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BERLINO (Reuters) – Si è aperta una spaccatura sulla progettazione delle applicazioni per smartphone per rintracciare le persone in Europa a rischio di infezione da coronavirus, ostacolando potenzialmente gli sforzi per frenare la pandemia ed alleggerire le pesantissime restrizioni di viaggio.
Scienziati e ricercatori di più di 25 paesi hanno pubblicato lunedì una lettera aperta che invita i governi a non abusare di tale tecnologia per spiare i propri popoli e mettere in guardia contro i rischi di questo approccio sostenuto dalla Germania.
In una lettera firmata da oltre 300 esponenti è stata espressa: “…estrema preoccupazione che alcune ‘soluzioni’ alla crisi possano, attraverso un cambiamento strisciante, portare a sistemi che permettano una sorveglianza senza precedenti della società in generale”.
Gli esperti di tecnologia si stanno affrettando a sviluppare metodi digitali per combattere COVID-19, una malattia simile all’influenza, causata dal nuovo coronavirus che ha infettato 2,4 milioni di persone in tutto il mondo ed al quale sono stati attribuiti (con modalità spesso sospette, N.d.T.) circa 165.000 decessi.
Automatizzare la valutazione di chi è a rischio e chiedergli di farsi visitare da un medico, di sottoporsi ad un test o di autoisolarsi, è visto dai sostenitori come un modo per velocizzare un compito che tipicamente comporta telefonate e visite a domicilio.
Le applicazioni per la ricerca di contatti sono già in uso in Asia, ma copiare il loro approccio utilizzando i dati di localizzazione violerebbe le leggi europee sulla privacy. Invece, la comunicazione Bluetooth tra dispositivi sono viste come un modo migliore per analizzare i contatti tra persona e persona.
Secondo i ricercatori del Big Data Institute dell’Università di Oxford: “Le applicazioni dovrebbero essere volontarie e dovrebbero essere scaricate da almeno il 60% della popolazione per ottenere la cosiddetta ‘immunità digitale’ del gregge”, necessaria per sopprimere COVID-19.
Tuttavia, le polemiche sul modo migliore di procedere potrebbero ritardare il lancio delle app per aiutare i governi, dopo che la pandemia sia stata messa sotto controllo, a contenere eventuali nuove epidemie.
UN’AVANZATA STRISCIANTE
La spaccatura si è aperta su un’iniziativa guidata dalla Germania, chiamata Pan-European Privacy-Preserving Proximity Tracing (PEPP-PT https://www.pepp-pt.org), che è stata criticata per essere troppo centralizzata e quindi incline ad un’avanzata strisciante del governo.
I suoi critici sostengono un protocollo decentralizzato per la tracciatura dei contatti chiamato DP-3T, qui sperimentato dai ricercatori svizzeri, che è allineato con un’alleanza tecnologica tra Apple e Google di Alphabet.
I dettagli sono altamente tecnici, ma ruotano intorno al problema se i dati sensibili debbano essere conservati in modo sicuro sui dispositivi, o memorizzati su un server centrale, cosa che consentirebbe a “malintenzionati” di ricostruire il “grafico sociale” di una persona – una registrazione di dove e quando incontra altre persone.
Nella stessa lettera citata sopra gli scienziati hanno ribadito che: “Le soluzioni che permettono di ricostruire informazioni invasive sulla popolazione devono essere respinte senza ulteriori discussioni”.
Tra i firmatari c’era Michael Backes, capo del CISPA Helmholtz Center for Information Security della Germania, che si è ritirato dal PEPP-PT nel fine settimana. Anche i ricercatori svizzeri si sono dissociati pubblicamente dal PEPP-PT, citando le preoccupazioni per la centralizzazione e la privacy.
I critici hanno anche messo in discussione l’affermazione del PEPP-PT secondo cui sette paesi europei – Austria, Germania, Francia, Italia, Malta, Spagna e Svizzera – sono entrati a far parte del PEPP-PT.
Secondo fonti governative ed enti di ricerca, attualmente Spagna e Svizzera ora sostengono che il sistema rivale DP-3T.
PEPP-PT si è impegnata a garantire la privacy degli utenti e la protezione dei dati in ogni momento ed ha riaffermato io proprio impegno per la privacy in un documento di 25 pagine (qui) rilasciato alla fine della scorsa settimana su GitHub, una piattaforma per sviluppatori di software.
“Se il sistema facesse trapelare informazioni sul comportamento personale, sull’identità o addirittura rivelasse chi è stato infettato da Sars-CoV-19, gli utenti si rifiuterebbero giustamente di adottare il sistema”, riporta il documento.
Secondo fonti governative della scorsa settimana, la Germania prevede di rilasciare un’applicazione di tracciamento dei contatti entro poche settimane, sulla base della piattaforma PEPP-PT. Anche il capo dell’istituto di ricerca digitale francese INRIA ha sostenuto l’iniziativa.
La piattaforma PEPP-PT è progettata per supportare le applicazioni nazionali che potrebbero “dialogare” tra loro oltre confine – un obiettivo che potrebbe diventare più difficile da raggiungere se altri paesi europei sostenessero uno standard diverso.
“Il dibattito sta allontanando l’attenzione da ciò che conta davvero: realizzare un’app che rintracci il virus, non l’umano, e farlo il più velocemente possibile”, ha dichiarato Julian Teicke, A.D. della compagnia assicurativa berlinese WeFox, che è coinvolta in un progetto tedesco di una app di tracciamento per coronavirus chiamato Healthy Together.
Relazione di Douglas Busvine.
Editing di Jane Merriman
Fonte: uk.reuters.com
Link: https://uk.reuters.com/article/uk-health-coronavirus-europe-tech/rift-opens-over-european-coronavirus-contact-tracing-apps-idUKKBN2221U6
20.04.2020
Traduzione pro-bono di Arrigo de Angeli