Di Raniero Mercuri per ComeDonChisciotte.org
Notte prima degli esami. Un capolavoro di Antonello Venditti. Non c’è dubbio. La colonna sonora di generazioni di studenti alle prese con l’ultimo grande passo di un percorso avviato anni prima. Tutto bellissimo.
Tranne l’incoerenza e la banalità di chi non c’entra nulla. Ogni anno lo stesso copione: uno, due giorni prima degli scritti via allo show, al “tototracce”, telegiornali e “specialisti” dispensano indicazioni ed emozioni plastificate su modalità, obiettivi, capacità e quant’altro. Tutto finto. Dalla fine del primo scritto l’attenzione mediatica cala e con lei quella dell’opinione pubblica, fino a svanire dagli orali in poi.
Sarò chiaro: l’esame di Maturità è solo dei ragazzi. Nessuno deve permettersi di toccare le loro sacrosante paure, preziosissime e prettamente umane, la cui capacità di gestione è un elemento basilare per valutare quanto stia maturando o meno un alunno. Il carico di ansia invece, indotto da questi meschini scendiletto dell’infelicità statalizzata, non fa parte dell’uomo ma è un triste lascito di secoli annichiliti da modernismi di vario genere. E va ad intaccare la purezza di quell’età elastica nell’animo e nell’apprendimento.
Accanto ai maturandi, c’è posto soltanto per i professori e per poche altre figure. Professori che dovrebbero, per larga parte, ricordare che l’aspetto umano è il principio primo nel rapporto con gli alunni. Sembra una banalità ma nel mondo disumanizzato, distanziato, digitalizzato e destrutturato di oggi, occorre addirittura ricordarlo. Almeno per continuare a salvare più studenti possibile dall’ignoranza eretta a cultura.
Ecco perché, di seguito, pubblico una lettera che un docente di italiano ha scritto ai suoi studenti. Che non resti un caso isolato.
“Cari ragazzi, ora che anche l’ultimo di voi ha terminato gli orali, è tempo di salutarvi come gruppo classe. Sono fiero di voi. Di tutti voi. A prescindere dai voti.
Il primo pensiero va a chi non è passato, perché deve credere fermamente da subito che una rivincita spesso vale molto di più. E lo sapete tutti, perchè ognuno di voi con questa Maturità, che non dimenticherete mai, si è preso la sua rivincita. Contro quanti in passato non hanno creduto in voi, dicendovi che non eravate in grado, che con voi non ne valeva la pena, che eravate gli ultimi degli ultimi. Soprattutto a voi stessi avete dimostrato quanto valete.
Sono orgoglioso di questo anno scolastico insieme: faticoso, impegnativo, a volte duro ma anche leggero e divertente. Siete migliorati dal primo all’ultimo giorno, soprattutto da metà anno in poi. Abbiamo fatto gruppo, che è fondamentale per poter poi insegnare ed apprendere nuove conoscenze. Non dimenticherò mai il vostro grande affetto quando sono mancato e poi tornato, lo porterò sempre con me.
L’obiettivo più importante è stato raggiunto: avete espresso il vostro talento, ognuno di voi a modo suo, nella sua unicità. A questo serve la scuola.
Mi mancherete e vi abbraccio forte. Siete stati bravissimi. Con eterno affetto, il vostro vecchio prof. di italiano”.
Di Raniero Mercuri per ComeDonChisciotte.org
06.07.2024
Raniero Mercuri. Docente in discipline umanistiche nella scuola secondaria. Giornalista.