“L’Iraq considera questa azione una violazione della sua sovranità e della santità del Paese, e un atto che viola le carte internazionali e le leggi che regolano le relazioni tra i paesi”, ha affermato il governo iracheno in una nota ieri, lunedì 18 aprile, successivamente all’incursione turca nel nord del paese.
A esprimersi oggi invece è stata la Presidenza della Repubblica che ha sottolineato come “le operazioni militari turche in corso all’interno dei confini iracheni nella regione del Kurdistan (sono) una violazione della sovranità irachena e una minaccia alla sicurezza nazionale irachena”.
“La ripetizione delle operazioni militari turche all’interno dei confini iracheni nella regione del Kurdistan, senza coordinarsi con il governo federale iracheno, nonostante i precedenti appelli a fermarle […] è inaccettabile” continua la nota della Presidenza della Repubblica. “La decisione dello Stato iracheno ufficiale e della sua politica estera unificata si basa sul continuo rifiuto dell’Iraq di fare della sua terra un campo di conflitto e un’arena per le questioni degli altri, invadendo la sua sovranità e minacciando la sua sicurezza e stabilità interna”.
Dal canto suo Ankara si difende affermando che il popolo curdo combatte da decenni contro il governo turco ed è considerato alla stregua di un’organizzazione terroristica da Ankara. Nel corso degli anni, la Turchia ha lanciato diverse incursioni militari in Iraq e Siria, prendendo di mira le milizie curde. Secondo l’esercito turco, in questo caso, l’operazione Claw-Lock ha preso di mira solo le milizie curde nelle regioni settentrionali dell’Iraq, in quanto zone alleate del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK).
Secondo Ankara, la sua azione militare è coperta dalla clausola di autodifesa nazionale della Carta delle Nazioni Unite ed è stata condotta nel massimo rispetto della sovranità irachena.
Massimo A. Cascone, 19.04.2022
Fonte: https://www.rudaw.net/english/middleeast/iraq/190420222