Ammazzando loro, ammazziamo noi stessi!

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DI ROBERT GORE

StraightLineLogic.com

“Vivere e lasciar vivere” è, nella mitologia americana, un atteggiamento benevolo e quasi esclusivamente americano. Abbiamo distrutto il Giappone e la Germania durante la seconda guerra mondiale e poi li abbiamo aiutati a ricostruire. Vivere e lasciar vivere va bene per i vivi, per i vincitori. Tuttavia, spesso non è altro che un balsamo per  le coscienze inquiete, uno straccio per  ripulire le mani sporche di sangue. Un secolo e mezzo dopo, molti uomini del Sud ancora non si riconoscono in questo atteggiamento tanto americano e “unico” che dovrebbero aver imparato dai loro conquistatori della guerra di aggressione fatta dal Nord.

La guerra al terrorismo ha sparso merda su gran parte del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale. Città, paesi e villaggi sono stati ridotti in fumo, a macerie bombardate, dove regna il caos e  le stragi sono dietro ogni angolo. Nell’esercito USA si continuano a contare morti e feriti a  migliaia. Le vittime civili – o meglio, i danni collaterali come li chiamano i militari – nel Caostan (come lo ha definito Richard Maybury) sono milioni, così come il numero degli sfollati  (circa 11 milioni solo in Siria). Immaginate la rabbia degli americani e il sensazionalismo dei media se fosse stata bombardata a tappeto – da una potenza straniera – una piccola città americana .

I server di YouTube fumerebbero per le troppe visite di chi vuole sapere tutto e guardare i video di quei genitori che cercano i loro bambini morti sotto le case crollate per i bombardamenti.

La guerra sui flussi di rifugiati che scappano dal terrore minaccia le regole dell’ordine civile e sommerge le culture dei paesi che li ricevono. È un atto vizioso di corruzione intellettuale quello che dice che la guerra al terrore non crea terroristi, che chi viene ucciso, ferito o che scappa da una casa diroccata, non lascia amici o familiari che vorranno pensare a quale reazione sarà considerata una  giusta vendetta. Il terrorismo che vediamo ora è come lava che cola giù da un vulcano di odio che,  dopo aver covato per secoli, è esploso e continuerà ad esplodere ancora. Non ci sarà più nessun “vivi e lascia vivere”. Il sangue chiama sangue, non banalità.

Macbeth è uno studio del dramma psicologico di due assassini. Avevano già dato dimostrazione di  coraggio, ma non riuscivano a diventare degli assassini senza coscienza. Nel gergo mafioso, gli uomini che “spingono un tasto” sono quelli che sparano. Figurativamente “spingono un tasto” ma, letteralmente, uccidono.  Con il governo degli Stati Uniti, significato figurativo e letterale si sono fusi. Qualcuno spinge il tasto di un drone, di un missile o del telecomando di una bomba e l’omicidio è fatto:  tutto per rendere la guerra americana never-ending . È un omicidio dissociato, da lontano, a freddo.   Solo che né gli assassini, né la gente a cui si cerca di nascondere la brutale realtà, riusciranno a sfuggire alle turbolenze psicologiche e ai rimorsi del Thane di Cawdor e della sua Signora.

Durante l’intero mandato del Presidente Obama e per la maggior parte di quello del Presidente Bush, gli Stati Uniti hanno combattuto in una o più guerre e ci sono buone probabilità di credere che non ci sarà pace nemmeno durante il mandato di Trump. Che cosa succede a un governo e alla sua popolazione, quando un danno collaterale e una assoluta insensibilità per milioni di morti ancora sanguinanti, per feriti e per vittime non si prova nessun rimorso e nemmeno un rimpianto ma, solo occasionalmente, delle  scuse a mezza bocca tanto per soddisfare le esigenze della diplomazia e delle relazioni pubbliche?

Come fa il male ad essere tanto banalizzato? Ci vuole pratica, pratica e ancora pratica. Ammazzare diventa routine, cosa che fa il governo. Come tanti regimi sanguinari e tirannici, il governo degli Stati Uniti ha fatto tanta pratica e si è riscaldato con gli stranieri. Attenzione però, perché i burocrati e i politici che ora spingono il tasto  Kill the Enemy, sono gli stessi che spingeranno anche il tasto Domestic Surveillance. E non esiteranno nemmeno a spingere i tasti Nemico di Stato, Detenzione di MassaCampi di Concentramento e  Esecuzione  per gli avversari dello stato, quando i tempi saranno maturi. Un governo bacato, come la frutta bacata, diventa sempre più marcio, fino a quando, finalmente, finisce nella spazzatura.

Per quanto ci provi, il governo non può riuscire a proteggere del tutto i suoi componenti da quello che trapela e dalle conseguenze dei suoi metodi assassini. Dopo aver imparato la lezione in Vietnam, ora, riesce a gestire bene i suoi cari cagnolini dei media per nascondere buona parte dei suoi assassini, ma Internet non si è dimostrato completamente controllabile. E anche se sono molti quelli che non vedono il nesso con gli assassini-istituzionalizzati, ci si deve render conto che proprio questi sono responsabili di buona parte del debito da 20 trilioni di dollari e dei 200 trilioni di dollari di promesse che non sono mai state finanziate, così come la loro relazione intima con la corruzione, tutti macigni che l’economia si deve portare sulla spalle,  almeno fino al suo collasso finale.

Qualsiasi americano che va all’estero riesce a comprendere che per gli stranieri il governo americano è l’istituzione più odiata del pianeta. Un sentimento che, sempre più, si volge anche contro quella stessa popolazione degli Stati Uniti che, in generale, ha tollerato queste megalomanie omicide per così tanto tempo. Così, eccetto che i suoi compagni di viaggio dei governi  alleati nello stesso fronte multilaterale del governo mondiale, delle inutili ONG, delle università, delle multinazionali e dei media, il popolo e le popolazioni del mondo non piangerebbero certo se una cittadinanza infuriata rovesciasse  il governo americano.

Ma questo non succederà certo a tempi brevi.

I carnefici hanno una “vita breve”. Si stancano del loro lavoro. L’anima comincia a far male. Dopo dieci, venti, cento ammazzamenti, l’essere umano, per quanto possa essere sub-umano, acquista, forse per un processo di osmosi con la morte stessa, un germe della morte che entra nel suo corpo e se lo mangia dal di dentro, come un cancro. E allora diventa malinconico, comincia a bere e una terribile apatia traspare dai suoi occhi, si  muove a rilento e non riesce più a concentrarsi. Quando il suo mandante vede questi segnali, non c’è altra alternativa che far uccidere il carnefice e trovarne un altro.

Dalla Russia Con Amore –  Ian Fleming

Ammazzando loro, ammazziamo noi stessi. Non c’è una frase più adatta per rendere meglio la “Terribile Apatia” che caratterizza la popolazione americana.  Il governo degli Stati Uniti uccide a nome della sua popolazione che accetta le razionalizzazioni, il panem et circenses, che abbassa gli occhi e che cerca l’oblio nella tecnologia e nei farmaci. Malgrado tutti questi dubbi, la conoscenza delle cose penetra, goccia a goccia, come l’acqua che, quando piove per tanto tempo, entra dappertutto, lentamente. Il governo ha tanti tasti e, quando serve, li usa per controllare quei pochi che protestano e che fanno resistenza, ma anche i regimi più oppressivi non possono resistere per sempre contro il popolo, quando è tutto il popolo.

Red, white, and blue are no more; it’s bureaucratic gray and charnel-rubble carmine. Americans grow “tired of the work” and soul sickness spreads. Birnam Wood advances and the empire crumbles. A somnambulant Lady can’t wash away the blood; her Thane can’t sleep.

Rosso, bianco e blu non ci sono più; È tutto grigio come la burocrazia e vermiglio come i morti ammazzati. Gli americani sono “stanchi di questo lavoro” e si stanno ammalando nell’anima. Birnam Wood viene avanti e l’impero vacilla. Una Somnambula non può togliere la macchia di sangue, la Sua Thane non può dormire.

L’America non può lavarsene le mani … né conoscere un sonno innocente.

 

Robert Gore

Fonte: https://straightlinelogic.com

Link : https://straightlinelogic.com/2017/07/30/killing-them-is-killing-us-by-robert-gore/

20.07.2017

 

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario

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