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La Redazione

 

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PUTIN E LE STREGHE DI EASTWICK

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A cura di Davide
Il 10 Ottobre 2015
89 Views

DI ROSANNA SPADINI

comedonchsciotte.org

Là in Medio Oriente si sta allestendo lo spettacolo estremo della terza guerra mondiale, con Putin che attiva un’operazione di guerra aerea, terrestre e marittima, e si trascina dietro alleati fidati quali Cina, Iran ed Hezbollah, spiazzando tutte le aspettative internazionali. Poteva stare ancora a guardare, lo stratega dagli occhi di ghiaccio, e invece no … stavolta è voluto intervenire, e giocando d’azzardo ha acceso una scintilla che potrebbe cambiare le sorti del Medio Oriente. Vedremo se la mossa sarà uno scacco al re, tutto lascia supporre di sì per il momento.

Sebbene la partita infatti sia ancora tutta da giocare, Putin è in vantaggio, sia politicamente che militarmente, anche grazie all’intervento fulmineo messo in atto. Le forze in campo vedono opporsi schieramenti così ampi, come non era successo dalla seconda guerra mondiale: la nuova coalizione “antiterrorismo” comprende Russia, Iran, Iraq, Cina, Damasco ed Hezbollah. Mosca ha intenzione di colpire non solo Daesh, ma tutti i gruppi che considera terroristi, compresi quelli sostenuti dalle monarchie del Golfo e dalla Turchia.

Ma l’Impero ancora una volta si è distinto per la sua ambiguità, e mentre Putin assimilava i crimini dell’Is a quelli dei nazisti del ’39, considerandoli un nemico decisamente da estirpare, l’ Occidente pensava solo a defenestrare Bashar al-Assad. Obama si limita a far buon viso a cattiva sorte, ma l’ipocrisia gli sprizza da tutti i pori, e rimpinguare di continuo le folle fanatiche dell’Isis è il suo forte. Però i signori della guerra, Nato e teocrazie sunnite del petrolio, non hanno calcolato la fibrillazione dell’opinione pubblica europea, che si è vista invadere da mandrie di uomini in fuga, profughi, rifugiati, richiedenti asilo, e tra l’erezione di muri spinati sui Balcani e i flussi migratori siriani e mediorientali, è rimasta attonita di fronte alle ambiguità narratologiche del maistream giornalistico, tanto da nutrire il fondato sospetto che la vera politica europea fosse decisa oltreoceano.

L’antistoricismo continua ad affermarsi con altri mezzi sempre più violenti, e dopo l’11 settembre ha riversato tutto il suo cieco furore nella regione mediorientale, a partire dall’Afghanistan, l’Iraq, per poi incendiare intere nazioni con le “primavere arabe”, o con le “rivoluzioni colorate”, finché ora tenta di far saltare la Siria. Non si sa quale traiettoria potrà assumere questa deriva, non c’è dubbio che l’ Occidente americano farà di tutto per sostenere l’Isis con ogni mezzo e per impantanare i Russi, in un conflitto lungo e sporco come fu quello in Afghanistan.

Probabilmente Obama ha faticato ad uscire da dinamiche interne politiche e repubblicane che sono favorevoli ad un scontro sempre più ampio con Putin. Eppure ci sono prove documentate, fornite anche dal NYT, che la CIA e il Pentagono hanno armato e addestrato forze estremiste islamiche prima per rovesciare Gheddafi e poi trasferendole in Siria per demolire il governo e il regime di Bashar al-Assad. Senza dimenticare che, nel maggio 2013 il senatore USA McCaine incontrava in Turchia colui che sarebbe divenuto il califfo dello Stato Islamico, il compagno di merende Al Baghdadi (Manlio Dinucci).

Del resto la sfida era partita dall’Ucraina, per coinvolgere tutto il fronte medio-orientale, e probabilmente Washington non si aspettava la velocità di reazione russa, dato che il gioco lo hanno sempre governato loro, e abituati da sempre a decidere l’agenda operativa sembra che ora siano rimasti spiazzati di fronte alle abilità strategiche di Putin, che ha riguadagnato un ruolo internazionale sempre più riconosciuto, intervenendo con alleanze decisive.

In questo frangente complicato il problema è continuare ad agire su di un’opinione pubblica che si è ingozzata di false flag e accusa crisi di astinenza, abituata ad accettare tutto, ossessionata dalla sindrome di un profughismo ipnotico, e ora dovrà ingoiare l’ennesima operazione di “Enduring Freedom” ed entrare in guerra a fianco degli alleati storici, affrontare spese militari divenute esorbitanti, per difendere l’occidente dal micidiale pericolo rappresentato dall’Isis.

L’Italia infatti spende ogni giorno per spese militari circa 80 milioni di euro, secondo le cifre ammesse dal Ministero della Difesa. Per di più la Nato preme che la spesa militare venga portata al 2% del Pil, quindi circa 100 milioni di euro al giorno.

Il Pentagono da parte sua conferma che non c’è collusione tra russi e americani, ma in Siria, aerei da guerra di entrambi gli stati si trovano a volare per la prima volta sullo stesso cielo a partire dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Ipocrisie e troppa retorica. In realtà l’incidente ad impatto globale potrebbe essere in agguato, perché non ci sono solo manifestazioni ipocrite di falsa collaborazione da entrambe le parti, ma anche accuse incrociate tra la Nato e la Russia: la prima attacca la violazione dello spazio aereo turco da parte di Mosca, mentre quest’ultima chiede la liberazione dello spazio aereo siriano per poter intensificare i raid contro Isis e gruppi anti-Assad legati ad Al Qaeda.

Per l’esperto geopolitico Ian Bremmer, presidente dell’Eurasia Group, “le possibilità di incidenti stanno salendo, non fosse altro per i numeroso schieramenti che compongono le opposte coalizioni. Stati Uniti e loro alleati ignoreranno la richiesta russa di liberare lo spazio aereo siriano, esattamente come i russi hanno ignorato gli avvertimenti Usa riguardo il regime di Assad”.

Intanto Putin, nel giorno del suo 63esimo compleanno, sferra un attacco a sorpresa in Siria con 26 missili lanciati ad una distanza di 1500 km dalla flotta russa del Mar Caspio, annunciando il successo in tv prima di scendere in campo per un’altra sfida trasmessa in diretta. E gli Usa restano balordi e basiti, perché il segretario della Difesa americana Ashton Carter ha ribadito da Roma che “Se Mosca vuole contribuire alla coalizione anti-Isis in maniera costruttiva ben venga, ma se continuerà agendo unilateralmente non c’è spazio per il dialogo.” Mosca replica che si tratta solo di concordare alcuni “dettagli tecnici” e ribalta le accuse: “Le forze aeree Usa e di altri Paesi hanno effettuato attacchi per un anno, abbiamo motivo di credere che non sempre, o meglio, molto spesso abbiano attaccato obiettivi diversi da quelli terroristici”, ha dichiarato Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, alludendo a bersagli rivolti al regime di Assad.

Intanto lo Stato Islamico sembra crollare sotto i colpi dei bombardamenti russi, perché Putin sembra fare sul serio, mentre gli attacchi americani prolungatisi per un anno si sono rivelati piuttosto un’esigenza propagandistica, ad uso e consumo della retorica dei network. Sembra anche che la leadership caotica e le defezioni di massa abbiano indebolito il gruppo di terroristi. Il dottor Ashraf, ricercatore presso l’autorevole Royal United Services Institute (RUSI), ha sostenuto che le valutazioni di capacità militari dell’IS sono state enormemente esagerate”. Il mese scorso poi è emerso che la metà dei combattenti del gruppo sono ora stati uccisi, mentre altri disertano in massa dopo che i loro stipendi sono stati tagliati.

Un fuggi fuggi generale insomma, centinaia di combattenti lasciano il gruppo terroristico, un alto ufficiale britannico ha recentemente rivelato che addirittura la metà dei combattenti IS sarebbero stati uccisi, tanto che il loro numero si è ridotto da una stima di 18.000 a 10.000 unità, ed è stato costretto a cedere il 25% del territorio che aveva conquistato.

Gli attacchi aerei e le scaramucce con combattenti curdi, addestrati dalle forze speciali britanniche, hanno contribuito a ridurre i numeri in lotta tra di loro, un colonnello dell’esercito britannico che si esercita con i curdi ha detto che la percezione in Occidente che IS non possa essere sconfitto è del tutto sbagliata, invece è vero il contrario, le milizie islamiche sono fragili e verrà il giorno in cui il castello di carta crollerà definitivamente.

Putin ha martellato l’Isis, più di 110 hotspot jihadisti cancellati in una sola settimana di attacchi feroci, distruggendo sede IS, campi di addestramento, veicoli blindati e munizioni, secondo il ministero della difesa del paese. Gli obiettivi sono stati ripartiti tra tutta la Siria, a partire dalla roccaforte Al-Raqqa nel nord-est della città di Palmira. Andrei Kartapolov vice capo dello stato maggiore russo ha comunicato che l’aviazione militare russa ha condotto finora in Siria oltre 60 raid colpendo più di 50 infrastrutture dell’Is e riducendone significativamente il potenziale di combattimento.

Lo stratega di ghiaccio starebbe montando un enorme missione militare per prendere il controllo della roccaforte Al-Raqqa, il quartier generale e la capitale dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, sorvegliata da ben 5.000 jihadisti, ha voluto anche inviare il suo miglior team di forze speciali verso la Siria, i soldati della sua temibile unità Spetsnaz sono già stati dispiegati per sradicare ed eliminare truppe di jihadisti in fuga.

Invece l’Impero del caos ha appoggiato da sempre tutti i movimenti islamici più radicali per abbattere gli stati multiconfessionali del nord Africa e del Medio Oriente (Iraq, Libia, Siria, Egitto), per destabilizzare tutta l’area medio orientale, per proteggere Israele, spingere milioni di profughi disperati che scappano da guerre e carestie verso l’Europa, al fine di ottenere il duplice risultato di provocare dumping salariale e instabilità sociale, ai limiti di una vera e propria guerra civile tra autoctoni e immigrati, europei che si vedono rubare il lavoro e la serenità da estranei difficilmente disposti ad integrarsi.

Dunque per motivi diversi la Russia ha concentrato le sue forze in Siria, per il sostegno al regime di Assad, la tutela dei suoi interessi in Medio Oriente e il cambio di ruolo in ambito internazionale, tuttavia la vittoria di Putin sull’Isis potrebbe rafforzare la sua immagine di stratega intelligente e pronto a difendere l’Europa, sostituendo quindi nel frame culturale mondiale il ruolo di “salvatori della patria” conquistato da parte degli Usa nel secondo dopoguerra.

Ma le streghe di Eastwick continuano a blaterare i loro anatemi contro Putin: La Nato dice “Non bombarda l’Isis, aiuta solo Assad”; Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, accusa Mosca e dice: “In Siria a lungo termine non c’è soluzione militare” e “ci deve essere la transizione”, ovvero Assad deve lasciare il potere. Germania: “Putin rafforza lo Stato islamico” – “E’ importante anche per la Russia capire che se si attacca chi lotta contro l’Isis, si rafforza l’Isis. E questo non è nell’interesse della stessa Russia”. Lo dice il ministro della difesa tedesco, Ursula von der Leyen. Gb: In Siria “la Russia sta rendendo molto più pericolosa una situazione già molto seria”. Lo dice il ministro della difesa britannico, Michael Fallon, che aggiunge: “Chiederemo esplicitamente alla Russia di smettere di sostenere il regime di Assad e di usare costruttivamente la sua influenza sul regime perché fermi il ‘barrel bombing’ sui civili”. “La Russia deve smettere il bombardamento in zone non controllate dall’Isis”, piuttosto “dia più sostegno a paesi come Turchia e Giordania”.

E … se vince Putin ?

Rosanna

Fonte: www.comedonchisciotte.org

9.10.2015

RIFERIMENTI

http://www.express.co.uk/news/world/610612/ISIS-Putin-Russia-Syria-airstrikes-Islamic-State

http://www.express.co.uk/news/world/609680/Islamic-State-ISIS-Russian-bombing-terror-Syria-Caliphate-defeat

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http://www.express.co.uk/news/world/608842/ISIS-terror-attack-Islamic-State-plot-UK-West?_ga=1.147534199.1157977339.1444221170

http://www.express.co.uk/news/world/609034/Vladimir-Putin-air-strikes-hitting-West-backed-rebels?_ga=1.148444791.1157977339.1444221170

http://www.express.co.uk/news/world/609680/Islamic-State-ISIS-Russian-bombing-terror-Syria-Caliphate-defeat

http://www.rischiocalcolato.it/2015/10/la-guerra-in-siria-non-e-tra-isis-e-assad-ma-una-resa-dei-conti-globale-molto-pericolosa.html

http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=124319&typeb=0&mosca-e-washington-intendono-rifondare-le-relazioni-internazionali

http://blogdieles2.altervista.org/quattro-bombe-in-testa-da-putin-e-lisis-e-in-fuga-ma-che-cazzo-ci-voleva-bastava-volerlo/

http://www.difesaonline.it/geopolitica/tempi-venturi/siria-fiamme-senza-chiarezza-nessuna-pace

http://www.difesaonline.it/mondo-militare/siria-mosca-autorizza-i-raid-aerei-monito-agli-usa-sgomberate-i-cieli

http://www.rischiocalcolato.it/2015/10/mondo-dei-pazzi-pare-che-gli-americani-siano-rimasti-assolutamente-spiazzati-dallintervento-russo-oppure-ce-qualcosa-sotto.html

http://www.rischiocalcolato.it/2015/10/la-guerra-in-siria-non-e-tra-isis-e-assad-ma-una-resa-dei-conti-globale-molto-pericolosa.html

http://deutsche-wirtschafts-nachrichten.de/2015/10/06/gemeinsam-gegen-den-is-russland-laedt-nato-offiziere-nach-moskau-ein/

http://it.sputniknews.com/mondo/20150930/1266036.html#ixzz3ni06f5MX

http://it.sputniknews.com/politica/20150924/1224528.html#ixzz3nbW2amkU

http://it.sputniknews.com/politica/20150924/1224528.html#ixzz3nbWCPIN7

http://it.sputniknews.com/politica/20150924/1224528.html#ixzz3mfeWEP67

http://it.sputniknews.com/opinioni/20151003/1285757.html#ixzz3nVADFb5M

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