Si chiamava Carlo Alberto Conte il dodicenne padovano che domenica mattina, colpito da un attacco di cuore è stato visto barcollare e accasciarsi a terra durante una corsa campestre a Vittorio Veneto. Dopo un’ora di rianimazione, era stato portato in elicottero al Ca’ Foncello di Treviso, dove è stato in gravissime condizioni nel reparto di terapia intensiva cardiochirurguca. Un’altra vittima della strage di stato legata alla sperimentazione coatta sull’uomo dei farmaci sperimentali denominati “vaccini Covid”. Nonostante sia palese che i rischi superano i benefici per le fasce d’età più giovani, che inoltre dall’immunità naturale trarrebbero assai maggior beneficio senza le complicanze cardiache e coronariche tipiche di questi farmaci sperimentali, il duo Draghi-Speranza si è accanito nel voler imporre il super green pass, ovvero tre dosi di farmaco mRNA, i bambini dai 12 anni in su, estendendolo in forma attenuata fino ai 6 anni.
A differenza degli altri media, anche indipendenti, che non si azzardano a fare il collegamento, lasciandolo ai lettori, noi per coscienza e onestà lo facciamo: Carlo Alberto, che aveva superato la visita medica di idoneità allo sport, non avrebbe mai potuto avere un infarto dopo pochi metri di corsa, in condizioni fisiche normali. Perché oggi per essere idoneo non ti basta essere sano: devi avere la tessera verde, e Carlo, per partecipare a quella gara, certamente la doveva avere. I genitori piangeranno per tutta la vita una morte che non doveva avvenire. Perché non è morto: è stato ucciso, e i suoi assassini, oltre ai medici vaccinatori che hanno acconsentito a eseguire l’inoculazione, siedono nel parlamento di questo paese, rappresentanti di un popolo indegno di questo nome, che non ha neanche saputo preservare i suoi piccoli dalla rapacità della cricca globalista e dei suoi lobbisti.
MDM 25/01/2022