L’altro ieri Ucraina, poi ieri Palestina, Libano, e dopo Siria. Scosse quasi giornaliere in Africa.
Oggi, Georgia. Poi Corea del Sud.
Cosa sta accadendo?
Qualcuno dirà: “E’ sempre stato così”. Forse si, forse no. E’ però anche vero, che viviamo un’epoca di crisi e sconvolgimenti quotidiani, anche individuali, pure nel nostro “giardino” fiorito europeo.
Qualcosa di diverso sta accadendo.
E’ importante guardare agli scenari che via via si aprono nelle varie aree, perchè sarà molto difficile che anche da noi, nel bene o nel male, tutto resti così com’è oggi.
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La Georgia viene spinta verso la rivoluzione colorata in stile Maidan
southfront.press
Quanto maggiore è il successo dei russi nel conflitto in corso contro i proxy della NATO in Ucraina, tanto più le forze occidentali appiccano il fuoco in tutto il mondo nel tentativo di danneggiare gli interessi della Russia e dei suoi partner.
In ottobre, il fondatore del partito al potere “Sogno Georgiano” ha rivelato che un alto funzionario occidentale aveva proposto al primo ministro di iniziare una guerra con la Russia. Secondo l’Occidente, i georgiani potrebbero resistere a diversi giorni di ostilità e poi fuggire verso le foreste per dare vita alla guerriglia. Lo stesso piano è stato perseguito dall’opposizione fantoccio georgiana.
Il rifiuto del governo, escluso il presidente Zourabichvili controllato dall’estero, di partecipare alla campagna di guerra contro la Russia ha provocato una forte insoddisfazione nel blocco guidato dagli Stati Uniti.
Tuttavia, dopo le elezioni, il sogno di aprire un secondo fronte contro la Russia è andato completamente in fumo. Il nuovo Primo Ministro ha definito chiaramente le priorità per la Repubblica: riavvio delle relazioni con l’Occidente, approfondimento della cooperazione con la NATO e la Cina, politica pragmatica e risoluzione pacifica delle divergenze con la Russia.
L’Occidente non ha gradito, ma i guerrafondai non si sono lasciati prendere dallo sconforto e sono passati alle loro tattiche preferite di violenza e regime change per portare al potere i loro fantocci. Le forze filo-occidentali hanno utilizzato la decisione del governo di rinviare i negoziati sull’adesione all’Unione Europea come principale pretesto per fomentare i disordini.
Quelle che l’Occidente ha definito “manifestazioni pacifiche” si sono rapidamente trasformate in pogrom. I manifestanti hanno eretto barricate, preso d’assalto l’edificio del Parlamento, sequestrato attrezzature pesanti e attaccato la polizia. Hanno fatto esplodere petardi, lanciato pietre, colpito la polizia con molotov e razzi.
Tutte le fasi seguono rigorosamente la metodologia delle “rivoluzioni colorate”. Non sarà sorprendente la comparsa di cecchini non identificati che appariranno presto sui tetti, per contribuire a versare il primo sangue delle “vittime sacre” al fine di portare il conflitto ad un punto di non ritorno, com’è successo a Kiev.
Ci sono molti provocatori stranieri. Secondo lo scenario, molti giovani escono allo scoperto e persone portano in strada bambini, poi arrivano le molotov contro la polizia. I media locali rivelano le tariffe pagate ai provocatori e le ricompense per il danneggiamento di edifici governativi o per il ferimento di agenti di polizia. Secondo lo scenario di Maidan, prima gridano il bisogno di democrazia, poi iniziano a bruciare vive le persone con bottiglie incendiarie, razzi e così via.
Almeno 113 agenti delle forze dell’ordine sono già stati feriti. Nella capitale Tbilisi, in quattro giorni di scontri, la polizia ha arrestato 226 persone. I leader dell’opposizione filo-occidentale stanno cercando di mostrare i pogrom come una “protesta puramente popolare”.
Gli Stati Uniti e l’Unione Europea stanno perseguendo il colpo di Stato, minacciando i georgiani con sanzioni e altro, nell’evidente tentativo di destabilizzare il Paese e l’intera regione (*).
02.12.2024
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Il tentativo fallito di imporre la legge marziale rivela l’aggravarsi della crisi in Corea del Sud
La Corea del Sud è entrata in una nuova fase di instabilità politica. Il presidente del Paese sta lottando per mantenere la sua poltrona con tutti i mezzi possibili, mentre l’opposizione cerca un modo per togliergli il potere.
southfront.press
Il 3 dicembre, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha dichiarato la legge marziale, denunciando la minaccia di “forze filo-nordcoreane” e accusando il Partito Democratico, che ha la maggioranza in parlamento, di paralizzare il governo con “attività anti-statali”.
Nel giro di poche ore, i 190 legislatori che hanno potuto accedere all’edificio dell’Assemblea nazionale hanno votato all’unanimità per la revoca del decreto. I militari hanno risposto che la legge marziale sarebbe rimasta in vigore “fino a quando il presidente non avesse detto altrimenti”.
Poco dopo le 4 del mattino ora locale, tuttavia, il presidente ha annunciato che lo stato di emergenza sarebbe stato revocato. Questo tentativo fallito di imporre la legge marziale per reprimere l’opposizione ha minato la posizione già traballante del presidente Yoon Suk Yeol sulla scena politica nazionale.
Questo il testo del decreto che istituiva la legge marziale (**)
1. Sono vietate tutte le attività politiche, comprese quelle dell’Assemblea nazionale, dei consigli locali, dei partiti politici e delle associazioni politiche, i comizi e le manifestazioni.
2. Sono vietati tutti gli atti che negano o tentano di rovesciare il sistema democratico libero. Sono vietate la diffusione di fake news, la manipolazione dell’opinione pubblica e la falsa propaganda.
3. Tutti i media e le pubblicazioni sono soggetti al controllo del Comando della Legge Marziale.
4. Sono vietati gli scioperi, le interruzioni delle attività lavorative e i raduni che incitano al caos sociale.
5. I medici in fase di formazione e tutto il personale medico, che sono in sciopero o che hanno lasciato i loro posti di lavoro, devono rientrare al loro posto entro 48 ore e lavorare lealmente. Coloro che violano l’ordine saranno puniti in conformità con la legge marziale.
6. I cittadini comuni non colpevoli, escluse le forze antistatali e altre forze sovversive, saranno soggetti a misure per ridurre al minimo i disagi nella loro vita quotidiana.
I trasgressori del presente decreto possono essere arrestati, detenuti e perquisiti senza un mandato in conformità con l’articolo 9 della Legge sulla Legge Marziale (Autorità di misure speciali del Comandante della Legge Marziale) e saranno puniti in conformità con l’articolo 14 della Legge sulla Legge Marziale (“Sanzioni”).
Comandante della Legge Marziale, Generale dell’Esercito Park An-su, martedì 3 dicembre 2024
Il 4 dicembre, il ministro della Difesa Kim Yong-hyun ha reso noto che intende assumersi la responsabilità della recente istituzione della legge marziale nel Paese e rassegnare le proprie dimissioni.
“Mi assumo la responsabilità di tutte le questioni relative alla legge marziale e ho presentato le mie dimissioni al presidente”, ha dichiarato Kim. “La legge marziale è stata revocata e la popolazione sta tornando alla propria vita quotidiana, ma la situazione politica e di sicurezza interna non è facile”.
I media sostengono che Kim potrebbe essere stato colui che ha consigliato al Presidente di dichiarare la legge marziale.
Il leader del Partito Democratico, Lee Jae-myung, ha denunciato la promulgazione della legge marziale da parte del Presidente come “incostituzionale”. Il 4 dicembre, anche i partiti dell’opposizione sudcoreana hanno presentato una mozione di impeachment nei confronti del Presidente Yoon. La mozione richiederebbe il sostegno dei due terzi del Parlamento e di almeno sei giudici della Corte costituzionale, composta da nove membri.
Negli ultimi mesi, secondo i sondaggi, il consenso del Presidente Yoon è sceso costantemente e l’opposizione parlamentare ha ripetutamente fatto deragliare la sua agenda da quando è salito al potere nel 2022. Il confronto si è intensificato la scorsa settimana, quando il Partito Democratico ha bocciato il progetto di bilancio 2025. Il presidente si è inoltre opposto alle richieste di un’indagine su diversi scandali che hanno coinvolto sua moglie e alti funzionari.
I recenti eventi hanno evidenziato ancora una volta la crisi che si è sviluppata sotto la copertura dei media main stream che raccontano di un paese “progressista e di successo”, membro del blocco guidato dagli Stati Uniti.
Se la leadership sudcoreana non riuscirà a risolvere la situazione e a lavorare per superare almeno in parte le difficoltà politiche, economiche e sociali del Paese, la Corea del Sud potrebbe trasformarsi in un nuovo focolaio di instabilità nella regione (**).
NOTE
(*) = https://southfront.press/georgia-pushed-to-maidan-revolution/
(**) – integrazione del traduttore, Fonte – https://en.yna.co.kr/view/AEN20241204001100320?section=national/politics
(***) = Fonte: https://southfront.press/failed-attempt-to-impose-martial-law-reveals-deepening-crisis-in-south-korea/