Come vi abbiamo riportato, il 28 febbraio, Con un comunicato congiunto, la FIFA e la UEFA avevano stabilito l’esclusione delle squadre russe di club e delle nazionali maschili e femminili dalle competizioni internazionali, come ulteriore sanzione per l’invasione dell’Ucraina.
La Federazione Calcistica Russa (RFS) aveva subito definito la decisione discriminatoria, riservandosi il diritto di impugnarla davanti alle autorità competenti. Ieri è arrivata la conferma.
Con un comunicato pubblicato sul suo sito, la RFS ha informato tutti di aver ha presentato ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) con sede a Losanna.
Questo il testo del comunicato:
La Federazione Calcistica Russa si appellerà al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna contro la decisione presa dalla FIFA e dalla UEFA di sospendere le squadre nazionali russe dalla partecipazione alle partite internazionali.
Nell’ambito di un unico ricorso contro le due organizzazioni, la RFS chiederà di revocare la sospensione di tutte le squadre, comprese le nazionali maschili e femminili, della Russia da tutte le competizioni calcistiche a cui stanno partecipando (comprese le qualificazioni alla Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022), così come di risarcire i danni, se riconosciuti.
Per garantire la possibilità alle squadre russe di partecipare alle partite in programma, il RFS insisterà sulla procedura accelerata del caso.
Se la FIFA e la UEFA rifiutano tale procedura, si chiederà di introdurre misure provvisorie sotto forma di sospensione delle decisioni della FIFA e della UEFA, nonché delle competizioni a cui le squadre russe dovevano partecipare.
La RFS ritiene che non c’erano basi legali per la decisione della FIFA e della UEFA di sospendere le squadre russe. La decisione ha violato i diritti fondamentali della RFS come membro della FIFA e della UEFA, incluso il diritto di partecipare alle competizioni. Inoltre, la decisione di sospendere la squadra nazionale A maschile dalle qualificazioni alla Coppa del Mondo FIFA 2022 è stata presa sotto la pressione degli avversari dello spareggio, cosa che viola i principi dello sport e del fair play.
La Federazione Calcistica Russa non ha avuto il diritto di presentare la sua posizione, il che ha violato il diritto fondamentale alla difesa. Inoltre, nel prendere le decisioni, la FIFA e la UEFA non hanno preso in considerazione altre opzioni possibili, se non la sospensione completa dei partecipanti russi dalle competizioni.
Lo sport fuori dalla politica è un principio che è stato dichiarato dalla comunità sportiva per molti anni come uno dei più cruciali. Il suo disconoscimento crea una serie di pericolosi precedenti.
Il primo consiste nel fatto che le organizzazioni internazionali si rifiutano di adempiere uno dei loro compiti principali – mantenere l’uguaglianza, proteggere gli interessi degli atleti e prevenire qualsiasi discriminazione basata sulla nazionalità o altri motivi.
Il secondo consiste nel fatto che il risultato di una partita di calcio non è determinato sul campo, ma al di fuori di esso; né le abilità né la dedizione dei giocatori e degli allenatori giocano un ruolo decisivo, ma fattori che non hanno nulla a che fare con lo sport.
Lo sport deve rimanere fuori dalla politica in ogni caso.
Ulteriori dettagli sulla presentazione del ricorso, compresi i termini della revisione, saranno annunciati più tardi.
Massimo A. Cascone, 04.03.2022