di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org
In un mondo sempre più chiuso alla trascendenza e che vuole confidare solo nella scienza come unica forma di conoscenza valida e come soluzione a tutti i problemi può, forse, apparire normale chiudere un convento e trasferire le monache che ci vivono perché rifiutano il vaccino anti-covid, ma normale non è affatto.
A maggior ragione che la mentalità dominante difende il diritto all’aborto, alla eutanasia e al suicidio assistito in nome di una libertà assoluta che vuole disporre totalmente di sé, finanche alla possibilità di cambiare sesso.
Dunque tutto è permesso e giustificato in questi tempi che stiamo attraversando, ma guai a esercitare il libero arbitrio per dire NO a certi farmaci, anche se si tratta di medicinali dalla dubbia sicurezza ed efficacia.
E così è successo che, a Perugia, il monastero benedettino di clausura intitolato a Santa Caterina d’Alessandria abbia ricevuto a febbraio un’inaspettata visita apostolica, una sorta di ispezione, e benché tutto sia stato trovato in ordine spiritualmente, economicamente e liturgicamente, si è appresa in questi giorni la notizia che verrà chiuso e le suore trasferite. Il motivo è che le stesse non si sono vaccinate e che la badessa non le ha costrette a farlo, è stata la stessa responsabile del convento suor Caterina, 62 anni, a confermarlo in un’intervista rilasciata al giornale online La Bussola Quotidiana.
Dopo le dichiarazioni della Madre Superiora il caso è deflagrato a livello mediatico costringendo ad una replica l’Arcidiocesi umbra. Precisa, a tal proposito, Fabio Giuseppe Carlo Carisio su Gospa news che l’Arcidiocesi “è guidata dal cardinale Gualtiero Bassetti convinto sostenitore dei vaccini anti-Covid nel suo ruolo nazionale di Presidente della Conferenza Episcopale Italiana a dispetto del duplice contagio Covid-19 che si è preso nonostante i sieri genici sperimentali antiCovid”. Carisio, nel suo articolo, riporta la nota giunta dalla Curia che smentisce una correlazione tra la mancata vaccinazione delle monache e l’incombente chiusura del monastero ma, al contempo, nel pubblicarne alcuni passaggi, rileva alcune contraddizioni e pone due quesiti: “Come può la Curia Arcivescovile smentire la correlazione tra rifiuto del vaccino e rischio di chiusura nel momento in cui afferma, di fatto, di non sapere nulla? Perché azzarda a confutare categoricamente l’ipotesi di nesso causale confermata invece dalla “ispettrice” religiosa della visita apostolica, secondo le dichiarazioni di suor Caterina, senza aver verificato chi delle due potrebbe aver infranto l’Ottavo Comandamento “Non dire Falsa Testimonianza” come un’autorità ecclesiastica sarebbe tenuta a fare nella sua veste di pastore di anime, soprattutto se consacrate?”
Il caso di queste monache è emblematico e ben rappresenta il momento grave che stiamo vivendo. Chi si professa credente non può non interrogarsi. E le domande sono molte.
Dove sono i giornalisti cattolici dei grandi media nazionali, perché non si scandalizzano?
Non dovrebbe la Chiesa essere custode dell’identità e della dignità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale?
Non dovrebbe vegliare affinché non vengano violati i diritti fondamentali delle persone?
Non dovrebbe sapere ascoltare i dubbi e le preoccupazioni delle persone piuttosto che liquidarle?
Non dovrebbe difendere l’identità e la complessità dell’uomo che stanno rischiando di essere cancellate dalla smania di controllo telematico dello stesso fino ad arrivare, prima di quanto si creda, al trans-umanesimo?
Non dovrebbe, infine, la Chiesa, amare e difendere tutti i suoi figli e contrastare la narrazione unica dominate dei media che, invece, mette ai margini e discrimina chi la pensa diversamente e ogni giorno soffia sul fuoco dello scontro?
Dove sta andando la Chiesa oggi? In questi due anni abbiamo visto una gerarchia cattolica che ha sposato fin da subito con determinazione la linea della vaccinazione “senza se e senza ma “e il Vaticano è stato uno dei primi stati al mondo a imporre l’obbligo di vaccinazione dei lavoratori nel suo territorio.
Abbiamo avuto per certi periodi i luoghi di culto chiusi e poi sentito vescovi che nelle omelie hanno invitato i fedeli non ancora vaccinati a farlo per non “gravare sulla salute delle altre persone e sul lavoro di molti”. Ce ne sono stati altri che hanno impedito a sacerdoti non vaccinati di distribuire la comunione e parroci che hanno chiesto il riscontro di un tampone recente o del vaccino per l’accesso in chiesa e negli spazi della parrocchia.
Il virus Sars-CoV-2 è ormai giunto alla fine della sua corsa e, finalmente, si inizia ad ammettere che la Covid si può curare, a maggior ragione se si interviene senza perdere tempo ai primi sintomi (cosa che, del resto, da subito hanno iniziato a fare molti medici discostandosi dalle circolari ministeriali e dalle indicazioni dei propri ordini di appartenenza).
Nello stesso tempo stanno emergendo sempre di più effetti avversi anche seri provocati da questi farmaci, tanto che il decreto Sostegni ter (Decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4) ha autorizzato la spesa complessiva di 150 milioni di Euro per gli anni 2022, 2023 per gli indennizzi a “coloro che abbiano riportato lesioni o infermità dalle quali sia derivata una menomazione permanente dell’integrità psico fisica a causa della vaccinazione anti Covid-19.”
Nonostante queste evidenze, continuiamo a ricevere gli stessi input dei mesi scorsi: abbiamo gel disinfettanti che sostituiscono l’acqua santa all’entrata delle chiese, non ci si dà più la mano durante la messa e, pur stando seduti distanti gli uni dagli altri e con le porte aperte, ancora siamo costretti a tenere mascherine sulla bocca e sul naso che tolgono il respiro e rendono difficile la preghiera ad alta voce e i canti.
Qual è allora, in questa folle situazione, il contributo che siamo chiamati a offrire noi cristiani oggi? Essere “buone” e “brave” persone significa dire sempre di sì anche quando la coscienza ci sta dicendo che abbiamo di fronte qualcosa di ingiusto e poco sicuro?
Occorre che riflettiamo bene su ciò che è accaduto e sta accadendo e che valutiamo se, da seguaci di Gesù Cristo, ci stiamo comportando in modo degno.
Il mondo è caduto in un immenso inganno e si sta progressivamente imponendo un totalitarismo spaventoso e antiumano. Possa Dio illuminarci nelle scelte di questi tempi e nello schieramento definitivo delle nostre personali vite.
___