La Russia è diventata il primo fornitore di petrolio della Cina a maggio, con un’impennata delle esportazioni del 55% rispetto all’anno scorso, ha riferito ieri, lunedì 20 giugno, Reuters, citando i dati dell’Amministrazione generale delle dogane cinese.
Secondo il rapporto, il mese scorso le importazioni di petrolio russo in Cina sono state pari a quasi 8,42 milioni di tonnellate, ovvero 1,98 milioni di barili al giorno, compresi i volumi pompati attraverso l’oleodotto East Siberia Pacific Ocean (ESPO) e le spedizioni dai porti russi europei e dell’Estremo Oriente. L’aumento del 25% rispetto ad aprile ha permesso alla Russia di scalzare l’Arabia Saudita e di diventare il principale fornitore di petrolio della Cina.
La Cina ha ridotto le sue importazioni di petrolio saudita a 7,82 milioni di tonnellate, cioè 1,84 milioni di barili al giorno, mentre ad aprile i barili al giorno erano 2,17 milioni, e anche le forniture del Brasile sono calate del 19%, pari a 2,2 milioni di tonnellate. Nonostante il persistente calo della domanda legato alla Covid-19, le importazioni complessive di petrolio della Cina sono però aumentate di quasi il 12% a maggio su base annua, raggiungendo i 10,8 milioni di barili al giorno.
L’aumento degli acquisti di petrolio russo da parte della Cina arriva dopo che Mosca ha introdotto forti sconti sul suo greggio all’inizio di quest’anno, quando i tradizionali acquirenti della Russia hanno iniziato a snobbare le esportazioni a causa delle sanzioni legate all’Ucraina. Sulla stessa scia della Cina anche l’India, come riportato qui.
Massimo A. Cascone, 21.06.2022