Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani), ComeDonChisciotte.org
L’autorizzazione negata dalla Camera per l’uso delle intercettazioni all’Hotel Champagne, dove il deputato di Italia Viva Cosimo Ferri insieme ad i suoi “commensali” Lotti e Palamara, davano le carte per i ruoli chiave in magistratura – e’ la pistola fumante, che prova, se ancora ce ne fosse bisogno, come nel nostro paese, buona parte del potere politico e giurisdizionale viaggino in perfetta simbiosi – facendosi spregio della nostra Costituzione
Credo, ognuno di noi abbia ascoltato almeno una volta le ormai famose intercettazioni che il trojan installato dalla Procura di Perugia sul telefono di Palamara, ha captato nello “svergognato” incontro dove Palamara, Lotti, Ferri ed alcuni membri togati del CSM, facendosi beffa del loro ruolo istituzionale e della Costituzione, si affannavano a scegliersi i magistrati che avrebbero dovuto indagarli ed i giudici che li avrebbero dovuti giudicare.
Sono stati presi con le mani nella marmellata!!! uomini delle istituzioni, addirittura gia’ indagati e gia’ rinviati a giudizio come nel caso di Luca Lotti, che a maggior ragione avrebbe dovuto tenersi a debita distanza dal violare uno dei principi cardine su cui si fonda la nostra costituzione, ovvero la separazione dei poteri.
Come e’ finita la storia di Palamara lo sappiamo bene: radiato dalla magistratura, con lui che dopo aver indossato gli abiti della vittima sacrificale si e’ reso reo-confesso nel suo libro e nelle ospitate in TV, riguardo al “Sistema” di potere di cui per anni (non da solo certamente!!!), ne e’ stato il deus-machina.
Mentre la magistratura intera, compreso coloro che operano in maniera irreprensibile, ne e’ uscita a pezzi; la politica non e’ stata minimamente sfiorata dalla stampa nazionale e nemmeno ha avuto il ritegno di interrogarsi al proprio interno – anzi, ha approfittato dello status comatoso della magistratura stessa per rilanciare in fatto di livello di impunita’, partorendo ex-novo, una riforma del processo penale (riforma-Cartabia) che con la sciagurata misura dell’improcedibilita’ in appello, rischia seriamente di far saltare la maggior parte dei processi, in spregio alla giustizia ed infischiandosene letteralmente delle parti lese.
Ma torniamo al dunque, come dicevo, mentre Palamara e’ stato radiato proprio in virtu’ della prova regina delle intercettazioni che non lasciano scampo ad interpretazioni, il renziano Cosimo Ferri magistrato in riposo ed oggi deputato – indicato dall’Avvocato Amara, all’interno dell’indagine sulla loggia Ungheria, come la mente di tutto il “Sistema-Palamara” (1) , e’ notizia fresca, che in barba all’onore della giustizia molto probabilmente non sara’ sfiorato da nessuna conseguenza, visto che la Camera non ha concesso l’autorizzazione all’uso delle suddette intercettazioni.
Il tema su cui la Camera è stata chiamata ad esprimersi è se le intercettazioni in cui si sente anche la voce di Ferri siano state acquisite in modo casuale dalla polizia giudiziaria e quindi siano utilizzabili, oppure no. Nel caso in cui gli inquirenti sono a conoscenza che le captazioni riguardano un parlamentare, infatti, sono tenuti a sospenderle per chiedere il consenso alla camera di appartenenza.
Nel caso di Ferri, è stato valutato che chi era all’ascolto fosse al corrente che il parlamentare sarebbe stato presente al dopocena dell’hotel Champagne e che dunque, se il trojan fosse stato attivato, lui sarebbe finito nella rete delle captazioni. E qui entriamo nel discusso tema dalle guarentigie parlamentari che coprono deputati e senatori rendendoli non intercettabili in costanza di mandato, senza previa autorizzazione della camera di appartenenza.
Gli indizi raccolti contro Ferri sono molto simili a quelli mossi vs Palamara, ma senza la prova regina delle intercettazioni sostenere l’accusa sarà quasi impossibile. L’accusa, infatti, riguarda il tentativo di pilotare la nomina del procuratore capo di Roma attraverso accordi tra correnti presi proprio durante il dopocena intercettato.
Di fatto non ci sono differenze nella posizione dei due: la questione è solo di diritto e non di fatto, visto che gli elementi della condotta di entrambi sono registrati.
In questo modo, con un giochetto di prestigio ideato dai “poteri” per avere le mani libere nel loro operato, il loro affiliato Ferri con tutta probabilità conserverà il suo ruolo di magistrato in aspettativa e potrà rientrare in servizio una volta concluso il mandato parlamentare.
E pensate che qua stiamo parlando solo di procedimenti e conseguenze disciplinari all’interno della magistratura, ma quello che tutti noi dovremmo chiederci e’, come sia possibile che nessun magistrato o addirittura il Presidente della Repubblica stesso, che ne e’ garante, non abbiano aperto un fascicolo per reati contro la nostra costituzione, che ha come sui fondamento la separazione dei poteri.
Con l’espressione “separazione dei poteri” si indica un principio fondamentale per la costituzione di uno Stato liberal-democratico, in virtù del quale ogni funzione statale (legislativa, amministrativa e giudiziaria) deve essere esercitata da organi diversi (parlamento, governo, magistratura), ciascuno dotato di proprio potere di decisione, senza interferenze tra l’uno e l’altro.
Appunto, “senza interferenze tra l’uno e l’altro!!!” – ora ditemi voi se il riunirsi di esponenti politici con esponenti del Consiglio Superiore della Magistratura per decidere cariche e ruoli, basandosi su un modello di cooptazione ed appartenenza, non e’ una chiara ed evidente violazione di questo principio.
E’ sotto gli occhi di tutti che politici, magistrati e colletti bianchi attentano deliberatamente e quotidianamente alla nostra Costituzione, coperti dal potere massonico a cui appartengono, il quale si manifesta ed opera attraverso i loro fratelli infiltrati nelle istituzioni.
I molteplici avvertimenti di quella parte della magistratura che non appartiene a queste logiche di potere, oggi sono la realta’ che dobbiamo affrontare. Magistrati come il dott. Gratteri ed il dott. Di Matteo, sulla scia di sangue di Falcone e Borsellino, da anni ci sbattono in faccia, con libri ed interviste, i risultati delle loro indagini e della loro preziosa esperienza di chi dall’interno ha toccato con mano la devastante potenza di tali affiliazioni, ovvero la certa e deflagrante connessione per il nostro sistema economico, tra mafie e massonerie deviate che trova il loro habitat naturale all’interno delle nostre istituzioni, oggi di fatto apparentemente democratiche….. e con le seconde (le massonerie deviate), proprio per bocca del Procuratore Gratteri: molto piu’ potenti e pericolose delle prime (le mafie). (2) (3)
Siamo un paese finito nell’animo!!!!
Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani), ComeDonChisciotte.org
NOTE
14.01.2022
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