Aspettando Hillary e le sue guerre

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FONTE: DEDEFENSA.ORG

Ecco un primo articolo che segue alla nostra presentazione-commento, che non è certo adatto a rassicurarci; è scritto facendo l’ipotesi che la signora Clinton sarà eletta presidente ed anche perché questa ipotesi è molto diffusa tra i massimi dirigenti e le élite del Sistema detto Blocco Americanista Occidentalista ( Blocco BAO – n.d.T) ; di conseguenza è anche molto gradita a quella parte considerevole di opinione pubblica che non vuole allarmi e si mantiene entro i limiti imposti dal Sistema. Si tratta di una revisione critica di tono molto allarmante sulle “grandi aspettative” delle élite del Sistema della sicurezza nazionale di Washington DC; dato per sicuro l’arrivo della Clinton alla Casa Bianca, queste élite si aspettano un allargamento ed un approfondimento considerevoli della politica guerriera degli Stati Uniti. Nel testo che ci interessa, scritto da Michael Krieger in Liberty Blitzkrieg.com il 20 ottobre, si analizza l’articolo del giorno del Washington Post, nel quale si precisa che per questa élite del Sistema “la furiosa campagna presidenziale di Donald Trump è considerata semplicemente come un diversivo senza conseguenze” -diciamo, un po’ di cenere di sigaretta che quando sarà il momento faremo scivolare sotto il tappeto.

Segue una descrizione delle ambizioni delle élite-Sistema che considerano non solo per acquisita l’elezione della Clinton, ma anche che la prima presidente donna degli Stati Uniti sarà una “presidente di guerra”, con l’obiettivo di riconquistare un’ egemonia completa e senza riserve, egemonia che il presidente Obama ha ampiamente trascurato durante questi 8 anni trascorsi alla Casa Bianca. “Tanto ho criticato Obama per le sue varie e costose spedizioni all’estero quanto ora egli appare decisamente un pacifista al confronto della Clinton”- osserva Krieger-, che ha già pubblicato diversi testi su questi stati d’animo guerrieri che regnano a Washington negli ambienti della sicurezza nazionale. Allora prenderemo atto di questa situazione con la massima chiarezza, poiché si tratta proprio dello stato d’animo dominante a Washington DC.

Infine proponiamo la lettura dell’articolo di Justin Raimondo del 21 ottobre circa l’atteggiamento e le dichiarazioni di Hillary Clinton nel corso del terzo dibattito del 19 ottobre, a proposito di questo stato d’animo guerriero, specialmente riguardo al confronto con la Russia. Clinton ne ha fatto un tema essenziale della sua campagna elettorale, introducendo nelle sue argomentazioni il fatto senza precedenti di accusare il suo avversario di essere un agente russo (“un agente di un paese straniero”), una presa di posizione mai vista in una campagna presidenziale USA, insieme anti-Trump e anti russa: “Ciò che è veramente senza precedenti è che un candidato di uno dei due maggiori partiti accusi il suo avversario di essere di fatto l’agente di una potenza straniera. Questo non è mai successo durante una campagna elettorale USA, veramente mai. Durante la Guerra Fredda per esempio, ci sono stati dei Repubblicani che accusavano i Democratici di essere “morbidi” sul comunismo, ma qui la signora Clinton accusa chiaramente Trump di permettere e di “incoraggiare” lo “spionaggio russo”, per utilizzare le sue parole. “Mister Trump, dice Hillary, è un traditore del suo paese…”

Secondo il commento molto puntuale che ne fa Raimondo, ciò che è altrettanto notevole nelle affermazioni fatte dalla Clinton durante il dibattito, è che questa retorica aggressiva diventa ben più inconsistente e inafferrabile quando la candidata viene obbligata ad applicarla a situazioni concrete.

La Clinton afferma più volte la sua intenzione di attaccare il regime di Assad e più precisamente di stabilire una No-Fly-Zone (NFZ); nel corso della discussione si insiste domandandole se un progetto del genere vorrebbe dire in particolare anche far abbattere aerei Russi; questo implicha che molto probabilmente si rischierebbe di provocare un conflitto con la Russia, secondo il parere ufficiale del Presidente del Comitato dei Capi di Stato Maggiore, Generale Dunford, che così ha deposto davanti al Congresso; ecco che la Clinton si perde in digressioni verbose e infine arriva ad una conclusione che riprende l’argomento in termini molto incerti suscitando la mordace ironia di Raimondo per la loro qualità totalmente illusoria: “Dopo aver traccheggiato su qualche centinaio di parole, la signora Clinton finalmente torna all’argomento per dire questo: “io penso che potremmo arrivare ad un accordo e far capire molto chiaramente ai Siriani e ai Russi che si tratta di una iniziativa riguardo alla quale noi siamo convinti che sia nel massimo interesse delle popolazioni al suolo in Siria, e che questo ci aiuterebbe molto nella lotta contro l’ISIS.”   “Noi non riusciamo neanche a far durare un accordo di cessate il fuoco con i Russi; è concepibile che riusciremo a convincere i Russi ad accettare un accordo di tal fatta [la NFZ – N.d.T.], con la signora Clinton al timone? dopo che lei ha fatto tutta la sua campagna sul tema: “i Russi stanno arrivando!”; non sarei sorpreso se i Russi decidessero di non parlarci più per niente…”

Queste diverse constatazioni ed annotazioni ci portano a osservare che senza alcun dubbio esiste una considerevole distanza tra la narrazione e la situazione reale; da una parte c’è una narrazione straordinariamente bellicista alla quale le élite-Sistema di Washington DC non cessano di appoggiarsi, proprio quella narrazione che porta Clinton ad accusare Trump di essere un traditore della patria e a sottoscrivere diversi progetti aggressivi su questo o quell’altro teatro; dall’altra c’è la realtà effettiva che si rivela quando ci si avvicina a delle situazioni concrete, a dei progetti dettagliati, in funzione appunto della realtà sul terreno. Leggendo Raimondo, è questo ciò che si sente a proposito della Clinton, che dunque si rivela molto lunatica e confusa, propone una politica generale straordinariamente aggressiva e poi soluzioni incerte quando si tratta di dettagliare le azioni tattiche e militari da intraprendere.

Questo tipo di situazione non è nuova per Washington DC, ma è spinta fino ad un eccesso mai visto prima. Mai l’aggressività antirussa era stata così forte nella propaganda; l’estremismo è a un punto tale che si può immaginare facilmente che con l’arrivo della presidenza Clinton sfocerà facilmente in un modo o nell’altro in un conflitto diretto. A margine di questo le situazioni tattiche coinvolte, specialmente in Siria ma anche in Europa, continuano ad irrigidirsi piuttosto in favore della Russia, con i russi presenti dovunque che rinforzano costantemente i loro presidi militari, cosa che non era mai successa negli anni tra il 2001 ed il 2014; a fronte di questo gli Stati Uniti non hanno alcuna forza supplementare da mettere in campo per riequilibrare [la situazione -N.d.T.]; comunque hanno certamente meno forze di quante ne avessero negli anni che vanno dal 2001 al 2014. E’ qui che sentiamo che la candidata Clinton incontra un ostacolo inatteso o perlomeno che non immaginava; questo fa molto dubitare su quale fosse il suo vero lavoro quando era segretaria di Stato e propone l’ipotesi che abbia imparato di più l’arte di farsi dare dei finanziamenti che quella di capire e valutare le possibili azioni militari efficaci contro un avversario, che si parli di Daesh o della Russia a scelta…

Insomma in altre parole: e se Hillary Clinton fosse veramente incompetente a fronteggiare questa terribile situazione internazionale? e se il suo atteggiamento guerrafondaio non fosse che una necessità di propaganda mentre non è ancora definito con precisione ciò che farebbe se diventasse Presidente? La prospettiva allora non sarebbe quella dell’ipotesi prioritaria di lanciare subito una Grande Crociata guerriera ma piuttosto di continuare una retorica guerriera necessariamente molto forte senza che si possa pensare di metterla in pratica immediatamente. La Clinton apparirebbe allora come ben più guerrafondaia di Obama sotto il profilo della propaganda, ma almeno altrettanto indecisa di lui sul modo di agire in pratica e di tradurre in fatti la retorica. Ma lei è attorniata sia dalle voci più aggressive che si possa immaginare (specialmente femminili), sia dagli ambienti della sicurezza nazionale riscaldati al calore bianco per un confronto con la Russia, che la imprigionerebbero ancora di più in un dilemma impossibile da risolvere.

Nell’ipotesi che la Clinton venga eletta esiste anche la possibilità di un ambiente più conflittuale a Washington che sugli scenari delle previste avventure all’estero. Si ripeterebbe la situazione di disordine che già esiste adesso sul finire della presidenza Obama, e che è ingrandita, nell’attesa della nuova presidente, dall’ intransigenza che i guerrafondai hanno messo nell’aspettare una presidenza guerriera e immediatamente interventista. Potremmo aggiungere il disordine personale e interiore poiché queste condizioni di conflitto a Washington produrrebbero immediatamente una presidenza Clinton indebolita, che potrebbe suggerire ai numerosi avversari della nuova Presidente, che non mancano, di tentare di rilanciare le questioni da cui è stata protetta durante tutta la campagna elettorale allo scopo di impedire l’elezione di Trump. Questo fa immaginare delle vaste praterie di disordine e di conflitto che noi per il momento non esploriamo dato che abbiamo sviluppato questa analisi scegliendo di prendere in esame soltanto il punto di vista della spinta bellicista delle élite-Sistema.

Krieger, alla fine del suo articolo, cita uno dei suoi tweet del 20 ottobre: “Noi siamo in un passaggio molto pericoloso. L’impero USA è virtualmente finito ma gli imperatori non hanno ancora capito il promemoria al riguardo .” La domanda che rimane aperta è che non sappiamo con precisione per chi questo momento sia “il più pericoloso”.

(Pubblichiamo qui sotto i due articoli citati: prima quello di Michael Krieger in LibertyBlitzkrieg.com del 20 ottobre, che negli USA ha il titolo: “L’ élite che si occupa di politica estera si aspetta presto un ampliamento delle guerre oltremare sotto la presidenza di Hillary Clinton” e che sarà ridotto per ragioni tecniche a: “Aspettando un ampliamento delle guerre oltremare sotto la presidenza Clinton”... Segue l’articolo di Justin Raimondo, apparso su Antiwar.com il 21 ottobre 2016)

dedefensa.org

 

ASPETTANDO UN AMPLIAMENTO DELLE GUERRE OLTREMARE SOTTO LA PRESIDENZA DI HILLARY CLINTON.

L’Americana/o media/o sostenitrice o sostenitore di Hillary Clinton, guarderà con compiacimento le previsioni di voto l’otto novembre, certamente consapevole del suo contributo alla sconfitta del fascismo negli Stati Uniti. Non ci vorrà molto tempo perché queste illusioni infantili evaporino per l’orrore delle sconsiderate ed inutili guerre imperiali che saranno scatenate inevitabilmente dai loro Messia in tutto il mondo.

I pericoli estremi che correrà il pianeta come risultato dell’elezione a Presidente della neo-con guerrafondaia Hillary Clinton sono stati ben evidenti per molto tempo. Oliver Stone e molti altri hanno messo in guardia a gran voce da questi pericoli e io ho affrontato l’argomento in più occasioni, in particolare nei seguenti articoli:
“Stiamo andando in guerra” – Oliver Stone commenta il pericoloso estremismo della neo-con Hillary Clinton

Un altro preoccupante segnale che Hillary Clinton darà inizio alla terza guerra mondiale.

Un altro preoccupante segnale che Hillary Clinton darà inizio alla terza guerra mondiale – 2.a parte-.

Un democratico di lunga data, che scriveva i discorsi per Robert Kennedy prende posizione in favore di Trump.

Adesso grazie ad un articolo pubblicato recentemente sul Washington Post siamo di nuovo costretti a prendere in esame questa realtà sconfortante; ecco alcuni degli estratti più preoccupanti presi dal pezzo di oggi:

C’è un angolo di Washington dove la campagna presidenziale “da terra bruciata” di Donald Trump, viene considerata una semplice distrazione e dove regna una politica bipartisan. Nel mondo rarefatto delle classi al vertice della politica estera di Washington la partenza del presidente Obama dalla Casa Bianca -e il probabile ritorno di una più convenzionale e aggressiva Hillary Clinton- viene presa in considerazione con un calmo sollievo.

I Repubblicani e i Democratici che costituiscono l’élite che si occupa di politica estera stanno preparando il terreno per una politica estera americana più decisa, pubblicando un diluvio di rapporti informativi preparati dai funzionari che probabilmente rivestiranno i ruoli più importanti nella Casa Bianca della Clinton.

Non è raro che i dirigenti di Washington producano importanti relazioni nei mesi finali di un’amministrazione per correggere gli errori del Presidente o per influenzare il suo successore. Ma la Natura bipartisan delle ultime raccomandazioni, che sono comparse nel momento in cui paese è stato diviso su due fronti come non mai, riflette una unanimità notevole in tutta l’elite della politica estera.

Questa unanimità è favorita dal contraccolpo ampiamente condiviso contro un Presidente che ha ripetutamente sottolineato il rischio di esagerare e i limiti della potenza americana specialmente nel Medio Oriente. ” C’è una sensazione diffusa che non prendere abbastanza iniziative e riconoscere i limiti della potenza americana abbia un costo – ha detto Philip Gordon -un consigliere anziano per la politica estera di Obama fino al 2015.” E quindi il cambiamento normale è di essere [in futuro – n.d.T.] più interventisti.”

Nell’ insieme gli studi e le relazioni chiedono un’azione americana più aggressiva per contenere l’Iran, imbrigliare il caos del Medio Oriente e contrastare la Russia in Europa.

Le relazioni riflettono i punti di vista già noti della Clinton e la direzione che probabilmente prenderà se sarà eletta, e divergono energicamente rispetto ad Obama sull’argomento Siria.

Teoricamente tutti questi sforzi, compresa una relazione che sarà pubblicata mercoledì dal Centro liberale per il Progresso Americano, richiedono una maggiore iniziativa militare per scoraggiare il regime del Presidente Bashar al-Assad e le forze Russe in Siria.

Questo è ciò che in questi giorni viene etichettato come liberale.

Gli interventi militari proposti includono la definizione di zone di sicurezza per proteggere i ribelli moderati dalle forze siriane e russe. La maggior parte degli studi propongono bombardamenti mirati americani con missili da crociera per punire Assad se continua ad attaccare i civili con le “barrel-bombs” (3) bidoni bomba come sta capitando adesso nell’assedio di Aleppo. Per ora Obama si è fermamente opposto ad ogni azione militare contro il regime di Assad…

Anche bombardamenti mirati con missili da crociera per azzoppare l’aviazione siriana o per punire Assad potrebbero rischiare un confronto diretto con le forze russe che sono distribuite in tutte le principali basi militari siriane che sono i bersagli possibili.


“Non potete sostenere che si può andare in guerra contro Assad e non contemporaneamente andare in guerra contro i Russi”, ha detto un funzionario di alto grado dell’amministrazione, che si interessa della politica del Medio Oriente e al quale è stato garantito l’anonimato per i suoi commenti sulle deliberazioni interne alla Casa Bianca.

All’interno della Casa Bianca i funzionari più influenti dell’amministrazione hanno regolarmente accantonato le richieste di intervento militare dei dirigenti della politica estera, come dovuti a: “troppa teoria e troppo poca pratica” (2) scrive Derek Chollet – che è stato un funzionario di vertice dell’amministrazione Obama, nel suo nuovo libro “Il lungo gioco” .

Altri funzionari della Casa Bianca si riferivano ironicamente agli esperti di politica estera di Washington con il nomignolo: “il Blob”.

Io ho molto criticato Obama per le sue numerose e costose iniziative all’estero, ma lui è un assoluto pacifista in confronto alla Clinton. Non dimentichiamo che il più grande disastro di politica estera della sua presidenza, –la distruzione della Libia– è stato partorito dalla mente di quello che allora era il suo segretario di Stato: Hillary Rodham Clinton.

“ Tutti hanno la sensazione che il Medio Oriente sia una causa persa. Noi ce ne siamo occupati per 15 anni. Un sacco di Americani pensa che la cosa sia senza speranza” ha detto Hadley. “Noi pensiamo che non sia così”.

Che cosa faremmo se non ci fosse in giro gente come Hadley a incasinare tutto?

La dinamica è totalmente diversa da quella che descrivevo 10 anni orsono quando i vertici Democratici e Repubblicani si accapigliavano circa l’invasione dell’Iraq ,- ha detto Brian Katulis-, un quotato analista del Medio Oriente al Centro per il Progresso Americano. Oggigiorno il punto centrale della politica estera dei vertici è di ricostruire un internazionalismo più muscolare e con una maggiore centralità degli Stati Uniti.

Abbiamo alle porte un disastro assoluto. Come ho scritto stamattina in un tweet. ” Siamo in un momento molto pericoloso. L’impero USA è virtualmente finito ma gli imperatori non hanno ancora ricevuto l’informazione.”

Michael Krieger

IL DOTTOR STRANAMORE PRESIDENTE ?

La città irachena di Mosul è al confine con la Siria come ha affermato la signora Clinton durante il terzo dibattito per l’elezione presidenziale?

Proprio nessuno le ha chiesto ragione di questo. Io penso che potrebbe essere Gary Johnson (1) piuttosto che un ex segretario di Stato, ad essere preso in giro dai giornali più importanti per la scarsa conoscenza della geografia. E questo era un errore non senza conseguenze: potrebbe essere la chiave della sua strategia che dice che dopo che avremo preso Mosul faremo pressione sulla Siria”.

Forse che 17 agenzie di informazione statunitensi hanno detto che i Russi hanno violato il computer del Comitato nazionale dei Democratici e la casella di posta di John Podesta, come ha detto mercoledì sera Hillary Clinton?

Niente affatto

Vale la pena di approfondire l’asserzione della Signora Clinton che è stata fatta nel contesto di una domanda posta da Chris Wallace e che riguardava un discorso fatto da lei a un gruppo di banchieri: “Sogno un mercato comune emisferico con commercio libero e frontiere aperte”. Lei si è difesa in modo non molto convincente dicendo che stava parlando soltanto di energia, ma questo sembra come minimo disonesto.

In ogni caso ciò che risulta più interessante è che nel tentativo di cambiare argomento lei ha tirato fuori una delle più inquietanti diatribe mai messe in campo nel corso di una campagna presidenziale:

“Ma lei molto chiaramente sta citando WikiLeaks. E ciò che è veramente importante riguardo WikiLeaks è che il governo russo se ne è servito per lo spionaggio contro gli americani. I Russi hanno hackerato i siti web americani e gli indirizzi americani privati di posta delle persone e delle istituzioni, poi hanno passato le informazioni a WikiLeaks allo scopo di farle mettere in Internet.”

“Questa è stata un’iniziativa partita dai livelli più alti del governo russo, chiaramente, dallo stesso Putin, nel tentativo di influenzare le nostre elezioni, come hanno confermato 17 delle nostre agenzie di spionaggio.”

Così io effettivamente penso che la domanda più importante di stasera è questa: Donald Trump ammetterà e condannerà ciò che stanno facendo i Russi e chiarirà che non vuole l’aiuto di Putin in queste elezioni, che rifiuta lo spionaggio russo ai danni degli Americani, che egli ha effettivamente incoraggiato in passato? Queste sono le domande alle quali noi vogliamo sia data risposta. In nessuna delle nostre precedenti elezioni sono capitate cose come queste.

Wallace: [a Trump] ” Allora?”

Trump: “E’ stata una bella diversione per schivare il fatto che vuole frontiere aperte, OK? Come siamo arrivati a Putin?”

Proprio così.
I media più importanti, si comportano come se fossero la claque di Hillary e straparlano di quanto sia “senza precedenti” questa campagna elettorale, e non lo dicono benevolmente. La loro più recente linea di condotta è quella di farci il sermone perché è un attentato all’esistenza della nostra democrazia che un candidato di un grande partito metta in dubbio la correttezza delle nostre elezioni- esagerando anche un po’- perché tutto ciò che Trump ha detto è che aspetterà il conteggio dei voti prima di accettare il risultato, che per ora è solo un’opinione. E non dimenticatevi per favore che dopo che la Suprema Corte aveva deciso che il presidente eletto debitamente era George W. Bush, e non Al Gore, Hillary disse che questi era stato “scelto e non eletto“.

Invece ciò che è veramente senza precedenti è che un candidato di un grande partito abbia accusato il suo avversario di essere, di fatto, l’agente di una potenza straniera. Questo non è mai successo, mai davvero. Per la verità durante la Guerra Fredda ci sono stati dei Repubblicani che accusavano i Democratici di essere accomodanti con il comunismo, ma qui la signora Clinton accusa apertamente Trump di aiutare e di incoraggiare “lo spionaggio russo” per usare una sua frase. “Mister Trump, dice Hillary, è un traditore della patria.” I nostri media che si attengono ai fatti stanno zitti, tranne uno che comunque ha alcuni scrupoli “a seguire questa strada”. Dubito che gli piacerà quello che troverà alla fine della strada. Ma allora, naturalmente, sarà troppo tardi.

Questo argomento della campagna elettorale di Hillary Clinton è completamente insensato e molto pericoloso,- e cioè l’affermazione che i Russi siano dietro al presunto hackeraggio del Congresso Nazionale Democratico e di Podesta e che per questo Trump sia il loro consapevole agente, ed è basato sull’equivalente scientifico delle bolle di vapore. La realtà è che nessuno sa (1.°) come WikiLeaks abbia ottenuto i documenti che sta pubblicando e (2.°) come sono stati ottenuti questi documenti all’origine. Questo perché a dispetto delle pretese scientifiche dell’industria della guerra cibernetica, non c’è modo per nessuno di sapere con sicurezza se sono stati degli hackers oppure persone dall’interno o -se sono stati gli hacker- chi siano costoro. Lo si potrebbe sapere solo se i colpevoli si presentassero spontaneamente e lo ammettessero, oppure se fossero presi sul fatto da qualcuno che guarda da dietro alle loro spalle [lo schermo del computer N.d.T.]

Questo però non ha dissuaso alcuni funzionari dello spionaggio americano dal danneggiare la propria già dubbia credibilità, ripetendo delle cose senza senso nell’intento di spingere Hillary al traguardo.

Il terzo dibattito è stato veramente un momento molto basso per la signora Clinton la quale nel momento peggiore della serata ha incominciato a strillare che Trump è una “marionetta” [“puppet” nel testo N.d.T.] – naturalmente di Putin.

Questo è già abbastanza pazzesco, ma ciò che è ancora peggio è che i media su questo la spalleggiano. Non passa giorno senza qualche nuova “rivelazione” sul sospetto che i Russi agiscano per minare la nostra sicurezza nazionale, infiltrarsi in Europa, o trovino qualche altro modo per invertire il flusso dei nostri preziosi fluidi corporei.

Sì, abbiamo intrapreso un cammino su una strada che può avere per punto di arrivo un conflitto militare con la Russia. Con il dito del Presidente Hillary Stranamore sul bottone nucleare non può finire bene. La prova è che Hillary non ha risposto a questa domanda posta dal moderatore del dibattito, Chris Wallace, sulla sua proposta di una No-Fly-Zone in Siria

“Il Generale Joseph Dunford, il presidente del Consiglio dei Capi di Stato Maggiore, dice che se lei stabilirà una No-Fly-Zone è probabile che finiremo in una guerra contro la Siria e la Russia. Queste le sue parole. La domanda che io allora faccio è questa: se lei impone una No-Fly-Zone, prima di tutto come risponde all’ipotesi dei Generali? Secondariamente, se lei impone una No-Fly-Zone, e un aereo russo la viola, il presidente Clinton farà abbattere quell’aereo?”

Dopo aver divagato per circa 200 parole, la Signora Clinton finalmente è arrivata a dire questo:

“Io penso che noi potremmo fare un accordo e chiarire bene ai Russi e ai Siriani che questo è qualcosa che noi crediamo sia nel massimo interesse della popolazione a terra in Siria e che ci aiuterebbe a combattere l’ISIS”

Noi non riusciamo a fare un accordo con i Russi per portare a termine un cessate-il-fuoco: quanto potrebbe essere disponibile Mosca per una tale risoluzione [NFZ-N.d.T.] con il presidente Hillary al timone? Dopo che lei ha fatto la sua campagna elettorale sul tema “Arrivano i Russi”!, sarei già sorpreso se non smettessero di parlarci del tutto.

E poi noterete che non ha risposto alla domanda: “Abbatterebbe un aereo russo nello spazio aereo Siriano?”

Lascio alla vostra immaginazione di trovare una risposta a questo, ma ricordatevi: questa persona crede che sia perfettamente corretto dare una risposta in pubblico e mantenere un’opinione completamente diversa in privato.
Justin Raimondo

Note:

(1) Gary Johnson : candidato libertariano (di una formazione minore che si autodefinisce “libertariana”) alle elezioni presidenziali americane.

(2) “too much college, not enough knowledge”si riferisce al dibattito sull’ acquisizione delle posizioni di vertice del management ottenuta con lo studio teorico senza avere poi un’adeguato periodo di rodaggio nella pratica, sia amministrativa, sia aziendale in genere. Ovvero ciò che funziona sulla carta non sempre è efficace nella pratica.     (estratto dal sito di Glen Meakem)

(3) “barrel bombs”: grandi recipienti cilindrici riempiti con esplosivo e sganciati sul “nemico”

 

Fonte: www.dedefensa.org

Link: http://www.dedefensa.org/article/en-attendant-hillary-et-ses-guerres

21.10.2016

 

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIAKKI49

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