosten dell’ospedale Charité di Berlino sottolinea che il virus non resiste molto all’asciutto e quindi il sole vero modo di contrarlo è “inalare il droplet”» (le famose goccioline).
Invece sull’uso di micidiali disinfettanti a tutto spiano la parola era già stata detta!
12. Paura del contagio da superfici: stop ai disinfettanti e sanificazioni dappertutto! Insomma, «infettarsi raccogliendo il virus da una superficie richiede una sequenza di improbabili eccessive, sfortunatissime, rare combinazioni», ha spiegato l’epidemiologo Donato Greco, per 30 anni a capo del Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità, poi direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute dal 2004 al 2008, bocciando senza appello le «sanificazioni, con tanto di marziani in tuta bianca “armati’” di idro-fucili nebulizzatori, l’uso di disinfettanti chimici, spesso nocivi per la salute, l’uso dei guanti di lattice, per non parlare di pratiche quali l’imbustamento imposto ai parrucchieri di borse o effetti personali del cliente»(24). Appunto bisogna distinguere fra l’ambiente sanitario e gli altri ambienti.
Del resto «l’Organizzazione mondiale della sanità nella sua ultima guida, oltre a riconoscere (25) che la trasmissione del virus per Covid-19 non è stata definitivamente collegata a superfici ambientali contaminate negli studi disponibili», offre diverse raccomandazioni per gli spazi extra sanitari: «Negli spazi interni non è raccomandata l’applicazione di disinfettanti spray». Dovremmo informarci sui prodotti che vengono utilizzati nei vari ambienti che frequentiamo.
E, sempre per l’Oms, «la fumigazione di spazi esterni, come strade e luoghi adibiti a mercato, non è raccomandata per uccidere il virus responsabile del Covid-19 o altri patogeni perché il disinfettante è disattivato dalla materia organica che è impossibile da rimuovere completamente. Ancora meno efficace lo spray su aree porose». Inoltre, «le strade non sono considerate serbatoi di infezione per il Covid-19». Oltretutto, «spargere disinfettanti spray, anche all’aperto, può essere pericoloso per la salute umana».
Insomma le aree esterne richiedono generalmente una normale pulizia ordinaria (secondo le regole pre-esistenti) e non richiedono disinfezione. Invece si è assistito al massiccio uso, all’aperto e negli spazi chiusi, di micidiali aerosol disinfettanti distribuiti da persone in tute spaziali. Fino a quando si andrà avanti con disinfezioni e le sanificazioni dove basterebbero acqua e sapone o altri detergenti anche naturali?
Molte persone passavano con la varechina o simili qualunque prodotto entrasse in casa, anche i contenitori degli alimenti, e la stessa ortofrutta.
Per non tacere della problematica «mascherine»
13. Nuove rivelazioni sul «il primo talismano usa e getta della storia»? Quella fra virgolette è la definizione data dal sito Wu Ming, in un compendio sul Covid, da leggere assolutamente (26). Soprattutto in Italia, dove le persone tuttora portano le mascherine anche all’aperto e in solitudine. Su una presunta svolta dell’Oms, ecco un chiarimento di Guido Silvestri: «Ecco quello che dice in realtà l’Oms: 1. Non c’è evidenza scientifica (dagli studi sul Covid-19 e presso persone sane) che l’uso universale delle mascherine previene l’infezione con virus respiratori, Covid-19 compreso.2. L’uso non è raccomandato sempre per tutti, ma solo in situazioni specifiche e come parte di un approccio più ampio per frenare la trasmissione». Ecco quali sono le situazioni, dal sito dell’Oms stessa (27): «Spazi dove non si possono mantenere le altre misure di contenimento come il distanziamento, i test, l’isolamento, per esempio attività lavorative, negozi, incontri sociali di massa, scuole, chiese, moschee… Persone che vivono in situazioni affollate, compresi i campi di rifugiati, di sfollati, gli slum… Mezzi di trasporto… Attività a contatto con il pubblico». Quindi quando il distanziamento è possibile, la mascherina non occorre. Poi, esistono le lavabili (e si possono anche autoprodurre), per evitare sprechi e rifiuti.
L’Oms dice anche dei probabili svantaggi dell’uso delle mascherine da parte di persone in salute; fra questi: «Autocontaminazione se le mascherine non vengono cambiate quando umide o sporche, il che crea condizioni favorevoli ai microrganismi» (ed è abbastanza impossibile che non si inumidiscano in pochissimo tempo…); difficoltà di respirazione e mal di testa; possibili lesioni alla pelle e dermatiti se indossate per molte ore; falso senso di sicurezza; problemi nella gestione dei rifiuti e rischi per l’ambiente; problemi di comunicazione per i disabili uditivi; difficoltà per persone con disabilità mentali, asma, malattie respiratorie croniche». Si pensi poi a chi fa un lavoro pesante o comunque è costretto a indossare la mascherina otto ore al giorno. Infine, l’Oms liquida in una riga un gigantesco problema che riguarda molte aree del mondo e non solo nella stagione estiva: la fatica di indossare il dispositivo quando si vive (e peggio si lavora) «in ambienti caldi e umidi».
La fatica di vivere aumenta. Per quanto tempo ancora?
Altri drammi nascosti.
14. Moriranno per altro (ma non ci sarà nessuna conta dei morti). Nessuno mette in dubbio che fra i sottoprodotti della crisi da Covid-19 ci sia – a livello planetario e in Italia – un’emergenza sanitaria extra-Covid-19 (28). La paura del Covid-19 ha fatto sì che il numero di accessi in pronto soccorso per ischemie e infarti sia calato significativamente, con un aumento delle morti per arresto cardiaco non solo in Italia ma anche all’estero. Negli ultimi mesi, la maggior parte degli interventi chirurgici sono stati rimandati (28 milioni nel mondo, secondo una stima apparsa sulle colonne del British Journal of Surgery), per permettere al personale sanitario di affrontare la fase più critica della pandemia. Nella sola Italia, durante i mesi dell’emergenza gli ospedali sono stati occupati a curare i malati di Covid-19, rinviando mezzo milione di interventi chirurgici e milioni di visite specialistiche, ha affermato Pierluigi Marini, presidente dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani e primario al San Camillo di Roma. Si stima siano 3 milioni i pazienti che hanno bisogno di una visita cardiologica e 12 milioni quelli che devono ancora fare un esame radiologico perché non si sono potuti presentare a marzo, aprile e maggio. Le operazioni oncologiche, invece, sono calate del 50%: una cifra altissima, se si conta che «in Italia abbiamo circa mille nuovi casi di cancro al giorno», spiega Marini, aggiungendo che «le conseguenze di questo accumulo sono spaventose». Chissà se qualcuno cercherà di calcolarle».
Un tweet ha suscitato commozione e reazione in Argentina negli ultimi giorni. Il noto attore Marcelo Mazzarello scriveva il 7 giugno: «Mio papà è morto due giorni fa a casa mia. L’ho portato a casa, in clinica era disidratato, denutrito e trattato con un eccesso di farmaci. La pandemia è diventata una scusa per abbandonare pazienti che non avevano il Covid. Sono morti che nelle statistiche non figurano. Sono i morti della dittatura sanitaria» (29). In una video intervista a cura di Alfredo Leuco di Todo Noticias, pochi giorni dopo (30) Marcelo ha articolato la sua denuncia.
Eppure c’è chi gongola.
15. Incassi e (d’ora in poi) silenzio (forse). L’Italia ha riposto fiducia in virologi dai pareri drastici ma contrastanti; e remunerati benissimo. Roberto Burioni, virologo virale, principale artefice della narrazione urbi et orbi in Italia, dichiara l’intenzione di entrare in modalità silenziosa fino a ottobre. Frutto forse dell’inchiesta del settimanale L’Espresso a proposito dei suoi lauti guadagni per le connessioni con Big Pharma e altre generose companies, come la Ferrari?
E allora davvero l’Italia, con i suoi numerosissimi morti malgrado il blocco, è stata un modello internazionale per la tutela della salute?
Marinella Correggia
Fonte: https://emigrazione-notizie.org
Link: https://emigrazione-notizie.org/?p=32048
13.06.2020
NOTE
1) https://www.statnews.com/2020/06/09/who-comments-asymptomatic-spread-covid-19.
3) https://www.nature.com/articles/s41586-020-2405-7
4) http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=85096&fr=n
8) https://www.theguardian.com/world/2020/apr/07/how-can-coronavirus-models-get-it-so-wrong
9) https://www.youtube.com/watch?v=NPk43BlWNzg
12) https://emigrazione-notizie.org/?p=31567
14) https://www.revuepolitique.fr/covid-19-premier-bilan-de-lepidemie/
16) https://cambiailmondo.org/2020/06/05/covid-19-clorochina-o-vaccini/
18) https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)31324-6/fulltext
19) https://comedonchisciotte.org/covid-19-positivo-anzi-negativo-anzi-chilosa/
21) Giulio Tarro: “Il Sars-CoV-2 sparirà come la prima Sars. Ecco lo studio scie ntifico che lo dimostra, Fondazionenenni.blog
22) https://it.notizie.yahoo.com/coronavirus-oms-no-ai-guanti-neanche-al-supermercato-154408945.html
23. “ll coronavirus non si prende al supermercato. Studio tedesco ridimensiona il rischio contagio da oggetti, il messaggero 19 aprile 2020.
24) https://www.scienzainrete.it/articolo/sorvegliare-e-pulire-eccessi-da-sanificazione/donato-greco/2020-05-19 e https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/05/26/epidemiologo-tutte-inutili-misure-per-riapertura-tranne_AwtIFKpWF4mqT7JQHtKTIJ.html?refresh_ce
25) https://www.who.int/publications/i/item/cleaning-and-disinfection-of-environmental-surfaces-inthe-context-of-covid-19 (Cleaning and disinfection of environmental surfaces in the context of Covid-19 Who Interim guidance)
26) Wu Ming https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/06/smarmella-tutto/
27) Who, Advice on the use of masks in the context of Covid-19 – World Health Organization.
29) https://twitter.com/mazzamazzarello/status/1269669543187791872