Di Loreto Giovannone, ndmagazine.it
Dopo il 1860, la nuova borghesia di apparato italiana, la classe dirigente e il ceto politico fu alla ricerca della propria identità, allora come oggi, per accreditarsi ed affermarsi come ideologia al servizio della politica e non del progresso umano.
Il patto faustiano tra politica e scienza generò le aberrazioni della pseudoscienza positivista, spinse, alimentò, favorì ideologie mediocri e pericolose note come darwinismo sociale impiantate in Italia dalla colonizzazione anglosassone per invasione militare ed annessione, politica, amministrativa del Piemonte Sabaudo. Colonizzazione militare, politica, economica e commerciale, persino l’impianto creditizio e fiscale provenne dall’Inghilterra. Nel 1862 i giornali riportavano del viaggio del ministro Quintino Sella (ministro delle Finanze con il gabinetto Rattazzi) a Londra per studiare l’incoming tax, la tassa sui redditi detta imposta sulla ricchezza mobile, oggi potremmo paragonarla all’IVA.
Darwinismo sociale. La corrente di pensiero sviluppata a partire dalla seconda metà del XIX secolo da Herbert Spencer (1820-1903), aveva invece un carattere prettamente ideologico: estendeva, dalla natura alla società, i concetti di selezione e lotta per l’esistenza.
Spencer, filosofo, biologo, antropologo e sociologo inglese divenne famoso per la sua teoria del “darwinismo sociale” per cui una forza fisica superiore plasma la storia. Spencer sviluppò una concezione onnicomprensiva dell’evoluzione come il progressivo sviluppo del mondo fisico, degli organismi biologici, della mente umana e della cultura e delle società umane tra cui etica, religione, antropologia, economia, teoria politica, filosofia, letteratura, astronomia, biologia, sociologia e psicologia. In piena espansione coloniale britannica la teoria del “darwinismo sociale” diventò una corrente ideologica funzionale alle politiche (ed economiche) di espansione e di conquista di tutti gli stati coloniali europei.
Nell’Italia unita, le classi dirigenti del nord pronte alla conquista coloniale del Regno due Sicilie, innestarono immediatamente il darwinismo sociale come strumento ideologico funzionale a costruire la divisione in due Italie, una al nord secondo la massiccia propaganda evoluta, avanzata; mentre il sud, ridotto al pauperismo estremo, doveva essere arretrato, povero, atavico.
Scuole superiori, università, gli ambiti accademici prima, e l’istituto dei censimenti dopo, furono pilotati in modo da amplificare e propagare l’ideologia discriminatoria e razzista della conquista Sabaudo-piemontese. Alla costruzione di due categorie sociologiche, italiani del nord, italiani del sud, contribuirono molti soggetti.
In ambito pedagogico troviamo i teorici liguri Michele Lessona, Vincenzo Garelli, Gerolamo Boccardo per le colonie interne, Emilio Cerruti per le colonie all’estero. In ambito medico-militare troviamo Marco Ezechia Lombroso che puntò sulla diffusione della pseudo scienza antropologica, mutuata dagli studi frenologici sul cranio e cervello umano della scuola di Edimburgo. In ambito sociale si diffuse il darwinismo sociale di Spencer.
L’economista Gerolamo Boccardo nel 1864 scriveva:
“Le terre incolte ingombrano i tre quarti della Sardegna. Lo stesso dicasi di vastissimi e quasi abbandonati spazi del sud dell’Italia e della Sicilia. Or perché mai non potrebbero tutte queste contrade divenire a similitudine del Far-West degli americani, il nostro Near-sud. Perché non si costituirebbero fra noi Società d’emigrazione e di colonizzazione, operanti in Sardegna, nelle Puglie, in Calabria, come operano gli Squatters [occupanti abusivi] nelle Valli del Missipipi, dell’Ohio o della Colombia.”
Lombroso un medico militare, spacciato ancora oggi come antropologo criminale, con teorie pseudoscientifiche mai accettate dalla comunità scientifica e avversato dai suoi contemporanei, formuló teorie eugenetiche della inferiorità dei meridionali per conformazione cranica e propensione atavica alla delinquenza. Teorie poi continuate da seguaci di Lombroso, massimo esponente fu Alfredo Niceforo con il testo “Italiani del Nord e italiani del Sud” (F.lli Bocca, Torino, 1901). Egli sviluppò la teoria razzista delle “due Italie” con la superiorità della razza Aria a nord e inferiorità della razza mediterranea a sud. Razzismo puro ed invenzione della razza Aria.
Alfredo Niceforo (Castiglione di Sicilia, 1876 – Roma, 1960) Presidente della Società Italiana di Antropologia, della Società Italiana di Criminologia e dal 1920 in poi membro del Consiglio Superiore di Statistica di cui diverrà anche presidente. Presidente della Società Italiana di Economia Demografia e Statistica, membro del Comitato direttivo del Consiglio Nazionale delle Ricerche per la Sezione di Biologia. Dal 1910, e ininterrottamente sino al 1953, fu docente di Criminologia nella Scuola giuridico-criminale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma, accademico dei lincei dal 1948.
Nel libro “Italiani del Nord e italiani del Sud” c’è l’apoteosi del razzismo coloniale:
“Le Due Italie. L’Italia è una ma politicamente soltanto, perché essa ha, invece, una variegata colorazione morale: queste variazioni così staccate, così dissonanti tra loro, possono però riunirsi in due principali gruppi, in due principali toni che formano, nell’unico seno dell’Italia politica, due società ben diverse per grado di civiltà, per vita sociale, per colore morale: l’Italia del Nord da una parte e l’Italia del sud dall’altra: due Italie ben dissimili tra loro, in una parola. E mentre una di queste due Italie, quella del nord, ci si presenta con la fisionomia di una civiltà maggiormente diffusa, più fresca e più moderna, l’altra Italia, quella del sud, ci si presenta con una struttura morale e sociale che rammenta tempi primitivi, e fors’anco quasi barbari, una struttura sociale propria alle civiltà inferiori, ormai oltrepassate dal fatale ciclo della moderna evoluzione sociale.”
In Italia la becera ignoranza fa sempre carriera. Alfredo Niceforo (statistico, criminologo e sociologo) rappresenta chiaramente la parabola del conformista falsario che fa carriera e che trova ampio riconoscimento ai vertici delle istituzioni. Niceforo è la figura ricorrente dei “presunti esperti” che fanno carriera in tutte le stagioni poiché chinati e proni alla corrente ideologica in auge nel potere politico. Due gravissimi episodi dimostrano chiaramente la grave ignoranza di Niceforo: “membro del Comitato direttivo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, docente di Criminologia nella Scuola giuridico-criminale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma.”
1) La divisione razzista delle popolazioni italiche in: “Italiani del Nord italiani del sud”, due inesistenti razze italiche “Arii al nord, Mediterranei al sud”.
Divisione totalmente inventata e frutto di una mente malata, razzista e antiscientifica posto ai vertici dalla politica sabaudo-liberale, poi proseguita durante il fascismo, con Niceforo Presidente della Società Italiana di Economia Demografia e Statistica, oltre a tutte le altre cariche. Infine i padri costituenti della Repubblica italiana lo nominarono “accademico dei lincei”.
2) Il grafico della “capienza cranica” pubblicato nel suo libro razzista, “Italiani del Nord italiani del sud”, esempio basso ed oscuro di volgare imbroglio e inganno grafico-visivo. L’artificio usato del volgare imbroglione sta nel mostrare solo la parte superiore del grafico partendo dal valore 1526, la differenza della capienza cranica appare enorme, invece partendo il grafico da zero la differenza sulla scala grafica non si percepisce. Da questo esempio è chiaro l’uso strumentale perenne dei dati statistici, ad uso propaganda, nelle stanze del potere.
Alfredo apprese il razzismo italico e l’arte della volgare mistificazione dal padre Nicola (magistrato, presidente di Corte di appello, romanziere, giornalista, mazziniano), che si firmava con lo pseudonimo Emilio del Cerro. Come esempio riporto qui un articolo di Nicola nella “Gazzetta Letteraria di Torino” del 29 marzo 1890, scriveva: “le razze diverse, quando non si combattevano tra loro ad oltranza, si davano la mano. Non si dimentichi che mentre ad Arpino nasceva San Tommaso, una colonna della chiesa cattolica, sul Gargano, mercè la tolleranza dei principi svevi, i saraceni potevano ancora liberamente invocare Allah.”
Nicola introdusse almeno tre tendenziose falsità in due frasi: primo, “le razze diverse” sono una invenzione razzista; secondo: S. Tommaso d’Aquino non è nato ad Arpino ma a Roccasecca; terzo: la presenza araba nel solo insediamento di Lucera (non del Gargano) fu il risultato della precisa volontà di Federico II (1220), poi distrutto nell’anno 1300.
La costruzione del razzismo per gli italiani del sud. Con l’annessione del Regno due Sicilie il regime liberale-risorgimentale attuò una feroce azione militare, altrettanto feroce fu la repressione politica, la sistematica demolizione dello stato sociale, la dissanguante tassazione e pauperizzazione dell’intero meridione spinto alla massiccia emigrazione in America e nel mondo.
Il controllo politico dei governi in 160 anni con il perenne sottosviluppo, con il nominare rappresentanti servili al potere centrale, con sbilanciare le risorse pubbliche sottraendole o sfavorendole con criteri sbilanciati di spesa pubblica, sono l’applicazione governativa del discrimine attuato da 160 anni. Altro chiaro esempio di discrimine e razzismo dello Stato per il Meridione è nella poderosa propaganda dei mass media fondata sulla inferiorità, sulla perenne negativa condizione di sottosviluppo, arretratezza del sud, condizione creata della politica in unione con il mondo finanziario.
Tre contraddizioni:
1) Niceforo, padre e figlio, entrambi nati in Sicilia, loro appartenenti ai “mediterranei”, non si considerarono arretrati, atavici, inferiori, barbari con minore capienza cranica.
2) Se al sud siamo “primitivi, quasi barbari, inferiori, oltrepassati nella evoluzione sociale,” come mai la percentuale di insegnanti meridionali nelle scuole del nord Italia, da oltre mezzo secolo, supera la percentuale del 70%?
3) Per quasi tutta la carriera di docenza universitaria Niceforo sparge il razzismo di scuola lombrosiana nei suoi insegnamenti, come molti esponenti della cultura positivista anche Niceforo fu fortemente favorito negli ambienti scientifici, la Repubblica italiana gli diede il titolo di accademico dei lincei, Palermo e Bari tuttora gli dedicano una strada.
Di Loreto Giovannone, ndmagazine.it
Loreto Giovannone. Studioso di storia alla ricerca dell’identità culturale e geografica delle origini. Studioso dei documenti amministrativi e ufficiali dell’Unità d’Italia conservati negli Archivi di Stato. Scopritore della prima deportazione di Stato di civili del Sud Italia nei lager del centro nord. La prima deportazione in Europa attuata dallo Stato italiano dal 1863, circa settanta anni prima del nazismo. Scrittore, articolista di argomenti storici con la predilezione della multidisciplinarietà di scuola francese. Convinto assertore che la Storia è la politica del passato.
BIBLIOGRAFIA
Alfredo Niceforo. Italiani del Nord e italiani del Sud. F.lli Bocca, Torino, 1901.
Prof. Vincenzo Garelli. Delle colonie penali nell’arcipelago toscano lettere. Genova 1865.
Leone Carpi. Delle colonie e dell’emigrazione d’italiani all’estero. Ed. Lombarda, Milano 1874
Ernesto Ferrero (prefazione Leonardo Sciascia). La Mala Italia. Rizzoli, Milano 1973
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Fonte: Rivista “Natura Docet: la Natura Insegna”, anno IV n.4 – Aprile 2023 – ndmagazine.it