DI JASON O’TOOLE
Bill Gates è di nuovo sulle pagine dei giornali con le sue idee a riguardo dell’incubo Covid-19. Ma lui che cosa c’entra con il Covid-19? Nasconderà qualche progetto segreto o forse sogna di diventare presidente degli USA?
E’ certo che i media stanno enfatizzando tutto quello che dice in questo momento il filantropo miliardario e fondatore di Microsoft – che viene raccontato come un visionario per avere previsto, nel 2015, l’arrivo di una pandemia in un suo intervento al TED Talk – ma in realtà Bill Gates non propone nessuna nuova intuizione, anzi sembra che ripeta, come un pappagallo ben informato, quello che hanno già detto gli esperti.
Sorge la domanda: che titoli ha questo signore che non si è mai laureato o che titoli può avere un qualsiasi altro filantropo miliardario per discutere di certi argomenti e perché la sua opinione è più preziosa di quella, per esempio, di Donald Trump?
Potrebbe essere un confronto poco lusinghiero, ma non è sbagliato se si considera che l’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush è per lo più percepito tanto stupido quanto un’oca e a nessuno verrebbe mai in mente di chiamarlo “visionario” – anche se, anche lui, durante il suo mandato allo Studio Ovale predisse l’arrivo di una pandemia.
Perché George W. Bush non è salito sul tetto per urlare tutti “E Allora? adesso l’avete capito chi era davvero il vostro Capo?” Forse è perché sa che non ci piacciono quelli che dicono “Te l’avevo detto.”
Perché istintivamente ci rivolgiamo a questi miliardari per delle competenze che ovviamente non possono avere? In tutta onestà, Gates probabilmente riesce a capire i problemi della salute molto meglio di qualsiasi recente presidente degli Stati Uniti perché (ultimamente) si è davvero rimboccato le maniche e ha guidato progetti sanitari globali di lotta contro le malattie. Malgrado questo però non chiederei l’opinione di un miliardario, sul corona-virus, prima di averne parlato con un medico qualificato.
Mi dispiace, ma lo scettico che alberga in me resta dell’impressione che l’amore di Gates di stare sotto i riflettori non è altro che un esercizio di pubbliche relazioni. Dopotutto, come aveva affermato una volta: “Il mio ultimo dollaro del budget di marketing, lo spenderei in PR!”
All’inizio di quest’anno il suo collega filantropo Michael Bloomberg ha tentato di usare la sua oscena ricchezza e il suo impero mediatico come trampolino di lancio verso lo Studio Ovale, chi può dire perciò che Gates, che ha solo 64 anni, non abbia altrettante ambizioni e fame di potere? Sicuramente lui (oggi) farebbe un bottino di guerra molto più grande di qualsiasi altro candidato.
Sta avendo così tanta pubblicità gratuita perché i tutti media mainstream sono alla disperata ricerca di eroi da mettere sotto i riflettori e Gates si cala facilmente in un personaggio pubblico, tanto educato da sembrare quasi una Madre Teresa, anni luce lontano dal personaggio narcisista che veniva dipinto quando stava costruendo l’impero della Microsoft nello spietato mondo della tecnologia informatica.
Non voglio mettere in dubbio che il cuore di Gates batta nel posto giusto quando si parla della sua filantropia, ma mi chiedo se anche lui, consciamente o inconsciamente, sia in cerca di una redenzione per i peccati del passato, quando mise su spietatamente un business rapace e monopolistico, facendo pagare prezzi esorbitanti le sui idee di software? Forse sente un forte senso di colpa per essere diventato una delle persone più ricche del pianeta?
Indipendentemente da questo, è difficile stare ad ascoltare le prediche di ipocriti personaggi pubblici che predicano dall’alto delle loro torri d’avorio. Gates potrebbe anche presentarsi come una Santa Teresa di Calcutta – ma lei visse in mezzo ai poveri e ai lebbrosi – mentre il nostro eroe ha appena speso 43 milioni di dollari per comprarsi una casa ocean-front a Del Mar.
Certo così non sembra che faccia quello che predica e viene la sensazione che i miliardari come Gates vogliano agire come Dei e che vogliano modellare il mondo come fa più comodo a loro e il fatto che possano decidere in che campo usare la loro incredibile influenza e il loro denaro – non importa da che parte lo si guardi – non è democratico.
Sorge la domanda: la filantropia dovrebbe seguire delle regole come succede per qualsiasi altro modello di business? È pericoloso non conoscere i motivi alla base di qualsiasi donazione, anche se a prima vista, può sembrare una cosa innocua. È difficile, per esempio, dire che la decisione della Bill & Melinda Gates Foundation di pompare la strabiliante cifra di $ 80 milioni nella stessa scuola che frequentano i loro figli sia stata solo una motivazione altruistica. Questo è un bell’esempio di come può nascere un conflitto di interessi facendo donazioni per beneficenza.
Negli ultimi due decenni la fondazione Gates ha fatto donazioni-deducibili-dalle-tasse a società private per oltre 2 miliardi di dollari –” tra queste società, alcune sono le più grandi al mondo, come la GlaxoSmithKline, la Unilever, la IBM e la NBC Universal Media”, come risulta da una recente indagine di The Nation.
Quello che allarma di più è che il controllo dello stato su queste operazioni è stato molto limitato, sempre che ci sia stato un controllo. Chi può affermare (o negare) che dietro a questi giochi non ci sia stato qualcosa di nascosto? “Il risultato è un nuovo modello di beneficenza in cui i beneficiari più diretti a volte non sono i poveri ma i più ricchi del mondo e non con l’obiettivo di aiutare i più bisognosi, ma di aiutare i più ricchi ad aiutare i più bisognosi”, ha scritto Tim Schwab nel suo pezzo su The Nation.
La Gates Foundation’s-società di beneficenza da 50 miliardi di dollari è sempre benvenuta, ma forse sarebbe molto meglio se fosse gestita da un board composto da persone estranee agli interessi della famiglia e non dai capricci del secondo uomo più ricco del mondo o di quelli di sua moglie. Ma si può mettere una mano sul fuoco che non Bill Gates accetterà mai di consegnare le chiavi della sua Fondazione a qualcun altro.
Bill Gates farebbe meglio a uscire dalla scena mondiale e andarsene in giro per il mondo, senza troppo clamore, a fare i suoi atti di filantropia. Altrimenti Sorge la domanda: perché questo suo desiderio disperato di restare sempre sotto l’occhio dei riflettori?
***
Jason O’Toole, è stato senior feature writer per l’Irish Daily Mail, editorialista dell’Irish Sunday Mirror ed senior editor della rivista Hot Press. È anche autore di numerosi libri di successo. @jasonotoolereal
Fonte : https://www.rt.com
Link :https://www.rt.com/op-ed/487026-bill-gates-white-house-covid19/
27.04.2020
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario