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La Redazione

 

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IL REDDITO DELLA GLEBA

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A cura di Davide
Il 4 Giugno 2015
124 Views
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DI ALBERTO BAGNAI

goofynomics.blogspot.it

Il gioco è assolutamente evidente e del tutto scoperto. A cosa serve nascondersi? Sanno che ci cascherete, come siete cascati nella trappola dell’euro, e che ci cascherete per lo stesso motivo: perché non volete fermarvi a pensare, perché qualsiasi sforzo intellettuale che superi la dimensione dell’appartenenza da curva calcistica è superiore, soprattutto adesso, dopo sette anni di crisi, alle vostre possibilità.

Qual è il gioco?

Ma è semplice! Barattare il diritto a un lavoro con il diritto a un reddito.

Lo chiamano reddito di cittadinanza, ma qui lo chiameremo reddito della gleba. Risparmieremo caratteri, e aderiremo meglio all’essenza del ragionamento. Così come la servitù della gleba legava il colono a un fondo, il reddito della gleba serve a legare i nuovi coloni al precariato. Ma se mi avete seguito fin qui (e soprattutto se avete seguito Quarantotto) non avrete certo bisogno che ve lo spieghi, lo scopo del gioco: in un mondo dove la totale libertà garantita al capitale determina uno schiacciamento dei redditi da lavoro e quindi un aumento della disuguaglianza e una traslazione della classe media verso il basso (come ho mostrato in L’Italia può farcela); in un mondo nel quale, stante il principio fondamentale della tutela ultra vires degli interessi dei grandi creditori (che non amano l’inflazione, se pure moderata), l’unico meccanismo di aggiustamento è la deflazione; in un mondo nel quale quindi la polarizzazione dei redditi indotta dalla deflazione sta creando una platea sterminata di poveri; bene: in questo mondo, il nostro mondo, si pone il problema di tenerli buoni, questi poveri…

Eliminiamo subito i discorsi inutili, che, chissà perché, sono i soli che ho visto sui media: “Quali sono le coperture, chi paga?” e via dicendo. Apro e chiudo una parentesi per constatare sconsolato quanto vi sia difficile capire l’ovvio: se i giornali insistono su una cosa, è evidente che la contraddizione principale non è quella. Nella monarchia assoluta della finanza i sudditi vivono nella galleria degli specchietti per allodole, e apparentemente ne sono lieti. Contenti voi… I soldi li troveranno, e questa è la parte apparentemente più dolorosa del ragionamento, tassando le vostre case e tagliando le vostre pensioni. Del resto, scusate, se voi foste il potere, cosa preferireste fare? Togliere soldi a chi non ha più la forza di andare in piazza per darli a chi ancora ce l’ha, o il contrario? Dai, su, non è difficile, e quindi l’aiutino non ve lo do. Ve lo darà la SStoria, se non vi svegliate, imbecilli!

Bene.

Ora che avete capito (se lo avete capito) che i soldi ci sono e sono i vostri, torniamo al punto, che è sempre il solito: l’euro come strumento della globalizzazione liberista nasce per creare deflazione salariale (questo era chiaro negli anni ’70, poi i comunisti hanno preferito pensare ad altro). Ora, si dà il caso che i salari siano la remunerazione della maggioranza, e quindi in democrazia questo sistema non potrebbe reggere. Si provvede allora in due modi:

1) impedendo al dissenso di esprimersi, con leggi elettorali adeguate (vedi alla voce: Italicum)
2) sedando il dissenso con una mancetta (vedi alla voce: reddito della gleba).

Le frumentationes, del resto, qui da noi hanno una tradizione lunga. Dov’è la novità?

Oggi, qui, in Italia, questa idea assolutamente nostrana la stiamo reimportando dalla potenza imperiale di turno. Il reddito della gleba viene spinto, in modalità marginalmente diverse, da due partiti/non partiti (forme “liquide”, o meglio “sciolte”, di organizzazione del dissenso, evidentemente finalizzate alla creazione di un sottoproletariato tanto digitalizzato quanto privo di coscienza di classe): la MMT e il 5 Stelle, i quali, per motivi assolutamente casuali (o causali?), hanno entrambi un collegamento più o meno esplicito con gli Stati Uniti.

(…peraltro, tutti ricorderete l’endorsement per il 5 stelle post-elezioni del 2013, fatto da quello che mi accusava di essere interclassista! Quanta pazienza ci vuole…)

Avete un’idea di quanti paesi ci sono al mondo? Il Fondo Monetario Internazionale riporta le statistiche per 189 di essi. Non tutti stanno benissimo, come facilmente immaginerete. Viene allora da chiedersi: “Ma com’è possibile che di tutti i paesi al mondo proprio l’Italia abbia avuto la sorte propizia di essere eletta per intraprendere un percorso di salvezza?” Sì, perché se voi googlate “MMT France” vi esce questo, se digitate “MMT UK” vi esce questo, se digitate “MMT Espana” vi esce questo, se digitate “MMT Portugal” vi esce questo… eccetera. E la risposta forse è nel caso, al quale, come saprete, attribuisco grande importanza, forse nel fatto che per stabilizzare l’euro, strumento della pax americana, occorre stabilizzare il paese politicamente più rischioso per la tenuta dell’euro, che resta l’Italia, sia perché ha dimensioni tali da far saltare un progetto nel quale ha solo da perdere, sia perché in Italia, a differenza che in altri paesi, c’è un dibattito.

Ma il reddito della gleba è il cavallo di battaglia di un altro movimento, dei nostri amici ortotteri, emanazione di una società di consulenza che qualche legame con la potenza egemone pare l’abbia avuto (del tutto casuale, non sono un complottista).

Il reddito della gleba al mondo della grande finanza fa comodo, è indubbio, come gli fa comodo (per ora) l’euro. E infatti i due movimenti pro-reddito della gleba non si sono particolarmente contraddistinti per la loro critica all’euro (con buona pace dei fessi che pensano il contrario, perché qualche furbo li ha indotti a pensarlo). D’altra parte qui lo abbiamo sempre detto che sull’euro gli ortotteri fingevano, che tutta la loro narrazione della crisi, basata su castacriccacoruzzzionedebbitopubblicobrutto era intrinsecamente liberista, peggio: oscargianniniana, e che quindi la loro opposizione all’euro non poteva che essere fittizia, perché quello che evidentemente nasceva come movimento di intercettazione del dissenso altrettanto evidentemente non poteva opporsi all’instrumentum regni del potere. Lo stesso discorso vale, a grandi linee, per la MMT, e anche questo lo abbiamo detto fin da subito.

Non solo questi movimenti non si opponevano in modo argomentato e deciso all’euro. Oltre a questo, pareva che facessero apposta a scegliere ogni e qualsiasi modo per buttare l’argomento in vacca, mettendo in serissima difficoltà chi stava facendo un lavoro serio. E oggi li ritroviamo, casualmente, insieme, nella difesa del reddito della gleba, cioè, in buona sostanza, nell’importazione in Italia del modello tedesco (ricordate? Ve l’ha detto!), ovvero delle riforme Hartz, delle quali i tedeschi non sono così contenti, dopo averne visto i risultati:

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(spiegazione qui), modello che noi siamo comunque costretti a importare a causa del vincolo monetario, che costringe i paesi deboli ad applicare le politiche di deflazione salariale di quelli forti (non essendo più possibile isolare i rispettivi mercati del lavoro nazionali attraverso lo strumento della rivalutazione del cambio nei paesi forti).

Parto dal presupposto che chi attacca la Costituzione nata dall’antifascismo sia un fascista. Ai fascisti di ieri, di oggi, e di domani, ricordo qual è la linea del Piave:

Art. 4

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 36.

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

La linea del Piave è il combinato disposto di questi due articoli. Gli Italiani non voglio la mancia, vogliono un lavoro, perché è loro diritto averlo. Poi ci sono gli italiani, come quelli che hanno leso questo diritto prima favorendo la costituzione di un quarto potere monetario, e poi inserendo in Costituzione il principio economicamente insensato del pareggio di bilancio (via Fiscal compact), tradendo lo spirito della nostra Costituzione, come Quarantotto predica da anni, e profanando le tombe dei nostri poveri morti.

E questa, non le tasse che vi toccherà pagare in nome del “pikettiano” richiamo all’equità e alla solidarietà intergenerazionale (non a caso il nuovo filosofo di Treviri ha rilasciato un’intervista doppia con quello che in Italia sarà il suo braccio armato), questa è la parte più dolorosa di tutta la storia: il tradimento.

Ah, naturalmente la stragrande maggioranza dei traditori della nostra Costituzione era nell’attuale partito di maggioranza relativa, bello compatto nel votare il Fiscal compact. E siccome natura non facit saltus, ieri Quarantotto mi faceva notare che il PD, che era partito da posizioni come questa, oggi, in nome dell’Europa (che, non a caso, per i piddini coincide con l’euro) sta diventando possibilista: confrontarsi su questo tema è giusto, dice Poletti, che poi è quello che vorrebbe far lavorare gratis i vosti figli nelle sue cooperative, salvo errore.

Chiaro, no?

Sull’euro non è giusto confrontarsi, QUINDI diventa giusto farlo sul reddito della gleba.

Così, dopo MMT e ortotteri, un terzo movimento che ha il suo riferimento ideologico se non proprio negli Stati Uniti, in un posto ad essi piuttosto vicino, il PD, si aggiunge alla lista degli utili idioti della finanza internazionale il cui scopo è quello di scardinare le costituzioni socialdemocratiche, certo non per cattiveria d’animo, ma perché, semplicemente, a loro conviene che sia così. Ed avendo loro il controllo dell’informazione, non gli sarà difficile credere che quello che stanno facendo lo stiano facendo nel vostro interesse.

In altre parole, farà er Bomba ora, se è furbo?

Si farà lui campione del reddito della gleba, mantenendo con il PD finto (i nostri ortotteroni cari, che nel 2015 devono ancora farsi un’idea sull’euro) dei margini di finta dialettica, ma appropriandosi di corsa di un’idea che gli permetterebbe di consolidare un consenso che ovviamente non poteva restare al 40% fasullo delle europee (drogato da una campagna elettorale grillina particolarmente inefficace). Ringrazio Quarantotto per questa intuizione: quanto sia fondata lo vedremo presto, ma personalmente temo lo sia, se è vero che, come dice Di Maio, per tre punti passa una sola retta.

Non è mica una rilettura della geometria euclidea!

Tutt’altro.

È una fine analisi politica.

La retta della finanza internazionale passa per questi tre punti:

1) difesa dell’euro (o meglio ancora critica fasulla), inteso come punto culminante della piena liberalizzazione dei movimenti di capitali (utili idioti disposti a difendera se ne trovano a mazzi, come ormai avrete capito);

2) adozione di una legge elettorale liberticida;

3) reddito della gleba (perché comunque i poveracci non puoi solo bastonarli, altrimenti poi lavorano male).

Come al solito, sarà la Bce a tracciare il solco, e il PD a difenderlo. Naturalmente, in nome del “ce lo chiede l’Europa“, della difesa della vedova e dell’orfano, e con toni politicamente corretti. Aspettiamo lieti gli interventi degli influencer dell’OCSE. Scommettiamo che fra qualche giorno cominceranno a preoccuparsi della crescita della povertà? E quali ricette proporranno? E quando succederà, crederete a me e a Quarantotto?

No.

Perché se non foste dei boccaloni non saremmo nell’euro.

E ora scatenatevi, plebaglia! Nell’attesa che l’imperatore vi getti un pugno di sesterzi dal balcone, vi concedo questa libertà…

Alberto Bagnai
Fonte: http://goofynomics.blogspot.it
Link: http://goofynomics.blogspot.it/2015/06/il-reddito-della-gleba.html
4.06.2015
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