FONTE: ROSSLAND (BLOG)
La cosa più irritante di questo voto referendario, è il fatto che si scarichi sulle spalle degli italiani la responsabilità di decidere su una Riforma Costituzionale le cui modifiche sono talmente astruse e il cui quesito referendario è talmente incomprensibile, da costringere le persone a mettere una crocetta sul Sì o sul No con lo stesso spirito con cui tiferebbe a una partita di calcio, dove qualunque sia la ragione di chi perde, conta solo il risultato in campo.
I testi della modifica sono di così difficile comprensione, illeggibili anche per i molti costituzionalisti che li hanno esaminati, che la Signora Maria di Voghera o il Pensionato di Ladispoli finiranno a votare per sfinimento, più per liberarsi dal putrido tifo da stadio che impazza ovunque e sperando solo di veder sparire dai loro teleschermi la più noiosa e truffaldina partita che in Italia si sia mai vista, che sapendo davvero cosa stanno votando.
Solo chi si è preso il (molto) tempo e la (molta) briga di provare a decifrare l’accozzaglia confusa di testi messi insieme con l’evidente scopo di renderli indecifrabili ai più, avrà chiare le ragioni del proprio voto.
Chiarissime invece le ragioni del Governo, non a caso sostenuto per il Sì da Confindustria, da Marchionne, da Goldman Sachs e da Schauble: questa riforma è stata chiesta proprio da J.P.Morgan e dall’Unione Europea, quindi il loro Sì a supporto del Governo risulta un po’ come quello dell’oste che garantisce per la bontà del proprio vino.
Significa che è buono? Forse, ma per averne certezza ognuno di noi pretenderebbe almeno di provarlo, prima di esprimere un parere con un voto, o no?
Per me, un po’ di tempo per provare a decifrare le astruserie della Riforma, me lo sono preso. E quel che ho letto mi ha fatta incazzare ancor più per come è scritta, oltre che per cosa è scritto.
La Costituzione non è cosa sulla quale si dovrebbe permettere di giocare a fare il “padre costituente” a dei cartoni animati.
In più, non mi fido per principio di chi mi mette fretta di dire Sì firmando qualcosa senza che mi si dia il tempo di leggere tutte le clausole truffaldine scritte in piccolo, quelle che sono quasi sempre il vero oggetto del contratto.
So che molti italiani invece, per noia, per pigrizia o per mal riposta buonafede, continuano a firmare contratti fidandosi del venditore di pignatte o dell’oste del vino buono i quali, con il sorriso a 32 denti e la simpatia del genero che tutte le mamme sognano di far maritare alla figlia, li forza alla firma infilandogli in mano una penna, così che i tribunali sono pieni di gente raggirata che si trova sul groppone rate da pagare per cose che non voleva comprare.
Ecco, credo sia questo lo spirito che dovrebbe animare gli italiani che non hanno avuto la pazienza o il tempo per leggere la Riforma proposta dal Governo: nel dubbio di aver capito cosa si firma o si vota, si posa la penna e si dice NO, non firmo e voto No (cioè mi tengo le mie vecchie pignatte e la mia vecchia Costituzione).
Nel dubbio, si vota No, “perché non ho capito“.
Nel dubbio, si vota No per darsi il tempo di capire, per darsi il tempo di leggere le clausoline dementi scritte in piccolo che sono il contenuto vero della riforma.
Nel dubbio, come è buona norma diffidare di un venditore di pignatte così si come diffida dell’oste quando dice che il suo vino è il più buono, si vota No per autodifesa preventiva.
No, perché nessuna persona con un minimo di rispetto per le proprie finanze comprerebbe pignatte da un venditore perché è simpatico, o perché lo dice lui e lo dicono i suoi compagni di merende.
No.
No. No.
Basta un No.
Il No è la parola più rivoluzionaria, quella meno usata e tuttavia la sola che ci consente di proteggerci dai pignattari interessati solo ai Sì senza pensieri.
Rifiutatevi di sommarvi ai bacucchi che prima firmano, e votano, senza chiedere mai, per poi intasare i tribunali lamentando di essere stati ingannati dal venditore di pignatte che, interessato solo ai suoi affari, è passato come un carrarmato sopra ai vostri.
Difendetevi prima, non firmate in bianco, Votate No.