A causa delle sempre crescenti proteste popolari, il premier serbo Vučić ha cancellato i permessi di estrazione al gigante minerario anglo-australiano Rio Tinto, che aveva ottenuto i permessi per sfruttare i ricchissimi giacimenti di Loznica, nella valle di Jadar. Un grosso problema per la cosiddetta “transizione ecologica” – il nome politicamente corretto dato al passaggio dal capitalismo fondato sul petrol-chimico all’altrettanto inquinante capitalismo tecnologico fondato su litio-cobalto. Difatti, erano proprio in tema ambientale le preoccupazioni che hanno suscitato le proteste popolari, perché l’estrazione del litio provoca danni ambientali gravissimi e permanenti arrivando addirittura oltre il paradosso se si pensa che, secondo le stime di Roskill (agenzia di analisi e valutazione del mercato minerario), il ciclo della sua estrazione, produzione, trasporto e fabbricazione entro il 2030 aumenterà di 6 volte le emissioni di CO2. Tutto questo rende lo stesso concetto di transizione ecologica una patetica farsa? Sì.
Ma non è tutto. Il blocco della miniera di Loznica, una delle più grandi al mondo con le sue 136 milioni di tonnellate di jadarite (borosilicato di litio e di sodio) sarà un vero e proprio grattacapo per l’alleanza Cina-globalisti, poiché causerà una penuria di litio causandone un aumento di prezzo dell’80% già entro il primo semestre di quest’anno. Inoltre, grazie a Loznica la sola Serbia avrebbe coperto il 10% del fabbisogno mondiale, consolidando definitivamente il monopolio della Cina – proprietaria di più del 30% di Rio Tinto attraverso gli azionisti Aluminium Corporation of China e Bank of China (altro che compagnia anglo-australiana!) seguiti dai soliti BlackRock all’8,87% e Vanguard al 2,62% – sul mercato globale del litio.
Certo, il piatto è troppo ricco perché la partita finisca così.
MDM 22/01/2022
Fonte
La Serbia cancella tutti i permessi alla mega miniera di litio di Rio Tinto