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La Redazione

 

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Lettera aperta al popolo armeno e alle autorità dell’Armenia

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A cura di Davide
Il 21 Settembre 2016
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DI S. SARGSYAN

armenia-news.livejournal.com

Armenia, la Diaspora e Artsakh uniti. . Il 28 agosto su internet è apparso un appello da parte dei rappresentanti della diaspora armena rivolto alle autorità e ai cittadini dell’Armenia.

“È con queste parole vere e chiare che iniziamo il nostro appello. Queste parole sono un assioma che non richiede alcuna confutazione, ardono nella mente e nel cuore di ogni armeno, che sia di Yerevan, Stepanakert, Gyumri, Kiev, Parigi, Mosca o Los Angeles. Come tutti gli elementi che formano una trinità, basata sulla grandezza del popolo armeno, se distaccate le une dalle altre, le parti sono condannate alla perdita della propria anima.

Per noi, armeni, che ci troviamo al di fuori della nostra patria, il dolore dell’Armenia e dell’Artsakh (Repubblica del Nagorno Karabakh n.d.t.) è come dolore personale, i tragici problemi che Yerevan deve risolvere sono tanto importanti quanto le sciagure della nostra famiglia e delle nostre case.
Nessun armeno al mondo potrà mai rimanere in silenzio, quando nella stessa Armenia ci sono alcune tematiche che diventano tabù, questioni che non possono essere sollevate, ma che sono nascoste sotto il velo della cecità totale delle autorità e dal completo silenzio da parte dei mezzi di comunicazione. Ecco, questo è il dovere morale degli armeni all’estero: sollevare la questione in Armenia e sollecitare le autorità a una sua soluzione immediata.

Oggi siamo testimoni della comparsa, nel Paese, di un nuovo sistema di guida ombra. Sistemi di manipolazione costruiti sulla falsità e l’inganno che sfruttano il potere del denaro e l’avidità. Giorno dopo giorno gli scagnozzi di questo male lavorano, per portare il nostro Paese verso un baratro di sangue e di caos.
In realtà, il centro di questo potere ombra è diventato l’enorme complesso all’indirizzo “American Prospect, House 1” (pensate quanto è stato umiliante, per noi, chiamare una nostra via in onore di questo focolaio del male).
9 ettari di terreno dei nostri antenati concessi ai nostri detrattori, un’ambasciata più grande si trova solo in Germania, un Paese – burattino degli americani. Una sorte simile ci attende se non spalanchiamo gli occhi sulle attività di questo focolaio di sodomia, una base militare costruita dai turchi per i loro alleati della NATO, un lupo sotto l’apparenza di una pecora.
Diciamo “focolaio di sodomia” perché è li che sfacciatamente lavorano pervertiti che diffamano l’onore del genere maschile: Patrick Meyer che divide il suo letto con il suo “partner” Kevin Аdkin, “moralisti” che vorrebbero affibbiare i loro valori a tutti gli armeni.
Diciamo “una base militare” proprio perché l’edificio dell’ambasciata è utilizzato per scopi aggressivi contro il nostro popolo e i nostri vicini.

Nell’edificio dell’ambasciata è stata allestita una moderna apparecchiatura tecnica di una sezione del NSA, con la quale è possibile condurre esplorazioni radio-elettroniche, sia dell’Armenia che dei paesi limitrofi.
Questa non è una missione di diplomatici, ma un riparo per guerrieri-marines grondanti di sangue versato in tutto il mondo, di grandi criminali e di spie americane. Persone che commerciano il tradimento, che comprano i nostri concittadini col denaro. Lo fanno tramite i nostri cittadini avidi e deboli di spirito, usando le loro strutture e operano sotto copertura di organizzazioni internazionali non governative. Di loro parleremo in seguito.

È il momento di gettare la maschera e rivelare i nomi di coloro che vorrebbero distruggere il nostro Paese con l’ipocrisia di presentarsi come “ambasciatori di buona volontà”:

Jeffrey Christopher Plant, in Armenia dall’agosto 2012, in qualità di secondo segretario dell’ambasciata. In realtà questo “ortaggio” (è la traduzione del suo nome) Plant è il vice del rappresentante ufficiale della CIA in Armenia. Lavora personalmente con Levon Barseghyan e Davit Sanasaryan che vede regolarmente.

Olena Roraff, una biondina ucraina, e come spesso accade, ha portato un’infezione in Armenia e la sta ora diffondendo. Si sta sforzando di appiccare il fuoco al nostro Paese, proprio come i suoi amici hanno fatto in Ucraina. Lei è nei quadri della CIA, più volte ha visitato i posti di blocco sul confine armeno-iraniano e armeno-georgiano. I Roraff sono una famiglia rilevante.

Brian Roraff, una “facciata” per sua moglie. Questa è una tattica usata dai servizi segreti americani. Si sono sposati sei mesi prima del suo invio in Armenia e con lui anche sua moglie. Se Olena lavora in maniera sottile, Brian al contrario inciampa continuamente; ora è in una situazione difficile per aver preso una foto con la centrale nucleare di Metsamor alle sue spalle.

Aaron Daniel Cummings collaboratore del dipartimento che si occupa di cooperazione militare. Cummings fa visita ai nostri militari cercando di corrompere la loro fedeltà alla patria coi suoi soldi insanguinati. A. Cummings viene impiegato dall’agenzia d’intelligence degli Stati Uniti per stabilire contatti con persone interessanti.

Eric Robert Larsen, un ex collaboratore del “Centro Europeo per la Sicurezza Marshal”, una nota organizzazione di copertura dell’intelligence degli Stati Uniti. Nel 2012 e 2014, si è incontrato ripetutamente con i radicali in Moldova e in Ucraina, in modo particolare negli anni dove in quei Paesi si è verificata la rivoluzione. È nei quadri del personale dell’intelligence militare degli Stati Uniti del Ministero della Difesa – DIA (Defense Intelligence Agency n.d.t.). Regolarmente raccoglie dati sulla situazione in Iran e s’interessa alla base russa di Gyumri.

Jack Roger Anderson, dal 2010 nel l’Ambasciata degli Stati Uniti in Kirghizistan. Anche i kirghizi sanno che lui è un reale dipendente dei servizi segreti.

Edward Vincent O’Brien, in Armenia dal settembre 2012, è responsabile per l’interazione con le forze dell’ordine per la lotta contro la criminalità internazionale e il traffico di droga. E. O’Brien è coinvolto nell’intelligence militare del Ministero della difesa degli Stati Uniti.

I servizi speciali americani oltre a coprire i diplomatici, operano sotto copertura utilizzando: l’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (USAID), il National Democratic Institute (NDI), la fondazione “Eurasia”, l’Open Society Institute (OSI, una struttura di Soros), l’American University of Armenia e la Banca mondiale. Usano anche “angoli americani” a Yerevan, Vanadzor, Gyumri e a Kapan.

Tuttavia, nonostante questa pratica sia conosciuta in tutto il mondo, gli armeni rimangono in silenzio. Il quotidiano tedesco Deutsche Wirtschafts Nachrichten si chiede perché Hovik Abrahamyan (primo ministro dell’Armenia n.d.t.) abbia ospitato il capo della nuova missione (USAID n.d.t.) Deborah Grieser il giorno dell’incontro tra Sargsyan (presidente dell’Armenia n.d.t.) e Putin. Qual è il segnale che Yerevan manda a Mosca? Dopotutto, per decenni, USAID ha lavorato con la CIA all’organizzazione di colpi di stato.

I tedeschi parlano apertamente dei legami tra USAID e la Fondazione Soros, queste strutture, insieme, hanno partecipato all’organizzazione di molte rivoluzioni, quella in Macedonia in particolare. Ma i media in Armenia si ostinato a rimanere in silenzio.

Gli americani sono diventati a tal punto sfacciati da preparasi a intervenire come forza indipendente nelle elezioni. Per questo essi controllano l’attività dei “Liberi Democratici”, “Luce d’Armenia”, “Accordo civile”, “Eredità”, “Movimento Nazionale armeno”, “Repubblica”.

Hanno già trovato “amici”, che sosterranno il futuro del voto, e non solo all’opposizione, ci sono già “eroi – deputati”:
Attraverso la Fondazione “Open Society – Armenia” e la “Fondazione nazionale degli Stati Uniti per la Democrazia” (NED) hanno aumentato i finanziamenti per “l’ufficio Vanadzor dell’Assemblea Civile di Helsinki”, il “Comitato armeno di Helsinki”, “Pink Armenia”, il “Centro Risorse per la donna”, il Club giornalistico “Asparez”, il “Yerevan Press Club”, l’Associazione “Diritto europeo”, la “Società senza violenza”, “HETQ”, l’“Unione dei cittadini consapevoli”, il centro anti-corruzione “Transparency International”.

Di fatto gli americani possiedono il Paese e i loro mezzi di comunicazione, “Zhamanak”, Gala Tv, «Lragir», Hetq.org, A1plus, Civilnet.am, Radio Liberty.
In previsione delle elezioni il “Centro Media Iniziative”, finanziato dall’Agenzia per lo sviluppo internazionale degli Stati Uniti, sta creando un gruppo di blogger appositamente addestrati per screditare i patrioti armeni.

Le dimensioni di questa attività di sovversione sono veramente terrificanti: solo nello Shiraksk e nel Loriysk (regioni dell’Armenia n.d.t.) agiscono più di 300 ONG.

È un duro colpo per i nostri giovani, la maggior parte di chi fa opposizione e dei radicali ritorna da noi (in Armenia n.d.t.) dopo la formazione, su invito, nelle università americane: come Davit Sanasaryan, Daniel Ioannisyan e Zarui Postandzhyan e migliaia di altri.

Per coordinarsi tra di loro questi nemici (dell’Armenia n.d.t.) hanno anche creato una struttura speciale: l’“Associazione laureati dei programmi educativi americani”, acquistando inoltre organizzazioni già esistenti, come: l’Unione della Gioventù “Zhayr” e il suo leader A. Minasyan.
Tutti loro sono agenti della CIA: Sanasaryan, Navasardyan, Sakunts, Ioannisyan, Khzmalyan, Barseghyan e ci stanno conducendo nel baratro.

Persino gli odierni Navasardyan, da Piazza della Libertà: Ani e suo marito (attivisti armeni). I due sono stati inviati dal Canada.

Dopotutto, questa “legione” oggi è già per le strade, urlano per le dimissioni della leadership del Paese, urlano per tutti i problemi.. tranne per il vero flagello – se stessi.

Le autorità sono consapevoli che i nemici nel nostro Pese si stanno preparando a piantarci un coltello nella schiena in qualsiasi momento.
Sappiamo tutto ciò per certo, dal modo in cui siamo stati in grado di ottenere queste informazioni. Le agenzie governative lo sanno. Sanno, ma non fanno nulla. Pertanto, si esorta all’azione il popolo armeno.

In quanto l’occultamento dei criminali è complicità nel delitto.

Non si può continuare a ignorare la verità. È tempo di agire e di tagliare la testa del drago che si è stabilito sulla nostra terra.

Questo appello è rivolto in primo luogo alle forze dell’ordine. Continuiamo a preservare la speranza che i traditori non si siano ancora infiltrati nella più alta carica del Paese.

L’eventuale inerzia delle autorità indicherà il contrario”.

 

Fonte: http://armenia-news.livejournal.com

28.09.2016

 

Tradotto per www,comedonchisciotte.org da Aurora

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