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La Redazione

 

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La legge sul diritto al cibo è la prima garanzia di sovranità alimentare

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A cura di CptHook
Il 23 Novembre 2021
5771 Views

 

Dr. Joseph Mercola – 19 novembre 2021

 

In una prima storica per gli Stati Uniti, gli elettori del Maine hanno approvato un emendamento alla costituzione dello stato che garantisce il loro diritto al cibo. Essendo un essere umano che ha bisogno di cibo per sopravvivere, si può già supporre che questo diritto esista, ma il crescente controllo sulla fornitura di cibo da parte delle grandi corporazioni dimostra che questo diritto non è inalienabile.

Nel Maine, che importa il 90% del suo cibo da fuori dello stato, il Farm Bureau si è opposto alla misura (1) che protegge la capacità dei residenti di produrre e consumare cibo come meglio credono.

Si tratta di una delle protezioni più fondamentali e cruciali che gli esseri umani dovrebbero avere, ma che potrebbe non ricevere l’attenzione e il sostegno che merita – fino a quando non sparirà. L’emendamento del Maine, che è stato approvato dal 60% dei votanti, dichiara ufficialmente (2):

“Tutti gli individui hanno un diritto naturale, inerente e inalienabile al cibo, compreso il diritto di salvare e scambiare semi e il diritto di coltivare, allevare, raccogliere, produrre e consumare il cibo di loro scelta per il proprio nutrimento, sostentamento, salute corporea e benessere.”

 

Il diritto al cibo dei residenti del Maine è protetto

Nel 2017, il Food Sovereignty Act del Maine è diventato una legge, concedendo ai comuni il diritto di regolamentare i sistemi alimentari locali, dalla produzione alla trasformazione e al consumo, e permettendo agli agricoltori di vendere i propri prodotti direttamente ai consumatori, ad eccezione della carne e del pollame. Un anno dopo l’approvazione della legge sulla sovranità alimentare, più di 40 città del Maine avevano adottato ordinanze basate sulla sovranità (3).

All’epoca Heather Retberg, sostenitrice della sovranità alimentare e allevatrice, dichiarò al Bangor Daily News: “Siamo molto più avanti di dove avrei potuto immaginare che saremmo stati. Una volta eliminata la minaccia di prelazione statale, così tante città erano pronte a mettere in atto questa politica alimentare di buon senso. Non potevo sapere quanta gente c’era in tutto lo stato che aspettava“, ed ha poi spiegato (4):

“Ovunque le persone siano disposte a impegnarsi con i loro governi locali e i loro vicini, ovunque le persone si preoccupino dell’agricoltura rigenerativa e delle economie basate su principi di gestione ecologica, ovunque le persone vogliano avere accesso al buon cibo dalle fattorie della propria comunità, c’è un potenziale per l’impegno e la diffusione di questa articolazione della sovranità alimentare”.

Nel giugno 2021, più di 90 città e paesi del Maine avevano aderito alla legge sulla sovranità alimentare, esentando alcune vendite dirette di cibo al consumatore dai disposizioni statali [in materia] di licenza e ispezione (5).

 

Il movimento per la sovranità alimentare cresce

I piccoli agricoltori e i sostenitori del latte crudo sono solo un campione di coloro che hanno sostenuto la legge del Maine sul “diritto al cibo”, che fa parte di un crescente movimento verso la sovranità alimentare. “È sempre una buona idea assicurare e proteggere un diritto individuale nel mondo in cui viviamo. Il cibo è vita“, ha detto il senatore Craig Hickman, (Democratico-Kennebec), in un comunicato stampa. “Non capisco perché qualcuno dovrebbe avere paura di dirlo ad alta voce nella costituzione” (6).

L’emendamento costituzionale assicura il diritto al cibo “a condizione che un individuo non commetta sconfinamenti, furti, bracconaggio o altri abusi dei diritti di proprietà privata, delle terre pubbliche o delle risorse naturali nella raccolta, produzione o acquisizione di cibo ” (7). Secondo il Press Herald (8):

“I sostenitori hanno usato la campagna per sostenere che l’emendamento garantirebbe il diritto di coltivare verdure e allevare bestiame in un’epoca in cui la crescita delle grandi corporazioni minaccia la proprietà locale dell’approvvigionamento alimentare. Hanno posizionato l’emendamento come una possibilità per gli abitanti del Maine di riprendersi il controllo dell’approvvigionamento alimentare, sottraendolo ai grandi proprietari terrieri ed alla grande distribuzione con pochi legami con la comunità”.

Billy Bob Faulkingham, Rappresentante (deputato) dello stato del Maine, si è riferito alla legislazione come al “Secondo Emendamento del cibo” (9) , mentre la Retberg ha evidenziato la necessità di decentralizzare la produzione alimentare per proteggere l’autosufficienza (10):

“Il potere sul nostro approvvigionamento alimentare è concentrato in pochi individui e corporazioni. Le corporazioni globali dominano il nostro sistema alimentare e la nostra politica a spese della nostra autosufficienza alimentare. Questa concentrazione di potere minaccia i diritti individuali degli abitanti del Maine di coltivare, allevare, raccogliere, produrre e consumare il cibo di propria scelta ora e in futuro”.

 

Le ispezioni statali e federali rendono davvero il cibo più sicuro?

Il Maine Farm Bureau è stato uno dei maggiori oppositori all’emendamento sul diritto al cibo del Maine, scrivendo sui social media il 22 ottobre 2021 (11):

“Il Maine Farm Bureau ha speso molto tempo per capire la Domanda 3, il cosiddetto emendamento ‘Diritto al cibo’. La formulazione vaga e ampia dell’emendamento proposto fornisce terreno fertile per conseguenze non volute, come l’eliminazione delle tutele che abbiamo in atto per aiutarci a produrre cibo sano e conveniente per le famiglie del Maine … Mentre l’intenzione dietro la Domanda 3 sembra positiva, il pericolo reale che presenta per la nostra salute e il nostro sistema alimentare non lo è.”

L’implicazione è che il cibo non sarebbe così sicuro se non passasse attraverso i processi di ispezione obbligatori, ma nei quattro anni da quando il Maine ha promulgato la sua legge sulla sovranità alimentare, non sono state segnalate malattie di origine alimentare in relazione agli alimenti venduti in base ad essa (12).

In un altro esempio, il Food Safety and Inspection Service (FSIS) del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha il compito di condurre ispezioni sulle forniture di carne negli Stati Uniti. Questo richiede che gli ispettori si rechino in macelli, impianti di lavorazione e altre strutture in tutti gli Stati Uniti, ma questo non significa che gli standard di ispezione siano rispettati e fatti rispettare – o che stiano rendendo il cibo più sicuro di quanto sarebbe se provenisse da una fonte locale di alta qualità.

Un rapporto del FSIS del giugno 2018 ha rilevato che la portata della contaminazione da salmonella nelle parti di pollo degli Stati Uniti è in gran parte sconosciuta, perché il 35% delle grandi strutture di macellazione del pollo negli Stati Uniti non soddisfa gli standard di ispezione del FSIS (13).

Forse in risposta, nel novembre 2018 il FSIS per la prima volta ha pubblicato pubblicamente un elenco dei produttori di pollo e le loro classifiche sugli standard di sicurezza della salmonella, che vengono aggiornati ogni settimana man mano che vengono testati nuovi campioni. Le classifiche vanno dalla categoria 1 alla 3. La categoria 1 descrive le strutture che avevano meno del 50% della salmonella massima consentita durante la finestra di test.

La categoria 2 descrive le strutture che avevano più del 50% (ma ancora entro il massimo consentito), mentre la categoria 3 è la peggiore – strutture che hanno superato il livello massimo di salmonella (14).

Se si guardano le classifiche FSIS (15), quello si nota è la frequenza delle categorie 2 e 3 nella lista. Una categoria 3 non è nemmeno motivo di sospensione immediata. Invece, il FSIS notifica alle strutture se non soddisfano gli standard e a quel punto decide se sono necessarie ulteriori azioni.

 

Aumentano le leggi sulla libertà alimentare

Mentre la legge del Maine sul diritto al cibo è la prima negli Stati Uniti, molti altri stati hanno varie versioni di leggi sulla libertà alimentare già nei propri regolamenti. Nel 2020 il Wyoming ha ampliato il proprio Food Freedom Act per permettere la vendita di alimenti fatti in casa (shelf-stable food) nei negozi al dettaglio e negli alimentari – una legge già in vigore in altri 17 stati (16).

Quasi tutti gli stati (48) permettono anche la vendita diretta ai consumatori di cibi fatti in casa, come prodotti da forno e marmellate, mentre alcuni altri – incluso il Wyoming – permettono anche la vendita di prodotti deperibili fatti in casa, come bevande e pasti completi, a patto che non contengano carne (17).

Secondo Shelly Duncan, Rappresentante dello stato del Wyoming, i cambiamenti “creano più reddito per gli agricoltori, i genitori casalinghi, i pensionati e chiunque altro abbia talento in cucina. La legge permetterà anche ai consumatori di comprare più cibo fresco, sano e locale a prezzi accessibili” (18).

Come nel Maine, anche nel Wyoming non sono state segnalate epidemie di malattie di origine alimentare causate da alimenti venduti nell’ambito della legge sulla libertà alimentare, da quando è stata promulgata nel 2015 (19). Secondo la National Environmental Health Association (NEHA), nella sessione legislativa 2021-2022 sono state presentate almeno 41 proposte di legge in 24 stati che riguardano l’esenzione di alcuni alimenti dalla supervisione statale sulla sicurezza alimentare (20). Come spiega la NHEA:

“Le legislature statali usano diversi termini per queste leggi: “cottage foods”, “food freedom”, “microenterprise kitchens”, “homemade foods” o “home-baked foods”. Tutti hanno però lo stesso obiettivo, limitare l’autorità del governo nel regolare la sicurezza alimentare. Questi disegni di legge cercano di espandere la gamma dei produttori di cibo e degli esercizi al dettaglio che potrebbero vendere cibo libero da qualsiasi supervisione governativa”.

 

Cosa c’è a rischio se il vostro diritto al cibo non è protetto?

Leggi come quella promulgata nel Maine possono sembrare superflue, ma è importante non essere compiacenti quando si tratta di qualcosa di fondamentale come il cibo. Se si controlla la fornitura di cibo, si controlla il mondo, ed è per questo che solleva più di qualche segnale di allarme il fatto che il miliardario della tecnologia Bill Gates sia ora il più grande proprietario di terreni agricoli negli Stati Uniti (21), molti dei quali considerati alcuni dei terreni più ricchi del paese (22).

Gates non è interessato all’agricoltura rigenerativa, a sostenere i piccoli agricoltori o a garantire cibo di provenienza locale e sovranità alimentare, ma, invece, sta promuovendo un’agenda agricola che sostiene prodotti agrochimici, semi brevettati, carne contraffatta e controllo aziendale – interessi che minano l’agricoltura rigenerativa, sostenibile e su piccola scala. Uno degli attori principali di questa agenda è l’adozione diffusa di carne sintetica ultra-lavorata.

Proteggere il diritto di tutti al cibo è un passo per contrastare i tentativi dei giganti della tecnologia di rimuovere la sacra relazione dell’uomo con il cibo. Anche Vandana Shiva, la studiosa indiana sostenitrice della sovranità alimentare, afferma che possiamo combattere ricordando e concentrandoci su alcuni principi essenziali (23):

  • Il cibo è la moneta della vita
  • Il più alto dovere è coltivare e dare cibo in abbondanza
  • Il peggior peccato è lasciare che qualcuno soffra la fame nel tuo quartiere, non coltivare il cibo e, peggio, vendere cibo scadente

Dobbiamo portare al centro della nostra vita quotidiana i rituali che rendono sacra la vita“, ha detto la Shiva. “Il nostro respiro … il respiro è ciò che ci collega al mondo … l’acqua ci collega al mondo. Il cibo ci collega al mondo” (24).

 

Link: https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2021/11/19/maine-right-to-food-amendment.aspx?ui=59ed2e7639939da92ff0e3fd8a4becd1e38e467e8312fec7760fac1ab9753aaf&sd=20210422&cid_source=dnl&cid_medium=email&cid_content=art2HL&cid=20211119&mid=DM1046607&rid=1326914817

 

Scelto e tradotto da Arrigo de Angeli per ComeDonChisciotte

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