DI ENRICO FERRINI
Geopolitica-rivista
La crisi che ha colpito i paesi periferici dell’Eurozona ha sollevato il dibattito circa l’opportunità di uscire o meno dall’unione monetaria. L’introduzione di monete complementari, in coesistenza con la valuta principale, costituisce tuttavia una terza via non ancora contemplata seriamente a livello politico ma che conferirebbe più flessibilità e sostenibilità all’intero sistema economico.
La moneta continua ad essere il fulcro dell’economia e, per come è concepita oggi, costituisce probabilmente la principale causa dei suoi stessi problemi. Sembra pertanto naturale pensare ad una soluzione di tipo monetario quale principale strumento per uscire dall’attuale situazione di stallo.
Voci autorevoli a livello mondiale stanno diffondendo nuove teorie monetarie fra le quali spiccano per facilità di implementazione ed efficacia quelle relative all’introduzione di monete complementari, ossia delle monete che non sostituiscono ma affiancano la moneta principale, nel nostro caso l’euro.
Prima della creazione della stessa unione monetaria europea, alcuni economisti[1] proposero di introdurre nella fase iniziale l’euro in maniera complementare alle monete nazionali, così da rendere più armonica la transizione verso un sistema più integrato. Ed anche più recentemente, in relazione all’acuirsi della crisi greca, non sono mancate personalità autorevoli del “nord” europeo a sostegno della possibilità di introdurre una nuova dracma parallelamente all’euro. È il caso del Direttore della Ricerca della Deutsche Bank, Thomas Mayer[2], e del professore e consulente del Ministero dell’Economia tedesco, Roland Vaubel[3]. Frederik Bolkestein, economista ed ex-ministro olandese, nonché ex-Commissario Europeo nella commissione Prodi, oltre ad ammettere il fallimento dell’euro, sostiene che i paesi della zona euro i quali hanno conservato la tripla A sul mercato dei debiti sovrani dovrebbero introdurre una moneta propria parallela all’euro[4].
Anche in Italia si è mosso qualcosa con la proposta di emissione di “certificati di credito fiscali” come accennato più avanti nell’articolo. C’è poi il lavoro forse più autorevole fatto in questo senso dal Club di Roma, think tank con sede a Bruxelles che da oltre 40 anni, a partire dalla famosa pubblicazione del 1972 sui Limiti della Crescita, si dedica alla promozione delle politiche di sviluppo sostenibile. In questi anni il CoR si è posto l’obbiettivo di concentrarsi sui sistemi monetari ed ha richiesto a Bernard Lietaer di preparare uno studio su moneta e sostenibilità, intitolato “Money and Sustainability: the Missing Link”[5] (2012), nella speranza che questo documento possa ispirare decision makers e opinion leaders portandoli a scegliere approcci innovativi su problematiche monetarie.
Bernard Lietaer è un esperto internazionale di progettazione ed implementazione di sistemi monetari. Ha lavorato presso la Banca Centrale del Belgio, periodo in cui ha contribuito all’implementazione dell’ECU (poi divenuto euro). Il fondo valutario (Gaia Hedge II) da lui gestito ha fatto registrare nel periodo 1987-91 la migliore performance a livello mondiale che gli è valsa la nomina da parte del Business Week come miglior trader valutario al mondo nel 1992.
Nel suo lavoro Lietaer critica il fatto che si dia per scontata l’esistenza di un unico sistema monetario monopolistico, fondato sul debito privato e regolato da una banca centrale. Propone invece un Ecosistema monetario in cui le monete complementari coesistono con quelle convenzionali; sistema che considera più flessibile e sostenibile, oltre che più giusto. Il Report parte da un’aspra critica dell’attuale pensiero economico e sistema monetario monopolistico, indicandoli come i principali responsabili degli squilibri socio-economici, oltre che dei danni ambientali, caratteristici delle moderne società capitaliste.
A tal riguardo è a mio avviso molto significativo il commento al Report lasciato dal Prof. Dennis Meadows:
L’arsenico è stato usato come medicina per migliaia di anni. È naturalmente un veleno mortale, ma la sua capacità di alleviare il dolore ha portato molti malati sofferenti a farne uso comunque. La moneta fiduciaria creata da privati attraverso l’emissione di debito è stata usata per secoli dalle nazioni. I suoi effetti nocivi sono ormai evidenti ma la sua capacità di alleviare temporaneamente i problemi ha fatto si che venisse usata comunque. Studio la sostenibilità da 40 anni. Ho assistito a centinaia di conferenze su questo tema. [..] Prima non ci pensavo e davo l’attuale sistema monetario per scontato e lo consideravo come un elemento naturale della società. Ma la profondità dell’analisi di L. e la prospettiva storica mi hanno fatto comprendere come l’attuale sistema monetario sia incompatibile con la sostenibilità per cinque ragioni: 1) crea continui cicli di espansione e contrazione; 2) induce ad un orientamento a breve termine; 3) richiede una crescita infinita; 4) porta alla concentrazione della ricchezza; 5) distrugge il capitale sociale.
Il funzionamento delle monete complementari
Il loro funzionamento può variare in alcuni aspetti a seconda dei casi. Tuttavia, tornando a prendere come riferimento il suddetto lavoro, la soluzione sistemica proposta da Lietaer viene esemplificata nella seguente maniera, prendendo il caso della Grecia:
- La Grecia continua ad utilizzare l’euro per le transazioni internazionali: turismo, import-export, etc. Le imposte vengono riscosse in Euro sulla base dei profitti derivanti da queste attività ed utilizzate per il servizio del debito pubblico
- In aggiunta, ogni regione/città greca aderente può emettere la sua moneta complementare che utilizzerà per finanziare programmi di investimento decisi democraticamente a livello locale
- La regione/città emittente richiederà ad ogni famiglia il pagamento periodico di un importo/tassa, conferendo così valore alla moneta
- Le famiglie che non hanno accumulato abbastanza moneta complementare la potranno acquistare in cambio di euro, o altri beni e servizi, attraverso un mercato online da coloro che ne hanno accumulato più del necessario
- La moneta complementare esisterà solamente in forma elettronica così che il suo utilizzo sarà al 100% tracciabile e trasparente
- Il tasso di cambio sarà determinato sul mercato online e le autorità emittenti potranno adottare le opportune politiche monetarie espansive o contrattive regolando la circolazione di moneta complementare.
Un simile sistema potrebbe essere adottato anche come sostegno alle pmi sotto forma di iniezioni di capitale circolante (Cap. VII).
Quali vantaggi potrebbero offrire le monete complementari?
Anzitutto l’introduzione di una moneta complementare fornirebbe un potente mezzo monetario per risollevare le economie in difficoltà, definendo inoltre un sistema contraddistinto da una maggiore stabilità economica, una equa prosperità ed un orientamento più a lungo termine rispetto a quello attuale. Questo è stato il caso ad esempio di alcune società come quella dinastica egiziana o in Europa durante il medioevo (dal 10° al 13° secolo), dove veniva incoraggiato l’utilizzo di più monete in parallelo.
L’introduzione di una moneta complementare non comporta il disfacimento dell’attuale sistema e sarebbe applicabile da subito. In questo senso è notevole il vantaggio derivato dal mantenimento dell’euro nell’attuale scenario geoeconomico. È infatti fondamentale il ruolo dell’euro per governare l’auspicabile transizione verso un sistema monetario internazionale multipolare, nonché per conferire ai paesi europei maggiore stabilità finanziaria e potere contrattuale in un mondo caratterizzato da blocchi economici. Si eviterebbe inoltre la complicata riconversione di rapporti contrattuali e debitori espressi attualmente in euro.
Nondimeno questa “terza via” ridurrebbe di molto il rischio di turbolenze finanziare innescate da una uscita disordinata dall’unione monetaria di uno o più dei suoi membri. Eventi di questo tipo sarebbero assolutamente da evitare in un contesto di instabilità finanziaria forse peggiore di quello pre-crisi. Sarebbe dunque un compromesso più accettabile anche da parte dei più ferventi sostenitori dell’euro, come le banche cariche di titoli di Stati periferici, i paesi in surplus commerciale ed i risparmiatori italiani.
Infine comporterebbe un recupero per lo meno parziale della sovranità monetaria, dal momento che la nuova moneta verrebbe utilizzata ed emessa dallo Stato per finanziare provvedimenti di spesa.
Il caso Italia
Non c’è dubbio che per colpe sia interne sia esterne l’Italia abbia sofferto enormemente per la sua adesione incondizionata a Maastricht prima e all’Euro poi. Oggi il nostro paese dovrebbe dotarsi di ingenti strumenti monetari per finanziare una politica industriale volta a sostenere le pmi più competitive e strategiche, crearne di nuove in settori designati da un indirizzo nazionale, investire nell’alta formazione e rilanciare piani di opere pubbliche magari mirate a rilanciare il Sud come piattaforma mediterranea.
Perseguire queste esigenze risulta improbabile nell’attuale assetto monetario europeo, considerato anche il nostro peso politico. Tuttavia, di fronte alla consapevolezza dell’insostenibilità della situazione, lo strumento delle monete complementari andrebbe per lo meno preso in considerazione come una ulteriore opzione rispetto alla secca alternativa fra uscita e permanenza nell’euro.
In Italia esiste una proposta credibile avanzata da Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi, ripresa da alcuni media[6] ed apparentemente allo studio di alcuni esponenti politici. La moneta complementare in questo caso si chiama “CERTIFICATO DI CREDITO FISCALE” ed il suo utilizzo è spiegato nel libro Soluzione per l’euro. 200 miliardi per rimettere in moto l’economia italiana.
24/11/2014
Fonte: http://www.geopolitica-rivista.org
[1] Graumann (1979) e Vaubel (1990)
[2] “Geuro’ an Alternative to Greek Euro Exit: Deutsche Bank” – http://www.cnbc.com/id/47505085#.
[3] “Can Parallel Currencies Solve the Crisis?” – https://www.ifk-cfs.de/en/media-lounge/news-folder/can-parallel-currencies-solve-the-crisis.html
[4] ‘De euro is een slaappil gebleken die de tekortlanden heeft laten dromen’ – De Volkskrant – http://www.volkskrant.nl/dossier-europese-unie/de-euro-is-een-slaappil-gebleken-die-de-tekortlanden-heeft-laten-dromen~a3520193/
[5] Money and Sustainability: the Missing Link – Club of Rome, 2012 – http://issuu.com/onsubject/docs/money_and_sustainability
[6] Come uscire dalla crisi senza uscire dall’euro – Micromega; temi.repubblica.it/micromega-online/come-uscire-dalla-crisi-senza-uscire-dalleuro/