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LA SFIDA TRA GOOFY E IL PISTOLERO TEXANO FINISCE 7 – 0

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A cura di Davide
Il 4 Settembre 2014
35 Views

DI ROSANNA SPADINI

comedonchisciotte.org

Ditelo che siete piddini, forza, abbiate il coraggio di ammetterlo! Lo so è una disgrazia, è come svegliarsi una mattina e vedersi la pelle ricoperta di fetide pustolette o vesciche putrescenti, rosicchiate da invisibili acari microscopici annidatisi sottocute. Anche se un rimedio ci potrebbe essere, dovreste fare un viaggetto al mare alle prossime elezioni, tutti in massa. Ma del resto vi capisco, si sta così bene a crogiolarsi nel proprio brodo di bicamerali riscaldate (D’Alema), di salsicciotti riciclati dalle feste dell’Unità di bersaniana memoria, o di profumi d’incenso e fumi di candele dell’ultima cerimonia ecclesiale (Serracchiani).

Dico a voi del Fatto Quotidiano. E anche se negli ultimi tempi avete sgombrato molti lettori (ed io ero tra quelli), pazienza, resta sempre un bell’ingresso in Borsa e migliaia di azionisti che finanziano. Mi riferisco in modo particolare ad un’interessante intervista a due voci pubblicata sulle vostre pagine, che mi era sfuggita, ma che ora vorrei riprendere per commentarla.

L’intervista titolava così: Riforme, sovranità all’Ue. Scacciavillani: “Draghi ha ragione”. Bagnai: “E’ un suicidio.” Quale scenario prefigurano i tre passaggi del discorso del governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, che più riguardano l’Italia? Lo abbiamo domandato a due economisti, uno favorevole e l’altro critico nei confronti dell’euro: Fabio Scacciavillani, docente e Chief Economist del Fondo d’investimenti dell’Oman, e Alberto Bagnai, professore di Politica economica all’università “Gabriele d’Annunzio” di Pescara.

Dunque il Fatto Quotidiano, giornale che si predica “libero e indipendente”, dotato di giornalisti “duri e puri” e rispettosi non solo del “diritto di cronaca”, ma anche del “dovere della verità” (Carta dei Doveri, 8 luglio 1993), considera equivalenti le considerazioni macroeconomiche di Fabio Scacciavillani, docente e Chief Economist del Fondo d’investimenti dell’Oman, e Alberto Bagnai, professore di Politica economica all’università “Gabriele d’Annunzio” di Pescara (repetita iuvant).

Anzi meglio ancora, il Fatto ha anche destinato due blog ad entrambi i “giornalisti”, così la pluralità dell’informazione è garantita, così l’indottrinamento dell’opinione pubblica rispetta esattamente i requisiti base della salvaguardia del regime. Gatekeeper del sistema di potere esistente, il Fatto contribuisce a confondere ulteriormente le idee, con la scusa della par condicio dell’informazione, infatti i lettori, per la maggior parte insipienti su tematiche macroeconomiche, si ritrovano di fronte ad un dubbio amletico irrisolvibile: chi ha ragione? Chi ha torto? E non dovrebbe essere l’informazione “corretta” a sgombrare i dubbi?

Dice il prof. Scacciavillani di sé, sul suo profilo Facebook: “Ho lavorato al Fondo Monetario Internazionale 
a Washington, alla Banca Centrale Europea a Francoforte (nel periodo pioneristico in cui è partita l’unione monetaria), a Goldman Sachs a Londra e da qualche anno mi sono trasferito nella Penisola Arabica, approdando prima in Qatar e adesso a negli Emirati Arabi Uniti dove sono il Direttore della Ricerca Macroeconomica e Statistica al Centro Finanziario Internazionale di Dubai. Quindi più che un cervello in fuga (che sarebbe forse un’esagerazione) direi che (talvolta) mi sento una coscienza in esilio.”

Ora, questa sventurata “coscienza in esilio”, formatasi e cresciuta in cotanti ambiti professionali, è chiaramente espressione di quella fede neoliberista che domina da Chicago a Washington (sede dell’FMI e della Banca Mondiale), da diversi decenni, da cui l’espressione “Washington consensus”, per indicare quell’insieme di ricette economico dogmatiche che vengono imposte da tempo ai Paesi in crisi, con risultati disastrosi per la loro economia: contrazione della spesa e dei servizi pubblici, deregulation, pareggio di bilancio, privatizzazioni e liberalizzazioni, e conseguente svendita di beni e imprese statali.

Il prof. Scacciavillani nell’intervista usa la tecnica fallace del pistolero texano, o “fallacy of the shooter Texan”, che consiste appunto nello scegliere arbitrariamente un casuale bagaglio di cause motivazionali per sostenere una tesi, una congettura. Il nome viene dalla storia del pistolero texano che sparava colpi a caso su di un capanno, per poi disegnare attorno ai fori di proiettile un bersaglio, così come Scaccia disegna intorno alle sue deduzioni, tesi argomentative complesse, ma prive di legittimazione documentata (tanto il lettore che ne sa, che ne capisce?).

Egli infatti riassumendo dice: La Bce è un’istituzione “governata” da 24 membri provenienti da 18 paesi (falso), la Bce non ha il potere di commissariare l’Italia, o altro stato membro dell’area euro (vero, ma ha il potere di controllare la casta politica alle sue dirette dipendenze), così come la Fed non il potere di commissariare il Presidente Obama, questa crisi è l’occasione storica per scardinare le resistenze della Vandea retrograda nazionalista agli Stati Uniti d’Europa (cioè per assumere direttamente il timone del comando); quando Berlusconi fu cacciato a furor di popolo il paese era a pochi giorni dalla bancarotta (falso), Renzi ha una maggioranza solida (cioè tutta la casta corrotta e succube), anche se finora ha speso capitale politico e negoziale per far girare il motore in folle, inoltre non si trova nel mezzo di una tempesta finanziaria, grazie al bluff della Bce che si è solennemente impegnata a fare qualsiasi cosa per preservare l’euro (vero).

Da due anni nessuno è andato a scoprire le carte perché fa comodo a tutti preservare l’arcano, ma la situazione sta diventando fragilissima per cui la quiete potrebbe tramutarsi in tempesta nel giro di pochi giorni (vero). Per cui un replay del novembre 2011 non si può certo escludere (sarà peggio). La crisi dura ormai da sette anni e a parte una riforma delle pensioni la cui urgenza era nota da decenni in Italia non si è preso nessun provvedimento significativo (urgono massacri sociali). La Francia, dove dopo il crollo alle europee persino i socialisti hanno preso atto che le ricette spendi e spandi sono un boomerang (solito mantra castacorruzionespesapubblicaimproduttiva). Io spero che il referendum sulla permanenza dei sudditi di sua Maestà Britannica nell’Ue venga convocato al più presto in modo da eliminare un membro da sempre dannoso per il processo di integrazione (e l’Europa non è dannosa?). Finalmente a una classe politica corrotta e incapace, parolaia e collusa con la criminalità organizzata, verrà sottratto il potere di decidere l’utilizzo delle risorse pubbliche per mantenersi al potere, al di fuori di qualsiasi controllo e violando sistematicamente lettera e spirito della Costituzione. (Perfetto, ci siamo, diciamolo, gridiamolo a squarciagola: dobbiamo diventare definitivamente schiavi della BCE !!!)

Abilissimo il nostro Scaccia, le solite bufale neoliberiste che abbiamo sentite sbandierate ai 4 venti da diversi anni: corruzione della classe politica, debito pubblico, necessità di austerity, tagli alla spesa pubblica, destabilizzazione finanziaria, necessità delle riforme, spread …

Dice invece il prof. Bagnai: La situazione in cui si trova Renzi è ancora più tragica, perché il premier non fa nemmeno finta di opporsi all’Unione Europea (vero). Se continua così, finirà maciullato (vero). C’è una parte dell’opinione pubblica che, con molta malizia, è portata a pensare che aver messo al governo un inetto che va in giro dicendo che la crescita non è importante sarebbe una strategia per favorire la cessione di sovranità (vero). Renzi, purtroppo, è un personaggio inaffidabile e rafforza nell’opinione pubblica l’opinione secondo cui al suo posto sarebbe meglio un governo fatto di tecnici (vero). Non c’è nulla che una politica monetaria di livello europeo possa fare. Una politica monetaria nazionale potrebbe fare molto: per poterne avere una è necessario uscire dall’euro (vero). Accadrà che la Bce deciderà quanto pagheremo le cure in ospedale, quale sarà la percentuale delle nostre tasse che andranno a finanziare i bisogni di un altro Paese, a quanti chilometri da casa mia sorgerà la scuola in cui andrà mio figlio” (vero, però, a Goofy il Fatto ha destinato meno spazio, una casualità?).

Due tesi antitetiche a confronto dunque, la prima espressione della politica neoliberista più becera e meschina, che ha provocato tante “vittime della schiavitù del debito” in giro per il globo, strozzando l’economia dei paesi e costringendoli alla perdita della loro sovranità economica, la seconda invece a difesa della sovranità monetaria ed economica dell’Italia, condizione imprescindibile per una possibile rinascita.

Ora cerchiamo di capire se è legittimo che Mario Draghi chieda all’Italia di cedere la propria sovranità. Partiamo con il rammentare che secondo l’art. 1 della nostra Costituzione “la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione.” Suddetti limiti sono meglio specificati nell’art. 11, con il quale vengono consentite espressamente “limitazioni della sovranità”, limitazioni che tuttavia debbono anche rispettare precise condizioni. Le “cessioni” di sovranità invece “non sono minimamente contemplate”, ma anzi costituiscono pacificamente “reato penale”, ex art. 241 c.p., in quanto “menomazioni definitive della personalità dello Stato” e dunque atti, per definizione, ostili allo Stato stesso in quanto ne determinerebbero la sua cancellazione.

È giusto chiarire anche il concetto di “limitazione di sovranità”. La limitazione è qualcosa che consente alla Nazione di conservare la propria potestà sovrana. Dunque non si tratta di una “cessione del proprio potere” a titolo definitivo ma di una “momentanea compressione dello stesso”, necessariamente “reversibile”. Peraltro tale limitazione dovrebbe avvenire in favore di un “ordinamento politico sovranazionale” e non certo verso organismi privati come i mercati o le banche. A ciò si aggiunga che i Trattati UE sono “necessariamente subordinati” alle norme costituzionali della Nazione, come già ampiamente riconosciuto dalla stessa Corte Costituzionale. (Marco Mori, Chi detiene la sovranità in Europa?)

In ambito monetario abbiamo invece subito, senza alcun consenso da parte dei cittadini europei, una “cessione integrale di sovranità” in favore di un organismo che sfugge a qualsivoglia controllo democratico, la BCE. In particolare i trattati UE prevedono che sia la BCE a decidere la politica monetaria ed ad emettere moneta (esclusivamente in favore delle banche commerciali), senza neppur poter prendere consiglio dalle nazioni e addirittura dagli altri organi dell’Unione Europea (a differenza di quello che dice Scaccia). La BCE per di più non è “prestatrice di ultima istanza” (lender of last resort), quindi non può concedere nessun tipo di agevolazione creditizia agli Stati (che strano, vero?).

L’Italia ha pertanto “ceduto” e non solo “limitato” la propria sovranità monetaria, dovendo poi ricorrere ai mercati per soddisfare ogni sua esigenza monetaria, con conseguente impossibilità di fare politiche espansive e di favorire l’occupazione. Senza moneta non è possibile fare politica economica. Ma la Repubblica italiana non era fondata sul lavoro? E la sovranità non apparteneva al popolo?

Dunque la sovranità non è stata “delegata” ad organi sovranazionali democratici ma è stata “sostituita” da altro tipo di sovranità, quella dettata dal monopolio del potere economico, quella dei mercati, quella della BCE. Una banca privata che si occupa di problemi pubblici, scuola, sanità, servizi, lavoro, diritti, non vi sembra un’anomalia.

Una banca privata che gestisce un sistema di potere autoritario ed autoreferenziale, imponendo l’isteria dell’austerity e il pagamento di tasse e balzelli ingiustificati, come nel Medioevo, sconfessando quella norma che ha permesso l’affermazione della sovranità politica della borghesia, e che è stata decretata dallo scoppio della Rivoluzione francese: “No taxation without representation”. Un potere finanziario che pretende di governare una società conformatasi ad un’unica “classe sociale proletaria”, dopo aver spazzato via il ceto medio borghese e intaccato anche quella che è stata la sua prerogativa distintiva per secoli, la proprietà privata.

Si sta realizzando sotto i nostri occhi, senza troppe resistenza sociali, la costruzione di una società verticistica, dove il 99% della popolazione viene governata dal “Gran Maestro dell’Ordine dei Templari”, che assegna, toglie, concede QE, secondo la sua disponibilità misericordiosa, incapace per sua natura di comprendere i bisogni sociali e interessato soltanto alla sopravvivenza del proprio potere finanziario.

Dunque in questo strano autunno, in cui i venti di una guerra mondiale si stanno addensando all’orizzonte, insieme alle brume grigie e umide di settembre, è molto triste assistere alla morte della propria Nazione, alla perdita della sua sovranità, quella che è stata sancita a chiare lettere nella nostra Costituzione, scritta col sangue degli italiani, quella che ora vale quanto un libro vecchio e consunto, dimenticato in un cassetto, di una catapecchia abbandonata.

E tutto ciò è potuto accadere anche e soprattutto grazie ad un’informazione complice e colpevole, che non fa alcuna distinzione di tipo non solo “scientifico”, ma neppure “etico”, tra chi propone analisi economiche documentate, sensate, veritiere, puntuali, libere (Goofy) e invece chi le propone indottrinate, dogmatiche, astratte, alogiche, ascientifiche (il Pistolero).

Che la forza sia con noi.

Rosanna Spadini

Fonte: www.comedonchisciotte.org

5.09.2014

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