Da Sicurezza Internazionale:
Il contingente del blocco militare guidato da Mosca inizierà a lasciare il Paese Centro-Asiatico a partire dal 13 gennaio. Il ritiro sarà completato nell’arco di 10 giorni. L’annuncio di Tokaev è stato rilasciato nel corso di una riunione della Camera Bassa del Parlamento kazako, altresì nota come Màjilis. Nonostante i “militanti” abbiano tentato di prendere il potere, ha spiegato il capo di Stato, la situazione è tornata stabile, grazie anche alla missione della CSTO, un’alleanza militare difensiva centro-asiatica. Il leader di Nur-Sultan ha poi spiegato che, a causa dei disordini, la sicurezza nazionale subirà miglioramenti. Ad esempio, saranno revisionate le operazioni delle autorità di frontiera. Tra le riforme che saranno apportate per incrementare la sicurezza del Kazakistan, Tokaev ha menzionato la creazione di nuove unità della Guardia Nazionale e delle Forze Speciali. Infine, il capo del Paese ha dato l’ordine di ristabilire l’ordine al confine doganale, soprattutto con la Cina. Per quanto riguarda il nuovo premier, Samilov era primo vice ministro del precedente gabinetto che Tokaev ha dimesso, il 5 gennaio, durante l’ondata di proteste senza precedenti che il Paese ha affrontato. Il mentore di Tokaev, il presidente fondatore Nursultan Nazarbayev, non è ancora apparso pubblicamente dall’inizio della crisi, nonostante il portavoce di Nazarbayev abbia affermato che l’81enne si trovava nella capitale Nur-Sultan ed era in stretto contatto con Tokaev.
Il giorno precedente, il capo di Stato ha rivelato che dietro le proteste vi sarebbero stati “estremisti islamisti addestrati all’estero”, i quali avrebbero tentato di realizzare un colpo di Stato in Kazakistan. Nonostante le rare proteste, Tokaev è riuscito a utilizzare la crisi interna per consolidare il proprio potere in una delle nazioni più ricche dal punto di vista di riserve petrolifere e di gas. Finora, le autorità non sono riuscite a fornire prove solide a sostegno delle affermazioni secondo cui i terroristi, compresi i “combattenti stranieri”, erano i fautori delle proteste. Anche dal governo, non sono giunte informazioni dettagliate sul presunto tentativo di colpo di Stato. L’emittente indipendente RFE/RL ha citato le dichiarazioni di testimoni. Da una parte, alcuni hanno affermato che le manifestazioni pacifiche sembravano aver preso una piega violenta a causa della presenza di gruppi organizzati, mentre altri hanno accusato le forze governative di aver alimentato la violenza.
MDM 12/01/2022