Video mostra che gli USA lasciano disinvoltamente scappare l’ ISIS verso la Siria

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DI DARIUS SHATAHMASEBI

TheAntiMedia.og

https://youtu.be/wA1hhOcWcPk

Le immagini di questo video di   Al-Masdar  sembrano mostrare dei convogli di combattenti dell’ ISIS che fuggono dalla città siriana di Raqqa senza essere fermati  dai militari USA, che stanno bombardando esattamente quella posizionea. Come mette in evidenza Al-Masdar, malgrado ci siano droni curdi e americani che si muovono attorno alla città di Raqqa, non si vede nemmeno una bomba americana che tenta di ostacolare le centinaia di combattenti dell’ISIS che passano in tutta sicurezza. La pubblicazione di questo filmato arriva mentre si  alzano le accuse sia della Russia che dell’ Iran , sulla collusione USA che sta consentendo il passaggio sicuro a forze dell’ISIS  che stanno raggiungendo aree controllate dal governo siriano.

L’Iran dice di avere prove dirette, che finora non ha rivelato, ma anche se Russia e Iran non avessero documenti segreti che dicono chiaramente che questa è collusione, resta il fatto che non noi ne abbiamo veramente bisogno.

Dopo tutto, questo è in questo modo che l’ ISIS ha cominciato a crescere esponenzialmente in Siria – come effetto diretto della strategia di politica estera USA. Nel 2012, un rapporto segreto della Defense Intelligence Agency aveva predetto che l’ISIS avrebbe preso il potere, proprio per l’incoraggiamento ricevuto dal establishment Usa. Sul rapporto si leggeva:

“Se la situazione si risveglia, c’è la possibilità che si instauri un principato salafita dichiarato o  no,  in Siria orientale … e questo è esattamente quello che vogliono i poteri che appoggiano l’opposizione per isolare il regime siriano”.

Inoltre un audio leaked dell’ex Segretario di Stato John Kerry dimostra che era a conoscenza che l’ISIS stava guadagnando terreno in Siria e che gli Usa speravano che questo avrebbe spinto il Presidente siriano Bashar al-Assad a sedersi al tavolo dei negoziati.

Il recente transito sicuro dei combattenti dell’ ISIS  verso aree sotto il controllo del governo siriano è stato la dimostrazione di una strategia dichiarata ma non ufficiale messa realmente in atto sul campo in Iraq e in  Siria.

Alla fine dell’anno scorso, Anti-Media  aveva riferito di una dichiarazione anonima di un diplomatico militare secondo cui gli Stati Uniti avevano permesso il passaggio sicuro ai combattenti ISIS usciti da Mosul, in Iraq, che volevano raggiungere la Siria – anche se gli Usa avevano già iniziato una offensiva per sconfiggere le forze ISIS nella zona. Come abbiamo detto, ammettiamo la natura sgradevole e discutibile della fonte anonima:

“Una fonte anonima rivendica su un giornale russo qualcosa di cospiratorio nell’aiuto che gli Stati Uniti stanno prestando direttamente a militanti dell’ISIS e anche se questo può suscitare dubbi, resta il fatto che è in atto una offensiva lanciata lunedì scorso. Mentre la realtà che si vede sul campo è altra.

Secondo il  Generale dell’esercito, Talib Shaghati, come riportato dal giornale-anti-russo The Guardian, militanti dell’ ISIS stanno già fuggendo da Mosul in Siria, come conferma anche il Ministro degli Esteri Saudita, Adel al-Jubeir, che ha affermato che se l’ISIS venisse costretta a lasciare Mosul, probabilmente si dirigerebbe  in Siria “.

Non molto tempo dopo, l’ISIS ha lanciato un’offensiva contro le truppe del governo siriano, in una zona molto strategica della Siria,  Deir ez-Zor. La parte più spaventosa di questa offensiva è il fatto che i combattenti dell’ ISIS che hanno combattuto con successo contro le linee di difesa del governo siriano, come segnalato dal Guardian, erano “soprattutto  rinforzi entrati nel paese dal confine della provincia irachena di Anbar“.

Deir ez-Zor non è fuori dalla spazio che può essere colpita dall’esercito americano. Questa è la stessa città che fu attaccata dalla coalizione guidata dagli americani a settembre dell’anno scorso – un attacco che bombardò   le truppe siriane per oltre un’ora, aprendo la strada ad una tempestiva offensiva dell’ISIS. Però quando si tratta di centinaia di di uomini che passano dal confine iracheno per rinforzare le file dell’ISIS in Siria, sembra che l’esercito americano   se ne sia andato – temporaneamente – in vacanza.

Ci è stato detto che Raqqa doveva essere l’ultima fortezza ISIS in Siria, ma ovviamente questo non è vero. Per consentire agli Stati Uniti – in ultima analisi – di fare pressioni sul governo siriano, il vero obiettivo non è Raqqa, ma è una combinazione di due posizioni molto strategiche fortemente interconnesse tra loro.

Come spiega Gulf News::

“In questi posti si sta svolgendo un confronto complesso, con importanza e rischi molto più geopolitici. Il Daesh [ISIS] non dovrebbe giocare la sua ultima mano a  Raqqa, ma in una zona che abbraccia i confini con l’Iraq e la Giordania e buona parte delle modeste riserve di petrolio della Siria, rendendo questa zona  importante per la stabilizzazione della Siria e per influenzare i paesi vicini.

“Chiunque riuscirà a cogliere l’importanza di questa zona scarsamente popolata di questa versione  del Grande Gioco del XXI secolo,  non solo avrà il merito di anticipare quella che probabilmente sarà l’ultima mossa del califfato territoriale del Daesh in Siria, ma potrà svolgere anche un ruolo importante nella determinazione del futuro della Siria e della dinamica del dopoguerra in tutta la regione “.

E’ questo, in ultima analisi, il problema della coalizione a guida USA degli stati anti-Assad (e anti-iraniani). E’ questa la logica ufficiale dietro le porte chiuse per cui viene preso di mira il governo della Siria e si vuole un  cambio di regime:  la necessità di minare l’influenza iraniana nella regione,  secondo l’archivio delle e-mail di Hillary Clinton. Paesi come Arabia Saudita, Giordania, Egitto e altri Stati del Golfo temono da tanto tempo che un blocco dominato da Iran, Iraq,  Siria e  Libano, sotto la  Shia, possa ribaltare completamente l’equilibrio di poteri nella regione e contro questo ribaltamento si sono opposti, a tutti i costi.

Come spiega  Gulf Newsgli iraniani si stanno attualmente impegnando per la realizzazione di un ponte sciita, conosciuto come la “La Mezzaluna della Shia”:

“L’area include anche le regioni desertiche più a sud che attraversano diverse zone di frontiera, tra cui l’autostrada cruciale che collega Damasco e Baghdad – ambita dall’Iran come via di terra verso il Libano e verso il suo alleato, la milizia degli Hezbollah”.

È per questo che l’esercito americano ha costruito una base di addestramento vicino  all’attraversamento della frontiera di Aal-Tanf. Se il governo siriano dovesse riprendere il controllo di questa area, sarebbe in grado di collegare direttamente  l’Iran alla Siria e al resto dei suoi alleati, inclusi Iraq e Libano.

Ecco perché i militari americani si sono impegnati in atti illegali di aggressione contro le milizie iraniane che operano in questo settore – Per difendere questa posizione.

D’altro canto, l’avamposto del governo siriano a Deir ez-Zor è isolato, per questo motivo queste due offensive devono muovendosi insieme per avere un valore reale per il governo siriano, per i suoi alleati russi e per gli iraniani.

Affascinante come lo spettacolo della testimonianza di Comey è (non dimenticate di sintonizzarvi sugli scandali di domani per i  Tweets- segreti-rivelati-sbagliati) il vero scandalo degli Stati Uniti ora stanno dalla parte dell’ISIS lasciando a questi terroristi un passaggio sicuro per entrare in Siria, di modo che possano combattere contro il governo secolare.  Gli Stati Uniti per il momento sono lontani da un confronto totale contro l’Iran (e contro la Russia, che è una potenza nucleare).

Ma non aspettatevi che i media-mainstream vi parlino di questi maledetti fattaci,  perché la gente deve  continuare a camminare come sonnambula, confusa nella nuvola del polverone globale che nasconde tutte le falsità, le morti e le distruzioni.

 

Fonte : http://theantimedia.org

Link:  http://theantimedia.org/video-us-allowing-isis-escape-syria/

12.06.2017

 

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario

 

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