WOLFGANG SCHUBLE, IL LUPO DELLA FORESTA NERA

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DI ROSANNA SPADINI

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Chi è Wolfgang Schäuble, l’uomo che ha osato sfidare il sistema imperiale della Troika, consolidato da anni di sevizie sociali? L’uomo che ha in mente un piano strategico innominabile e spregiudicato? L’uomo che ha avuto l’ardire di opporsi ai diktat del Fmi sul debito greco? Nessuno sconto al debito, dice lui, nessun taglio di capelli primavera-estate (haircut), nessun hairstyle, né rasato, né spettinato, né selvaggio … Mentre il Fmi continua irremovibile dal 2010 a dire che il debito greco non è sostenibile … non è sostenibile … non è sostenibile … bella grana! Chi vincerà la contesa?

Ma Wolfgang Schäuble è un uomo che non si scompone, dalle mille vite, sia politiche che sociali, ha tratto diversi insegnamenti dalla sua esperienza, uno tra tutti rispettare i dogmi del nazionalismo tedesco, sofferente dal secondo dopoguerra, da quando cioè la Germania fu sottoposta ad una sconfitta umiliante e ad una drastica limitazione della sovranità, con clausole segrete di riservatezza, a corollario dei trattati di pace. Chiamato spesso con il nickname “Wolf”, il lupo ha rivestito diversi ruoli istituzionali nella sua pluriennale carriera, ed ha avuto anche una storia personale piuttosto movimentata, è passato attraverso importanti ruoli istituzionali e dure esperienze personali.

Nel 1990, tenne un discorso elettorale nella cittadina di Oppenau, nella Foresta Nera, nella birreria “Bruder” c’erano molti sostenitori della Cdu, poi improvvisamente un uomo sfuggì all’attenzione degli agenti di sicurezza e sparò contro Schäuble alcuni colpi di pistola. Si dice che l’uomo avesse avuto precedenti per droga e un passato di problemi psichiatrici. Il lupo comunque sopravvisse, ma rimase paralizzato e da allora è costretto su una sedia a rotelle. Divenuto poi presidente del partito, fu investito di uno scandalo per finanziamenti illeciti e conti all’estero. In un’intervista televisiva, ammise di aver incontrato il commerciante d’armi al centro dello scandalo, Karlheinz Schreiber, e di aver ricevuto da lui centomila marchi in contanti per la Cdu nel 1994, poi si dovette scusare per aver mentito pubblicamente in parlamento.

Nei governi Kohl da ministro dell’Interno guidò per la Germania Ovest i negoziati per la riunificazione con l’Est, che si rivelò un fallimento economico e sociale per vari motivi. Anche oggi al centro del negoziato tra la Ue e la Grecia c’è la figura del lupo tedesco delle Finanze, che continua a consigliare l’adozione di una monetazione parallela alla Grecia e addirittura il Grexit per 5 anni, senza dire apertamente che sia l’una che l’altra opzione varrebbero un’uscita definitiva della Grecia dall’Eurozona e dall’Europa. Per capire meglio la situazione odierna è utile fare un salto indietro di 25 anni, infatti è stato durante il 1990 che Schäuble , «cavallo di razza dei conservatori in Germania ovest», negoziava le scadenze di unificazione della Germania, che si dimostrò poi un tragico fallimento.

Ancora oggi, la distanza economica e sociale tra le due parti della Germania risente del sistema economico adottato, nonostante i massicci trasferimenti di denaro pubblico dalle casse del governo federale tedesco e da quelle dell’Ue. Come dice l’economista Vladimiro Giacché nel suo libro “Anschluss, l’annessione. L’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa”, la riunificazione delle due Germanie ebbe come conseguenza la quasi completa distruzione del comparto industriale dell’ex Germania Est, la perdita drammatica di milioni di posti di lavoro e un’emigrazione di massa verso l’Ovest che perdura tuttora. La situazione nella ex RDT era molto simile a quella della Grecia, perché i tedeschi dell’est si trovarono di fronte ad una situazione economica difficile, ma non completamente compromessa, e le proposte di Schauble contribuirono ad affossarla definitivamente.

A quel tempo quasi tutte le società consortili, le attività commerciali o le stazioni di benzina ex-comuniste erano di proprietà della Treuhand, un’agenzia di fiducia, istituita originariamente per impedire la vendita delle imprese statali alle banche e alle società della Germania Ovest da parte di quadri comunisti corrotti, il cui scopo fu poi quello di trasformare tutto quello che era pubblico in aziende private, in modo da attuare una vera e propria privatizzazione selvaggia oligarchica. Il mandante occulto credo sia stata la politica neoliberista dei Chicago Boys che andava dilagando proprio in quegli anni anche in Europa …

La storia di questa unione maledetta è una storia che parla direttamente al nostro presente, perché illustra le varie fasi della completa demolizione della sovranità industriale della DDR e della privatizzazione dei servizi, con danno per le aziende pubbliche e un grosso favore per gli oligarchi. Quindi Schäuble, il tecnocrate spietato che ha usato modi feroci verso il proprio paese con quella malaugurata fusione, ora ha intenzione di spogliare la Grecia del suo patrimonio, infatti una parte dell’accordo di salvataggio prevede la proposta di creazione di un fondo, progettato per selezionare accuratamente beni pubblici greci del valore di 50 miliardi di euro e poi privatizzarli per pagare i debiti del paese.

Sta di fatto che la stessa operazione di unificazione subdola e strategica è avvenuta anche in Eurozona, con l’avvento dell’euro, quando i paesi del sud si sono visti distruggere la domanda interna ed hanno subito l’inondazione delle esportazioni del nord, per questo indebitandosi, ed ora sono costretti a subire perdita di sovranità, misure draconiane di austerity, umiliazione della svendita dei beni dello Stato. Esiste un video scandaloso in cui Mario Monti, mentre esercitava il ruolo di Presidente del Consiglio, si vantava durante un’intervista alla Cnn “della distruzione della domanda interna del paese”.

Per la Grecia il momento è decisamente tragico, ora sembra prevalere l’accordo concordato, che lascia Atene nell’euro, ma però obbliga la Grecia a riforme draconiane, mentre il Fmi ha più volte espresso il suo disappunto sull’assoluta insostenibilità del debito greco, e sulla necessità di doverlo ridurre notevolmente. A questo punto ci si chiede a cosa sia servito il referendum greco, perché sicuramente la Grecia avrebbe tratto vantaggio dall’uscita dall’euro, ma il transito non sarebbe stato dei più semplici, per due anni almeno la miseria sarebbe fortemente aumentata (come dicono alcuni economisti), con il rischio per Tsipras di vedersi scalzare da disordini sociali, o rivoluzioni colorate sostenute dagli Usa che avrebbero riportato il paese in Europa, perché è questo il loro intento. Lo zio Sam non vuole mollare la Grecia.

Probabilmente è per questo che Tsipras ha deciso di appoggiare l’ala moderata del partito, del resto l’ha sempre detto che non voleva uscire, non credo però che ci siano stati tradimenti d’interesse verso il suo popolo, perché ascoltando i suoi discorsi, l’ipocrisia degli oligarchi usurai, la conosceva benissimo, lui stesso ha detto che il 90% dei finanziamenti alla Grecia sono finiti alle banche Europee … credo invece che ci sia stata la presa di consapevolezza che di fronte ad una possibile guerra civile, più o meno colorata, banche chiuse per un lungo periodo, prelievi forzosi sui conti correnti, Tsipras abbia pensato bene di sopravvivere in qualche modo, aspettando qualche evento più invasivo che potrebbe far crollare il castello di carte dell’Eurozona.

Del resto un film già visto, perché quando Schäuble guidava la delegazione della Germania Ovest per l’unificazione, aveva utilizzato proprio l’agenzia di fiducia, la Treuhand, per praticare una brutale privatizzazione dell’economia dell’est, che fu una disgrazia per il suo popolo, ma anche per la Treuhand stessa che alla fine perse una caterva di miliardi e li fece anche perdere alle casse della Repubblica federale. L’agenzia si era presa tutta la colpa per la demolizione economica nella Germania dell’Est, e i suoi dirigenti pagarono il prezzo: uno dei presidenti della Treuhand, Detlev Karsten Rohwedder, fu assassinato da terroristi di sinistra, e anche Schäuble subì quell’attentato solo pochi giorni dopo la riunificazione tedesca. Si dice che le motivazioni del suo folle aggressore fossero estranee agli eventi politici, ma io non credo molto nelle coincidenze.

In realtà il business si rivelò fallimentare anche per le casse dell’ovest, perché banche e aziende del settore energetico erano già state accaparrate dalle società occidentali, e dunque quando pochi giorni dopo l’introduzione del marco occidentale l’economia dell’est collassò, richiese un massiccio programma di salvataggio organizzato sottobanco dal governo di Schäuble: 100 miliardi di marchi per salvare l’economia della vecchia Germania orientale.

Instaurata l’unione monetaria tra le due Germanie, l’economia dell’est entrò ulteriormente in crisi e la Treuhand non ebbe alcuna possibilità di vendere molte delle sue imprese, tanto che nel giro di breve tempo cominciò a chiudere intere aziende, licenziando migliaia di lavoratori, quindi alla fine l’operazione si rivelò fallimentare anche per il governo tedesco: raggranellò appena 34 miliardi di euro per tutte le società dell’est messe insieme, perdendo 105 miliardi di euro.

Probabilmente il lupo della finanza tedesca sta agendo anche oggi con la stessa durezza con la Grecia, soprattutto per risparmiare tasse al suo elettorato, ma non è solo questo l’intento, cerca anche di guardare al futuro, quindi dopo aver dissanguato i paesi del sud, ha in mente altri progetti di egemonia imperiale: una nuova Eurozona mitteleuropea, più compatta, più equilibrata, più potente, che sappia sganciarsi dal controllo euroatlantico, scortando i Piigs verso un’uscita controllata dall’euro, dopo averli spolpati dei beni pubblici e delle ricchezze private, riprendendosi a pieno la sovranità perduta dal secondo dopoguerra. Le sue posizioni appaiono sempre più oltranziste, dimostrando di non voler condividere con i Piigs assetti fiscali e debitori, anzi forse meglio sganciarsi dal sistema, diventato ormai esplosivo per vari motivi (movimenti populisti ribelli, sfaldamento dell’asse franco-tedesco). Del resto l’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis lo ha spiegato chiaramente in una intervista al New Statesman: la troika non aveva mai preso sul serio le sue proposte, nemmeno le hanno considerate.

Grazie a questo tipo di propaganda pervasiva i tedeschi si sentono oggi vittime degli sperperi della Grecia sanguisuga, che per colpa dell’euro sarà costretta a svendersi persino le isole. A sentire invece i giornalisti tedeschi onnipresenti sui nostri teleschermi, quei simpaticoni di Udo Gumpel e Tobias Piller, ferocemente merkelliani e di simpatie filogovernative, questa sembra essere l’unica possibile verità. Insomma i tedeschi gli onesti e generosi, polli da spennare da parte di quei fannulloni e disonesti terroni e maiali che prosciugano le pingui casse del tesoro tedesco, così faticosamente e onestamente accumulato.

Intanto la crisi greca ha gettato nel panico molti paesi dell’Europa centrorientale che progettavano di entrare in Eurozona: il Telegraph riporta che Anders Borg, l’ex ministro delle finanze della Svezia che, fino a poco tempo fa era un forte sostenitore dell’euro, ha avvertito che l’integrazione fiscale più profonda – esattamente il rimedio prescritto dalla maggior parte degli economisti – avrebbe “distrutto la zona euro”, perché gli stati più prosperi del nord non avrebbero tollerato le maggiori imposte necessarie per sovvenzionare il sud. Boyko Borissov, primo ministro della Bulgaria, se n’è uscito dicendo: «Ci mancava anche questa! Se fossimo stati membri dell’Eurozona, noi che siamo i più poveri di tutti saremmo anche stati costretti a contribuire a pagare per le malefatte dei Greci!»

Il nuovo primo ministro polacco Eva Kopasz poi ha cambiato idea anche lei: «Non oggi, non domani, non in cinque anni, ma solo quando saremo sicuri che l’Euro rappresenterà un beneficio per la Polonia e i polacchi» ha dichiarato alla Tv; e la sua potenziale avversaria, Beata Szydlo, è stata ancora più categorica: «Non vogliamo fare la fine della Grecia: fino a quando l’Eurozona non risolve i suoi problemi di governance, non se ne parla neanche».

Insomma quando la storia si fa caricatura si prospettano disgrazie in vista … chissà però che non ci tocchi ringraziare il “lupo della finanza tedesca” Wolfgang Schäuble …Rosanna Spadini

Fonte: www.comedonchisciotte.org

24.07.2015

http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/11754173/Why-does-the-UK-love-the-EU-when-most-of-Europe-seems-to-hate-it.html

http://www.hookii.it/chi-e-schauble-realta-qualche-fatto/

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/vita-austerity-quasi-morte-falco-schaeuble-che-1990-perse-104927.htm

Behind Germany's refusal to grant Greece debt relief – Op-Ed in The Guardian

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-03/ritratto-wolfgang-schauble-uomo-155122.shtml?uuid=Aa0OPzQE

http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-pagnotta-del-quarto-reich-luglio-2015-il-mese-che-ha-riaperto-la-questione-tedesca/

http://www.sinistrainrete.info/europa/5469-jacques-sapir-la-resa.html

http://vocidallestero.it/2015/07/18/molti-nel-governo-tedesco-credono-che-la-grexit-sia-una-soluzione-migliore/

http://vocidallestero.it/2015/07/18/theguardian-per-capire-la-durezza-della-germania-verso-la-grecia-bisogna-guardare-a-25-anni-fa/

http://www.theguardian.com/commentisfree/2015/jul/17/germany-greece-wolfgang-schauble-bailout?CMP=Share_iOSApp_Other

http://www.theguardian.com/commentisfree/2015/jul/17/wolfgang-schauble-greek-bailout-morally-right

http://www.linkiesta.it/storia-wolfgang-schauble-ministro-finanze-germania

http://www.ilgiornale.it/news/politica/e-ora-nessuno-vuole-pi-adottare-leuro-1152693.html

http://www.iconicon.it/blog/2015/07/il-piano-di-schauble/

http://www.maurizioblondet.it/author/blondet/

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