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La Redazione

 

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LA MIA GUERRA

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A cura di Davide
Il 17 Aprile 2011
97 Views

DI BARBARA
cloroalclero.com

Fika Sicula su “Repubblica” che, nello stesso giorno, ha pubblicato un bellissimo articolo sulla morte di Vittorio e dopo poche pagine, nell’edizione di Milano, è stato dato spazio a Pasqua* e ai suoi deliri da frustrato, abbruttito da una vita fatta di diffamazioni e di tristezze:

(…) è interessante il metodo. Prendi una blogger, sbatti il mostro in prima pagina, fanne un caso, sicchè quelli che non l’hanno mai letta e neppure la conoscono fanno dichiarazioni e mettono in campo azioni per farle perdere il posto di lavoro. E’ successo a lei. Potrebbe succedere a chiunque tra noi.

Anzi già in qualche modo ci succede: i negazionisti della violenza maschile sulle donne, quelli che sostengono che le donne morte ammazzate dagli uomini non esistono, quelli che di una falsa sindrome (la Pas) pensata per rendere impossibile a donne e bambini che subiscono abusi di opporre qualunque difesa legale hanno fatto un dogma, diffondono volentieri insulti e diffamazioni nei confronti di quelle che stanno dalla parte delle vittime. Minacciano querele, evocano la galera, ambiscono a darci una lezione secolare. Ed è un fatto concreto, di cui ci occupiamo da tempo, giusto noi che sosteniamo che la libertà di espressione non può essere l’alibi che garantisce l’impunità a chi istiga alla violenza sulle donne.

Perciò, giusto per passare da un argomento all’altro, semmai Repubblica avesse bisogno di un nuovo scoop a denuncia di negazionismi, che sono tanti e vari, totalmente ignorati anzi puntualmente presenti nelle nostre televisioni di stato, in quelle private e in numerosi quotidiani, se volesse assumersi assieme a noi l’onere di produrre una gloriosa resistenza culturale in mezzo ad un silenzio fatto di complicità e omertà, noi saremo ben liete di fornire ampia documentazione sul fenomeno. Perchè ci sentiamo generose e vogliamo condividere la medaglia per questa eroica missione con chi ha voglia di occuparsene (…).

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Mi rivolgo ora a Daniele Massimo Regard***, che gentilmente mi ha offerto un viaggio ad Auschwitz, anche se è stato molto meno gentile ignorando completamente la verità sul mio conto e cioè che io, negazionista, non sono.
In ogni caso, io il viaggio ad Auschwitz lo accetto volentieri perchè non ci sono mai stata (con bambini piccoli, essendo sola, non posso fare i viaggi di istruzione e da quelle parti proprio non mi è mai capitato di andare) e penso che quel luogo sia un emblema del potere che un umano ha, di far del male a un altro umano. E che sia da vedere.. Alla signora anonima citata nell’articolo, la figlia di un’ex deportata che scrive su “Focus On Israel” e che “chiederà il mio licenziamento” rispondo che il fatto di perpetrare violenza verso la mia persona sia incompatibile con l’onore dovuto alle vittime di una così immane tragedia.

Una calunnia, un attentato alla sussistenza di una donna è una violenza. E’ una violenza dire e scrivere pubblicamente bugie sui media per diffamarla. E’ una violenza attentare continuamente alla sua serenità familiare con i messaggi intimidatori che, tramite “Repubblica” (ma anche qualche delinquente che tenta l’aggancio al blog e che io banno senza spiegazioni) mi vengono veicolati, da qualche giorno, quotidianamente. C’è in questa violenza che subisco il germe stesso, malato, guerrafondaio, appartenente al marcio della natura umana che umiliava chi conduceva rassegnati gli ebrei (e i ROM e gli omosessuali e i disabili) nell’orrore dei campi nazisti.
L’immagine angosciosa, depressiva, di quelle file di corpi che entrano con le loro gambe nella casa della morte dovrebbe essere stata eliminata da tempo e invece è li, ad angosciarci con la sua realtà passata, senza che il presente possa giovarsene.

E quindi, visto che ci siamo, discutiamone sì sul significato della Memoria. Quei corpi martoriati, abbruttiti dalla sofferenza che han visto perdersi nel gelo di Auschwitz le speranze e gli affetti, cosa sono? Cosa devono significare per noi?

Finkelstein nella famosa scena della cryng girl , dove una ragazzina gli dice piangendo che con le sue speculazioni sulla strumentalizzazione dell’Olocausto, “offende le vittime della violenza e della morte nazista” risponde: “Se davvero sentisse la sofferenza di chi è stato prigioniero nei campi, lei a quest’ora starebbe piangendo per le sofferenze dei palestinesi”.

Cosa abbiamo imparato dalla storia? a costruire testate nucleari mille volte piu’ potenti di Hiroshima. A inquinare e soffocare la madre terra. A costruire campi di concentramento a regime democratico, governati da un Hamas. Questo è l’oggi. Nel mio blog non s’è mai negato che Hamas fosse corrotta. Che vi siano in Hamas persone disposte a far entrare di tutto per soldi, magari anche dei killer arabi assoldati per ammazzare un uomo giusto come Arrigoni.

Se dalla storia c’è da “imparare” qualcosa (visione un po’ didascalica della cultura, che poco sarebbe piaciuta a Nietzsche e a D’annunzio) quella è la non violenza. La rinuncia alla sopraffazione, fisica, psicologica, di un individuo solo, come di sei milioni. L’idea del mondo come spazio condiviso, come sfida al Malthusianesimo: tanti, dove nessuno sopraffa’ l’altro e usa chili di Goldoni per controllare le nascite. Un mondo dove la scienza non fosse dominata dagli interessi delle corporation farmaceutiche..Dove non si costruissero balle spaziali coi mass media per giustificare le guerre (tutti i tipi di guerre, anche quella meschina che sto combattendo io). Dove le risorse fossero gestite a mezzo elezioni e le decisioni importanti pure. Liberi scambi in una “federazione di comunità” come propugnava (inascoltato) Gandhi. Voi direte: è impossibile. No, non lo è: come orizzonte è un’idea praticabile e perfezionabile (a cominciare…) insieme ad una democratica decrescita. Certo, è anche possibile che si finisca come quasi tutti i film sull’apocalisse dell”umanità: in mezzo a guerra, cadaveri, fumo e macerie.

E questi sono i discorsi che faccio anche a scuola, questi sono il massimo della deroga alla consuetudine di non far entrare il blog a scuola e viceversa. La mia concezione del lavoro che faccio, lo dico espressamente, per me è sacra e se me lo togliessero morirei come Arrigoni.
Fare “l’ insegnante” è quel genere di lavoro dove gli errori che si fanno o entrano nella dialettica quotidiana e si trova la comunicazione per ammortizzarli (e allora si arricchisce il contesto e si impara reciprocamente di piu’) o altrimenti si diventa dei falliti. Ed essere falliti a 1600 euri al mese, vi assicuro, è un pensiero intollerabile, che impoverisce di senso la vita. Ho conosciuto persone che ne soffrivano frequentemente, nei miei 30 anni di carriera, di senso del fallimento e devo dire che oggi, nel mio liceo, ne ho incontrate veramente poche.

Il senso dell’agire è il portare a compimento. Ditelo chiaro o gestori di Repubblica e della stampa in generale che presta il fianco a questi reati, che mi perseguitate col cagnaccio livido Pasqua* perchè dò fastidio a quel gruppo di persone che vogliono “Promuovere l’immagine di Israele in Italia” (chiamala lobby, baby, ma non farti sentire da pasqua).

Nel livore del linguaggio di Pasqua c’è una concezione precisa della vita. Che, per esempio, suggerisce che nel mio post “Tristi destini” l’immagine di Sharon accanto a quella mummia sia un’intollerabile offesa. Ma Sharon è il macellaio di Sabra e Chatila: non l’ha fatto direttamente lui, ma ha assistito impedendo che i palestinesi potessero fuggire, circondandone il campo profughi e quando i falangisti si sono stancati di genocidare, ha completato l’opera. Un regista svedese (ebreo, lo preciso) ha detto di aver visto Sharon che sparava personalmente a due bambini palestinesi. Volete chiedermi se quell’immagine mi consola? la risposta è sì. E’ la mia, di parte bestiale, e ha diritto di cittadinanza come la vostra.

A che serve la memoria? ad attenuare la bestialità che ci contraddistingue. Restare umani come diceva Vik “utopia”. Restarlo sempre, non a corrente alternata. Come faceva lui. Aveva raggiunto il successo col libro. Avrebbe potuto girare l’Italia pagato a fare conferenze col pavido Chomsky, piuttosto che rischiare il culo in Palestina. Non l’ha fatto. E non perchè avesse rapporti e favori da hamas come qualche scribacchino (non distinguo piu’ se su libero o repubblica) ha calunniosamente insinuato, perchè Vittorio due mesi fa criticava hamas pesantemente e ha condotto qui informazioni sulla campagna- da lui appassionatamente appoggiata- dei giovani dimostranti palestinesi incarcerati da hamas perchè contestavano quell’organizzazione.

Vedendo queste immagini di morte che unicamente Vittorio ci spediva da Gaza: foto, filmini o racconti, in noi tutti della “razza umana” dovrebbe scattare il parallelo, rapido, con l’orrore di Auschwitz. E invece no, a parlarne di questo argomento si rischia la morte civile (e quindi a scuola non ne parlo, ça va sans dire)

La bestia che c’è nelle piccole anime filosioniste (mica necessariamente ebrei eh…anzi mi sa che son pure minoranza tra quelli che, per esempio, vengono a vomitare sul mio blog) Specie se ne parli nel contesto di “Palestina”. Quello è quello, questo è questo: è diverso, non è comparabile. OK intanto però l’orrore prosegue con lo stesso schema: la terra è nostra, la stirpe, la lebensraum. QUesto, per quel poco che significa, ci dice come minimo che dalla storia abbiamo imparato molto ma molto poco. E questo argomento sarebbe un buon argomento per una discussione in un liceo.

L’immesimazione con le sofferenze personali dei deportati ad Auschwitz non dev’essere il “mito fondativo” dell’escatologia sionista (lo stato per soli ebrei di modo che un altro hitler non ci perseguiterà) ma l’occasione di soffrire per le sofferenze di tutti. Di avere almeno per qualche attimo gli stessi sentimenti. Esercitare e ricevere compassione.

Questo darebbe un senso “Politico” buono alla condotta dell’umanità. La sintesi delle pulsioni originarie, quelle che facevano soffermare la tribu sugli stessi sentimenti. Quando quest’azione politica collettiva è esercitata da chi è disinteressato funziona. Quando lo è da chi ha secondi fini (arricchirsi, scopare fino a 100 anni. Che sono obiettivi spesso perseguiti) la capacità della collettività di provvedere ai bisogni di se medesima va a ramengo.

Di queste cose a scuola parlo? Sì, ma non in storia, dove sono pedissequa al libro, ma in filosofia, in 3°, parlando delle differenze dele concezioni politiche di Platone e Aristotele. All’ombra di Socrate. Che quando ha dovuto difendersi al processo dove lo uccisero “democraticamente” apparve arrogante: “Punirmi? Dovreste darmi un premio per quello che sono e per quello che è il mio apporto per la civiltà di atene”.

Sbaglio? Faccio politica a scuola?

Concludo invitando la Gelmini a partecipare personalmente all’ispezione**, che sia pubblica e trasparente -of course- e a fare un discorso non letto sui “valori” della democrazia e magari anche della Memoria.

*****************************************************************************************

*Parlare di negazionismo tirando in ballo una prof che nella privata vita scrive un blog pubblico (pacifista e libertario) è un deliberato attacco alla persona. Anche perchè Pasqua continua a tirar fuori le parole “negazionista” o antisemita ma non riesce a tirar fuori un post compiuto, che sia uno, che lo dimostri (un post=un testo) . A Pasqua affidano il compito di comporre collage menzogneri decontestualizzati per calunniarmi. Hanno fatto di me davvero carne da brodo. Hanno ragionato: visto che siamo costretti a piangere Arrigoni, compensiamo e impicchiamo Albertoni. Secondo me Pasqua, basando le sue diffamazioni su un testo pubblicamente disponibile, agisce in flagranza di reato perchè lì ci sono le prove e anche le non prove, esibite in modo evidente. In teoria potrebbe essere denunciato direttamente dall’autorità giudiziaria. O radiato dall’albo in tempo reale.

Ma perche’ questo cercatore di siti negazionisti Pasqua al posto che venire ad inquinare la mia vita non è andato a rompere le balle a qualcuno delle decine di siti neonazisti che ci sono in italia per vedere se ci son frasi antisemite al posto che rompere le balle qui? Non sarà perchè teme che andando a scandagliare quel mondo si ritroverebbe aperto come una bottiglia di coca, mentre con me sa che non rischia nulla?

**Se ci scambiassimo il posto di lavoro (mettete me e la Gelmini) io mi adatterei bene al suo, ma lei non avrebbe mai lo spessore per scambiarsi con me. Ma questo dato, politicamente e meritocraticamente, non è preso in considerazione. Io sono “carne da brodo” per una battaglia legale e intellettuale miserrima dove io dispongo del mio blog e Pasqua di “Repubblica” che oggi sull’edizione di Milano pubblicava un trafiletto anonimo in cui si preannuncia un “sit in antifascista” e un “picchetto” contro la prof. negazionista, che poi sarei a detta di Repubblica, io. Ma posso io credere che alla Manzoni vi sia un sit in contro di me? No, io non ci credo.

Pare che ci sara’ Moni Ovadia, da me omaggiato con questo e con quest’altro post.

***Non fa onore alla Memoria, comunque, l’essere vicini, amici, complici di uno come Marco Pasqua. Non fa onore a nessun politico affidare a Pasqua la ponteficità sull’operato intellettuale libero per costituzione di un’insegnante di liceo. Direi di no. Nè a quella dei vostri padri, di Auschwitz, ne a quella dei miei, di Hereford.

ps Poichè Finkelstein è veramente stato un danno per l’Olocausto come mito fondativo con il suo libro “L’industria dell’Olocausto” e si è messo contro il guru della lobby sionista Dershowitz (un Pasqua alla n° potenza) sputtanandolo perchè aveva copiato intere parti di un vecchio libro ha dovuto subire l’oltraggio della madre Mary bollata dai sionisti come collaborazionista coi nazi. Oltre che aver perso la cattedra. Lui pero’ raggiunse un accordo per una pensione….

Barbara
Fonte: www.cloroalclero.com
Link: http://www.cloroalclero.com/?p=6239
16.04.2011

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