Di Movisol
I circoli angloamericani che intendono scatenare il caos nei prossimi 50 giorni possono contare sulle istituzioni dell’UE. La Commissione e il Parlamento Europeo hanno dato segnali inequivocabili in questa direzione.
Il 1° dicembre, nel loro primo atto ufficiale dopo l’insediamento, il nuovo Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Kaja Kallas e il nuovo presidente del Consiglio europeo Antonio Costa si sono recati a Kiev, dove Kallas ha ventilato la possibilità di inviare soldati europei in Ucraina.
Kallas, Costa e gli altri membri della nuova Commissione europea erano stati appena approvati dal Parlamento europeo il 27 novembre, anche se con 31 voti in meno rispetto al luglio scorso, quando il PE aveva votato il secondo mandato di Ursula von der Leyen: 370 voti contro i 401 di luglio. La Commissione ha quindi ottenuto una maggioranza di appena il 51%, il peggior risultato di sempre nella storia dell’Unione Europea.
Indifferente alla propria impopolarità, la von der Leyen ha rinnovato la promessa di adesione di Kiev all’UE e ha annunciato che adotterà il programma del rapporto Draghi, concentrandosi su tre “pilastri”: “colmare il divario di innovazione con Stati Uniti e Cina”, “un piano comune per la decarbonizzazione e la competitività” e “aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze”. Almeno a parole, ha fatto concessioni all’industria europea colpita dall’impatto distruttivo della decarbonizzazione, promettendo di “accompagnare le persone e le imprese lungo il percorso” e di salvare l’industria automobilistica.
Senza un briciolo di autocritica, la von der Leyen ha riconosciuto che la sfida più grande per le aziende europee “sono i prezzi elevati dell’energia”. Capovolgendo la realtà, si è vantata di aver risposto al “ricatto energetico della Russia” e ha promesso di “ridurre i costi per le famiglie e le imprese… e di sostituire le importazioni di GNL russo”.
Non solo sono stati von der Leyen, Draghi & friends, e non la Russia, ad aver messo in atto un “ricatto energetico” che ha fatto salire i prezzi, ma von der Leyen sta de facto ammettendo il totale fallimento di quella politica, dato che il gas dei gasdotti dalla Russia è stato sostituito dalle importazioni di GNL dalla stessa Russia (oltre che dagli Stati Uniti). La sua promessa di abbassare i prezzi dell’energia è vuota, poiché l’unico modo per farlo è revocare le sanzioni.
Il giorno dopo, il Parlamento europeo, che in apertura del suo sito web ha messo uno striscione in blu e giallo che proclama “Siamo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”, ha approvato una risoluzione che chiede di intensificare la guerra contro la Russia fornendo armi a lungo raggio a Kiev. La risoluzione è stata adottata con 390 voti a favore, 135 contrari e 52 astensioni.
Nel testo si “invita l’UE e i suoi Stati membri a rafforzare ulteriormente il loro sostegno militare all’Ucraina, anche attraverso la fornitura di aerei, missili a lungo raggio, compresi i missili Taurus, moderni sistemi di difesa aerea, fra cui i Patriot e i SAMP/T, munizioni, sistemi di difesa antiaerea portatile (MANPADS), artiglieria e programmi di addestramento per le forze ucraine e chiede altresì una consegna accelerata delle attrezzature promesse per soddisfare le esigenze urgenti dell’Ucraina; ribadisce la sua posizione secondo cui tutti gli Stati membri dell’UE e gli alleati della NATO dovrebbero impegnarsi collettivamente ed individualmente a fornire un sostegno militare all’Ucraina pari ad almeno lo 0,25% del proprio PIL annuo; valuta favorevolmente la firma degli impegni congiunti in materia di sicurezza tra l’UE e l’Ucraina e invita la Commissione e gli Stati membri ad agire in tempi rapidi per attuare efficacemente gli impegni assunti; invita la Commissione e il Consiglio a dare priorità alla piena operatività delle capacità europee di comunicazione spaziale IRIS2 e a concedere quanto prima l’accesso all’Ucraina (e a Taiwan) ”.
La risoluzione inoltre critica la Germania per aver rifiutato di fornire missili Taurus a Kiev, mentre elogia la decisione di Biden di consentire attacchi in profondità contro la Russia. Ribadisce il sostegno al “piano di pace e vittoria” del regime di Kiev e “deplora il recente colloquio telefonico del cancelliere tedesco con Vladimir Putin” (https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-10-2024-0055_IT.html).