In memoria di Alain Parguez

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“La menzogna è la radice del potere, la nuova via verso la schiavitù”.

Alain Parguez

Il 7 aprile ci ha lasciati Alain Parguez, vero accademico di alta levatura intellettuale e morale. Professore emerito di Economia, autore di centinaia di articoli e di decine di saggi e volumi sulla politica economica, sulla politica monetaria e sulla genesi della crisi, è stato l’ideatore, insieme ad Augusto Graziani, della Teoria del Circuito Monetario, di ispirazione post Keynesiana.

Era noto al pubblico italiano per la sua collaborazione con i gruppi di divulgazione della Modern Money Theory e per la sua appassionata denuncia dei crimini economici perpetrati dalle élites, di cui conosceva bene il pensiero grazie alla sua storia familiare e personale. Da ex consigliere del Presidente Mitterand divenne uno dei massimi insider dissidenti del processo di creazione dell’Eurozona.

Lo ricordiamo con riconoscenza attraverso le parole di Paolo Barnard, tratte dall’Introduzione di “Dallo Stato sociale allo stato predatore”, Alain Parguez, Edizioni Andromeda, 2013.

“A tredici anni lessi il Capitale” mi dice Alain Parguez mentre rotea distrattamente un calice di Pinot, seduto altrettanto incurante al tavolo del sontuoso Grand Hotel di Rimini. Per quanto lo riguarda potremmo essere al bar di una stazione, eppure è un accademico di fama internazionale e i suoi pari normalmente ci tengono al contorno. Parla con una voce sofferente che non è neppure roca, la definirei ‘sanguinolenta’ per quanto lo sforzo e il dolore di far uscire i suoni gli stia deformando il volto. Abbiamo appena concluso il primo Summit della Mosler Economics Modern Money Theory (MEMMT), tre giorni massacranti con un pubblico di oltre 2000 persone e dieci differenti presentazioni che io, impietoso martellatore, gli ho imposto. Alain è provato, coi suoi 70 anni vissuti sempre dandosi fino all’autolesionismo.

Mia madre è stata una delle fondatrici del Partito Comunista Francese, amica di Castro, fu corteggiata da Mitterand. La mia infanzia, con Marx nel cuore, fu, diciamo… problematica. Lo osservo, quest’uomo che invidio, perché mi ricorda Carl Gustav Jung, cioè quegli umani capaci di aver studiato tutto lo scibile umano, come hobby però, mentre lavoravano a tempo pieno su qualcos’altro. Parguez ti spiega il circuito monetario partendo da Newton, non da Graziani, che ne è uno dei padri. Poi c’infila Talete per una mezzoretta. Così. Ma non è questo che lo rende un uomo che voi lettori dovete prima di tutto rispettare, poi semmai condividere o meno.
Alain ha una qualità che si è estinta nella classe internazionale degli economisti accademici e non: la compassione. E ne ha un’altra, egualmente sepolta: il coraggio.
Vedete, vorrei che vi fosse chiaro un assioma, e lo chiamo tale non per nulla. L’economia è tutto, perché semplicemente fornisce i mezzi agli umani per vivere, curarsi, amarsi, proliferare, proteggersi, acculturarsi, morire decentemente. È tutto. Chi è scettico provi a pensare come si può amare i propri figli o una moglie se si lavora da schiavo 12 ore al giorno, emigrato, e magari a 50 si muore di asbestosi perché i tuoi caporali ti costringevano a non tutelarti. Estremizzo? No, no. Migliaia di italiani solo cinquant’anni fa sono fecero questa fine. Senza parlare del Terzo Mondo.

Se l’economia sbaglia – o se viene fatta sbagliare per profitto di un nugulo di speculatori – accadono disastri umani indicibili a milioni di persone vere, sofferenze vere, morti veri. Fate una salto in Grecia in queste settimane. Ma anche nelle case di tante famiglie italiane, o in quelle dove un piccolo imprenditore si è impiccato dietro al suo capannone dopo il centesimo no di una banca. Pensate al destino di milioni di bambini la cui vita sarà storpiata in partenza dall’impossibilità di avere mezzi culturali e finanziari, che altrimenti ci sarebbero stati.
Gli economisti, chiamiamoli, progressisti, in questi casi sono come i medici durante l’esplosione di un’epidemia devastante. I medici sono costretti dal giuramento di Ippocrate a mettere da parte se stessi, andare in trincea, rischiare la vita, per tentare di contenere la carneficina virale. Ciò per il semplice motivo che essi sono i detentori esclusivi del sapere medico, e hanno il dovere di salvare vite. Lo stesso vale per gli economisti di cui sopra. Essi sono i detentori degli antidoti alla distruzione del tessuto sociale quando l’economia impazzisce, e devono gettarsi senza indugi né tutele di se stessi nella lotta per salvarci. Non lo fanno mai. Mai. Mai. La carriera, la cattedra, la paura, i doveri nei confronti del loro mentore (massone?) ecc. Essi in questo sono omissori di soccorso. Indecenti. E sempre accade.
Alain Parguez no. Mai visto nella storia contemporanea dell’economia un docente pluri titolato, ex protagonista di politiche di altissimo livello sentire così tanta compassione per le sofferenze sociali che questo sistema Neoclassico e Neoliberista infligge a masse enormi, e avere così tanto coraggio nel denunciarle in termini durissimi. Mai visto.

Il suo volto è quasi sereno e bonario nelle occasioni private, con questi occhi chiari a cui scappa spesso da ridere, con quel naso da caricatura del francese dei film anni ’50. Ma lo dovete vedere quando prende la parola dietro a un leggio, l’audience davanti, e parla della catastrofe europea che oggi ha raggiunto la perfidia criminale del “fascismo finanziario di Bruxelles” (Parguez). I suoi lineamenti si alterano, gli occhi si infiammano da incutere timore, la bocca si torce nel disgusto per i crimini economici e sociali che descrive. Parguez branca il leggio con mani artigliate, tuona e salta, sì, il suo corpo è come percosso da una frusta interiore che lo fa scattare in quelle occasioni. […]

 

Parguez ci spiega che l’idea fondante del riscatto delle élites Neofeudali era di riportare le masse europee a uno stato di povertà e carenza di diritti tale da ridurle alla sottomissione, quell’ordine sociale perduto orami da decenni. Bisognava trovare il modo di costringere intere nazioni alla “singola ideologia del sacrificio” (Parguez), a una deflazione dell’economia su scala gigantesca, là dove si sarebbero ricreati gli “eserciti di riserva dei disoccupati” (Marx), con la creazione di sacche di nuova povertà su scala inaudita, e dove il mondo ideale degli economisti Neoagrari avrebbe trionfato. Quel mondo dove i governi sono cartoline di rappresentanza, privi di ogni potere reale, e dove non esiste la moneta nelle mani dello Stato, perché tutto si regola magicamente negli equilibri dei mercati (Ricardo, Walras, Jevons, Menger). E così le élites Neofeudali crearono la Politica della Carenza.

Come si schiacciano milioni di persone sotto un volere e sotto interessi che esse non hanno mai votato e che le penalizzano a favore di pochi privilegiati? Con una psicosi di massa, semplice. Gli anni dal 1950 al 1989 sfornarono le psicosi del pericolo rosso sovietico, la Guerra Fredda, la strategia della tensione in Italia. Seguirono quelle delle guerre balcaniche, poi quelle delle epidemie di massa Aids, Sars, Aviaria, Mucca Pazza ecc., poi quelle della Jihad planetaria di Al Quaeda. Era nata la Politica della Paura, dove i consensi e quindi la sottomissione di intere popolazioni contro i loro reali interessi venivano ottenuti perché gli elettori, preda di ansie mediatiche, si arrendevano alla promessa di ‘protezione’ dei partiti forti. […]

A cosa porta tutto questo asservirsi acriticamente e tutta questa tragica ansia di massa? Proprio a un ritorno, in termini ovviamente relativi, a un Neofeudalesimo dove pochi, le élites finanziarie e tecnocratiche, ti hanno in pugno totalmente, tu e il tuo Stato, nientemeno. Di questo parla oggi l’autore del libro che state per leggere, ve lo racconta in mille modi e con una buona dose di spiegazioni tecniche. Non crucciatevi di capirle sempre tutte. Tenete a mente il cuore del messaggio. Siamo in un’epoca tragicamente oscura, ci dice Alain, essa ricade sull’esistenza di milioni di innocenti, va fermata. E sa quello che dice.

[…] Quello che ho detto di Alain Parguez l’ho detto perché lui ci è vitale per lasciare ai nostri figli un mondo almeno non mostruoso, con almeno uno straccio di speranza di riportarlo nelle mani dell’Interesse Pubblico. Solo Parguez, a mio parere sa raccontare il crimine economico chiamato Eurozona nella sua apocalittica verità. E la verità salva.

Paolo Barnard

Dallo Stato sociale allo stato predatore”, Alain Parguez, Edizioni Andromeda, 2013.

Alain Parguez racconta la genesi europea della moneta unica: “Lo scopo dei tecnocrati franco-tedeschi era la distruzione della base industriale dell’Italia”  – IL VIDEO

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