Poiché, se è vero che avrò diritto di reagire con un pugno ad una offesa contro mia madre, allora potrò reagire anche con un calcio, o con una coltellata, o con un colpo d’arma da fuoco. E’ infatti impossibile stabilire quanta violenza sia “giusta” rispetto ad una provocazione.
Certo, le provocazioni esistono, e danno fastidio. Insultare la madre di qualcuno significa provocarlo. Anche prendere in giro una religione rappresenta, per qualcuno, una provocazione. E così anche insultare o prendere in giro una squadra di calcio o i suoi tifosi.
Semmai, se lo si ritiene opportuno, ci si può rivolgere alle istituzioni di giustizia, perché in un paese civile le controversie, anche quelle relative alle presunte offese, non si risolvono con la violenza, ma nei luoghi preposti, come le aule dei tribunali.