Mamma, provo una grande vergogna! Come è stato possibile rimanere indifferenti a tante distruzioni. Non hai visto i palazzi distrutti da bombe da una tonnellata? E gli uomini che scavavano a mani nude per cercar di salvare il loro figlio o la moglie sepolti nelle macerie? Non hai visto i bambini sanguinanti e feriti a morte estratti dalle rovine? Non hai visto le madri che piangevano disperate che stringevano al petto un fagotto con dentro la figlia, morta? Non hai visto le infinite file di involti di tela bianca, arrotolati come caramelle, con dentro corpi straziati di uomini, donne, bambini? Anche tu pensi che non siano degni di compassione? Tanti trattano un cagnolino con tutto il rispetto e per questi poveri morti nemmeno un pensiero?
La devastazione, i morti, le distruzioni, la mancanza di cibo e di acqua, sono state ben documentate e sono ancora visibili nelle tantissime foto e filmati in rete. Le guardo spesso, e rimango impietrita, attonita, inorridita. Ma tu, non le vedevi? Cosa facevi? Sei rimasta indifferente a tanta crudeltà e a tanta sofferenza di esseri umani come noi! Ci sono filmati fatti da droni che mostrano decine di palazzi sventrati, ammassi di macerie di quello che era la casa di quella povera gente. Li guardo con disperazione, e penso cosa sarebbe se la mia casa facesse la stessa fine. Ma tu?
Ogni bambino fa colazione con biscotti e latte in abbondanza, casomai imboccati da una mamma affettuosa. Ma quei bambini non avevano nulla. Le loro madri avevano solo le lacrime. Le forniture essenziali per alimentare e curare i bambini sono state ritardate, è stato bloccato l’ingresso degli aiuti per giorni, settimane o addirittura mesi. Centinaia di attacchi agli ospedali li hanno resi completamente non funzionanti, senza medicine, elettricità, ossigeno. Pensa se l’ospedale dove dovessi andarmi a curare fosse distrutto! Mettiti nei panni di quella povera gente, non tanto diversa da quella della tua gioventù!
Faccio ricerche sugli ospedali e vedo cose inenarrabili. Bambini coperti di sangue su lettighe di fortuna, con la testa fasciata, gambe spezzate, ferite sanguinanti e tante lacrime, dolore. E i bambini amputati? Secondo l’ONU almeno duemila hanno avuto una o due gambe amputate. M’immagino anch’io senza una gamba e vedo un triste futuro di dolore e di sofferenza. Lo immagini, mamma?
Penso anche alle ferite dell’anima, alla paura che si prova quando vedi un palazzo crollare; senti un rumore assordante e respiri la polvere densa dei calcinacci. Immagino di sentire i sibili delle bombe cha cadono e le raffiche di mitragliatici che uccidono persone vicine. Penso a cosa possa provare un piccolo bimbo quando vede madri che piangono, urlano disperate, e che si buttano a terra sopraffatte. Ma tu hai mai pensato a questo, come faccio io ora?
Vedi, mamma, ritengo che per quei bambini sia meglio essere morti. È peggio di essere morti che scoprire, quando si diventa grandi, che il mondo è pieno della cattiveria e della indifferenza di tantissime madri che li hanno lasciati in quello stato. Anch’io sono profondamente ferita nell’anima. Vivere assieme a adulti che sono rimasti freddi e distaccati, o forse peggio, per tanta barbarità è, credimi, un immane supplizio. E penso che quei bimbi, ora cresciuti, serbino in seno una rabbia profonda, che spesso, purtroppo, scoppierà in odio e violenza.
Ero ancora bambina, quando sono scoppiati i cerca-persone e i walkie-talkie. Molti dei miei amici li avevano e si divertivano in giochi da esploratore. Pensa, se avessi partecipato a uno di quel giochi e, invece di un “passo e chiudo”, ci fosse stata una esplosione. Mi vedo la faccia coperta di sangue, un occhio che non vede più, il volto deturpato da ustioni profonde. La mia faccina, una volta graziosa, trasformata in una maschera di cicatrici. Quello è terrorismo! Ma tanti, te inclusa, non hanno fatto un plissé. Vi indignavate per un singolo fatto di sangue, pur cosa orribile, ma per quegli episodi solo un’alzata di spalle. Che vergogna!
Ho letto che nel passato gli aerei anticarro americani hanno sparato munizioni all’uranio impoverito e che 369 militari italiani esposti e privi di adeguate protezioni sono morti, mentre 7.500 sono malati. Ho anche letto che le “armi inumane”, il nome dato alle bombe a grappolo che sono state bandite da molti paesi civili, sono riapparse di nuovo. Per l’uso di proiettili all’uranio impoverito e per le bombe a grappoli nessuno dei “grandi” ha fiatato. Non riesco a concepire, mamma, davvero, un tale obbrobrio. Si firmano dei trattati e li si considera carta straccia? Spesso mi immagino una bambina che ha vissuto dove sono scoppiate le bombe all’uranio e ha respirato quel nerofumo. Immagino i miei reni e lo stomaco che si degradano e sento l’insorgere di carcinomi. Ora sarei in ospedale con pochi mesi di vita davanti … Mi immagino anche di essere una bambina che vive vicino a dove sono cadute bombe a grappolo. Ho visto un piccolo oggetto colorato di rosso e di verde e l’ho raccolto. Sono stata fortunata, l’esplosione di quel subdolo oggetto mi ha solamente strappato una mano … Non hai mai sognato un incubo come quello, mamma?
La nonna ogni tanto cantava “Son tutte belle le mamme del mondo” perché, spiega la canzone, stringono al cuore un bambino. Quella è per me la bellezza della mamma, non certo chi va dall’estetista e dal parrucchiere ogni giorno, e che mette un abito nuovo per ogni occasione. Vedi mamma, l’aspetto fisico e l’eleganza sono certo importanti, ma per me è la mamma della canzone quella che conta. È quella la mamma che si ama e si tiene nel cuore. Invece le mamme di adesso si sono messe a fare gli uomini, invece di guidarli, come una volta, in modo impercettibile. Le mamme hanno smesso di fare le mamme, ed è questa la rovina dei nostri tempi.
Il mio sogno, irrealizzabile, è che le mamme ritornino a fare le mamme.
Una giovane (figlia?) disperata, marzo 2030
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Di Franco Maloberti
06.10.2024
Franco Maloberti. Professore Emerito presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Informatica e Biomedica dell’Università di Pavia; è Professore Onorario all’Università di Macao, Cina, dove è stato insignito della Laurea Honoris Causa 2023.