DI CARLO FRECCERO
espresso.repubblica.it
È una festa, fare ottant’anni: siamo già in una atmosfera proustiana, nella dimensione dei ricordi che si ammantano di dolcezza. Del resto anche il mondo della tv commerciale è diventato un ricordo lontano, come la musica degli anni Ottanta o la nascita del prêt-à-porter. E Berlusconi mi ricorda Kane, quando la sfera di vetro si rovescia sul pavimento, e il quarto potere ha la sua fine. Lui è il primo che ha capito che il consenso si ottiene attraverso la pubblicità, che i mass media lavorano sull’inconscio, sulla seduzione e non sulla ragione, quindi in qualche modo è artefice e colpevole di tutto il resto. Ma se penso a quello che è oggi la rete, a quanto sono più articolate, subdole e avvolgenti la manipolazione e la propaganda, beh, al confronto mi fanno sorridere gli editti e le censure degli anni Novanta – di cui pure io sono stato vittima.
Di certo però è stato l’uomo che sincronizza gli orologi: con la tv commerciale ha portato l’Italia sullo stesso fuso orario degli Stati uniti. E lo fa attraverso due strumenti: JR, la sua controfigura, il petroliere protagonista di Dallas, mondo ancora materiale dove ci sono le Sue Ellen e il resto; e con Mike Bongiorno, che aveva fondato la tv italiana con già dentro il germe statunitense. Così Berlusconi ci ha fatto perdere la nostra identità europea, e ci ha portato in America: prima in differita, ma poi in diretta, con la politica.
Perché lui quei meccanismi li trasferisce: la tv diventa in qualche modo la politica, come accade in “Confessioni di una mente pericolosa”, un film che spiega tutto molto bene. Con Berlusconi si fa importante l’audience, che è in qualche modo il dispositivo del consenso; l’essere minoritari improvvisamente non è più un segno di distinzione, anzi bisogna essere maggioranza, essere lì tutti quanti. Arriverà infatti il maggioritario, conterà il leader, la star, l’empatia, la telepatia. Insomma, cambierà tutto.
Ma tutto questo ormai è talmente così assodato, dato, appartiene alla tv generalista, a un mondo analogico che non c’è più, e sembra ancora più lontano, nel tempo veloce di oggi. Lo stesso Berlusconi lo è. Adesso infatti sceglie Parisi, una persona in gamba, ma mite, esangue: nulla dell’energia e dell’empatia di Silvio, l’arci-italiano, l’americano. E anche ciò che lo riguarda ha perso forza: quindici anni fa, tutto questo l’avrei detto con rabbia, indicando col dito, eccetera. Invece sono proustiano: ormai è tutto un ricordo, un passato. È diventato una Madeleine, poverino. Questo perciò gli posso augurare: che non abbia mai la certezza che ormai è vecchio, ma si creda eternamente seducente, e vitale.
Carlo Freccero
Fonte: http://espresso.repubblica.it/
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29.09.2016