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Nuove prospettive
Lo scambio di repliche a distanza tra il Presidente eletto dell’Ucraina V. Zelenskij e l’attuale Presidente della Russia V. Putin si è concluso con la vittoria senza condizioni di quest’ultimo. Il Presidente russo ha osservato: “Ho detto molte volte che Ucraini e Russi sono popoli fraterni e anche molto di più. In realtà, credo che questo sia un solo popolo… e se avremo la cittadinanza comune, sia Russi che Ucraini ne beneficeranno”.
Le parole di V. Putin (“Generalmente pensiamo di concedere la nostra cittadinanza ai cittadini ucraini in modo semplificato”) hanno già suscitato scalpore in Occidente e presso le autorità di Kiev.
Oggi, l’Ucraina e la Federazione Russa sono due Stati confinanti, ma non solo. Vanno ben oltre a ciò. Storicamente, si tratta di due parti di un Grande Stato un tempo unito, e in questo senso, così come nel senso dell’unità slava orientale, le parole del Presidente russo, in merito a un solo popolo, sono l’espressione esatta di una realtà storica e socio-psicologica.
Per molto tempo, dopo il 1991, Mosca ha cercato in tutti i modi di evitare qualsiasi iniziativa che la Kiev ufficiale, la capitale del nuovo Stato indipendente, potesse interpretare come ostile. Tuttavia, nel 2014, dopo il colpo di Stato di febbraio a Kiev, il ripristino non solo dei rapporti amichevoli, ma anche del partenariato è stato relegato nell’incertezza del futuro.
La frase di Viktor Medvedchuk è indicativa: “Non diciamo che dovremmo baciarci o abbracciarci di nuovo. Stiamo parlando del ristabilire relazioni economiche pragmatiche”. Come si suol dire, almeno quello. Tuttavia, col passare del tempo, è diventata una questione diversa, vale a dire il fatto che un “indipendente” Ucraina è stata inizialmente creata come progetto anti-russo. Dopo il febbraio 2014, è completamente passata sotto il controllo esterno. Oggi l’Ucraina ha bisogno di una guida esterna di un’altra caratura, come ariete geopolitico contro la Russia. Ricordiamo le parole che il Rappresentante Speciale del Dipartimento di Stato USA per l’Ucraina, Kurt Volker, ha detto: “Siamo arrivati in Ucraina per rimanerci”.
Uno degli aspetti di questo “per permanerci” è la lentezza delle azioni militari nel Donbass. A che cosa serve appellarsi agli Accordi di Minsk, se la posizione dell’Occidente (e di Kiev) è sotto la bandiera dell’aderenza all’algoritmo di risoluzione dei conflitti, introdotto nell’accordo – stabilire prima il controllo ucraino sul confine delle Repubbliche autoproclamate (n.d.T. Donetsk e Lugansk) con la Federazione Russa e solo allora iniziare a implementare la parte politica degli Accordi di Minsk (status speciale delle Repubbliche autoproclamate, ecc.)?
L’Occidente ha dimostrato molte volte la capacità di violare facilmente gli obblighi che si è assunto. Il significato della “correzione” occidentale degli Accordi di Minsk è rendere il conflitto infinito, affinché l’ulcera dello scontro armato ai confini della Federazione Russa non guarisca mai.
E la strategia delle relazioni bilaterali russo-ucraine dovrebbe essere costruita sulla base di ciò. Di conseguenza, hanno fatto seguito anche sanzioni economiche, in risposta della Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina, nello stesso tempo estremamente considerevoli.
L’unità slava orientale ha un significato. Sia gli Ucraini che i Bielorussi parlano correntemente il Russo, che, essendo la lingua del popolo russo, è allo stesso tempo il linguaggio unico di comunicazione interetnica. Sebbene nel 1991 la gente fosse divisa dai confini statali, ha mantenuto la percezione di una singola patria – quel Grande Stato, il cui popolo ha riportato una vittoria comune nella Grande Guerra Patriottica, ha ripristinato un’economia distrutta, si è fatto carico del Progetto Atomico, di grandiose “costruzioni per l’epoca”, l’accesso allo spazio. E le differenze di stile di vita e di pensiero tra le parti costitutive dell’unico popolo – i grandi Russi, gli Ucraini, i Bielorussi – non vanno oltre le differenze regionali in qualsiasi grande Stato.
Il concetto di “compatriota” nel mondo post-sovietico ha diverse sfumature semantiche, incluse quelle sottili. Secondo le statistiche, negli ultimi anni oltre mezzo milione di persone hanno ottenuto la cittadinanza russa come parte del programma statale per assistere il reinsediamento volontario nella Federazione Russa di connazionali che vivono all’estero. Forse a questo programma verrà dato un nuovo, più serio impulso.
Questo è un lavoro a lungo termine. Può toccare in misura speciale l’Ucraina e i cittadini dell’Ucraina. E la portata del processo può essere davvero notevole. Dopotutto, la situazione nell’economia ucraina è pressoché senza speranza: tutti i principali settori in stagnazione, i driver di crescita non sono visibili, il Paese è sull’orlo del default a causa di debiti esorbitanti che devono essere pagati a partire dal 2019 in corso, e in futuro il deterioramento catastrofico delle infrastrutture. Nei prossimi 15 anni, l’80% dei blocchi delle Centrali Atomiche ucraine, che forniscono il 50% dell’elettricità generata nel Paese, dovrà essere dismesso (le cose non sono migliori nella generazione di calore, ma almeno non ci sono termini stretti per la dismissione delle capacità), le ferrovie non possono far fronte nemmeno a un volume fortemente ridotto di trasporti, ecc. ecc. Non si sbaglierà chi dirà che con tale autorità [al potere] lo status della nazione più povera d’Europa è garantito all’Ucraina per decenni.
Già oggi, secondo le stime del governo ucraino, fino a 10 milioni di cittadini dell’Ucraina lavorano temporaneamente o permanentemente all’estero. Il flusso predominante di “lavoratori” ucraini si dirige in Polonia, il che è in gran parte dovuto alle “tradizioni storiche” delle regioni occidentali, dove l’essere lavoratori stranieri assumeva un carattere di massa. E fino a 3 milioni di Ucraini (secondo le stime) si guadagnano da vivere in Russia.
Per molti di coloro che, grazie alla procedura semplificata per la concessione della cittadinanza russa a determinate categorie di cittadini ucraini, penseranno di trasferirsi in Russia per sempre, essa diventerà molto più attraente della Polonia. Trasferirsi dall’Ucraina alla Russia è come spostarsi da una zona all’altra, dove ci sono infinite possibilità di trovare un lavoro decente e non accontentarsi di porcilaie e piantagioni di fragole e dove non si verrà trattati come forestieri. A proposito, secondo un’indagine condotta dieci anni fa tra i Polacchi, in fatto di risentimento verso di loro, gli Ucraini hanno superato tutti: sia i Russi, sia i Tedeschi, sia gli Ebrei. In Polonia, gli Ucraini sono condannati allo status di lavoratori migranti privi di diritti umani.
Ecco che anche un membro del Presidium del Consiglio (Президиум Совета) sulle relazioni interetniche sotto il Presidente della Federazione Russa, Bogdan Bezpalko, ha recentemente citato i dati di un sondaggio che, nonostante tutta la propaganda anti-russa, il 63% dei cittadini ucraini considera positivamente di trasferirsi in Russia per una residenza permanente o temporanea, per lavorare.
Bene, e l’Ucraina? Riceve forse la minaccia, sotto il regime che esclude la lingua russa (nativa di milioni di ucraini!) dallo spazio pubblico, di diventare di nuovo un territorio senza un popolo? Di diventare una Landa Selvaggia (solo più estesa), come è stata l’Ucraina prima che i Russi vi arrivassero? Oppure un altro popolo verrà nel posto “liberato” – non incline a vivere in condizioni in cui vengono predicati il neo-nazismo e l’inimicizia verso tutto ciò che è russo?
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Post Scriptum. Mercoledì 1° maggio, Vladimir Putin ha firmato il Decreto “Su alcune categorie di cittadini stranieri e apolidi che hanno il diritto di chiedere l’ammissione alla cittadinanza della Federazione Russa con procedura semplificata”. La procedura per ottenere la cittadinanza russa per un certo numero di categorie di cittadini ucraini è semplificata. Il decreto è entrato in vigore alla data della sua firma.
Foto: TASS
Fonte https://www.fondsk.ru/
Link: https://www.fondsk.ru/news/2019/05/01/rossijskoe-grazhdanstvo-ukraina-i-odin-narod-48110.html
1.05.2019
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88