La multa di 100 euro prevista dall’obbligo vaccinale sancito dall’ultimo vergognoso decreto applicato dal governo usurpatore della repubblica italiana non verrà applicata. O meglio, sarà di difficile applicazione sia per il meccanismo farraginoso previsto dalla legge, sia perché il Garante della privacy non si è ancora espresso sulla legittimità della condivisione tra enti degli elenchi di non vaccinati per il Covid-19. Il garante si solleva dalle critiche scaricando il barile sul ministro della salute Roberto Speranza, che avrebbe fatto arrivare il testo da esaminare soltanto il 15 febbraio, quando invece la legge era partita dal primo del mese:
È destituita di ogni fondamento l’affermazione che il Garante per la protezione dei dati personali abbia rallentato o bloccato l’attuazione della norma che individua le sanzioni per i cittadini e i lavoratori ultra 50enni sottoposti all’ obbligo di vaccinazione contro il Covid-19”. Lo precisa in una nota l’Autorità spiegando che “la relativa norma (d.l. n. 52/2021), che dà attuazione alle disposizioni in tema di certificazioni verdi Covid-19 e di obblighi vaccinali per cittadini ultracinquantenni, nonché per il personale delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica coreutica e musicale e degli istituti tecnici superiori, è entrata in vigore il 1 febbraio 2022, ma il ministero della salute ha inviato al Garante la richiesta di parere sullo schema di decreto che dà attuazione a tale quadro normativo solo in data 15 febbraio 2022.” (Il Tempo)
Il pasticcio si complica se si considera che ex lege si diventa novaccse anche dopo la seconda dose, se non si fa la terza. Una camorra che farebbe fruttare all’Agenzia delle Entrate un bel patrimonio; tutto sta nel riscuoterla, la camorra, ma l’ADE non può far nulla senza i dati, e qui si torna al garante, in un circolo vizioso in cui gli aguzzini del loro stesso popolo si sono ingarbugliati con le loro stesse mani:
Non si sa neanche se è legittimo comunicarglielo, ma anche se il Garante darà luce verde [e l’ha data il 17 febbraio NdR] l’iter è tutt’altro che in discesa: prima scatta un avvertimento, perché il non vaccinato potrebbe essere in possesso di un’esenzione. Valutata la documentazione in un rimpallo di comunicazioni, in caso di obbligo eluso scatterebbe la sanzione. Che ha gli stessi tempi di una contravvenzione stradale, dunque con notifica entro 180 giorni, alla quale si può fare ricorso. Altro che giugno… (Il Tempo)
Piange il mainstream, che ha l’acquolina in bocca all’idea dell’ennesima punizione verso i pochi uomini liberi rimasti nel dantesco ostello di dolore.
MDM 20/02/2022