LA POLITICA DELLA CARENZA

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DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info

Io qui parlo di ciò che colpisce al cuore i diritti umani e
la dignità umana riscattati dopo 5.000 anni di abietta schiavitù in Europa. E
quanto segue è terribilmente importante, per chi sa capire. Non sono molti
questi ultimi. Il fatto è che la stragrande maggioranza degli intellettuali
sceglie di ignorare gli aspetti più micidiali della recente evoluzione
storico-economica europea per un motivo, che non è sempre convenienza o
asservimento a un Potere, ma è qualcosa di molto più umano: terrore.Quando posti di fronte a ricerche molto ben documentate come la mia, o, molto più
autorevoli sono quelle degli studiosi che mi accompagnano, essi, gli
intellettuali, si fanno prendere dal panico, un terrore incontenibile e intimo causato
dal fatto che in effetti le cose stanno veramente come noi diciamo. Essi non
sono equipaggiati per affrontarle, e la violenza della loro reazione – siamo
complottisti, pagliacci, prezzolati, dementi ecc. – è proporzionale a quel
terrore. Per voi pochi capaci di reggere la realtà, eccola.

Il saggio politico di fama mondiale più scentrato dell’epoca
moderna è di certo La Fine Della Storia
di Francis Fukuyama. Se c’è una cosa che si è evoluta in aspetti inediti, e
agghiacciati se si vuole, negli ultimi 20 anni è proprio la Storia. Fukuyama,
un Neoconservatore americano, pensò che col crollo dell’Unione Sovietica la
partita della Storia fosse stata vinta del capitalismo del libero mercato, quello
dei consumi in veste democratica, e che in effetti non vi sarebbe stata altra
significativa evoluzione. A parte l’aver clamorosamente mancato il cosiddetto Scontro della Civiltà (Samuel P.
Huntington) insorto dopo la nascita dell’islamismo radicale negli tardi anni
‘80, Fukuyama non ha saputo vedere quale abisso di oscurantismo si stava
aprendo in Europa, che avrebbe portato all’attuale Eurozona e alla crisi di cui
tutti siamo preda. Questo, credo con quasi certezza, è accaduto perché
l’intellettuale americano vive in quella parte del mondo, e come quasi tutti
gli americani non capisce niente di Europa, proprio non ce la fanno a capirci.

Lascio Francis, di cui ci interessa poco, e vengo al punto.
Ciò che tutti voi state osservando come crisi dell’euro, crescente
disoccupazione, pressione per aumentare la produttività diminuendo i redditi,
tagli alle spese sociali e aumenti delle tasse, fallimenti aziendali a catena,
montante insicurezza economica, crescente e inaudita povertà, perdita di sovranità
di Stati e parlamenti – le Austerità in altre parole – non è altro che la veste
attuale di un’evoluzione micidiale del Vecchio Continente che io chiamo la Politica della Carenza. Essa trova le
sue radici nel lavoro di uomini legati a doppia mandata al Vaticano negli anni
’30, e oggi è fermamente nelle mani dell’Opus Dei e dei maggiori ‘rentiers’
europei, coi favori vaticani non troppo distanti, anche se traballanti (vedi la
corrente gesuita). La Politica della
Carenza
è un mostro, di gran lunga peggiore del fascismo, perché essa ha
compiuto il prodigio dell’essere supinamente accettata da 27 Stati sovrani e da
milioni di persone senza necessitare l’uso di armi o di squadre della morte, e
i danni che sta portando sono immensamente superiori al fascismo (si pensi solo che le perdite
finanziarie della disoccupazione negli ultimi 20 anni superano quelle di tutte
le guerre della Storia
). Infine, mentre le dittature erano facilmente
identificabili e quindi colpibili, la Politica
della Carenza
no, anzi, è vista e propagandata come virtù economica. E la
gente ci casca.

Ma cos’è esattamente? Come ho scritto nel mio saggio Il Più Grande Crimine 2011, dopo
l’avvento della democrazia e dopo il conseguente riscatto di enormi masse verso
un’esistenza più agiata ma soprattutto tutelata da diritti, l’obiettivo
primario delle elites finanziarie e grandi industriali (Neomercantili), e in
particolare dei ‘rentiers’ europei – cioè gli apparati di potere che per
‘diritto divino’ estraevano immense ricchezze dal lavoro altrui – fu uno solo:
tornare a sottomettere quelle masse immense di esseri umani che, da poco più
che mandrie di semi-animali totalmente asservite ai lussi dei ‘rentiers’,
avevano acquisito istruzione, diritti, e soprattutto avevano assaggiato l’agio
dei consumi. Questo, i ‘rentiers’, non l’accettarono mai, perché è ovvio che se
la persona acquisisce i mezzi per rivendicare una fetta della ricchezza comune,
e se queste persone divengono centinaia di milioni, la fetta di ricchezza che
non andrà più ai ‘rentiers’ è enorme, e a loro questo non andò mai giù. Non
solo: questi cittadini erano divenuti ‘arroganti’, ardivano reclamare sempre
più diritti con sempre maggiori risorse, e i ‘rentiers’ si chiesero allarmati “ma di questo passo che ne sarà di noi?”.
Non solo: il Vaticano vide sciami di fedeli staccarsi dai suoi ignobili ricatti
superstiziosi, quindi dal suo controllo, proprio perché quelle persone stavano
acquisendo una sicurezza economica e un’istruzione superiori al passato. Era
finita l’epoca in cui la parola del parroco, e non di rado il suo diritto
assoluto a stuprare le figlie del contadino/bracciante, erano la condicio sine qua non per l’assunzione di quell’uomo presso il latifondista,
cioè la sottomissione in schiavitù di milioni di famiglie alla Chiesa. Era
finita l’epoca in cui l’ignoranza sorella della povertà spingeva centinaia di
milioni di esseri umani a subire senza fiatare le ignobili angherie della
vampiresche elites benedette dal diritto divino sancito dai Papi.

Questi cambiamenti epocali a svantaggio di ‘rentiers’ e
della Chiesa più retriva avevano ricevuto un impulso formidabile non solo da
Illuminismo, Socialismo, Relativismo e altre correnti di pensiero europee, ma
in epoca più recente anche da un’altra formidabile fucina sociale: gli Stati
Uniti d’America. Negli USA il capitalismo dei consumi era divenuto un volano di
una potenza incontenibile. Tutti, anche se solo vagamente, sappiamo come si sia
edificato: il Sogno Americano era
quello della famiglia che ha lavoro, casa, ferie, tv, shopping, svaghi, sport e
che promette alle generazioni successive la medesima cosa, di più. Sappiamo che
questo schermo nascondeva un’avidità mostruosa di profitti delle Corporations,
una democrazia di plastica e parrucchini, e imprese coloniali intrise di sangue
nel Terzo Mondo. Ma si faccia molta attenzione. Il capitalista americano doveva
per necessità concedere alle masse almeno una cosa: sufficiente agio e
democrazia affinché questi spendessero, oliando così una portentosa macchina di
produzione, consumi e profitti. Le parole chiave sono SUFFICIENTE AGIO E
DEMOCRAZIA. Esattamente ciò in cui i ‘rentiers’ e il Vaticano videro l’origine
del loro incontenibile declino fra l’inizio del ‘900 e il boom del dopoguerra.
Presero così ad odiare il modello americano, e a pensare a come distruggerlo
qui in Europa, dove si era affermato in modo totale.

Non sto ora a riscrivere ciò che ho già pubblicato ne Il Più Grande Crimine (2011), cioè come
si evolse il piano dei ‘rentiers’ e del Vaticano. Ricordo solo i passaggi
principali. L’idea era dunque di riportare le masse europee a uno stato di
povertà e carenza di diritti tale da ridurle alla sottomissione, quell’ordine
sociale perduto ormai da decenni. Bisognava trovare il modo di costringere
intere nazioni alla “singola ideologia
del sacrificio
” (Parguez, 2010), a una deflazione dell’economia su scala
gigantesca, là dove si sarebbero ricreati gli “eserciti di riserva dei disoccupati” (Marx), con la creazione di
sacche di nuova povertà su scala inaudita, e dove il mondo ideale degli
economisti Neoagrari avrebbe trionfato, quel mondo dove i governi sono
cartoline di rappresentanza privi di ogni potere reale, e dove non esiste la
moneta nelle mani dello Stato, perché tutto si regola magicamente negli
equilibri dei mercati (Ricardo, Walras, Jevons, Menger). Ecco nascere la Politica della Carenza.

Come si schiacciano milioni di persone sotto un volere e
sotto interessi che esse non hanno mai votato e che le penalizzano a favore di
pochi privilegiati? Con una psicosi di massa, semplice. Gli anni dal 1950 al
1989 sfornarono le psicosi del pericolo rosso sovietico, la Guerra Fredda, la
strategia della tensione in Italia, poi quelle delle guerre balcaniche, poi
quelle delle epidemie di massa Aids, Sars, Aviaria, Mucca Pazza ecc., poi
quelle della Jihad planetaria di Al Qaida. Era nata la Politica della Paura, dove i consensi e quindi la sottomissione di
intere popolazioni contro i loro reali interessi venivano ottenuti perché gli
elettori, preda di ansie mediatiche, si arrendevano alla promessa di
‘protezione’ dei partiti forti. Ciò permise a diversi temi d’interesse
strettamente elitario – dal complesso militare industriale, al mostro della
farmaceutica, a quello della colonizzazione neoliberista dell’Est Europa, fino
all’esecuzione capitale di una sfilza di diritti civili in diversi Paesi
avanzati – di propagarsi con velocità fulminea sotto i nostri nasi. I
‘rentiers’ e il Vaticano capirono già dagli anni ’30 che la via più efficace
per riconquistare il mondo feudale perduto – milioni di esseri umani intimoriti
e indifesi per mancanza di reddito e quindi di diritti, da guidare alla
sottomissione più abietta – era di creare un’altra psicosi di massa. La psicosi
della crisi, di una crisi enorme, talmente travolgente da costringere alla resa
anche gli Stati stessi, che quindi proclamassero l’INEVITABILITA’ della “singola ideologia del sacrificio, della deflazione dell’economia su scala
gigantesca, là dove si sarebbero ricreati gli “eserciti di riserva dei
disoccupati”, con la creazione di sacche di nuova povertà su scala inaudita, e
dove il mondo ideale degli economisti Neoagrari avrebbe trionfato, quel mondo
dove i governi sono cartoline di rappresentanza privi di ogni potere reale, e
dove non esiste la moneta nelle mani dello Stato”.

Il loro lavoro di pianificazione, sempre spiegato ne Il Più Grande Crimine 2011, richiese 70
anni. Gli strumenti per creare la crisi, quella crisi immensa e travolgente,
furono identificati nell’economia monetaria. Cioè: se si toglie allo Stato il
potere di emettere la sua moneta; se questo Stato viene messo nelle condizioni
di dover prendere in prestito la moneta dai grandi capitali privati; se si
toglie alle Banche Centrali degli Stati il potere di garantire la spesa dei
governi per cittadini e aziende; se si impone la regola dei pareggi di bilancio
agli Stati che avevano alti debiti, lasciando così a secco tutto il settore
produttivo e dei redditi; se si deregolamentano le banche e le si lascia fare
truffe colossali; questo non può che innescare la disintegrazione dell’economia
di quei Paesi senza possibilità di riscatto. Proprio una carneficina economica epocale,
una crisi epocale. Dalla crisi, che oggi viviamo sulla nostra pelle, nasce la
psicosi. Ed eccola la psicosi e la sua applicazione: la Politica della Carenza.

C’è la crisi
degli spread. La crisi dell’euro. La
crisi delle banche fallite, la crisi dei mercati, la crisi del debito, la crisi del deficit, la crisi non dà lavoro, la crisi distrugge aziende, la crisi abbassa gli stipendi, la crisi alza le tasse, la crisi richiede sacrifici, la crisi manda a spasso gli operai, la crisi non dà lavoro ai giovani, la crisi chiude i rubinetti dei crediti,
la crisi è ovunque, la crisi non si ferma, la crisi ti fa rassegnare, la crisi non sai come prenderla, non la
capisci, è più grande di te. La crisi crea CARENZA,
non c’è lavoro, non c’è liquidità, non ci sono spese pubbliche, si deve
risparmiare, non ci sono investimenti, non ci sono case a prezzi umani, non ci
sono mutui, non ci sono crediti, non ci sono quindi consumi, non ci sono
profitti per le piccole imprese, non ci sono redditi sufficienti, non ci sono
alternative, non ci sono alternative! C’è carenza,
e tu non ti puoi licenziare da un posto di lavoro infame a tempo determinato a
890 euro, o da un posto di lavoro infame dove ti spremono la vita umiliandoti,
c’è carenza di lavoro. Non possiamo salvare dalla disoccupazione le famiglie dei lavoratori Fiat o Alcoa, e spedire al macero le rispettive aziende, con un New Deal rooseveltiano, c’è carenza nelle casse dello Stato, che non ha neppure più la sua moneta. Non puoi
evitare di indebitarti per fare quella risonanza magnetica urgente, perché c’è carenza di servizi. Non puoi pagare i tuoi operai, c’è carenza di crediti. Non puoi sposarti,
c’è carenza di mutui per un reddito
come il tuo. Non puoi protestare, c’è carenza
in casa tua e se perdi quel poco che hai sei finito. E hai paura.

Hai paura che anche quel poco che c’è può sparire. Ti dicono
che devi accettare il ‘risanamento’, sai che ti fa morire, ma lo accetti per
paura, perché c’è carenza, e non sai
come girarti. La crisi ti assilla, e se peggiora? Ti propongono la
Chemioeconomia, la accetti per paura della carenza.
Ti propongono tutto e accetti tutto, lungo la una strada che tu non vedi ma che
si chiama Spirale della Deflazione Economica Imposta, una
spirale che porta dritti al feudalesimo dei diritti e dei redditi, la Grecia di
oggi, 450 mila bambini denutriti e gente che si scalda d’inverno nell’auto dei
vicini col diesel rubato dai camion. In Grecia, non a Calcutta. Ti propongono
la morte delle prerogative del tuo Stato di proteggerti, e tu l’accetti, perché
c’è carenza. Lo Stato stesso
l’accetta, per la carenza, come
accaduto alla Repubblica Italiana l’11 novembre 2011, dove la carenza di compratori dei nostri titoli
di Stato, causata UNICAMENTE dall’euro, ha imposto un rovesciamento di un
governo eletto e l’esautorazione di Camera e Senato.

La carenza economica
ti ricatta, e se diventa come oggi un’epidemia continentale ti annienta la
testa. Lo ripeto: ti obbligano ad accettare l’inimmaginabile reso plausibile. Il TUO parlamento sta seduto ad
aspettare che la TUA finanziaria sia letta e approvata da gente che sta
all’estero, poi e solo poi può balbettare qualcosa (Fiscal Compact). Il tuo Stato deve indebitarsi con le banche per
dare miliardi a un fondo da cui gli verranno prestiti che dovrà ripagare
spremendo a sangue i cittadini e le aziende… cioè dobbiamo fare un debito per
comprare la mazza con cui ci spaccheranno le ginocchia (Meccanismo Europeo di Stabilità MES). Una lobby di un centinaio di
‘rentiers’ (ERT) scrive la regola
secondo cui l’Italia sarà approvata dai mercati solo se i risparmi saranno
trovati nella Sanità e nelle pensioni, e questa regole diventa legge italiana (Europact). Abbiamo accettato l’inimmaginabile
reso plausibile
perché c’è carenza. Stiamo
impoverendo il Paese verso un’economia kosovara, verso il sogno dei ‘rentiers’
e del Vaticano, perché c’è carenza,
e l’accettiamo perché la carenza non
ci dà alternative.

Va compreso, vi prego con tutto me stesso, che quanto
descritto è reale, e va ben oltre i più arditi sogni dei capitalisti
Neoliberali o Neoclassici. Ciò che le elite dei ‘rentiers’ e dei servi
dell’Opus Dei hanno creato in Europa è precisamente un percorso di ritorno a
condizioni di tale tracollo economico da riportare milioni di persone
all’abbruttimento e alla paura delle epoche feudali. La Politica della Carenza non è più Neoliberismo, è Neofeudalesimo.

Ma come sono
identificabili i ‘rentiers’ esattamente? La risposta è piuttosto semplice se si
volge lo sguardo al passato: i nobili, i latifondisti, gli oligarchi, e già dai
primi anni del XX secolo gli speculatori finanziari. Oggi la cosa è più
complessa. Scomparsi duchi e baroni, e i latifondisti delle corti borboniche, i
‘rentiers’ hanno dovuto modernizzarsi, cioè apprendere un mestiere almeno di
facciata, pur sempre ricavando le loro fortune dal sudore e dalle abilità di
altri. La famiglia Agnelli in Italia è un esempio. Forse i più inetti
produttori di auto del mondo occidentale per quasi un secolo, sono
sopravvissuti e hanno goduto di immensi privilegi grazie allo sfruttamento di
generazioni di immigrati meridionali e a sussidi di denaro pubblico in quantità
grottesca. Ben altri autori hanno documentato tutto ciò.

‘Rentiers’ della più
tradizionale specie sono ancora i rampolli di famiglie europee di altissimo lignaggio.
Probabilmente la famiglia ancora oggi più ricca di Germania è quella che
discende dalla casata Thurn Und Taxis, proprietari immobiliari e terrieri da
epoca feudale, con un ramo italiano di tutto rispetto. Un altro nome è quello
del Visconte Etienne Davignon, di origine belga, ma notorio soprattutto perché
è stato il gran cerimoniere del più segreto e controverso club di Globocrati (definizione dell’Economist)
al mondo: il Bilderberg. Si legga a pagina 45 del mio Il PGC 2011 la
impressionante lista di potentissimi internazionali che appartengono alla corte
di Davignon. Altro nome di rilievo è quello dell’attuale presidente del
Consiglio Europeo Herman Von Rompuy. Ma ve ne sono migliaia, includendo le
diverse case reali ancora parassitarie in Europa. Per costoro è persino
intuitivo capirlo, la crescita di blocchi di milioni di cittadini benestanti e
tutelati da crescenti diritti fu, e rimane, una bestemmia al loro diritto
‘divino’ di essere le elites in controllo della ricchezza planetaria. La Politica della Carenza è vista da costoro come la penicillina
dell’ordina naturale delle cose: il loro potere.

Oggi l’Italia, e l’Europa,
vedono crescere coorti di banchieri ‘rentiers’, cioè affaristi i cui istituti
di credito sono stra-falliti ma che godono delle rianimazioni dei gentili Mario
Draghi e Mario Monti, David Cameron o Mariano Rajoy, a suon di favori
miliardari per favorirne la ricapitalizzazione (cioè acquisti di quote
societarie), che altrimenti sarebbe impossibile. In Italia i nomi di Monte dei
Paschi e Unicredit sono in primo piano in ciò. Va compreso che queste grandi banche
oggi non necessitano più dell’economia reale, quella dei redditi-consumi-produzione,
poiché ricavano appunto margini enormi dalla protezione dei governi e delle
Banche Centrali, possono giocare con assets finanziari assai più che con i
crediti, per cui poco gli importa se il Neofeudalesimo dimezza lo standard di
vita di noi cittadini e aziende.

Ma ben oltre le banche,
spesso incolpate di cose inesatte, vi sono i ‘rentiers’ degli Hedge Funds, i
grandi speculatori, coloro cioè che grazie a una deregolamentazione scellerata
degli scambi finanziari possono oggi sedere in un ufficio e, senza neppure possedere il
capitale, giocare d’azzardo sul debito pubblico di un intero Paese come
l’Italia. Il meccanismo è complesso, prende il nome di
Over the Counter contracts (OTC), shorting e via
discorrendo, dove il ‘rentier’ prende in prestito un pezzo di debito italiano,
scommette che calerà di valore, collude con tutta una serie di attori finanziari
per far sì che ciò accada, e poi incassa fortune incredibili al momento buono.
Non ha rischiato quasi nulla, meno che meno un proprio capitale, succhia
ricchezza da noi e noi viviamo poi sulla nostra pelle il disastro degli spread e
delle Austerità conseguenti (si legga pag. 64 del mio Il PGC 2011). Hedge Funds
sono
JP
Morgan, Bridgewater, John Paulson, Soros Fund, Man Group, BlackRock, Goldman
Sachs Asset Management, Blue Crest, Magnetar, Tricadia. In Italia i principali
sono: Generali I.A., Azimut Capital Management, Euroimmobiliare A.I., Capitalia
I.A., Intesa, Lyxor, Pioneer A.I.M., Pirelli Re Opportunities, Zenit A.I.,
Duemme Hedge.

Ma ‘rentiers’ sono in Italia anche i magnate
dell’imprenditoria che avendo fallito miseramente in qualsiasi ambito
innovativo e produttivo, schiacciati come mosche dalla bravura dei concorrenti
stranieri, si sono riciclati in due settori: 1) le privatizzazioni, dove
acquisiscono a prezzi stracciati grazie appunto alla Politica della Carenza blocchi interi di assets pubblici edificati
col lavoro di generazioni, favoriti da criminali pubblici come Romano Prodi o
Visco o Bassanini, Padoa Schioppa ecc. 2) l’acquisizione, sempre per mezzo del
punto precedente, dei servizi essenziali, quelli di cui nessun essere umano può
fare a meno, con strade, treni, telefonia, sanità, gas, luce, e presto anche
l’acqua. Sanno che anche se la Politica
della Carenza
riportasse povertà semi-ottocentesche fra di noi, noi saremo
comunque costretti a pagare quei servizi, a costo di mangiare una sola volta al
giorno. Sono profitti garantiti per questi ‘rentiers’, che si chiamano Carlo De
Benedetti, Luca C. di Montezemolo, la famiglia Benetton, Cesare Geronzi, Marco
Tronchetti Provera, la famiglia Moratti, Roberto Colaninno, Corrado Passera, Leonardo
Del Vecchio, Francesco Caltagirone, Antonio Angelucci, il simpatico Della Valle
ecc., tutti coloro che si sono gettati qui nell’abbuffata delle
privatizzazioni.

Infine, e con una portata demolitrice
immensamente superiore, ‘rentier’ si può considerare la Germania stessa, che di
fatto ha costruito la sua presente fortuna su altri due punti: 1) sulla gabbia
dell’euro e sfruttando l’indebitamento dei noi mediterranei che gli abbiamo
comprato l’ira di Dio di prodotti per 30 anni, per poi essere oggi additati
come ‘mailai PIIGS’ spendaccioni. 2) sfruttando il lavoro ossessivo e sempre
meno pagato di milioni di lavoratori tedeschi che con le riforme Hartz hanno
ceduto alle Corporations Neomercantili della Germania una mole immane di forza
lavoro tutta goduta da chiunque tranne loro, perché il frutto di essa, i
prodotti, sono esportati in tutto il mondo a beneficio di altri, mentre i
profitti sono solo delle Corporations. La Germania dei Neomercantili – unitamente
a tutte le industrie similmente ‘rentiers’ della UE fra cui le poche italiane –
ha un interesse diretto che
milioni di europei vengano impoveriti drammaticamente dalla Politica della Carenza. Berlino sogna di
trovare a pochi chilometri a sud di Monaco di Baviera masse di disoccupati alla
disperazione pronti a lavorare per le succursali tedesche, o per le imprese
italiane acquisite dalla Germania, a stipendi quasi cinesi. Sarebbe una
delocalizzazione a due passi da casa e in più in un Paese, come l’Italia, o
come la Spagna, dove le infrastrutture sono modernissime. Naturalmente, ai
‘rentiers’ Neomercantili non importa un accidenti se i nuovi poveri neofeudali
europei smetteranno di comprargli i prodotti. I managers di queste Corporations
guardano con 40 anni di lungimiranza, e sanno che i nuovi immani mercati di
domani non sono qui, ma in Brasile, Cina e India. Là devono competere. Qui gli
schiavi al lavoro.

Sull’Opus Dei
è stato scritto e pubblicato di tutto. Trovare le prove però del loro coinvolgimento
nella creazione della micidiale macchina di impoverimento sociale automatico
che si chiama Eurozona è semplice: l’economista francese ed ex insider del
governo Mitterrand, Prof. Alain Parguez, ha personalmente testimoniato
l’appartenenza all’Opus Dei del padre creatore di tutto il disegno dell’Europa moderna,
l’onnipotente Jaques Delors, che fu anche a capo della Commissione Europea
dall’85 al ‘95. A questo, l’accademico parigino aggiunge: “E tutti i membri dei consigli economici del Papa sono uomini dell’Opus
Dei, la maggioranza dei quali proviene dall’università Bocconi di Milano
”.

La Politica della Carenza, sostengo con
disperata serietà, è oggi la forza dominante di tutto ciò che voi persone
conoscete come Unione Europea, come governi tecnici, come ‘risanamento’. La
devastazione che essa mira a portare fra centinaia di milioni di famiglie degne
e ignare ha appena ora iniziato a far sentire i propri fetidi morsi con le
Austerità. Non si fermeranno davanti a nulla, a meno che quelle milioni di
famiglie rompano la maledizione dell’ignoranza su cui i ‘rentiers’ contano per
distruggerle e si ribellino. L’Illuminismo ci riuscì 250 anni fa. Oggi si
inizia da qui:

http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=429

Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=460
25.09.2012

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