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La Redazione

 

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Il Mek con ogni mezzo contro l’Iran: l’obiettivo è spingere l’Occidente ad attaccare Teheran

I Mojahedin-e-Khalq sono arrivati persino alll'autosabotaggio per cercare di plasmare ed indirizzare le narrazioni anti-iraniane.
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A cura di Redazione CDC
Il 30 Ottobre 2024
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Vietato l'ingresso in Albania a Rajavi, leader terrorista del MEK

Maryam Rajavi, a capo del MEK - Organizzazione Mojahedin del Popolo dell'Iran

Di Alireza Niknam

Il Mujahideen-e-Khalq (MEK), un controverso gruppo di opposizione iraniano, è da tempo coinvolto in complessi giochi geopolitici, spesso posizionandosi contro la Repubblica Islamica dell’Iran. Negli ultimi mesi, il gruppo ha affermato che l’Iran è responsabile di una serie di attacchi alle sue basi. Tuttavia, fonti credibili e rapporti investigativi suggeriscono una narrazione diversa e più cinica: Il MEK stesso potrebbe aver orchestrato questi attacchi per raccogliere la simpatia internazionale, manipolare la narrativa dei media e ridurre la pressione dei governi occidentali.

L’attacco auto-inflitto del MEK

Uno degli incidenti più recenti ha riguardato un attacco a uno degli edifici del MEK. Il gruppo ha immediatamente incolpato l’Iran per l’attacco, seguendo un modello consolidato di accusa a Teheran ogni volta che la loro sicurezza viene compromessa. Tuttavia, osservatori indipendenti hanno sollevato dubbi sulla credibilità di questa affermazione. Alcuni hanno sottolineato che la natura dell’attacco sembrava molto sospetta e mancava di prove sostanziali di un coinvolgimento esterno.

Secondo fonti informate, il MEK potrebbe aver inscenato questo incidente nel tentativo di ottenere i titoli dei giornali e la condanna internazionale dell’Iran. La leadership del gruppo sembra sempre più disperata nel tentativo di sviare l’attenzione da Paesi come l’Albania, la Francia, la Svezia e gli Stati Uniti, dove le attività del MEK sono state oggetto di un più intenso esame negli ultimi anni. L’Albania, in particolare, è stata la patria di molti membri del MEK, e sono emersi rapporti secondo cui il governo del Paese sta riconsiderando il suo rapporto con il gruppo a causa delle crescenti pressioni da parte dell’Iran e delle preoccupazioni per la sicurezza interna.

Storia di attacchi del MEK all’Iran

Negli ultimi mesi, il MEK ha intensificato i suoi attacchi contro obiettivi militari e governativi iraniani. Questi attacchi hanno incluso operazioni di sabotaggio e azioni militanti su piccola scala che hanno preso di mira le infrastrutture e le installazioni militari iraniane. Il MEK si è assunto la responsabilità di molti di questi attacchi e, in alcuni casi, sono stati riportati da canali mediatici simpatizzanti dell’organizzazione.

Durante le celebrazioni del Capodanno iraniano (Norooz) nel marzo 2024, Maryam Rajavi l’elusiva e controversa leader del MEK, ha affermato che il gruppo ha compiuto 3.200 attacchi terroristici contro le basi militari iraniane negli ultimi mesi. Anche se questo numero è difficile da verificare in modo indipendente, suggerisce uno sforzo concertato da parte del MEK per intensificare le sue attività militanti contro la Repubblica islamica.

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Strategia del MEK per manipolare le percezioni internazionali

Data la storia di opposizione violenta del MEK all’Iran, non si può escludere la possibilità che abbia inscenato il recente attacco al proprio palazzo. Il MEK potrebbe utilizzare questi attacchi autoinflitti per creare una narrazione più ampia e anti-Iran che potrebbe influenzare l’opinione internazionale. Questa tattica avrebbe molteplici scopi:

  1. Simpatia da parte delle nazioni occidentali: Il MEK si è da tempo posizionato come vittima dell’aggressione iraniana, ritraendo la Repubblica islamica come un governo spietato che vuole mettere a tacere il dissenso. Sostenendo di essere il bersaglio degli attacchi iraniani, il MEK cerca di rafforzare questa narrazione, attirando così la simpatia e il sostegno dei Paesi occidentali.
  2. Sviare il controllo dell’Occidente: Il gruppo è sempre più sotto esame da parte dei Paesi che lo ospitano, in particolare Albania, Francia, Svezia e Stati Uniti. Alcuni governi occidentali hanno iniziato a mettere in discussione i metodi di militanza del MEK e il suo potenziale di destabilizzazione della regione. Incolpando l’Iran per questi attacchi, il MEK spera di distrarre questi governi dall’indagare sulle operazioni interne del gruppo e di concentrare invece l’attenzione sull’Iran.
  3. Aumento delle tensioni regionali: Le accuse del MEK all’Iran, insieme alle sue operazioni militanti, contribuiscono a creare tensioni geopolitiche più ampie in Medio Oriente. Producendo attacchi contro i propri beni e incolpando Teheran, il MEK contribuisce a creare un clima di ostilità che può favorire le fazioni anti-iraniane sia all’interno che all’esterno della regione.

Lo scenario più ampio del MEK contro l’Iran

Le azioni del MEK hanno una dimensione strategica più ampia. Mettendo in scena attacchi contro i propri beni e dando la colpa all’Iran, il MEK sembra porre le basi per una campagna anti-Iran più significativa. Questo potrebbe essere parte di uno sforzo calcolato per convincere le nazioni occidentali a intensificare le sanzioni contro l’Iran, a isolare ulteriormente la Repubblica islamica a livello diplomatico o persino a giustificare futuri interventi militari.

Gli attacchi alle basi del MEK – che siano reali o inscenati – servono come eventi convenienti per spingere un’agenda più ampia contro l’Iran. Data la storia del MEK di manipolazione delle narrazioni, è plausibile che questi incidenti siano utilizzati come parte di una campagna più ampia per destabilizzare il governo iraniano e rafforzare la posizione del MEK come forza chiave dell’opposizione. Il gruppo ha un’ambizione di lunga data di rovesciare il governo iraniano, e ogni opportunità di allinearsi con gli interessi occidentali viene colta come un vantaggio strategico.

Conclusione

I recenti attacchi agli edifici del MEK, insieme alle sue attività militanti rivolte all’Iran, indicano un gruppo che sta attivamente cercando di plasmare la narrativa internazionale a suo favore. Probabilmente favorendo gli attacchi alle proprie sedi, il MEK non solo sta cercando di depistare le pressioni dei Paesi occidentali, ma sta anche gettando le basi per un più ampio scenario anti-iraniano. Questa tattica, progettata per manipolare i media e le narrazioni politiche, riflette la strategia di lunga data del MEK di usare la violenza, l’inganno e la propaganda per raggiungere i suoi obiettivi più ampi.

Mentre il MEK continua a navigare nel complesso panorama geopolitico, le sue azioni rimarranno probabilmente un elemento di scontro, sia in Occidente che in Iran. La capacità del gruppo di manipolare gli eventi a suo favore, tuttavia, potrebbe non passare inosservata a lungo, soprattutto quando un numero maggiore di Paesi inizierà a esaminare più da vicino le sue operazioni e le sue intenzioni.

Di Alireza Niknam

Alireza Niknam, reporter e ricercatore nel campo dei gruppi terroristici, in particolare il gruppo terroristico di Mujahedin-e Khalq (MEK). Ha conseguito una laurea in scienze politiche presso l’Università di Teheran e scrive articoli per diverse agenzie di stampa internazionali. Oltre al giornalismo è commentatore politico e consulente del TerrorSpring Institute nel campo dell’antiterrorismo.

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