Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom, ha coperto le responsabilità di Pechino ??

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DI ROSANNA SPADINI

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Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale dell’OMS, ha ottenuto il suo incarico grazie alla Cina, che lo ha sostenuto nelle elezioni del maggio 2017. Ora, Tedros sta guidando l’OMS, un organo delle Nazioni Unite, fornendo copertura per il regime cinese, mentre tenta di sottrarsi alla responsabilità della pandemia globale di Covid-19.

Le autorità cinesi stanno tessendo una falsa contronarrazione, in cui la Cina sarebbe  stata vittima di un virus straniero che avrebbe rapidamente cercato di contenere. E anche l’OMS starebbe sostenendo questa tesi.

Il Partito Comunista Cinese infatti sta alimentando alcune teorie, secondo le quali il coronavirus avrebbe avuto origine negli Stati Uniti, e il governo americano starebbe coprendo migliaia di morti. Probabile che gli Usa stiano nascondendo le morti per Covid-19 classificandole come normali morti per influenza, circa 60.000 all’anno secondo il Washington Post, ma lo stesso atteggiamento omertoso l’hanno avuto anche altri stati, in primis proprio la Cina.

Il 30 dicembre, Li Wenliang, un medico di 34 anni, aveva lanciato un allarme nel suo gruppo di ex studenti di medicina: a sette pazienti era stata diagnosticata una malattia simile alla SARS, e lui stesso era stato messo in quarantena nel suo ospedale. Li aveva spiegato che, secondo un test, la malattia era un coronavirus, appartenente ad una categoria di virus che includeva la sindrome respiratoria acuta della SARS, la pandemia del 2003, che aveva fatto 800 morti.

Ma non venne ascoltato dalle autorità, anzi fu accusato di diffamazione da parte della polizia di Wuhan, e la sua morte si trasformò in una crisi di fiducia verso il regime di Xi Jinping, dato che tra gli hashtag più diffusi su Weibo, una sorta di Twitter del Catai, c’era #vogliolalibertàdiparola.

Il giorno successivo venne individuato il primo paziente americano di Covid-19,  tornato negli Stati Uniti dopo aver viaggiato a Wuhan,  secondo la cronologia dei Centers for Disease Control and Prevention.

Tedros aveva invece elogiato la “trasparenza”della Cina, proposto come un paese modello, benché il regime abbia coperto per tre mesi la gravità dell’epidemia (i primi contagi risalgono al novembre 2019).

Il comitato di emergenza dell’Oms sul virus venne convocato però solo il 23 gennaio, ma l’Organizzazione pensò che fosse “troppo presto” per dichiarare un’emergenza di salute pubblica di livello internazionale, visto che “esiste una trasmissione da uomo a uomo in Cina, ma per ora sembra limitata a gruppi familiari e operatori sanitari. Al momento, non ci sono prove di trasmissione da uomo a uomo al di fuori della Cina”.

Il 26 gennaio poi si registrò il primo caso “non importato” in Vietnam, con 44mila casi a Wuhan, al che l’Oms dichiarò che il rischio globale era “elevato”, ammettendo di aver riferito “erroneamente” che il rischio fosse “moderato”. Infine il 30 gennaio il direttore generale decise di dichiarare l’emergenza globale, ma nonostante ciò “non raccomanda di limitare i viaggi, il commercio e il movimento (della popolazione) e si oppone persino a qualsiasi restrizione di viaggio”.

Il 1 febbraio, quando il virus era ufficialmente comparso in 24 Paesi, l’Oms scriveva che “il mezzo principale di trasmissione sono i casi sintomatici. La trasmissione da casi asintomatici probabilmente non è uno dei mezzi principali di trasmissione”.

Informazione che si rivelò poi falsa, quando Ghebreyesus fu costretto ad ammettere che “ci sono stati alcuni casi preoccupanti sulla diffusione del Covid-19 da persone che non hanno fatto viaggi in Cina” e quindi i casi fuori dal Paese potrebbero essere solo “la punta dell’iceberg” (!?).

Il 4 febbraio, quando la malattia era comparsa in 24 Paesi, l’Oms dichiarò che non c’erano elementi per dichiarare la pandemia, semmai una “epidemia con focolai multipli“. Stessa cosa il 24 febbraio, quando i casi fuori dalla Cina erano oltre 2mila, i Paesi coinvolti 28 e i morti fuori dallo Stato asiatico 23. Il virus si stava diffondendo, ma la pandemia globale fu dichiarata solo l’11 marzo, quando con oltre 100mila casi registrati100 paesi interessati e 4mila morti, arriva l’annuncio: “Il coronavirus è una pandemia globale”.

Addirittura il 16 marzo Ghebreyesus arriva a dire che si tratta di “una malattia grave. Anche se le prove che abbiamo suggeriscono che gli over 60 sono a maggior rischio, sono morti anche giovani, compresi i bambini”. Così come solo il 1 aprile l’Organizzazione ha ritenuto necessario comunicare che era arrivato il momento di “sorvegliare anche gli asintomatici”.

E mentre il capo missione dell’Oms in Cina, Bruce Aylward, il 25 febbraio diceva che “il mondo non è pronto a fronteggiare il coronavirus”, Walter Ricciardi, sempre dell’Oms, in conferenza stampa a Roma diceva che era necessario “ridimensionare questo grande allarme, che è giusto non sottovalutarla, ma la malattia va posta nei giusti termini: su 100 persone malate, 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili in ambiente sanitario, solo il 5% muore, peraltro sapete che tutte le persone decedute avevano già delle condizioni gravi di salute”. Solo il giorno dopo vennero registrati più nuovi casi fuori dalla Cina che dentro al Paese.

 “Mascherine? ai sani non servono”, diceva Walter Ricciardi, tesi ribadita anche da diversi membri dell’Oms, quando ormai la pandemia era diffusa e i metodi del contagio sempre più evidenti: “Le mascherine servono a chi lavora in prima linea, se non ne avete bisogno per favore non indossatele”.

Ma il nostro Ghebreyesus il 28 gennaio  aveva incontrato il presidente Xi Jinping a Pechino, e lo aveva lodato per “la velocità nell’identificare il virus e l’apertura alla condivisione di informazioni con l’OMS e altri Paesi.”

A conferma che l’OMS il 28 gennaio non aveva ancora capito molto del virus, o forse non voleva capire… mentre un semplice dottore di 34 anni il 30 dicembre 2019 aveva già capito tutto.

Il The Times riferisce che i laboratori cinesi avevano identificato un nuovo patogeno altamente contagioso alla fine di dicembre, ma la Cina non riconobbe l’esistenza della trasmissione da uomo a uomo anche dopo tre settimane, sprecando un tempo che sarebbe stato prezioso per il contenimento del contagio. Le rivelazioni dettagliate di Caixin Global forniscono la prova più chiara della portata della copertura nelle prime settimane cruciali quando si perse l’opportunità di controllare l’epidemia.

Il regime cinese avrebbe inoltre punito i medici che avevano cercato di allertare la popolazione nelle prime fasi dell’epidemia, costringendoli a sopprimere le informazioni che avevano diffuso online.

Circa sette milioni di persone avevano lasciato Wuhan a gennaio, diffondendo il virus in tutta la Cina e in tutto il mondo, prima che la Cina limitasse i viaggi il 22 gennaio.

Uno  studio  ha provato che “se gli interventi in Cina fossero stati attivati una, due o tre settimane prima, i casi avrebbero potuto essere ridotti del 66%,  fino al 95%, limitando in modo significativo la diffusione globale della malattia “.

L’OMS ha fatto comunque eco ai falsi discorsi della Cina, anche sul potenziale di infezione da uomo a uomo durante le prime fasi dell’epidemia. “Le indagini preliminari condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove chiare della trasmissione da uomo a uomo del #coronavirus (2019-nCoV) identificato in #Wuhan, #Cina”, da un tweet del 14 gennaio.

Alcune dichiarazioni di Bradley A. Thayer, professore di scienze politiche all’Università del Texas-San Antonio, insieme a Lianchao Han, vice presidente di  Citizen Power Initiatives per la Cina:

“La scorsa settimana l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato “Pandema” il coronavirus cinese che si è diffuso rapidamente in tutto il mondo. Ora, con oltre 150.000 casi confermati a livello globale e oltre 5.700 decessi, la domanda è perché l’OMS abbia impiegato così tanto tempo a comprendere ciò che molti funzionari sanitari e governi avevano individuato molto prima. Riteniamo che il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, così come il presidente Xi Jinping, debbano essere ritenuti responsabili della gestione spericolata di questa micidiale pandemia.

Tedros sembra proprio aver chiuso gli occhi su ciò che accadeva a Wuhan e nel resto della Cina, anzi dopo l’incontro con Xi a gennaio, ha aiutato la Cina a minimizzare la gravità e la portata dell’epidemia di Covid-19. Mentre avrebbe dovuto concentrarsi sugli sforzi globali contro la pandemia, Tedros stava politicizzando la crisi e aiutando Xi a sottrarsi alla sua responsabilità per una serie di illeciti nell’affrontare l’epidemia. Ha poi utilizzato la piattaforma dell’OMS per difendere la grave violazione dei diritti umani da parte del governo cinese.

Ad esempio, dal primo caso scoperto a novembre al blocco di Wuhan, e fino ad oggi la Cina è stata disonesta riguardo all’origine e alla virulenza del Covid-19. Le persone che hanno cercato di scoprirlo sono state arrestate o sono scomparse, i loro rapporti e post online sono stati eliminati. La Cina ha male informato e fuorviato il mondo, e Tedros si è unito a questo sforzo lodando pubblicamente la “trasparenza” di Pechino nella lotta contro la diffusione della malattia.”

E ancora “La Cina ha recentemente promesso $20 milioni per aiutare l’OMS a combattere l’epidemia di Covid-19, per i quali Tedros ha ringraziato. Ma sono noti gli interessi della Cina nella sua patria, l’Etiopia, che Tedros ora chiama la “Piccola Cina” dell’Africa orientale, perché è diventata la testa di ponte di Pechino per sfruttare l’Africa e per l’iniziativa cinese della Belt and Road. Infatti la Cina ha investito pesantemente in Etiopia.

Tedros è stato eletto nel 2017, nonostante non avesse nessuna esperienza come medico e di gestione della salute a livello globale. Ex ministro della sanità e ministro degli affari esteri per l’Etiopia, è stato un membro esecutivo del partito politico del Tigray People’s Liberation Front (TPLF), che è salito al potere nel 1991. Dopo essere diventato il capo dell’OMS, molte critiche hanno avanzato forti dubbi sulla nomina del dittatore dello Zimbabwe Robert Mugabe come “Ambasciatore di buona volontà dell’ONU.

La pandemia di coronavirus ha dimostrato che Tedros non è adatto a guidare l’OMS. A causa della sua leadership, il mondo potrebbe aver perso una possibilità reale per fermare la pandemia o mitigarne la virulenza. Il mondo sta ora combattendo la crescente virulenza delle infezioni e molti paesi hanno imposto restrizioni. Come leader dell’OMS, Tedros dovrebbe essere ritenuto responsabile per il suo ruolo negli sforzi di cattiva gestione per controllare la diffusione del virus.”

L’OMS ora sta confermando le dichiarazioni della Cina di aver azzerato il numero di nuove infezioni a Wuhan. Ma la testimonianza di un medico che lavora in una struttura ospedaliera ha detto che la previsione del governo “non può essere attendibile”, perché il numero dei pazienti attualmente in cura viene deliberatamente ridotto nel tentativo di dimostrare il successo nella lotta contro l’epidemia.

Anche le strette relazioni di Tedros con la Cina non sarebbero nuove, infatti Ghebreyesus ha vinto le elezioni nonostante le accuse di aver coperto tre epidemie di colera, mentre era ministro della salute in Etiopia, proprio grazie al sostegno della Cina.

Solo in risposta all’indignazione mondiale revocò la nomina del dittatore dello Zimbabwe Robert Mugabe. Nel 2008 il “Physician for Human Rights”, organizzazione no-profit per i diritti umani, aveva emesso una condanna verso il regime dittatoriale e repressivo di Mugabe, affermando che la crescente crisi della sanità nel paese era stata interamente prodotta da un governo inetto e inefficiente: “Il governo di Robert Mugabe ha impedito l’accesso della popolazione al cibo, all’acqua pulita, ai servizi igienico-sanitari di base e alle cure sanitarie”, hanno detto i medici, aggiungendo che il risultato è stato “la chiusura di ospedali e cliniche, la chiusura dell’assistenza medica, della scuola e le percosse degli operatori sanitari.”

Al contrario Ghebreyesus aveva descritto Mugabe e il suo governo in termini molto diversi, affermando che lo Zimbabwe era “un paese che pone la copertura sanitaria universale e la promozione della salute al centro delle sue politiche per fornire assistenza sanitaria a tutti”.

In verità Mugabe era stato suo amico di lunga data, ed aveva contribuito a garantire la sua nomina.

Frida Ghitis del Washington Post ha affermato che anche Pechino “ha lavorato instancabilmente dietro le quinte per aiutare Tedros, sconfiggendo così il candidato del Regno Unito, David Nabarro. La vittoria di Tedros è stata anche una vittoria per Pechino, il cui leader Xi Jinping ha così trovato un sostegno pubblico per il suo obiettivo di mostrare i muscoli della Cina nel mondo.”

Mentre Tedros ha quindi coperto il regime cinese  durante la pandemia di Covid-19 in corso, non ha esitato però a criticare gli Stati Uniti e gli altri Paesi avversari della Cina per la loro risposta al coronavirus. Ha invitato gli stati a non limitare i viaggi in Cina e ha biasimato la “recriminazione o politicizzazione” dell’epidemia.

Non vi è motivo di prendere misure che interferiscano inutilmente con i viaggi e gli scambi internazionali. Chiediamo a tutti i paesi di attuare decisioni basate sull’evidenza coerente”, aveva affermato.

Per esempio da quando la Cina ha aderito alle Nazioni Unite nel 1971, ha periodicamente bloccato l’ingresso nell’OMS di Taiwan, sulla base del fatto che l’isola “fa parte della Cina”. Dal 2009 al 2016, la Cina ha permesso l’ingresso di Taiwan nell’OMS, come osservatore sotto il nome di Taipei cinese. Dopo l’elezione della presidente Tsai Ing-wen nel 2016, i rapporti tra le due sponde dello stretto si sono ulteriormente raffreddati provocando il blocco della futura partecipazione di Taiwan.

L’esclusione di Taiwan ha avuto conseguenze molto reali durante le emergenze sanitarie globali. Innanzitutto l’OMS dovrebbe essere una fonte indispensabile di informazioni per i dipartimenti sanitari dei paesi. Senza appartenenza, Taiwan deve fare affidamento sul dipartimento sanitario cinese per informazioni sulle epidemie. Taiwan da parte sua ha condannato anche le accuse “infondate” del direttore generale dell’OMS.

L’inadeguatezza del Dr. Tedros è sembrata poi anche in netto contrasto con le azioni che l’OMS ha tenuto durante lo scoppio della SARS del 2003 in Cina.

L’allora direttore generale dell’OMS, Gro Harlem Brundtland, aveva criticato pubblicamente la Cina per la sua incapacità di dare rapide informazioni sui primi casi di sindrome respiratoria acuta grave o Sars.

Aveva anche biasimato la mancanza di cooperazione della Cina con la comunità internazionale nelle prime fasi dell’epidemia, che aveva ucciso oltre 90 persone, la maggior parte delle quali in Cina o Hong Kong, sostenendo che durante i suoi cinque anni di direzione dell’OMS quella era la prima volta che una malattia si fosse diffusa a livello internazionale in quel modo (801 i morti accertati nel mondo, dopo che la Sars scomparve nel luglio 2003).

Del resto la pista migliore resta sempre quella del follow the money. Sin dalla sua fondazione, l’OMS ha richiesto contributi di bilancio volontari, poi negli ultimi anni, i contributi dai paesi sono aumentati solo del 3% (dal 2014), mentre i contributi volontari extra-bilancio sono aumentati del 18% nel 2018-19. Questa dipendenza dai contributi volontari rende l’OMS altamente suscettibile all’influenza dei singoli paesi o organizzazioni.

L’OMS ha un ruolo centrale nella pianificazione delle strategie vaccinali e ha dettato le linee guida per il riconoscimento dei danni da vaccinazione. Ciò detto, da qualche anno, l’OMS vede tra i suoi maggiori finanziatori non tanto gli Stati membri bensì gli enti privati, i cui finanziamenti costituiscono i tre quarti del patrimonio dell’OMS. Tra essi spiccano le principali case farmaceutiche produttrici di vaccini e organizzazioni quali, ad esempio, la Fondazione Gates e GAVI Alliance.

Ma anche i contributi cinesi all’OMS sono aumentati del 52% dal 2014, arrivati a circa $ 86 milioni, probabilmente in relazione alla sua maggiore influenza sulle Nazioni Unite.

Infatti mentre Trump negli ultimi anni ha spesso accusato l’ONU di inefficienza e mala gestione, al contrario la leadership cinese ha visto l’ONU come un veicolo importante per espandere il proprio ruolo economico e strategico globale, in particolare nei paesi in via di sviluppo che dipendono maggiormente dai servizi delle Nazioni Unite. Ecco perché Pechino è ora il secondo maggior contribuente al bilancio delle Nazioni Unite, rappresentando il 12% dei finanziamenti dell’organizzazione, rispetto all’1% di 20 anni fa, dopo gli Stati Uniti col 22%.

La Cina è anche riuscita a far eleggere o nominare i propri funzionari in una serie di importanti posizioni che sovrintendono alle questioni economichetecnologiche e climatiche globali.

Pechino è stata anche un importante alleato di Tedros alle elezioni nel 2017, mesi prima infatti era stato invitato a parlare all’Università di Pechino, dove aveva chiesto una più forte cooperazione tra Cina e il Sud del mondo in materia di salute. Il giorno dopo la sua vittoria elettorale, Tedros aveva poi confermato ai media cinesi che lui e l’OMS avrebbero continuato a sostenere il principio “One China“, che riconosce il governo di Pechino come legittimo governo cinese. Ancor oggi sembra comunque che Ghebreyesus stia ancora pagando i dividendi.

Ora Trump ha minacciato di togliere finanziamenti all’OMS, per la sua pessima conduzione della pandemia di Covid-19,  coprendo le tante cantonate di Pechino.

E’ quindi evidente che:

  • Il direttore generale dell’OMS ha vinto le elezioni del 2017 con il sostegno di Pechino.
  • Tedros ora fornisce copertura per la campagna di propaganda cinese, che sta negando la propria responsabilità nell’epidemia.
  • Tedros ha elogiato la “trasparenza” della Cina e ha affermato che la sua risposta al virus è stata un modello per altre nazioni, anche se Pechino ha cercato di coprire la virulenza del contagio e di silenziare gli informatori.
  • Tedros è il primo capo dell’OMS a non essere un medico ed è  stato accusato di aver coperto tre diverse epidemie di colera quando era ministro della salute dell’Etiopia.

 

Rosanna Spadini

12.04.2020

 

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