Aquarius sì, Aquarius no? L’Italia dice no

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DI ALESSANDRO GUARDAMAGNA

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“Finché la barca va, lasciala andare, Finché la barca va, tu non remare, Finché la barca va, stai a guardare… ”

Così diceva una canzone popolare di quasi 50 anni fa, che ben riflette la flemma cronica con cui i governi Europei degli ultimi anni sono stati a contemplare il tema-problema dell’immigrazione di massa. Da qualche giorno però, dopo l’insediamento in Italia del primo governo “populista”, qualcuno ha deciso di non stare più a guardare e di fare quello per cui è stato votato ed eletto, e che 17 milioni di Italiani si aspettano che faccia: risolvere con gli strumenti a disposizione il problema dell’immigrazione e il business legato al traffico di esseri umani, come precisamente stabilito alle pagine 26-27 del contratto di governo sottoscritto da M5S e Lega. Quel qualcuno è Matteo Salvini che come Ministro dell’Interno di una repubblica sovrana ha deciso di impedire l’ingresso nei porti Italiani ad una nave, l’Aquarius della ONG Sos Mediterranée battente bandiera di Gibilterra e con a bordo 629 persone raccolte nel tratto di mare tra Libia e Italia grazie a solerti scafisti. Si è scatenata mezza Europa tacciando Salvini, il governo Conte e per estensione l’intera Italia di tutti i crimini possibili a sfondo xenofobo.

Al di la di facili reazioni e semplificazioni che vogliono incarnare in Salvini il volto del puro razzismo, occorre guardare i fatti spesso ignorati o, ancor peggio, selezionati ad hoc. Così mentre il “razzista” respinge l’Aquarius e minaccia di chiudere i porti anche alla Sea Watch 3, nave di una Ong tedesca battente bandiera olandese e carica di migranti, si sorvola sul fatto che lo stesso Salvini non si oppone allo sbarco di 932 migranti che la nave Diciotti ha lasciato il 13 Giugno a Catania. Mentre a gran voce si dice che era l’Italia a dover intervenire e “salvare” l’Aquarius perché più vicina alle coste Italiane, ci si dimentica che la nave è stata fermata quando era 27 miglia da Malta e a 35 dall’Italia, quindi per un bel tratto del suo percorso è sempre stata assai più vicina alle coste Maltesi, ma da La Valletta hanno fatto sapere che non avrebbero accolto i 629 sventurati perché…  le operazioni di soccorso erano state coordinate da Roma.

Viene da chiedersi, quante navi cariche di profughi, migranti, donne, bambini, farabutti e anche qualche terrorista l’Italia ha accolto negli ultimi 20 anni, anche quando le operazioni di soccorso erano coordinate da altri stati? Su questo non ho la risposta, ma il ragionevole dubbio è che siano molte. In compenso è noto il dato sul numero di migranti accolti da altre nazioni europee quali Ungheria e Polonia, che hanno sgomitato per entrare a far parte “dell’Europa dei Popoli”, mentre hanno mantenuto un concetto di integrazione tutto loro: nessuno.

Il presidente francese Emmanuel Macron afferma che quella Italiana è una scelta di cinismo  e irresponsabilità, facendo eco al suo portavoce Attal che l’altro ieri ha dichiarato che la “posizione del governo Conte sui migranti fa vomitare”. A restare sul livello delle accuse verrebbe da rispondere che lo sbarbatello Attal può essere perdonato data la giovane età, mentre Macron non è nella condizione di dare lezioni perché ha sposato sua nonna, per cui ha già dato segno di evidente squilibrio.

Se invece si ragiona è bene considerare che i disastri seguiti all’intervento militare in Libia del 2011 fortemente voluto da Nicolas Sarkozy, che finì per fomentare guerre e destabilizzare stati con cui l’Italia aveva relazioni sostanzialmente buone, causò un’escalation dei flussi migratori, che non dovrebbero essere pagati dallo stato Italiano. È vero che una certa componente politica nazionale ha agito per anni svendendo i nostri diritti di cittadini. E’ la stessa componente che ora s’indegna e che ha elementi di spicco in Walter Veltroni, che accusa Salvini di fare campagna elettorale sulla pelle degli sventurati migranti, mentre tace su cosa faceva lui e altri amici suoi 20 anni fa in tema di immigrazione col blocco navale e chiusura dei porti decisi dal governo di centrosinistra di Prodi, con Napolitano Ministro dell’Interno e Dini in prima fila, che diedero “disposizioni rigide sul respingimento” in mare degli Albanesi. E’ perfettamente rappresentata anche da Madre Teresa Bonino con “Più Europa per tutti”, specialmente se all’inizio paga Soros.

Oppure dai partitini dei sindaci nati per fare da stampella al malato PD, e in tutta quella pletora di prebendati ed intellettuali che dove conta l’intelligenza vera, quella che discute fatti senza svendersi al migliore offerente, varrebbero come il 2 di picche a briscola, cioè niente. E non può non venire in mente Roberto Saviano, che intima a ministri di aprire frontiere e twitta di umanità e porti aperti, ma si dimentica del trattamento standard riservato da Israele ai Palestinesi dentro e fuori dai porti…  Si sa, nessuno è perfetto, nemmeno lui.

La scelta di Salvini di bloccare l’Aquarius non ha solo messo in evidenza l’ennesimo dramma di persone che cercano un futuro migliore in Europa. Ha fatto qualcosa di più, facendo risaltare in modo incontrovertibile che la soluzione del problema immigrazione una certa Europa che conta la vorrebbe lasciare a quell’Europa che non conta, perché nei salottini di Bruxelles da qualche decennio i burocrati euroinomani che difendono in primis i propri interessi nazionali hanno deciso, con la complicità di “statisti” Italiani, che se ne sono fottuti di tutto e tutti a parte della propria famiglia e delle proprie relazioni clientelari, che i problemi li doveva gestire l’Italia, sic et simpliciter.

Lo stesso Macron al vertice sui migranti tenutosi a Roma nell’Agosto 2017 lodava il nostro paese per come gestiva il problema, ed ora che l’Italia ha dimostrato che non intende tenersi tutti quelli che arrivano, perché non può umanamente ed economicamente farlo, sempre lui sentenzia che l’Italia è diventata “irresponsabile, cinica” ed in ultima analisi vomitevole. Lo stesso Macron che ha chiuso porti francesi e frontiere, dà dell’irresponsabile a Salvini per avere fatto altrettanto! Ma l’Italia, proprio perché dispone di risorse finite e fa parte di un consesso di altre nazioni Europee, chiede che questi problemi “comuni” siano gestiti “in comune” con risorse “comuni”. Sarebbe questa l’irresponsabilità razzista?

La questione dell’Aquarius, come già quella del papocchio che si era creato con il primo rifiuto al governo Conte da parte del Presidente della Repubblica, mostra sempre di più chi è a favore del mantenimento dello status quo dell’establishment, inserito in una rete di relazioni europee ed internazionali, indipendentemente dai bisogni e dalla volontà del popolo Italiano, e chi invece vuole cambiare le cose per risolvere problemi decennali che il popolo Italiano è stato costretto a subire, suo malgrado.

A strombazzare contro Salvini e l’asse Lega-M5S è quella stessa “sinistra” che dipingeva Gheddafi come il demonio, favorevole allora all’intervento Francese in Libia per portarvi la libertà e la pace e che ora, guarda caso, ripete il refrain di Macron sull’irresponsabilità di Salvini. Quella sinistra incapace di autocritica perché è “già dalla parte del popolo”, quindi si vede sempre dalla parte giusta, anche se col popolo ha perso la sintonia da decenni e si limita, oltre a difendere gli interessi finanziari di alcune schiere di bankompagni selezionati, ad inscenare ogni 25 Aprile la finta adesione ai valori della Resistenza, dopo aver massacrato con leggi eccellenti pensioni, scuola e lavoro – pagato in vouchers – insieme ai discendenti di quel popolo che nella Resistenza combatté contro il Nazifascismo.

E’ quella stessa sinistra che tuona contro Conte, “pupazzo” che deve stare attento a non commettere crimini in nome del popolo – l’autore è l’ex-ministro Graziano Del Rio, sostenitore di Iren che fa affari d’oro con gli inceneritori, soluzione secondo lui evidentemente a misura della salute tumorale del popolo – o che ha amici in Napolitano, in gioventù grande difensore dell’intervento armato in Ungheria (e chi non ha fatto errori in gioventù?), dove secondo lui “i carri armati sovietici avrebbero portato la pace”.  

E la portarono davvero: quella del cimitero. E’ lo stesso Napolitano poi – coincidenza?! – favorevole alla guerra che la Francia volle contro la Libia nel 2011 trascinandovi gli altri stati europei. La stessa sinistra che ha gestito così bene il problema dell’immigrazione da riempire le città italiane di sbandati, su cui poi lucrano cooperative ed imprese caritatevoli con il dovere appaltato di fare del bene.

Che la guerra in Libia avrebbe causato danni enormi era scontato, come lo stesso Salvini disse già 7 anni fa, danni che sono sotto gli occhi di tutti. La Libia è un paese instabile, campo di scontri tra milizie senza scrupoli e jihadisti, con porti e spiagge non presidiate, da cui partono carrette del mare che riempiono le coste Italiane di clandestini, aiutate da ONG che fanno servizio taxi: questa è la verità che chiunque sia dotato di un minimo di onestà intellettuale e nozioni geografiche elementari deve avere il coraggio di guardare per quello che è. Poiché suona troppo male dire che andiamo a prendere i migranti in Africa nel Golfo della Sirte, si preferisce dire che li “salviamo” sempre mentre sono alla deriva nelle acque del canale di Sicilia, che sta 500 km più a nord, disinformazione istituzionale reiterata negli anni, per la quale va ringraziata la stampa a libro paga dei partiti che ora si stracciano le vesti per protestare contro il razzismo.

Salvini ha giocato d’azzardo, in modo calcolato. Ha preso una nave che sta a galla – non una bagnarola – ma non l’ha scelta a caso perché l’Aquarius è stata in prima linea nel fare la spola fra la Libia e la Sicilia in quello che spesso più che un esodo migratorio ha i connotati della deportazione, e l’ha bloccata. La nave non è a rischio di affondare, né vi sono epidemie a bordo, e i disagi attuali non sono certo maggiori di quelli che i migranti hanno subito per mano degli scafisti. Il governo Italiano li ha riforniti di viveri, ha prestato loro cure mediche e una scorta militare mentre si dirigono verso la Spagna che ha deciso di accoglierli, non senza aver lanciato gli usuali strali contro l’Italia.

Il governo Italiano, che ha sostenuto la scelta di Salvini e la cui posizione è stata bene illustrata da Conte, Di Maio e Toninelli, ha dato cibo, medicine e protezione fino a destinazione, se lo ricordi “l’Intellighenzia” di sinistra che dice che in tema d’immigrazione bisognerebbe applicare la “lezione di Roma Antica”… quale? Perché all’occorrenza Roma antica non esitava a riservare agli “accolti” un colpo di pilum o un gladio alla gola se serviva, dopo aver venduto donne e bambini in schiavitù. Pilum e gladium, non cibo e medicinali. Salvini, in ottemperanza ai suoi doveri istituzionali e al patto di governo voluto dal popolo Italiano – e non dagli amici sinistrorsi del neoliberismo che voleva impedire la formazione dell’attuale governo – ha quindi chiuso i porti con un obiettivo preciso, che è quello di mettere finalmente il problema dell’immigrazione di massa al centro della politica europea dicendo che va gestito e risolto.

Tutto si può dire, ma non che sia un razzista irresponsabile ed irragionevole. Certo, coloro che per anni hanno fatto i propri comodi alle spalle dell’Italia si sono risentiti, solo perché, animati dall’unico valore esistenziale che è il proprio interesse, non hanno neppure la vergogna e la decenza di tacere.

Tutti possiamo sbagliare, compreso Salvini, ma, come afferma Matteo Olivieri, ex- consigliere M5S di Reggio Emilia, “diverso è il caso in cui un evento o serie di eventi vengono letteralmente ribaltati: lì ci troviamo di fronte a comportamenti che vanno trattati come merce di scarto” e va attribuito a queste invettive e stravolgimenti cronologici il loro giusto peso, cioè meno di zero. Quos Deus Vult Perdere Prius Dementat. Mi auguro che sia la volta buona, ora che qualcuno dopo anni non si limita più a stare a guardare dove vanno le barche.

 

Alessandro Guardamagna

Fonte: www.comedonchisciotte.org

14.06.2018

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