Sulla vaccinazione infantile gli esperti sembrano riluttanti a seguire “la scienza”

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Di Jonathan Cook
unz.com

In alcuni di questi blog [alternativi come unz.com] ho cercato di evidenziare pacatamente quello che dovrebbe essere un fatto assolutamente ovvio: che “la scienza” che ci viene costantemente detto di seguire non è così scientifica come viene affermato.

Questo è inevitabile nel contesto di un nuovo virus di cui non si sa ancora molto. Ed è tanto più vero se si considera che la nostra principale risposta alla pandemia – la vaccinazione – pur essendo un rimedio relativamente efficace contro gli esiti peggiori della malattia, è comunque uno strumento abbastanza spuntato. I vaccini sono l’epitome dell’approccio unificante della medicina moderna.

Nel vuoto tra la nostra conoscenza scientifica e la nostra paura della mortalità si è precipitata la politica. È il rifiuto di ammettere che “la scienza” è stata compromessa da considerazioni politiche e commerciali che ha portato ad un confronto sempre più polarizzato – e irragionevole – tra quelli che sono diventati i due lati dello spartiacque Covid. La curiosità e il dubbio sono stati schiacciati dalle certezze fasulle delle varie fazioni.

Tutto questo è stato sottolineato dall’ultima decisione del Joint Committee on Vaccinations and Immunisation, l’organo consultivo ufficiale del governo britannico sulle vaccinazioni. Inaspettatamente, ha sfidato la pressione politica e ha rinunciato, almeno per il momento, ad estendere il programma di vaccinazione ai bambini tra i 12 e i 15 anni.

Il governo britannico sembra essere furioso. I ministri che avevano sempre chiesto di “seguire la scienza” si preparerebbero, secondo quanto riferito, ad ignorare il consiglio o, più probabilmente, ad intimare al JCVI di cambiare rapidamente idea nei prossimi giorni.

E i media liberali come il Guardian, così attenti fino ad ora ad evitare di dare risonanza agli scienziati “dissidenti”, stanno improvvisamente sottoponendo la parte migliore dell’establishment vaccinale alle dure critiche dei medici che vorrebbero i bambini vaccinati il più rapidamente possibile.

Guardando lo svolgersi di questo “litigio” fittizio, una cosa è chiara: “la scienza” sta ricevendo un’altra batosta politica.

Uno sguardo dietro il sipario

Ci sono alcuni particolari rivelatori sepolti nei resoconti dei media sulle ragioni per cui il JCVI vorrebbe ritardare le vaccinazioni pediatriche, informazioni che sfidano altre parti della narrativa sulla vaccinazione e che, fino ad ora, erano state inattaccabili.

Una riguarda la Long Covid e la paura di questa complicanza, probabilmente il fattore principale che spingerebbe i genitori a far vaccinare i propri figli, dato che la probabilità di contrarre la Covid in forma grave è veramente molto bassa per la stragrande maggioranza dei bambini. Riguardo alla Long Covid nei bambini, il JCVI sosterrebbe, secondo il Guardian, che “la gravità della sintomatologia [post Covid] potrebbe non essere peggiore di quella osservata nei bambini che, a tutti gli effetti, non hanno mai contratto la Covid”.

Cosa dovremmo pensare? Sappiamo che negli ultimi decenni una piccola ma crescente percentuale di bambini ha sofferto di sindrome da fatica cronica a lungo termine, spesso a seguito di un’infezione virale. Questo, nei bambini, potrebbe riferirsi a problemi immunitari più generali, che, come in altre patologie croniche, hanno spesso suscitato perplessità nei medici (problemi che potrebbero essere stati anche causati dagli stessi medici).

La Long Covid è forse un’altra sindrome da affaticamento, una sindrome di cui molti di questi bambini avrebbero [ugualmente] sofferto se fossero stati infettati da un virus diverso, come quello dell’influenza? Non aspettatevi un dibattito a riguardo, non parliamo poi di una risposta a breve termine.

Poi c’è questo. Il Guardian riporta che il JCVI era preoccupato per “le conseguenze a lungo termine sconosciute  di un raro effetto collaterale [la miocardite] riscontrato con i vaccini mRNA, come quelli di Pfizer/BioNTech e Moderna. … Ciò che mette il JCVI a disagio è che c’è poco follow-up a lungo termine sui bambini vaccinati”.

“Conseguenze a lungo termine sconosciute”? Una mancanza di “follow-up” sui bambini vaccinati? Queste sembrano più critiche da cospirazionisti che i cauti consigli degli esperti di vaccinazione.

Oppure ci è stato solo permesso di dare una fugace sbirciata dietro il sipario del dibattito medico ufficiale e vedere che esistono incertezze che ci vengono accuratamente nascoste. Sembra che la “Scienza” non sia così solida come gli scienziati o i politici vorrebbero farci credere.

Aumentare la pressione

Quale opinione sensata dovremo accettare noi, il pubblico, quando il cosiddetto consenso “scientifico” tornerà rapidamente ad adeguarsi – forse già dalla prossima settimana –alle richieste dei politici?

Il governo e parte dei media continueranno chiaramente a fare pressione sul JCVI. Gli sforzi del comitato per evitare di essere trascinato in un dibattito teso e politicizzato sulla vaccinazione dei bambini sono evidenti in tutti i caveat e i cavilli della sua decisione di venerdì.

L’obiettivo dichiarato del governo nel voler vaccinare i bambini è evitare “l’interruzione” dell’istruzione infantile, come se il vero problema fosse il benessere degli alunni. Dobbiamo essere onesti: le interruzioni [delle lezioni] erano state imposte alle scuole da politici ed educatori non per il bene dei bambini ma per il bene degli adulti, spaventati dalla loro stessa vulnerabilità alla Covid.

Il JCVI ha messo in imbarazzo il governo ricordandoci questo fatto in relazione alle vaccinazioni infantili. Non solo, per un anno o più, abbiamo privato i bambini di un’istruzione adeguata e delle opportunità di svilupparsi fisicamente, mentalmente ed emotivamente attraverso la [normale] vita scolastica, i club, le gite e lo sport, ma ora, suggerisce il JCVI, vogliamo iniettare loro un nuovo farmaco le cui conseguenze a lungo termine non sono pienamente comprese o, come sembra, non sono state adeguatamente indagate.

Anche di questo non si potrà più parlare, non appena il JCVI si troverà a essere costretto ad accettare le richieste del governo. Ci verrà detto ancora una volta di “seguire ciecamente la scienza”, di obbedire a questi dettami politici, così come una volta ci veniva chiesto di obbedire ai dettami spirituali dei sacerdoti.

Censurare le testimonianze

“Seguire la scienza” è un mantra ideato per smorzare ogni pensiero critico su come rispondere alla pandemia e per giustificare la censura di scienziati dissenzienti, anche ben qualificati, da parte dei media corporativi e dei loro equivalenti dei social media.

Per esempio, YouTube ha eliminato la testimonianza davanti al Congresso degli Stati Uniti di esperti medici che avevano cercato di sollevare l’attenzione sui potenziali benefici dell’ivermectina, una medicina sicura e da tempo fuori brevetto. Invece, i media corporativi la descrivono derisoriamente come un “farmaco da cavalli” per prevenire qualsiasi discussione sul suo uso come alternativa terapeutica economica alle infinite e costose iniezioni di richiamo dei vaccini.

(A proposito, prima che la folla del “bisogna seguire la scienza” si faccia venire un travaso di bile, [ci tengo a puntualizzare che] non ho un’opinione particolare sull’utilità dell’ivermectina, vorrei solo che agli esperti fosse permesso di discuterne in pubblico. Guardate, per esempio, questo segmento farsesco qui sotto, tratto da The Hill, in cui i presentatori sono costretti, mentre discutono del furore mediatico scatenato dall’uso dell’ivermectina da parte della star del podcast Joe Rogan nel trattare la sua Covid, ad evitare a tutti i costi di nominare il farmaco in oggetto, per paura della censura di YouTube).

Volere un dibattito più aperto su cosa ci aspetta, soprattutto quando i Paesi occidentali hanno vaccinato la stragrande maggioranza delle loro popolazioni, viene quasi sempre considerato come una “negazione della Covid”.

Dove porti questo nuovo clima autoritario è evidente nella diffamazione di chiunque cerchi di evidenziare che le nostre risposte alla Covid stanno seguendo uno schema conosciuto e favorevole al big-business: concentrare tutta l’attenzione su soluzioni rapide, costose, a breve termine e avide di risorse (in questo caso, i vaccini) e ignorare importanti soluzioni sostenibili a lungo termine, come migliorare la salute della popolazione e l’immunità a questa pandemia, e a quelle che probabilmente seguiranno.

La diffusione dell’obesità (l’obesità è un fattore chiave nella predisposizione alla Covid grave, anche se non si direbbe dalla copertura mediatica) non viene ancora affrontata, anche se ‘l’epidemia’ di obesità, a differenza della Covid, sta crescendo, come minaccia alla salute pubblica ormai da molti decenni. Perché? Perché l’industria alimentare corporativa, in particolare quella dei fast-food e dello zucchero, e le industrie sanitarie corporative sono finanziarimente motivate a fare in modo che il problema non venga mai affrontato.

Non c’è un serio dibattito mediatico sul ruolo della salute nell’affrontare la Covid perché i media corporativi dipendono dagli investimenti, esattamente secondo lo stesso modello di consumo delle corporation alimentari e sanitarie e, non ultimo, dipendono in larga misura dalla pubblicità mediatica.

Ecco perché i media si sono affrettati ad amplificare gli attacchi a Jonathan Neman, il direttore di Sweetgreen, la catena di fast-food specializzati in insalate dietetiche, per aver presumibilmente “minimizzato l’importanza dei vaccini“, appena aveva sottolineato il fatto statistico che il 78% delle persone ricoverate in ospedale per la Covid sono obese e in sovrappeso. Aveva chiesto, abbastanza ragionevolmente:

“E se rendessimo illegale il cibo che ci fa ammalare? E se tassassimo i cibi lavorati e lo zucchero raffinato per pagare l’impatto della pandemia? E se incentivassimo la salute?”

I politici, naturalmente, non hanno alcun interesse ad agire contro l’industria alimentare corporativa, sia perché dipendono dai contributi elettorali di quelle stesse corporation, sia perché desiderano il favore dei media corporativi.

Studi sull’immunità

Un altro argomento diventato completamente tabù è la questione dell’immunità naturale. Alcuni studi recenti suggeriscono che coloro che si sono ammalati e si sono ristabiliti dalla Covid reagiscono meglio alla variante delta rispetto ai vaccinati non precedentemente infettati.

Quelli che sono guariti sembrano avere molte meno probabilità di essere reinfettati, probabilmente perchè l’immunità naturale conferisce una protezione più forte e duratura contro la Covid rispetto ai vaccini, impedendo anche l’ospedalizzazione e la trasmissione.

Questo potrebbe avere implicazioni significative per la nostra dipendenza dai vaccini. Per esempio, i vaccini potrebbero avere un ruolo nella creazione di nuove varianti più aggressive, dato che i vaccinati vengono erroneamente incoraggiati a considerarsi a minor rischio di contrarre la Covid, anche se, in realtà, è molto più probabile che siano loro a trasmettere la malattia, piuttosto di chi è guarito.

Se è così, l’ortodossia attuale, tutta a favore dei vaccini, ha capovolto la realtà.

Di fatto, e la cosa non sorprende, questi studi non hanno ricevuto quasi nessuna copertura mediatica. Sono in conflitto con ogni singolo messaggio che i politici, i media e la folla del “bisogna seguire la scienza” hanno continuato a ripetere per mesi.

Quanto questa narrativa sia artificiale può essere visto nel ruolo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avuto fin dall’inizio, prima del lancio vero e proprio dei vaccini, nel cercare segretamente di riscrivere la storia della medicina. Nel caso della Covid [l’OMS] aveva deliberato che l’immunità di gregge poteva essere raggiunta solo attraverso la vaccinazione, come se l’immunità naturale non contasse più nulla.

Evidenziare questi nuovi studi non significa che la strategia migliore sia lasciare che la Covid si diffonda nella popolazione o che le vaccinazioni non aiutino a prevenire le malattie e la diffusione della Covid.

Significa però distruggere la nuova e semplicistica convinzione che la vaccinazione sia l’unico modo sicuro, o addirittura il migliore, per proteggersi da un virus.

Ribalta la politica, sempre più promossa dai politici e dai media, secondo cui i non vaccinati dovrebbero essere trattati come una minaccia per la società ed essere considerati cittadini di seconda classe (guardate il video qui sotto).

Mette in discussione l’obbligo dei passaporti vaccinali come prerequisito per il ripristino della “vita normale”.

E accenna ad un’ulteriore ragione per cui il JCVI potrebbe essere stato riluttante nel voler testare una nuova generazione di vaccini sui bambini per una malattia che raramente si dimostra grave per loro e per cui avranno un’immunità più forte dalla malattia stessa, piuttosto che da un vaccino.

Un vuoto evidente

Ciò che questi studi e altri suggeriscono è che abbiamo bisogno di un dibattito più aperto e onesto sul modo migliore di procedere, un dibattito più inclusivo piuttosto che ciò che abbiamo al momento: accuse, arroganza e disprezzo – da entrambe le parti.

La sinistra non dovrebbe schierarsi con i media corporativi per chiudere il dibattito, o rifiutarsi di accettare la realtà della Covid; dovrebbe battersi per argomenti più persuasivi. E la sinistra non dovrebbe fare il tifo per la prevaricazione o la stigmatizzazione delle persone che esitano ad accettare i vaccini, sia per sé stessi che per i propri figli.

Se si crea un vuoto evidente nel discorso pubblico, come è successo con la Covid, due cose sono garantite: che i politici e le corporation sfrutteranno quel vuoto per aumentare il loro potere e i loro profitti; e una parte significativa del pubblico attribuirà le motivazioni peggiori e più ciniche a coloro che fanno rispettare il vuoto.
L’atto stesso di imbavagliare chiunque – ma soprattutto gli esperti – e impedirgli di portare avanti un certo tipo di discorso è destinato ad aumentare l’alienazione politica, il cinismo e la polarizzazione sociale. Non crea alcun tipo di consenso o di solidarietà. Crea solo divisione e amarezza. Il che, ad essere cinici, potrebbe essere la vera ragione per cui questa sembra essere la linea d’azione preferita dai nostri leader.

Jonathan Cook

Fonte: https://www.unz.com
Link: https://www.unz.com/jcook/on-child-vaccines-the-experts-are-suddenly-reluctant-to-follow-the-science/
04.09.2021
Tradotto da NICKAL88 per comedonchisciotte.org

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