Dopo i sindacati delle Forze dell’Ordine, sconcertati dal vedere i loro iscritti pranzare su scalini e muretti esterni, anche quelli dei lavoratori di Leonardo, partecipata statale d’eccellenza nel campo aerospaziale, esprimono un netto rifiuto della discriminazione derivante dall’applicazione della Certificazione verde Covid-19, il famoso Green Pass, alle mense aziendali.
Durante tutto l’anno 2020, nelle fasi critiche della pandemia, le lavoratrici e i lavoratori di Leonardo e delle aziende metalmeccaniche italiane hanno continuato a lavorare ininterrottamente contribuendo a non gettare il paese in una crisi economica e sociale irreversibile e consentendo all’Italia di segnare, nel 2021, una ripresa economica e industriale più forte della Germania come riportato dagli organi d’informazione nel corso dei giorni scorsi.
Lavoratrici e lavoratori, in assenza di vaccini e con una diffusione virale multipla di quella odierna, grazie ai Protocolli di Sicurezza concordati, si sono cambiati negli stessi spogliatoi, hanno lavorato fianco a fianco, hanno mangiato nella stessa mensa e spesso si sono spostati per andare al lavoro sugli stessi mezzi pubblici.
Non ci sono stati vaccini disponibili a lungo ma durante gli ultimi 18 mesi e fino ad oggi, Leonardo e le aziende italiane non sono state luoghi di diffusione del virus anzi, contrariamente, tra i luoghi più sicuri grazie al grande lavoro fatto con i Protocolli Covid discussi e concordati in ogni singola azienda.
Con l’arrivo dei vaccini (che non sono una cura definitiva), nel permanere dell’assenza di una legge che ne prescriva l’obbligo, Leonardo e molte altre aziende, anche grazie agli accordi sindacali, hanno messo a disposizione spazi per la vaccinazione volontaria, contribuendo a una più veloce distribuzione.
Le persone vaccinate sono in forte aumento ma arrivano notizie fondamentali da parte dell’AIFA che ha già autorizzato cure farmacologiche per malattie lievi e moderate per ospedalizzati: parallelamente l’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) ha annunciato che ad ottobre saranno disponibili trattamenti monoclonali ed uno basato su un immunosoppressore che consentiranno un trattamento farmacologico alla malattia.
A fronte di tutto questo le decisioni calate dall’alto per decreto o peggio per Faq ministeriale, non possono essere gli strumenti per definire l’utilizzo delle mense aziendali, con il rischio che questo possa essere solo l’inizio di un processo devastante di decisioni per decreto che modificano in senso discriminatorio il mondo del lavoro (assemblee, votazioni per i rinnovi delle Rsu Rls, incontri e riunioni sindacali, gestione di crisi ai tavoli ministeriali o istituzionali, trattative, manifestazioni, trattamenti di malattia, rapporti di lavoro, sospensioni e licenziamenti…) ma non solo.
Per tutti questi motivi non possiamo accettare che in Leonardo oggi si impedisca alla totalità delle lavoratrici e lavoratori di poter consumare il pranzo o la cena all’interno della mensa aziendale, come avvenuto in sicurezza fino ad oggi e si obblighi qualcuno a consumare all’esterno un “sacchetto o cestino” dividendo le persone.
Chiediamo pertanto a Leonardo di sospendere l’iniziativa unilaterale e convocare immediatamente il Comitato Covid Nazionale per garantire il diritto al lavoro e anche il diritto a un pasto decente a tutte le lavoratrici e i lavoratori Leonardo.
Sosteniamo e sosterremo tutte le iniziative di FIM FIOM UILM e di CGIL CISL UIL Nazionali nei confronti del Governo per impedire che questa situazione porti a derive incontrollate nel mondo del lavoro e nella società.
Roma, 17 agosto 2021
FIM FIOM UILM Nazionali