DI ALESSANDRO VISALLI
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E’ notizia di oggi che in cinque distretti è stato superato il limite stabilito per riavviare misure di distanziamento (di 50 nuovi casi giornalieri per 100.000 abitanti): Coesfeld in Nord-Reno-Westfalia, Greiz in Turingia, Steinburg in Schleswig Hostein, Soneneberg in Turingia, Rosenheim in Baviera. Si tratta di località che ospitano grandi macelli. Complessivamente il fattore R0 è salito a 1,1 e risultano secondo lo Spiegel On line ben 600 lavoratori della filiera contagiati.
Ma cosa hanno i macelli di particolare? Nel’impianto Muller Fleisch di Pforzheim nel Baden Wuerttemberg, che ha il triste record con 300 contagiati, i lavoratori sono tutti immigrati rumeni pagati talmente poco da essere costretti a vivere in piccolissimi e sovraffollati appartamenti nelle periferie urbane. Un poco come accade a Singapore nei focolai riaccesi tra i lavoratori immigrati. le società Vion ha chiuso i suoi macelli nello Schleswig Holstein come nel Westfleich. Tutti pieni di lavoratori stagionali immigrati da Romania e Bulgaria e stipati in casette in sedici alla volta. ospitati dalle società in ex caserme riadattate e portati al lavoro in pulman gremiti (come a Bad Bramstedt).
Ciò mentre i regolamenti sul lavoro recentemente approvati per contrastare l’epidemia prescriverebbero che ogni lavoratore può stare solo con la propria famiglia. Le società si difendono dicendo che sono i subappaltatori che sono responsabili della sistemazione della forza lavoro che scritturano.
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E’ quel che facciamo anche in Italia, importare lavoratori stagionali e schiacciarli in sistemazioni di fortuna come sardine per pochi euro. In questo modo si aumenta la competizione dal basso su tutta la piramide dei lavori, un gradino alla volta.
E’ il capitalismo, bellezza!
Alessandro Visalli
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11.05.2020