Terza fumata nera: ancora 412 schede bianche e soluzione che sembra ancora lontana. La preponderanza delle schede bianche in tutte e tre le votazioni è indice dello stallo in cui si trova il parlamento italiano. Dalle prime fonti, non si tratta di mancati accordi: c’è una cospicua parte dell’aula che non è indecisa su chi votare, ma si sta rifiutando di votare qualcuno. Una parte dell’aula che pone il suo veto su decisioni prese da altri. L’unica fonte che gira è la “Diretta WhatsApp” di Aldo Cazzullo che sul Corriere ha riportato vari aggiornamenti: “L’ostilità a Draghi tra i grandi elettori è impressionante. La maggioranza non gli ha mai parlato in vita sua, ma proprio per questo lo vede come un alieno, un usurpatore. Casini invece è percepito come ‘uno di noi'” a cui si accostano le parole di Sgarbi: “Tutti i grillini con cui ho parlato mi hanno detto: mai uno del Pd, Draghi neanche morti” così Libero crea una “fronda anti-draghi”, tra cui anche Calderoli che ha detto: “Siamo una democrazia, eccheccavolo!” riferendosi al fatto che Draghi potesse arrivare a controllare sia il Colle che il parlamento e Minzolini: “Draghi avrebbe bisogno di un consigliere politico. Si è mosso davvero male.” e ancora: “Il gioco di società più diffuso in transatlantico: «Draghi vuol fare a ogni costo il presidente della Repubblica? E allora io voglio fare…» seguono queste varianti: 1 l’imperatore dell’universo; 2 l’allenatore della Roma; 3 l’azzurro di sci (una grillina, più specifica: io voglio prendere il posto della Goggia alle Olimpiadi).”
In questa prospettiva, ancora da chiarire, le parole di Enrico Letta ai giornalisti, che faceva mea culpa invitando sé e colleghi a “metterci a pane e acqua” e trovare una soluzione, contengono forse una nota critica nei confronti degli ammutinati. Effettivamente, una parte del parlamento non ci sta a concedere a Draghi la doppia carica, segnando il definitivo commissariamento dell’Italia. Il maggiordomo della BCE ha imposto le sue condizioni: a sé il Quirinale e Chigi a un tecnico scelto da lui, ma stando alle indiscrezioni avrebbe fatto male i conti, alzando la voce coi cani ha creato la cagnara. Degli insulti a Draghi di cui parla Libero, anche se solo nel titolo, non siamo riusciti ad appurare se siano volati o siano stati solo ripresi da Cazzullo.
Un malcontento forse potrebbe spiegare anche le scene grottesche che si sono viste agli scrutini di giovedì, primo giorno di votazione, quando il parlamento si è umiliato facendo il pieno di schede bianche, o annullate con nomi palesemente canzonatori. Intanto, il centrodestra dribbla Draghi come può, “Casini tormenta i leghisti di telefonate: «Ma perché Giorgetti ce l’ha tanto con me?»” e i presidenti di regione esprimono malcontento e preoccupazione: “Cirio (Piemonte) incontra De Luca (Campania): «Io sono qui da domenica, è la terza scheda bianca che infilo. La gente non capisce, e quando vede i voti per Amadeus e Nino Frassica si incazza. Non possiamo continuare così.»”
MDM 26/01/2022