DI PAUL CRAIG ROBERTS
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Il Memorial Day è il giorno in cui commemoriamo i nostri caduti in guerra. Come il 4 luglio sta diventando una celebrazione della guerra stessa.
Coloro i quali hanno perso familiari e amici stretti in guerra non vogliono che le loro morti siano state vane, di conseguenza i conflitti diventano azioni valorose messe in atto da persone valorose che combattono per la verità, la giustizia e il modo di vivere statunitense. I discorsi patriottici declamano quanto siamo debitori nei confronti di quelli che hanno dato le loro vite affinchè gli USA possano restare liberi.
I discorsi nascono dalle buone intenzioni, ma creano una falsa realtà che sostiene ulteriori guerre: nessuna delle guerre combattute dagli USA ha mai avuto a che fare con la salvaguardia della loro libertà, al contrario, le guerre ci hanno strappato i diritti civili, rendendoci sempre meno liberi.
Il presidente Lincoln aveva emanato un ordine di arresto per i giornalisti ed editori dei giornali nordisti, aveva chiuso 300 testate e trattenuto 14.000 prigionieri politici. Lincoln aveva arrestato il Rappresentante Clement Vallandingham, che criticava la guerra, in Ohio, esiliandolo nella Confederazione. Woodrow Wilson sfruttò la prima guerra mondiale per sopprimere la libertà di fare comizi e anche Franklin D. Roosevelt sfruttò la seconda guerra mondiale per internare 120.000 cittadini di discendenza giapponese, sulle basi che la loro razza li rendeva sospetti. Il professor Samuel Walker ha affermato che il presidente George W. Bush ha usato la “guerra al terrore” per un attacco trasversale ai diritti civili, rendendo il suo regime il più grande pericolo alla libertà he gli USA abbiano mai vissuto.
Lincoln distrusse per sempre i diritti negli States, ma la sospensione dell’habeas corpus e della libertà di parola durante le tre grandi guerre furono sempre sospesi al termine del conflitto. In ogni caso l’abrogazione della Costituzione del presidente Bush è stata allargata dal presidente Obama e codificata dal Congresso in legge. Ben lungi dal difendere i nostri diritti, i nostri soldati morti moti durante la “guerra al terrore” sono morti affinchè il presidente potesse detenere a tempo indeterminato cittadini degli Stati Uniti senza un giusto processo e potesse allo stesso modo ucciderli sulla base di sospetti, senza che essi potessero appellarsi alla legge o alla Costituzione.
La conclusione evidente è che le guerre degli Stati Uniti non hanno difeso la nostra libertà, ma, al contrario, l’hanno distrutta. Come Alexander Solzhenitsyn ha affermato “Uno stato di guerra serve solo come scusa per una tirannia interna”.
La secessione del Sud aveva minacciato l’impero di Washington, ma non la popolazione americana; nemmeno i Tedeschi della prima guerra mondiale e i Tedeschi e Giapponesi della seconda minacciarono in alcun modo gli USA. Come gli storici hanno chiaramente evidenziato, la Germania non diede inizio alla prima e alla seconda guerra mondiale per mire espansionistiche. Le mire Giapponesi si limitavano all’Asia. Le ambizioni di Hitler si limitavano alla ristrutturazione delle province tedesche tolte alla Germania come bottino della prima guerra mondiale a violazione delle garanzie del presidente Wilson e ai territori ad Est. Nessuna nazione aveva mai pianificato di invadere gli USA; il Giappone aveva attaccato la base di Pearl Harbor nel Pacifico, in quanto ostacolo alle sue attività in Asia, non come preambolo ad un’invasione al territorio statunitense.
Certamente le nazioni devastate da Bush e Obama nel 21° secolo – Iraq, Afghanistan, Libia, Somalia, Siria, Pakistan e Yemen – non avevano mai minacciato gli Stati Uniti, infatti queste guerre sono state usate da un esecutivo tirannico per stabilire le basi dello stato di polizia segreta in cui viviamo.
La verità è dura da sopportare, ma i fatti sono evidenti. Quelle guerre sono state combattute per aumentare il potere di Washington, i profitti delle banche e delle industrie belliche e le fortune delle aziende statunitensi. Il generale della marina Smedley Butler ha affermato “Ho servito in tutti ranghi dal ruolo di sottotenente fino a generale maggiore e durante il servizio, ho speso la maggior parte del mio tempo in qualità di braccio armato di primo livello per i Grandi Affari, per Wall Street e per i banchieri. In breve ero uno sgherro del capitalismo.
È quasi impossibile commemorare i caduti senza glorificarli ed è impossibile glorificarli senza glorificare le guerre cui hanno partecipato.
Per tutto il 21° secolo gli Stati Uniti sono stati in guerra, non contro eserciti o minacce alla propria libertà, ma contro civili, donne, bambini, anziani e contro la nostra stessa libertà. Le elite con un legittimo interesse in questi conflitti ci dicono che proseguiranno per 20-30 anni prima che si sia sradicata la “minaccia terrorista”.
Ciò ovviamente è senza senso. Non c’è stata alcuna minaccia terroristica fino a che Washington non ha iniziato a cercare di crearla attraverso attacchi militari, sostenuti da menzogne, contro la popolazione islamica.
Washington ha avuto tanto successo con le sue bugie al punto che la sua arroganza ha superato la capacità di giudizio, rovesciando un governo democraticamente eletto in Ucraina, Washington ha portato gli USA a scontrarsi con la Russia e questo confronto potrebbe finire male, forse per Washington stessa, forse per il mondo intero.
Se Gheddafi ed Assad non si sono arresi, come può Washington pensare che lo farà Putin? La Russia non è nè la Libia nè la Siria. Washingotn è il bulletto che dopo aver picchiato tutti i bambini dell’asilo, pensa di fare il duro con il linebacker del college.
I regimi di Bush e Obama hanno distrutto la reputazione degli Stati Uniti con le loro menzogne senza fine e le violenze contro altre popolazioni, il mondo vede Washington come una minaccia.
Sondaggi a livello mondiale (*) dimostrano come la gente ponga Israele e USA come le due nazioni che minacciano maggiormente la pace.
Le nazioni che la propaganda di Washington definisce “stati canaglia” e “l’asse del male” come Iran e Korea del Nord sono molto più in basso nella lista quando si interpellano persone in giro per il mondo; è lapalissiano come il resto del mondo non creda a all’autocelebrativa propaganda di Washington: il mondo vede USA e Israele come “stati canaglia”.
Sono gli unici due stati al mondo vittime delle loro stesse ideologie: gli USA del neoconservatorismo che afferma che essi sono una nazione “eccezionale ed indispensabile” scelta dalla storia per esercitare la propria egemonia su tutte le altre.
Questa ideologia è sostenuta dalle dottrine di Brzezinsky e Wolfowitz, che sono alla base della politica estera statunitense.
Il governo di Israele è vittima dell’ideologia sionista che vuole un “grande Israele” dal Nilo all’Eufrate, molti Israeliani stessi non accettano quest’idea, che però è sostenuta dai “colonizzatori” e dal governo.
Le ideologie sono cause importanti della guerra. Come l’idea di Hitler che la razza tedesca fosse superiore si rispecchia in quella statunitense che gli USA siano superiori, così quella comunista che la classe operaia fosse superiore a quella capitalista è rispecchiata nel principio sionista che gli israeliani siano superiori ai palestinesi. I sionisti non hanno mai sentito parlare dei diritti degli squatter e sostengono che gli ebrei immigrati in Palestina vantino diritti su una terra occupata da altri da millenni.
Le dottrine di superiorità di Washington e Israele non vanno molto d’accordo con “gli altri”. Quando Obama ha pubblicamente dichiarato che gli statunitensi sono un popolo eccezionale il presidente ruso Putin ha risposto “Dio ci ha creati tutti uguali”.
A discapito della sua popolazione il governo di Israele s’è fatto nemici a non finire, si è effettivamente isolato nel mondo. La sua esistenza dipende esclusivamente dalla volontà e abilità di Washington di proteggerlo, il che consegue che il potere di Israele è una conseguenza del potere degli USA.
Quest’ultimo è un’altra storia: come unica economia viva a seguito della seconda guerra mondiale, ha imposto il dollaro come unica moneta a livello mondiale, questa posizione ha dato a Washington egemonia finanziaria assoluta, prima fonte del suo potere. L’ascesa di altre nazioni mette questa egemonia in pericolo.
Per prevenire quest’ascesa, Washington si appende alle dottrine di Brzezinsky e Wolowitz. In breve, l’idea di Brzezinsky dice che per rimanere l’unica superpotenza, Washington deve controllare la zona Eurasiatica, il suo obiettivo è di sottomettere pacificamente il governo russo all’egemonia statunitense. “Una Russia debolmente confederata… una Russia decentralizzata sarebbe meno suscettibile a mire imperialiste”. In altre parole, spaccare la Russia in un’associazione di stati semiautonomi i cui politici siano sensibili ai dollari d’oltreoceano.
Bzrezinsky ha proposto una “strategia per l’Eurasia”: la Cina e “una Russia confederata” sarebbero parte di un “piano di sicurezza transcontinentale”, controllato da Washington per perpetrare il ruolo degli USA come unica superpotenza a livello mondiale.
Una volta ho chiesto al mio collega Bzrezinsky, che se tutti erano nostri alleati, contro chi ci eravamo coalizzati? La mia domanda lo ha sorpreso, perché penso che egli sia rimasto intrappolato nella strategia della guerra fredda anche dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica. Il pensiero comune durante la guerra fredda era quello che se non avevi il pugno già caricato allora eri fuori dal gioco. L’importanza di prevalere divenne corrosiva e questa tendenza è sopravvissuta al crollo dell’URSS. Dominare gli altri è l’unica politica estera che Washington conosce.
La forma mentis che gli USA debbano prevalere ha fatto da base ai Neoconservatori e alle loro guerre del 21° secolo, la quale, con il sollevamento del governo eletto democraticamente in Ucraina, è sfociata in una crisi che ha messo Washington in conflitto diretto con la Russia.
Io conosco le strutture strategiche che lavorano per Washington, ho occupato la cattedra di Politica Economica del centro William E. Simon per gli studi strategici e internazionali per una dozzina d’anni. L’idea diffusa è che Washington debba battere la Russia in Ucraina per non perdere il suo prestigio e il suo status di superpotenza.
Il desiderio di predominio conduce sempre alla guerra fino a che la sensazione di predominio non è ristabilita.
Il percorso verso lo scontro è sostenuto dalle teorie di Paul Wolfowitz, l’intellettuale Neoconservatore che ha scritto la dottrina militare e di relazioni internazionali degli states ha scritto tra molti altri passaggi:
“il nostro primo obiettivo è di prevenire il riemergere di un nuovo rivale, sul territorio dell’ex URSS o da qualche altra parte [Cina], che ponga una minaccia all’ordine sui territori precedentemente controllati dall’Unione Sovietica. Questo è un punto fondamentale che sottosta ad una nuova strategia di difesa regionale e richiede che ci prodighiamo a prevenire ogni potere ostile dall’avere potere su una regione le cui risorse, sotto un controllo consolidato, possono fornire la base per un potere globale”.
Nella dottrina di Wolfowitz, ogni altra nazione forte è definita una minaccia e un potere ostile agli USA, senza considerare quanto essa voglia cooperare per un beneficio comune.
La differenza tra Bzrezinsky e i Neoconservatori è che lui vuole sottomettere la Russia e la Cina includendole in un impero come elementi importanti le cui voci verrebbero ascoltate, anche se solo per questioni diplomatiche, mentre loro sono preparati a fare affidamento sulla forza militare combinata con rivolte interne supportate dalle ONG finanziate dal governo USA e persino da organizzazioni terroristiche, se fosse necessario.
Né gli Stati Uniti né Israele provano vergogna per la loro reputazione internazionale di paesi che creano le maggiori minacce, infatti entrambi sono fieri di essere considerati tali: la politica estera di entrambi è priva di qualsiasi diplomazia, si basa esclusivamente sulla violenza. Washington impone ai paesi di fare come dice o di “essere rasi al suolo dalle bombe”. Israele dice che tutti i Palestinesi, inclusi donne e bambini, sono “terroristi” e spara loro nelle strade, giustificandosi dicendo che si sta proteggendo dal terrorismo. Israele, che non riconosce la Palestina come stato, copre i suoi crimini affermando che la Palestina non riconosce lo stato di Israele.
“Non abbiamo bisogno di diplomazia puzzolente. Noi abbiamo il potere.”
Questa è l’attitudine che provoca le guerre e gli Stati Uniti è proprio lì che ci stanno conducendo. Il primo ministro britannico, la cancelliera tedesca e il presidente della Francia sono alleati di Washington, gli garantiscono copertura. Invece di crimini di guerra, Washington ha una “coalizione di volonterosi” e invasioni militati che portano “democrazia e diritti per le donne” in paesi non compiacenti.
La Cina subisce più o meno lo stesso trattamento. Un paese con quattro volte la popolazione degli USA ma meno carcerati è continuamente criticata come “stato autoritario”, è accusata di violazione dei diritti umani mentre la polizia negli Stati Uniti brutalizza la popolazione.
Il problema per l’umanità è che Cina e Russia non sono Libia e Iraq; queste due nazioni possiedono arsenali nucleari, la loro superficie supera di gran lunga quella degli Stati Uniti. Essi non sono stati in grado di occupare con successo Baghdad o l’Afghanistan e non hanno possibilità di prevalere contro Russia e Cina in una guerra normale. Cosa ci possiamo aspettare da un governo privo di moralità?
Il mondo non ha mai provato sulla propria pelle governi canaglia del calibro di Washington e Israele, entrambi sono pronti ad uccidere chiunque, guardate la crisi che è stata creata in Ucraina e il pericolo che ne è conseguito. Il 23 maggio in Russia il presidente Putin ha parlato al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, un meeting che vede coinvolti 62 paesi e i CEO di 146 delle più grandi aziende occidentali.
Putin non ha parlato dei miliardi di dollari di contratti che venivano siglati, ha parlato della crisi che Washington ha portato in Russia e ha criticato l’Europa per essere un vassallo di Washington e supportarne la propaganda contro il suo paese e le interferenze in questioni di interesse vitale per esso.
Putin ha parlato in modo diplomatico, ma il messaggio ricevuto dagli uomini d’affari statunitensi ed europei è che se i loro governi continuano ad ignorare lo scorno della Russia e a comportarsi come se potessero interferire negli interessi russi come se la Russia non esistesse, ci saranno dei problemi.
Le teste di queste grandi aziende porteranno il messaggio dritto a Washington e alle capitali europee. Putin ha reso lampante che l’assenza di dialogo con la Russia potrebbe avere come conseguenza l’errore dell’occidente di introdurre l’Ucraina nella NATO e di posizionare basi missilistiche al confine con la Russia. Putin ha imparato che non può contare sulla buona volontà dell’occidente e ha detto chiaramente, al limite della minaccia, che basi militari occidentali su suolo ucraino sono inaccettabili.
Washington continuerà ad ignorare la Russia e le capitali europee dovranno discernere se Washington le sta spingendo in un conflitto con la Russia contro i loro interessi, dunque Putin sta mettendo alla prova i politici europei per capire se presso di loro ci sono abbastanza intelligenza ed indipendenza per una riappacificazione.
Se Washington nella sua insopportabile arroganza forzerà Putin a tagliare fuori l’occidente, l’alleanza strategica Cina-Russia, che si sta formando per contrapporsi alla politica ostile di Washington di circondare entrambe le nazioni con basi militari, si stringerà per prepararsi all’inevitabile guerra.
I sopravvissuti, se ce ne saranno, potranno ringraziare i Neoconservatori, la dottrina di Wolfowitz e la strategia di Brzezinsky per la distruzione della vita sulla terra.
Il popolo statunitense contiene una grande quantità di persone malinformate che pensano di sapere tutto, queste sono state programmate dalla propaganda USA e israeliana ad equiparare l’islam ad un’ideologia politica. Credono che l’islam, una religione, sia una dottrina militare che sostiene il ribaltamento della civiltà occidentale, come se qualcosa fosse rimasto della civiltà occidentale.
Molti credono a questa propaganda anche di fronte alla prova tangibile che Sunniti e Sciiti si odiano più di quanto possano odiare i loro occupatori e oppressori occidentali. Gli USA hanno lasciato l’Iraq, ma il massacro ora è forse più cruento che durante l’invasione ed occupazione statunitensi. Il pegno di vittime del conflitto tra Sunniti e Sciiti è straordinario, una religione così disunita non crea minaccia per nessuno se non per gli islamici stessi. Washington ha sfruttato con successo la scarsa unione nell’Islam per rovesciare Gheddafi e la usando tutt’ora per ribaltare il governo in Siria. I musulmani non riescono ad unirsi nemmeno per difendersi dagli attacchi dell’occidente. Non c’è alcuna prospettiva di un’unione islamica per distruggere l’occidente.
Anche se l’islam lo facesse, non avrebbe senso, l’occidente si è già autodistrutto: negli Stati Uniti la costituzione è stata vilipesa dai regimi di Bush e Obama, non ne rimane nulla. Dato che gli Stati Uniti sono la loro costituzione, cosa erano un tempo non esiste più, una differente entità ha preso il loro posto.
L’Europa è morta con l’Unione Europea, che ha richiesto la fine della sovranità di tutti i paesi membri. Alcuni burocrati inaffidabili a Bruxelles sono diventati superiori alla volontà dei francesi, dei tedeschi, degli inglesi, degli italiani, degli olandesi, degli spagnoli, dei greci e dei portoghesi.
La civiltà occidentale è uno scheletro, sta ancora in piedi ma non c’è vita in essa, il sangue della libertà se n’è andato: le popolazioni occidentali guardano ai propri governi come a dei nemici. Perché altrimenti Washington avrebbe militarizzato le forze di polizia locali, fornendole come se fossero eserciti d’occupazione? Perché la sicurezza nazionale, il dipartimento dell’agricoltura e persino le poste e la sicurezza sociale avrebbero ordinato miliardi di munizioni ed armi semiautomatiche? A cosa serve questo arsenale pagato dai contribuenti se non a sottomettere i cittadini statunitensi?
Come ha detto l’influente studioso di trend Gerald Celente nel Trends Journal, “la rivolta avvolge i quattro angoli del globo”. Per tutte l’Europa persone arrabbiate, disperate e soverchiate marciano contro le politiche finanziarie dell’UE che le stanno mettendo in ginocchio. Nonostante tutti gli sforzi di Washington attraverso le sue cinque colonne conosciute come ONG per destabilizzare la Russia e la Cina, i governi di questi paesi hanno più supporto tra le loro popolazioni di quanto ne abbiano UE e USA.
Nel ventesimo secolo la Russia e la Cina hanno imparato cosa sia la tirannia e l’hanno rifiutata.
Negli USA la tirannia è entrata travestita da “guerra al terrore”, una truffa usata per spaventare i pecoroni e indurli ad abbandonare i loro diritti civili, liberando Washington dal rispondere alla legge e permettendole di instaurare uno stato militare. Fin dalla seconda guerra mondiale Washington ha usato il suo potere finanziario e la “minaccia sovietica”, ora mutata in “minaccia russa”, per annettere l’Europa al suo impero.
Putin sta sperando che gli interessi degli stati europei prevalgano alla sottomissione a Washington, questa è la sua scommessa, questa è la ragione per cui non reagisce alle provocazioni statunitensi in Ucraina.
Se l’Europa delude la Russia, Putin e la Cina si prepareranno alla guerra che la bramosia di dominio di Washington renderà inevitabile.
Paul CraigRoberts era assistente segretario del Treasury for Economic Policy e editore associato del Wall Street Journal. Era editorialista del Business Week, Scripps Howard News Service e Creators Syndicate. Ha tenuto molte conferenze universitarie. I suoi post su internet hanno attirato attenzione mondiale. I suoi ultimi libri sono The Failure of Laissez Faire Capitalism e How America Was Lost. http://www.paulcraigroberts.org/
Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/
Link: http://www.informationclearinghouse.info/article38612.htm
26.5.2014
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO
* 1) http://www.ibtimes.com/gallup-poll-biggest-threat-world-peace-america-1525008 and
2) http://www.jewishfederations.org/european-poll-israel-biggest-threat-to-world-peace.aspx