Imran Khan, Primo Ministro del Pakistan dal 2018, si è rivolto con tono provocatore ai capi delle missioni diplomatiche presenti a Islamabad, rigettando la richiesta di schierarsi contro la Russia in questo momento di riassetto geopolitico del mondo.
Come vi abbiamo riportato, la settima scorsa, durante una riunione straordinaria dell’Assemblea Generale dell’ONU, 141 nazioni avevano votato a favore di una risoluzione che invitava la Russia a ritirare le truppe dal territorio ucraino e porre fine al conflitto. Al di là dei 141 Paesi che si erano espressi favorevolmente e dei 5 invece contrari, ciò che maggiormente ha interessato gli analisti sono i Paesi che hanno scelto la neutralità durante la votazione. Tra questi, oltre Cina e India, anche il Pakistan ed altri Stati asiatici.
Ebbene come possiamo apprendere dall’agenzia stampa New Delhi Television (NDTV), in un articolo pubblicato qualche giorno fa, viene riportato lo sfogo del Primo Ministro Khan contro i capi di 22 missioni diplomatiche, comprese quelle degli stati membri dell’Unione Europea, che avevano rilasciato una lettera congiunta il 1 marzo, sollecitando il Pakistan a sostenere la risoluzione nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite; sostegno che però, come detto, non hanno ottenuto.
Il Primo Ministro del Pakistan ha deciso infatti di commentare pubblicamente l’episodio, rilasciando alcune pungenti dichiarazioni durante un incontro politico:
Voglio chiedere agli ambasciatori dell’Unione Europea: Avete scritto una lettera simile all’India? Cosa pensate di noi? Siamo i vostri schiavi… che qualsiasi cosa voi diciate, noi la faremo?
[Noi] Siamo amici della Russia, e siamo anche amici dell’America; siamo amici della Cina e dell’Europa; non siamo in nessun campo.
Khan ha voluto quindi sottolineare che il Pakistan rimarrà “neutrale” in questa vicenda, e lavorerà con coloro che cercano di porre fine alla guerra in Ucraina.
Il mondo multipolare sta prendendo forma; i grandi Paesi asiatici si sentono finalmente protagonisti negli assetti geopolitici e non hanno nessuna intenzione di assecondare l’ “American way of life“.
Massimo A. Cascone, 09.03.2022