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PRIMA VOTA. LE DOMANDE FALLE DOPO

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A cura di Davide
Il 23 Dicembre 2008
53 Views

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DI WILLIAM BLUM
Killing hope

Prima vota. Le domande falle dopo
Ok, togliamo di mezzo le ovvietà. È stata una cosa storica. Varie volte mi è venuto un nodo alla gola, mi venivano le lacrime agli occhi, anche se non ho votato per lui. Per la quarta volta di fila ho votato per Ralph Nader.

Durante gli ultimi otto anni ogni giorno quando ascoltavo le notizie alla radio mi assicuravo di essere vicino all’apparecchio, così da poter cambiare canale rapidamente quando quell’uomo assurdo o uno dei suoi discepoli era in onda; non sono un masochista, sopporto assai poco gli stupidi, e mi annoio facilmente. È triste da dire, a volte già sto cambiando canale quando Obama è in onda. Non dice niente, o non abbastanza, o non abbastanza spesso. Banalità, cliché, promesse senza sostanza, “speranza e cambiamento”, quasi tutto senza sufficiente consistenza, “cambiamento e speranza”, senza dettagli, in modo da non offendere. Quali sono esattamente i principi di quest’uomo? Non mette mai in questione i presupposti dell’impero. Non mette mai in questione i presupposti della “guerra al terrore”.Sono contento che abbia vinto per due sole ragioni: John McCain e Sarah Palin, sono profondamente risentito per il fatto che il sistema americano mi costringa a spremere una goccia di piacere da qualcosa di così lontano dai miei ideali. I voti di Obama sono venuti da persone con un bisogno disperato di sollievo dal soffocamento neoconservatore almeno quanto da gente che credeva sinceramente in lui. È una forma di estorsione – vota per Obama oppure avrai ancora lo stesso di prima. Queste sono le nostre uniche scelte.

C’è ragione di essere contenti che l’insopportabilmente religioso George W. presto sarà storia? “Io credo che Cristo sia morto per i miei peccati e che io sia redento attraverso di Lui. Questa è ogni giorno una fonte di forza e di sostegno.” Questo è stato detto da un tizio chiamato Barack Obama.1 Gli Stati Uniti producono fanatici religiosi come i giapponesi producono automobili. Preghiamo che questo finisca.

Come ho accennato prima, se sei uno di quelli a cui piacerebbe credere che Obama debba presentare idee politiche di politica estera di centro-destra per essere eletto, ma che una volta che sarà alla Casa Bianca potremo dimenticarci che ci ha ripetutamente ingannati ed emergerà il vero, progressista uomo di pace e del diritto internazionale e dei diritti umani… tenete a mente che come candidato al Senato nel 2004 ha minacciato attacchi missilistici contro l’Iran2 , e vincere quelle elezioni apparentemente non lo ha connesso col suo pacifista interiore. È da allora che continua a minacciare l’Iran.

Il mondo è in pessima forma. Non penso di dover chiarire questa osservazione. Quanto sarebbe bello, meravigliosamente bello avere un presidente americano che fosse pervaso di valori progressisti e coraggio politico. Immaginate solo cosa si potrebbe fare. Tipo un’uscita rapida e completa dall’Iraq. Il quadro potete figurarvelo quanto me. Con la sua popolarità Obama potrebbe ottenere quasi qualsiasi cosa, ma probabilmente continuerà ad andare sul sicuro. O, forse in modo più preciso, continuerà a essere se stesso; il che, apparentemente, è un centrista impegnato. In realtà non è contrario alla guerra. Non come lo siamo voi ed io. Durante i primi quattro anni di Obama alla Casa Bianca, gli Stati Uniti non lasceranno l’Iraq. Dubito che permetterebbe un ritiro completo anche in un secondo mandato. Ha mai chiamato la guerra inequivocabilmente illegale e immorale? Un crimine contro l’umanità? Perché è così vicino a Colin Powell? Non sa dello spregevole ruolo di Powell nella guerra? Quanto a conservare il ministro della difesa di George W. Bush, Robert Gates, un uomo contro il quale non sarebbe difficile redigere accuse di crimini di guerra? Troverà un posto anche per Rumsfeld? E il governatore dell’Arizona Janet Napolitano, una sostenitrice della guerra, per dirigere il dipartimento della sicurezza interna? E il generale James Jones, un ex comandante (sic) della NATO, che vuole “vincere” in Iraq e Afghanistan, e che ha sostenuto John McCain, come suo consigliere alla sicurezza nazionale? Jones è nel consiglio di amministrazione della Boeing Corporation e di Chevron Oil. Da quale angolo oscuro dell’anima di Obama viene tutto ciò?

Come Noam Chomsky ha sottolineato di recente, l’elezione di un indigeno (Evo Morales) in Bolivia e di un progressista (Jean-Bertrand Aristide) ad Haiti sono stati più storici dell’elezione di Barack Obama.

In realtà non è neanche contrario alla tortura. Non come lo siamo voi ed io. Nessuno sarà punito per aver usato o ordinato la tortura. Nessuno sarà incriminato per via della tortura. Michael Ratner, presidente del Center for Constitutional Rights, dice che perseguire penalmente i funzionari di Bush è necessario per fissare una futura politica anti-tortura. “L’unico modo per impedire che ciò accada ancora è assicurarsi che i responsabili del programma di tortura ne paghino il prezzo. Non vedo come possiamo riconquistare la nostra statura morale permettendo a chi era intimamente coinvolto nei programmi di tortura di uscire semplicemente di scena e vivere la loro vita senza che ne rendano conto.”3

Come presidente Obama non può restare in silenzio e non fare niente; altrimenti erediterà i crimini di guerra di Bush e Cheney e diventerà egli stesso un criminale di guerra. Chiudere l’abisso infernale di Guantanamo non significa proprio niente se i prigionieri vengono semplicemente spostati in altre segrete di tortura. Se Obama è veramente contrario alla tortura perché non dichiara che dopo aver chiuso Guantanamo i detenuti saranno processati in tribunali civili negli USA o insediati in paesi dove sia chiaro che non corrono il rischio di essere torturati? E non afferma semplicemente che la sua amministrazione rispetterà fedelmente la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti del 1984, di cui gli Stati Uniti sono firmatari, e che recita: “Il termine ‘tortura’ indica qualsiasi atto mediante il quale sono intenzionalmente inflitti ad una persona dolore o sofferenze forti, fisiche o mentali, al fine segnatamente di ottenere da essa o da una terza persona informazioni o confessioni […] inflitte da un agente della funzione pubblica o da ogni altra persona che agisca a titolo ufficiale, o su sua istigazione, o con il suo consenso espresso o tacito.”

La convenzione afferma che: “Nessuna circostanza eccezionale, quale che essa sia, che si tratti di stato di guerra o di minaccia di guerra. di instabilità politica interna o di qualsiasi altro stato di eccezione, può essere invocata per giustificare la tortura.”

Invece Obama ha nominato l’ex funzionario della CIA John O. Brennan consigliere sulle questioni di intelligence e co-leader della sua squadra di transizione sull’intelligence. Brennan ha chiamato la “rendition” – il programma di rapimento e tortura condotto sotto le amministrazioni Clinton e Bush – uno “strumento vitale”, e ha lodato le tecniche di interrogatorio della CIA per aver fornito informazioni “salvavita”.4

Obama potrebbe rivelarsi una delusione grande quanto Nelson Mandela, che ha fatto dolorosamente poco per migliorare il destino delle masse sudafricane mentre consegnava il paese alle forze internazionali della globalizzazione. Faccio questo confronto non perché entrambi siano neri, ma perché entrambi hanno suscitato aspettative così grandi nella loro patria e in tutto il mondo. I leader dell’Apartheid liberarono dal carcere Mandela con il presupposto che sarebbe diventato presidente e avrebbe pacificato l’irrequieta popolazione nera, governando al tempo stesso come un centrista non radicale e liberoscambista senza eccessive minacce al privilegio bianco. Forse è significativo che nella sua autobiografia Mandela rifiuti di attribuire alla CIA la colpa della sua cattura nel 1962, anche se gli elementi a favore sono convincenti.5 Sembra che Barack Obama abbia fatto un’impressione simile all’élite di potere americana che lo ha esaminato attentamente in molte riunioni di raccolta fondi e di altro genere e ha spianato la via alla sua ascesa estremamente improbabile da oscuro senatore alla presidenza in quattro anni. Il sostegno finanziario dal mondo aziendale per vendere il “Marchio Obama” è stato straordinario.

Un altro confronto potrebbe essere fatto con Tony Blair. I Tory mai avrebbero potuto introdurre tasse universitarie o guerre eterne e brutali, ma il New Labour lo ha fatto. I repubblicani avrebbero avuto un enormi difficoltà a ripristinare la leva, ma posso vedere Obama che la reintroduce, accompagnato da uno slogan adatto, qualche variazione di “Si può fare!”.

Spero di sbagliarmi, sul suo passato e su come governerà da presidente. Spero di sbagliarmi molto.

Molti chiedono che i progressisti facciano un’intensa lobby sull’amministrazione Obama, per premere affinché l’“Obama buomo” emerga, sia costretto a impegnarsi, debba rendere conto. Le audaci riforme del New Deal di Roosevelt furono stimolate da diffusi scioperi e da altre azioni militanti subito dopo che la luna di miele finì. Al momento non ho niente di meglio di questo da offrire. Che Dio ci aiuti.

Il futuro come lo conoscevamo ha cessato di esistere. E altri pensieri sereni

Leggere le descrizioni dell’orrore terroristico a Mumbai mi ha lasciato pessimista come un dinosauro che contempli il futuro dei suoi nipoti. Come hanno potuto fare questo? …distruggere tutte quelle vite, persone che neanche conoscevano, persone che si divertivano in vacanza… quale che potesse essere la loro motivazione? Beh, in un certo senso sapevano qualcosa delle loro vittime; sapevano che erano indiani, o americani, o britannici, o sionisti, o qualche altra sorta di infedele; quindi non è stato del tutto scriteriato, del tutto casuale. Questo aiuta a capire? Può alleviare il weltschmerz? Potete perfino usarlo. La prossima volta che incontrate un difensore della politica estera americana, qualcuno che insiste che una cosa come Mumbai giustifica le aggressioni retoriche e militari di Washington contro l’Islam, potreste voler indicare che gli Stati Uniti fanno regolarmente lo stesso. Da sette anni in Afghanistan, quasi da sei in Iraq, per dare solo i due esempi più ovvi… sfondare le porte e mitragliare stranieri, infedeli, traumatizzare a vita dei bambini, lanciare missili in case abitate, far esplodere bombe ovunque, fermarsi a torturare… ogni qualche giorno lanciare bombe sul Pakistan o sull’Afghanistan, e ancora sull’Iraq, affermando di aver ucciso dei membri di al-Qaeda, cattivi quanto dei sionisti, bombardare feste di matrimonio, una dopo l’altra, 20 o 30 o 70 uccisi, tutti terroristi naturalmente, compresi spesso leader ai vertici di al-Qaeda, il numero uno o il numero due, amico!, così ci dicono; quindi non è del tutto scriteriato, del tutto casuale; i sopravvissuti dicono che era una festa di matrimonio, il loro fratello o il loro nipote o il loro amico, i morti soprattutto donne e bambini; i militari americani pagano la gente perché gli dica dove sarà il tale cattivo numero uno; e i militari americani credono a quello che gli dicono, e via con le bombe! Qualcosa di questo vi deprime come Mumbai? A volte invece bombardano la Siria, o ammazzano la gente in Iran o in Somalia, tutti cattivi… “Le autorità siriane dicono che truppe elitrasportate USA hanno condotto un’incursione in Siria lungo il confine iracheno, uccidendo otto persone compresa una donna” riferisce la BBC.6 …“Secondo alti funzionari americani i militari USA dopo il 2004 hanno fatto uso di un’ampia autorizzazione segreta per condurre una decina di attacchi precedentemente non rivelati contro militanti di Al Qaeda e altre organizzazioni in Siria, Pakistan e altrove. […] L’ordine segreto ha dato ai militari una nuova autorizzazione di attaccare la rete terrorista Al Qaeda ovunque nel mondo, e un più ampio mandato per condurre operazioni in paesi non in guerra con gli Stati Uniti”, ci informa il New York Times.7 Quindi è tutto bello legale, non un attacco alla civiltà da parte di un mucchio di evasi da un manicomio. Forse anche i terroristi di Mumbai hanno un pezzo di carta, di qualche autorità, che dice che quello che hanno fatto va bene. …Mi sento già meglio.

La mitologia della guerra al terrorismo

L’8 novembre il governo indonesiano ha giustiziato tre uomini per gli attacchi terroristici contro due night club a Bali nel 2002 che costarono la vita a 202 people, più della metà dei quali erano australiani, britannici e americani. L’Associated Press8 ha riferito che “i tre uomini non hanno mai espresso rimorsi, dicendo che gli attentati suicidi intendevano punire gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali per pretese atrocità in Afghanistan e altrove.”

Durante la recente campagna elettorale americana John McCain e i suoi fedeli hanno ripetuto un’opinione che è diventata un luogo comune – che la guerra al terrorismo è stata un successo perché non c’è stato un attentato terroristico contro gli Stati Uniti dopo l’11 settembre 2001; come se dei terroristi che ammazzano americani sono accettabili se lo fanno all’estero. Dopo il primo attacco USA all’Afghanistan nell’ottobre 2001 ci sono state letteralmente decine e decine di attacchi terroristici contro istituzioni americane in Medio Oriente, in Asia meridionale e nel Pacifico, più di una dozzina nel solo Pakistan: militari, civili, cristiani, e altri bersagli associati agli Stati Uniti. L’anno successivo all’attentato di Bali ha visto il grosso attentato contro il Marriott Hotel, a gestione americana, a Jakarta, in Indonesia, sito dei ricevimenti diplomatici e delle celebrazioni del 4 luglio tenute dall’ambasciata americana. Il Marriott Hotel in Pakistan è stato la scena di un grosso attentato terroristico appena due mesi fa. Tutti questi attacchi si sono aggiunti alle migliaia in Iraq e in Afghanistan contro l’occupazione USA, che Washington ufficialmente etichetta come una parte integrante della guerra al terrorismo. Eppure gli amanti della forza militare americana insistono che la guerra al terrorismo ha mantenuto al sicuro gli Stati Uniti.

Perfino la pretesa che la guerra al terrorismo ha mantenuto al sicuro gli americani in patria è discutibile. Non c’erano stati attacchi terroristici negli Stati Uniti durante i 6 anni e mezzo precedenti a quello del settembre 2001; non dopo l’attentato dell’aprile 1995 all’edificio federale a Oklahoma City. Sembrerebbe quindi che l’assenza di attacchi terroristici negli USA sia la norma.

Un mito della guerra al terrorismo ancora più insidioso è stato l’idea che atti terroristici contro gli Stati Uniti possano essere spiegati, in larga misura, se non totalmente, da invidia o odio irrazionale dei valori sociali, economici o religiosi americani, e non da quello che gli Stati Uniti fanno al mondo; cioè dalla politica estera degli USA. Molti americani sono estremamente riluttanti ad abbandonare questa idea. Senza, tutto il paradigma – che noi siamo i buoni innocenti e loro sono i bastardi pazzi, fanatici e assetati di sangue con cui non si può parlare ma che vanno solo bombardati, torturati e ammazzati – crolla. Affermazioni come quella precedente dell’attentatore di Bali che dà la colpa delle sue azioni alle politiche americane sono numerose, e arrivano di routine da Osama bin Laden e da chi è ai suoi ordini.9

Il terrorismo è un atto di propaganda politica, una forma sanguinosa di far sentire al mondo la propria indignazione contro chi si percepisce come un oppressore, scritte sul muro in qualche vicolo cupo e desolato. Ne segue che se gli autori di un’azione terroristica dichiarano quale è stata la loro motivazione, la loro dichiarazione dovrebbe avere credibilità, qualsiasi cosa si pensi della loro causa o dei metodi usati per promuoverla.

Posa solo quello stereotipo e nessuno si farà male.

Sarah Palin e i suoi sostenitori americani sono irritati contro quella che vedono come l’élite della East Coast, gli intellettuali, gli snob culturali, il politicamente corretto, i pacifisti, gli agnostici e gli atei, gli ambientalisti, i fanatici della protezione animali, la polizia alimentare, la Gestapo della salute, i socialisti, e altri tipi del genere liberali e di sinistra che si credono moralmente superiori a Joe Bevibirra, Joe l’Idraulico, i devoti della National Rifle Association, i burini, e tutti i sostenitori di Bush che hanno gradito l’idea di avere un presidente non più sveglio di loro. Sono stereotipi impazziti. Così per portare un po’ di equilibrio e di prospettiva storica al problema, permettetemi di ricordarvi alcuni fatterelli dimenticati, o mai conosciuti, fatterelli che confutano gli stereotipi.

Josef Stalin studiò da sacerdote.
Adolf Hitler a un certo punto sperò di diventare un monaco o sacerdote cattolico; era un vegetariano ed era contrario al fumo.
Hermann Goering, mentre la sua Luftwaffe faceva piovere morte sull’Europa, teneva in ufficio una scritta che recitava: “Chi tortura gli animali ferisce i sentimenti del popolo tedesco.”
Adolf Eichmann era colto, leggeva approfonditamente e suonava il violino.
Anche Benito Mussolini suonava il violino.
Alcuni comandanti di campi di concentramento nazisti ascoltavano Mozart per non sentire le grida dei prigionieri.
Charles Manson era un antivivisezionista convinto.
Radovan Karadzic, il leader serbo bosniaco, accusato di crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità dal Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia, era stato uno psichiatra specializzato nelle depressioni; l’autore di un libro di poesie pubblicato, oltre a libri per bambini, spesso con temi naturalistici; e uno specialista in medicina alternativa.
In realtà non sono sicuro di quale uso potreste fare di queste informazioni per avanzare verso il nostro amato obiettivo nazionale di diventare una società civilizzata, ma sento il bisogno di diffonderle. Se conoscete qualche altro esempio dello stesso tipo, gradirei che me li mandaste.

Gli esempi precedenti sono tutti di “cattivi” che fanno cose “buone”. Naturalmente ci sono molti più casi di “buoni” che fanno cose “cattive”.

William Blum
Fonte:www.killinghope.org
Link: http://www.killinghope.org/bblum6/aer64.html#link
1.12.08

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LUCA TOMBOLESI

Note

1 – Washington Post, 17 agosto 2008
2 – Chicago Tribune, 25 settembre 2004
3 – Associated Press, 17 novembre 2008
4 – New York Times, 3 ottobre 2008
5 – Nelson Mandela, Long Walk to Freedom [trad. italiana Lungo cammino verso la libertà: autobiografia, Feltrinelli] (1994) p. 278; William Blum, Rogue State [trad. italiana Con la scusa della libertà, M. Tropea editore], capitolo 23, “How the CIA sent Nelson Mandela to prison for 28 years” [Come la CIA mandò Nelson Mandela in prigione per 28 anni]↩
6 – BBC, 26 ottobre 2008 ↩
7 – New York Times, 9 novembre 2008 ↩
8 – Associated Press, 9 novembre 2008 ↩
9 – Si veda il mio articolo a: http://www.killinghope.org/superogue/terintro.htm ↩

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