Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org
I leader europei si stanno comportando come dormienti in preda ad un’ipnosi collettiva eterodiretta dal deep state anglosionista. Non si spiega altrimenti la frenetica escalation bellica contro la Russia nel breve periodo d’interregno tra Biden e Trump, cioè prima che sia troppo tardi per evitare la sconfitta interna dello stesso deep state anglosionista, che domina la scena mondiale da ormai troppo tempo rispetto ai danni incalcolabili che continua a produrre contro l’umanità intera, guasti che non si possono più ignorare da tanto macroscopici sono oggettivamente diventati.
La filosofia sottostante al deep state anglosionista è quella ben esemplificata dalla celebre esternazione sfuggita a Victoria Nuland nel 2014 sulla questione Ucraina: “si fotta l’Europa”.
Già da prima per secoli l’impero britannico si era affermato grazie a questa filosofia implicita applicata a tutti i popoli con i quali veniva a contatto, commercialmente e militarmente: si fottano loro a indebito guadagno nostro, o subdola politica predatoria che dir si voglia. Fino a che il naturale declino storico che accomuna tutti i grandi imperi è diventato occasione di infiltrazione e presa di potere da parte delle forze sioniste dominatrici della moneta e relativa finanza, con baricentro spostatosi a New York e cervello sempre a Londra. E’ così che un impero in declino verso il collasso si è rivitalizzato cambiando forma e geografia, dovendo però nascondersi ipocritamente dalla propria opinione pubblica di riferimento, quella iperconsumistica dei nuovi dominanti USA.
Più difficile invece nascondersi dalla coscienza dei popoli lontani più arretrati, ancor più di prima vessati, indebitati, ridotti alla povertà e all’impotenza, a dispetto delle enormi ricchezze naturali presenti nel loro territorio, rimaste sempre oggetto di famelica predazione da parte del nuovo impero. In questi casi provocare guerre pretestuose e governare segretamente la corruzione locale e il caos ha funzionato meglio rispetto ai propri inconfessabili fini di dominio globale e lucro criminale.
Il rischio mortale per l’impero anglosionista, geograficamente identificato col blocco atlantico, è sempre stato il potenziale allargamento e consolidamento della cooperazione euroasiatica, con la Cina nel ruolo di riferimento economico commerciale e la Russia come ponte etnico-culturale tra l’est e l’ovest di questo enorme continente, oltre che come partner fondamentale nella fornitura di materie prime a basso costo, energia in primis, all’Europa. Da qui la inverosimile propaganda mediatica scatenata per demonizzare la Russia, per trasformarla in nemico assoluto e irriducibile dell’occidente europeo, contro ogni logica d’interesse reciproco e nonostante la storia tendesse piuttosto a dimostrare il contrario da parte russa, sia in termini di amichevole apertura che di oggettivo disinteresse espansionistico aggressivo, dopo l’era della guerra fredda tra i due blocchi ideologici che imponeva ben diverse precauzioni difensive da ambo le parti, di cui noi italiani in particolare abbiamo patito le conseguenze, quando il PCI originario faceva ancora paura a lor signori.
Fortunatamente però lo spirito russo si è risvegliato dopo la catastrofe dell’Unione Sovietica, con Putin alla guida, dimostrando di sapersi rapidamente riorganizzare e riarmare a scopo difensivo, visto che l’interlocutore atlantista non conosce altro linguaggio che quello della forza bruta, non avendo alcun onore da difendere riguardo alla parola data nel teatrino formale della politica. Parole e promesse scritte puntualmente tradite, ormai prive a priori di qualsiasi credibilità e valore.
In condizioni normali basterebbe la deterrenza di una evidente superiorità militare per ridurre a più miti consigli l’avversario, ma non ora, in questa estrema condizione di disperata sopravvivenza di un deep state anglosionista ormai agonizzante, ma pronto a tutto, compreso l’ultimo colpo di coda di una soluzione finale del tipo “muoia Sansone con tutti i filistei”. Occhio però che in questo caso tra i filistei ci siamo anche noi europei, in prima linea, pur se classificati ipocritamente come “alleati”, e mantenuti in questo stato artificiale a forza di ricatti sistemici resi possibili dalla radicazione pervasiva del deep state anglosionista in ogni ambito istituzionale, politico, mediatico, ecc. Da tempo a nessuno è permesso di far carriera, e tanto meno governare in Europa, se non è disposto, per stupida convinzione o per forza ricattatoria, a tradire gli interessi del proprio stesso Paese. E’ come un casting automatico e ben celato per selezionare i migliori utili idioti e i migliori corrotti, che fanno poi squadra in ogni ambito della gestione del potere. Da qui la disaffezione popolare per una finta politica che interpreta formalmente la democrazia per poi negarla platealmente nella sostanza. Una disaffezione che ancora non trova sfogo in una pari controreazione, esprimibile come rivolta popolare travolgente per quanto inibita e repressa in ogni modo, soprattutto mediatico-culturale.
Eppure i tempi stanno maturando rapidamente, e lo si vede dalle crescenti manifestazioni di protesta d’ogni genere in Germania, Francia, ecc. E anche da noi, per quanto minimizzate e censurate dai media, o peggio cavalcate da partiti e sindacati bruciati, ma comunque meglio che niente.
Perfino qualche tribunale comincia timidamente a darci ragione su alcune delle principali tematiche che abbiamo denunciato in questi anni bui.
Ma soprattutto ora anche il benpensante cronico, che guarda i TG e ascolta la rassegna stampa, non può ignorare che l’escalation bellica provocatoria contro la Russia da parte dei governi europei, rivelatisi più realisti del re anglofono, è finalizzata a scatenare una guerra aperta senza limitazioni, cioè una terza guerra mondiale nucleare, da fine di mondo. E’ ora che lor signori benpensanti sollevino la testa dalla sabbia e si uniscano a chiunque abbia ancora un briciolo di sale in zucca, compresi noi reietti “complottisti”, contro il pericolo mortale di questo reale complotto guerrafondaio che è sotto gli occhi di tutti, non più ignorabile nella sua realizzazione attuale e nelle inevitabili e irreversibili conseguenze che comporterà sulla nostra pelle, assolutamente inaccettabili quanto lo è il genocidio e l’estinzione di massa, di cui la componente sionista più estrema sta già dando spettacolo locale in anteprima, senza trovare ostacoli significativi sulla sua strada di reiterazione quotidiana degli orribili crimini commessi. Se non li fermiamo le prossime vittime saremo tutti noi.
No guerra vuol dire oggi no NATO del tipo Stoltemberg-Rutte, no UE del tipo von der Leyen-Pfizer, no OMS del tipo Bill Gates-Fauci e a seguire una sfilza di NO a tutte le forme di corruzione istituzionale che sgovernano nel mondo a tutti i livelli, a partire dalla gestione della moneta. E’ chiaro che la portata di tali obiettivi richiede una vera e potente rivoluzione popolare diffusa in tutto l’occidente, si spera il meno violenta possibile per non lasciarsi trascinare sul terreno di gioco del nemico, dove saremmo sconfitti, prima ancora che per fondate e sacrosante motivazioni ideologiche di autentico pacifismo. Anche se è ormai chiarissimo che ogni guerra è una guerra fratricida, su questo non ci piove e basta e avanza per schierarsi senza se e senza ma nel momento del bisogno, cioè ora, in tutti i modi che si rendono praticabili in azioni concrete, meglio se leciti e tassativamente non violenti.
Resta comunque più che valido e fondamentale per tutti, a partire da se stessi, l’atteggiamento di umiltà esistenziale necessaria per riconoscere che il nemico è anche dentro di noi, fa parte fisiologicamente di noi stessi da sempre, e va perciò domato con la forza del cuore e della ragione, la cui difficile alleanza è oggetto di crescita spirituale da millenni, con molti frutti ormai maturi, che non possiamo gettare insieme all’acqua sporca. Occorre meditare per credere. L’unica risposta vincente contro i guerrafondai seminatori d’odio è l’amore, come l’aglio contro i vampiri e il crocefisso contro gli indemoniati. Fuor di metafora non c’è altra valida risposta al male distruttivo e nichilista che il desiderio e la ferma volontà di costruire il bene, ma bisogna avere la forza necessaria per imporsi, per poter agire di conseguenza con successo, e non c’è altro luogo per trovarla e ritrovarla ogni volta se non nelle profondità della propria anima risvegliata da una libera coscienza vigile, colma di buona volontà, di compassione e amore per il prossimo. Ognuno ha un potenziale enorme dentro di sé che aspetta solo di essere liberato al momento giusto, quando la percezione del rischio coincide con un esame di realtà che non lascia spazio all’inganno né alle fantasie di fuga. Aiutiamo concretamente il nostro prossimo ad aprire gli occhi su questo mondo reale, senza tuttavia terrorizzare né far perdere la speranza che pure è fondatissima, dipende solo da noi.
Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org
05.12.2024
Alberto Conti. Laureato in Fisica all’Università Statale di Milano, docente matematica e fisica, sviluppatore software gestionale, istruttore SAP, libero pensatore, collaboratore di Giulietto Chiesa, padre di famiglia, appassionato di filosofia, psicologia, economia politica, montagna, fotografia, fai da te creativo, sempre col gusto alla risoluzione dei problemi.
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