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La Redazione

 

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La “TRIPLICE FRONTIERA, LA FINZIONE CHE PREPARA L'INVASIONE

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A cura di Davide
Il 23 Dicembre 2011
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DI MARTIN GRANOVSKY
El Correo

Katherine Bigelow è ossessionata da quest’argomento. L’anno scorso ha vinto il premio Oscar con “The Hurt Locker” come miglior film e come miglior regia, ambientato tra le esplosioni delle bombe della guerra in Iraq. Esaltata, la regista californiana vuole girare un altro film in mezzo alle granate. Il protagonista sarà Tom Hanks e si svolgerà nella “triplice frontiera”, questo luogo ‘misterioso’ che riunisce in un stesso punto i confini di Paraguay, Argentina e Brasile. (E non a caso è anche la zona geografica della falda acquifera Guarani).
Il cinema, come ogni finzione, può prendersi ogni libertà. E al pubblico verrà concesso il diritto di pensare. Come direbbe Oscar Wilde, il problema non sorge quando l’arte imita la realtà, ma quando la realtà imita l’arte.

Dopo aver riletto i dispacci di Wikileaks, la “triplice frontiera” appare come una delle grandi preoccupazioni della diplomazia e dell’informazione degli Stati Uniti. Il timore non è rivolto tanto alla città argentina di Puerto Iguazù, né a quella brasiliana di Foz do Iguaçú, ma a quella del Paraguay Ciudad del Este, l’antica Puerto Stroessner.
Il luogo comune si basa su diversi elementi. Uno di questi è la presenza di contrabbandieri. Un altro è l’esistenza di una comunità di origine palestinese. I due dati sono certi. A partire dalla verità di queste premesse, l’invenzione trasformerà le coincidenze in cause. Ovvero: la presenza di una comunità araba diventerà un motivo sufficiente per presupporre un pericolo, al punto che, in questa visione, la “triplice frontiera” diventerà una delle basi internazionali di Al-Qaida.
È proprio vero? Tutto è possibile. Anche se seguendo questo criterio diventerebbe un centro di Al-Qaida anche la città tedesca di Amburgo, perché è là che ha operato la cellula segreta dell’egiziano Mohamed El Amir Awad Al Sajjid Atta, che ha finito per attaccare New York.

C’è qualcosa di certo in tutto questo? Per sicurezza l’Argentina, il Brasile e il Paraguay hanno deciso di prestare un’attenzione particolare alle tre città, soprattutto dopo l’attentato al centro AMIA nel 1994 e quello alle Torri Gemelle del 2001. Wikileaks rivela che ogni paese intrattiene scambi di informazioni bilaterali con gli Stati Uniti.
In termini diplomatici i tre paesi hanno raggiunto un accordo con Washington sulla formazione di un forum di discussione tra uomini politici, chiamato “Tre più uno”.

All’interno del forum si ripete continuamente una situazione di tensione. Da una parte, i delegati degli Stati Uniti, che partono dal presupposto che il terrorismo esista effettivamente e che quindi la cooperazione per la sicurezza debba essere globale e non solo bilaterale. Dall’altra, i tre paesi sudamericani, che riconoscono il rispetto dell’accordo sulla prevenzione, ma non accettano la demonizzazione della zona. Un film di finzione ha il diritto di immaginarsi il regno del demonio. Ma un paese serio lo deve verificare.

Per inserire la zona in un contesto più ampio, la delegazione argentina ha organizzato il Primo Forum dei parlamentari della Triplice Frontiera, che ha inizio proprio oggi, davanti al Parlamento di Mercosur, un’istituzione ancora in formazione.
Convocati dalla deputata argentina Julia Perié, apriranno la seduta il ministro della sicurezza Nilda Garré, il sottosegretario della Cancelleria José Vitar, il segretario alla pubblica comunicazione Juan Manuel Abal la Medina, il coordinatore di Unité Présidente Rafael Follonier e il presidente del Parlamento di Mercosur, Florisvaldo Fier, un medico del Partito dei Lavoratori brasiliano conosciuto in politica con il nome di Dottor Rosinha.

Perié ha organizzato il Forum per discutere di integrazione e risorse naturali. Egli ha affermato che la relazione tra i tre paesi (con l’Uruguay sono membri a pieno titolo del Mercosur) sorpassa di gran lunga la dimensione del mistero e dei fantasmi.
Non è la stessa cosa “vivere al limite” (titolo originale del film della Bigelow) e vivere nei limiti. Alcuni si consacrano alla prima. Milioni di paraguayani, di brasiliani e di argentini mettono in pratica, tutti i giorni, la seconda.

**********************************************

Fonte: « Triple Frontera », la ficción que prepara la invasión

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ILARIA CABIB

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