La pandemia mondiale del 1918 – Seconda parte: gli inevitabili “Coolies cinesi”

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Larry Romanoff – 18 dicembre 2020 – The UNZ Review

Nota: ho ritenuto utile dividere l’articolo originale in due parti distinte, fondamentalmente perché, secondo me, Romanoff tratta due diversi aspetti che è consigliabile esaminare separatamente. Il primo ha valenza decisamente storico-medica, il secondo invece è maggiormente correlato ad una specie di antenato delle attuali “fake news”.

***

C’è un altro aspetto che merita di essere menzionato: il tentativo di alcuni di addossare la colpa di questo evento alla Cina. L’accusa in sé è troppo stupida per poterla confutare, ma la tratterò brevemente perché è un elemento di una vasta categoria della storia che richiede una rivelazione pubblica – quella della tratta ebraica degli schiavi.

Il collegamento tra questo argomento e la pandemia del 1918 è la teoria enunciata per la prima volta da Mark Humphries, uno storico della Memorial University of Newfoundland in Canada, che [nel 2014] scrisse che recenti scoperte confermavano che una delle storie collaterali della guerra – la mobilitazione di 96.000 lavoratori cinesi mandati a lavorare dietro le linee britanniche e francesi sul fronte occidentale della prima guerra mondiale – potrebbe essere stata la fonte della pandemia. Mentre Humphries riconosce che la sua ipotesi attende una conferma, il National Geographic non poteva aspettare e, in un articolo scritto da Dan Vergano, ha pubblicato l’accusa definendola “quanto di più simile ad una pistola fumante uno storico possa trovare“.

Non sarebbe così male, ma questo è solo l’1% del quadro dei “lavoratori” cinesi che lavorarono “dietro le linee” nei posti più strani del mondo. Bisogna dire che “l’Internazionale Ebrea” (definizione di Henry Ford, n.d.t.) , responsabile del secolo dell’oppio in Cina (con Rothschild, Sassoon, Kadoorie, Hardoon e molti altri) è stata anche responsabile del rapimento e del trasporto, come schiavi, di milioni di cinesi dal Fujian e dal Guangdong per almeno 150 anni; il motivo per cui abbiamo cinesi in tutto il mondo.

Pochi sanno che il Canale di Panama è stato costruito principalmente da schiavi cinesi rapiti da mercanti di schiavi ebrei e spediti in America Centrale. Questo è il motivo per cui ancora oggi più del 10% della popolazione di Panama è cinese. Lo stesso vale per la Grande Ferrovia di Panama, documentata in modo interessante dalla storia che dopo il completamento tutti i cinesi si sarebbero suicidati. La storia narra che una volta costruita la Ferrovia, i “lavoratori” cinesi iniziarono a fumare oppio e tutti si suicidarono, alcuni apparentemente tagliandosi la testa. Come direbbe James Bond: “Beh, è un bel trucco”. Devo però far notare che gli effetti del fumo di oppio sono pacifici, non violenti, e nessuno è in grado di tagliarsi la testa, impalare quella stessa testa su uno spuntone o impiccarsi con i propri capelli.

È stato lo stesso con le ferrovie sia in Canada che negli Stati Uniti, dove (come per la banca HSBC) i nomi erano scozzesi ma i soldi erano tutti ebrei, e per loro ed i loro amici migliaia e migliaia di cinesi furono rapiti e mandati in Nord America per costruire le ferrovie – dopo di che, la maggior parte fu massacrata.

Il collegamento con la pandemia del 1918 è costituito dai circa 150.000 “lavoratori” cinesi che, “volontariamente”, partirono dallo Shandong [Shantung] verso l’Europa per “collaborare” allo sforzo bellico. Già questo, di per sé, è ridicolo. I cinesi dello Shandong avevano abbastanza problemi con gli ebrei che vendevano oppio e i giapponesi che divoravano il loro paese, per preoccuparsi di una stupida guerra dall’altra parte del mondo. Quello che è successo è stato che “l’Internazionale Ebrea” si era radicata così a fondo in Cina al punto da controllare Chiang Kai-Shek e, cosa ancora più importante, T. V. Soong, formatosi a Harward e, dopo aver fondato una banca centrale di proprietà dei Rothschild, stava saccheggiando ogni centesimo dalla Cina. In mezzo a tutto questo, e con la guerra ormai diventata una realtà, Chiang e Soong furono convinti a rapire altri cinesi per usarli come schiavi e come carne da cannone per la loro guerra in Europa. Chiang assecondò, e i cittadini cinesi furono arruolati con la forza, come sempre.

Furono prima inviati in Canada, trasportati attraverso il paese fino all’Atlantico e poi spediti in Europa dove morirono quasi tutti. Questo è il problema. Gli “storici” (principalmente ebrei) hanno scoperto improvvisamente che i cinesi spediti in Canada e in Europa arrivarono non solo con i loro bagagli, ma anche con “l’influenza spagnola”, pronti a contagiare il mondo. Le prove documentali sono naturalmente inesistenti, ma i romanzi storici ebraici raramente si basano su prove. Uno storico ebreo ci dice che all’epoca la Cina soffriva di qualcosa che “doveva essere proprio” l’influenza spagnola, con almeno 150 miglia intorno alla Grande Muraglia in cui si riscontrava questa infezione. Ebbene, il clima invernale di Pechino è come tutti gli altri climi freddi del mondo, cioè con raffreddori e influenza in inverno, quindi niente di speciale qui. Ma quello che abbiamo avuto in realtà è stato un cinese al miglio zero, uno al miglio 150 e uno al miglio 300, e quindi abbiamo cinesi infetti per almeno 300 miglia.

La parte successiva ci dice che quando i cinesi “infetti” si trovavano in Canada in attesa del trasporto verso l’Europa, furono ospitati in campi di internamento “circondati da filo spinato”. Peggio ancora, durante il viaggio di 8.000 km. in treno attraverso il Canada, le loro carrozze erano chiuse a chiave per proteggerli dal “sentimento anti-cinese”. Carino. Vuol forse dire che, come nel selvaggio West americano, bande di predoni canadesi a cavallo avrebbero inseguito i treni per abbordarli e picchiare gli odiati passeggeri cinesi? Non esisteva alcun sentimento anti-cinese che giustificasse misure così assurde. I cinesi erano sì in carrozze chiuse a chiave, e per lo stesso motivo si trovavano in campi di internamento con filo spinato: così quegli ingrati schiavi rapiti non potevano fuggire.

La teoria è ulteriormente impreziosita dall’assunto che molti dei cinesi rapiti erano malati, convenientemente affetti dall’influenza spagnola e poi trasportati dalla Grande Muraglia all’Europa. Nessuna indicazione di come la malattia sia migrata a Fort Riley. E, naturalmente, la ragione per cui l’influenza spagnola non colpì la Cina fu perché tutti i cinesi erano già stati infettati e ne erano immuni.

Sono sempre stato un fan della fantascienza, ma mi viene fatto di pensare che la fantascienza medica può essere ancora più eccitante.

Oggi ci si sforza tanto – da parte degli storici ebrei – di attribuire “l’influenza spagnola” ai cinesi, quanto ci si sforza di attribuire la peste bubbonica europea ai cinesi – da parte degli stessi storici ebrei. Questo deve davvero finire, e il metodo migliore è quello di nominare e identificare tutti i responsabili. Forse è finalmente arrivato il momento che il mondo conosca la verità su molte cose.

Link: https://www.unz.com/lromanoff/the-1918-rockefeller-us-army-worldwide-pandemic/

Prima parte

Scelto e tradotto da Arrigo de Angeli per ComeDonChisciotte

 

Gli scritti di Larry Romanoff sono stati tradotti in 28 lingue e i suoi articoli sono stati pubblicati su più di 150 siti web di notizie e politica in lingua straniera in più di 30 paesi, oltre a più di 100 piattaforme in lingua inglese. Larry Romanoff è un consulente di gestione in pensione e un uomo d’affari. Ha ricoperto posizioni dirigenziali di alto livello in società di consulenza internazionali, ed è stato titolare di un’attività di import-export internazionale. È stato visiting professor presso l’Università Fudan di Shanghai, presentando casi di studio in affari internazionali alle classi senior EMBA. Romanoff vive a Shanghai e attualmente sta scrivendo una serie di dieci libri generalmente legati alla Cina e all’Occidente. È uno degli autori che hanno contribuito alla nuova antologia di Cynthia McKinney “Quando la Cina starnutisce”. Il suo archivio completo può essere consultato su https://www.moonofshanghai.com/ e http://www.bluemoonofshanghai.com/: [email protected].

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